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Autore: cin75    11/08/2015    5 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ANDRA’ TUTTO BENE!


Misha arrivò trafelato al piano di chirurgia dove gli avevano detto fosse stato portato d’urgenza Jensen, dopo che Jared lo aveva trovato riverso e svenuto nel suo camper, solo qualche ora prima e solo meno di mezz’ora dopo aver finito le riprese dell’ennesimo episodio di SPN.

“Jay?..Jay!! come sta? Che è successo?” si informò non appena vide il giovane collega seduto ad una sedia , in evidente e nervosa attesa di notizie.
“Appendicite!” rispose all’amico che gli si sedeva vicino anche per riprendere fiato. “Ci crederesti? Una stupida appendicite, stava per….Dio!!... l’avrebbe ucciso!!”
“Cosa?...perchè dici così?” chiese , Misha, stupendosi di quell’affermazione così tragica.
“I dottori dicono che era quasi peritonite e che se non lo avessi trovato in tempo, …insomma….solo qualche ora e lui…lui…” quasi boccheggiò alla sola infausta e tremenda prospettiva.
“Beh! vedrai che si rimetterà in fretta e che di sicuro da oggi in poi, non ti rimprovererà più se scordi qualcosa!” cercò di rassicurarlo. Infatti Jared aveva trovato Jensen in quelle condizioni assurde, solo perché, fortunatamente, aveva dimenticato il suo I-pad  nel camper del maggiore.

“Lei è arrivata!?” fece poi, Misha.

“E’ per strada. Sua moglie sta arrivando. L’ho chiamata non appena sono arrivato in ospedale. Ho ancora la delega per le emergenze, ma dato che Colleen era a Vancouver, i dottori hanno voluto una sua conferma, anche se telefonica, per procedere con l’operazione.” Spiegò, guardando di tanto in tanto l’ascensore, in attesa di vederci uscire la moglie di Jensen, da un momento all’altro.
“Ok! Perfetto!” disse solo, l’amico.

Un attimo dopo, come previsto, Colleen Ackles usciva a passo svelto dall’ascensore. Si recò velocemente verso i due colleghi del marito e con aria preoccupata si rivolse a Jared.
“Come sta? Ti hanno detto qualcosa? Hanno finito di operarlo?!” chiedeva in evidente apprensione.
“Tranquilla è in buone mani. Vedrai che tra un po’ verranno a dirci che sta bene e che potremo vederlo!” provò a tranquillizzarla, Jared.
I tre stettero per ancora lunghi minuti fermi, impacciati, nervosi, in quel corridoio asettico e vuoto.

Poi, fu Misha ad interrompere quella specie di stasi emotiva.
“Sentite, io torno agli studio. Vado ad informare gli altri delle condizioni di Jensen e a rassicurarli che andrà tutto bene. Avete bisogno di qualcosa?” fece mentre recuperava la sua giacca.
“No. Grazie!” fece Colleen. “Sto bene  così!”
“E tu, Jared?” rivolgendosi al giovane collega. “Ti serve qualcosa, amico?!”
Jared ci pensò su un attimo e poi si ritrovò a fissare i suoi abiti.

Dio!! era ancora con gli abiti di scena di Sam Winchester.

Guardò Misha e quasi con vergogna ammise: “Beh! amico. Mi faresti un favore se quando torni mi porti qualcos’altro da indossare!” fece mostrando i suoi vestiti.
Misha capì immediatamente e annuì convinto. “Certo! Prima di tornare qui, passo per il tuo trailer e ti prendo qualcosa, ok?”
“Ok! Grazie, Misha. Sei un amico!” fece con dolcezza Jared, rincuorato da tanta lealtà.
Altro che Castiel! Misha era un amico vero. Era reale.

Jared sorrideva ancora quando le porte dell’ascensore si chiusero portando via Misha. Un attimo dopo, come l’amico, anche il suo sorriso sparì inghiottito in una smorfia di severa freddezza.

“Che ci fai qui, Colleen?!” chiese alla donna al suo fianco. “ Ti ho avvisato solo perché mi è stato richiesto dai medici. Non c’è bisogno che tu resti!”
“Ma io sono la moglie amorevole. Devo stargli accanto. Ricordi? Nella salute e nella malattia!!” fece con tono sprezzante Colleen.
“Voi state divorziando. Devi solo ricevere i documenti già firmati da Jensen e poi …”
“E poi cosa, Jared?” fece con tono severo la donna. “Fin quando non firmerò quei documenti, io, sono e sarò la sig.ra Ackles!” fece con aria di sfida.
“Tu non sei più la moglie di Jensen. Tu hai smesso di essere sua moglie quando hai iniziato a scoparti tutto quello che ti respirava intorno!” l’accusò con aria di rimproverò Jared.
“No!! Io ho smesso di essere sua moglie quando tu hai iniziato a scoparti Jensen!” replicò con sdegno.
“Cosa? ma che stai dicendo??!!” esclamò Jared sconvolto da quell’accusa. “Quello…quello che è successo tra me e Jensen…è successo molto dopo quello che gli hai fatto tu. Non c’entra nulla e non azzardarti a metterlo sullo stesso piano delle schifezze che gli hai rifilato tu, con i tuoi sporchi tradimenti.”
“Puoi metterla come vuoi, Jared. Ma agli occhi della stampa non farà molta differenza la tempistica delle nostre…..scopate!” lo provocò Colleen. “Quando quello che c’è tra voi….quando la vostra schifosa relazione verrà alla luce del sole…altro che stelle e arcobaleni.  Sarà peggio dell’oscurità contro cui combattono Sam e Dean!!” lo ammonì crudelmente.
“Io…io non ti permetto di…di…”
“Cosa? Jared, cosa non permetti??!!” quasi lo aggredì sibilando tra i denti per non attirare troppo l’attenzione su di loro. “Mi fai schifo, Jared. Mi fate schifo entrambi. Quello che fate mi fa schifo. Quello che siete, mi fa schifo.” Rinsaldò prendendo cattiveria e forza dal fatto che Jared non riusciva a reagire, colpito da ciò che sentiva.

E allora, Colleen, colpì ancora. “Ma te lo ripeto: fin quando non avrò firmato le carte del divorzio, io sono sua moglie e l’unica cosa che tu potrai avere sarà il suo culo!” offese e subito dopo , girò sui tacchi, e lo lasciò per andare a chiedere informazioni.
Jared rimase allibito e sì!, sconvolto e ferito, da quelle parole.
 
Erano vere ed era assurdo quello che lo univa a Jensen?
Erano state dette solo per ferire e Colleen sapeva come e dove colpire?
 

Non ci riusciva. Jared in quel momento, colpito dalle affermazioni della cosiddetta sig.ra Ackles e preoccupato dalle condizioni di Jensen, davvero non riusciva ad essere lucido.
Il trillo di un messaggio sul suo telefonino lo riportò alla realtà.
Era un messaggio di Misha.
 
Non ascoltarla. Qualsiasi cosa dica. Non ascoltarla, Jay. Jensen ti ama e tu ami lui. Ok!, amico!? Ci vediamo dopo. Torno il più presto possibile!
 
Ringraziò mentalmente il caro amico, anche se al tempo stesso lo rimproverò di non avergli spedito prima quel messaggio.
 
Circa un quarto d’ora dopo, un infermiere si avvicinò a Jared.
“Il suo amico è in stanza ma non riusciamo a trovare sua moglie per avvisarla!” fece dispiaciuto.
“La chiamo io, ma….” E poi fece leggermente in imbarazzo. “…nel frattempo posso vederlo?”
“Certo! Ma non lo stanchi. È ancora intontito dall’anestesia.” Si premunì.
“Pochi minuti, lo giuro!” promise sincero. “Mi..mi scusi!?” fece richiamando l’infermiere.
“Mi dica!”
“Lui…sta bene?!” chiese con apprensione.
“Tranquillo! Il suo amico tra un paio di giorni starà una favola!!” lo rassicurò il ragazzo sorridendogli amichevolmente.
 
Quando entrò nella stanza, Jensen aveva gli occhi chiusi e non aveva il viso verso la porta , ma lo aveva girato verso la finestra.
Jared si avvicinò e dolcemente gli accarezzò la guancia esposta. La pelle liscia e poi il leggero ruvido della barba lunga, per modo di dire, di una giornata.
Il viso di Jensen era rilassato nonostante quello che aveva passato in quelle ore frenetiche. Le labbra , anche se leggermente spaccate, a causa dell’anestesia e dell’evidente intubazione, erano comunque lucide e piegate in un timido sorriso.

Jared continuò ad accarezzarlo, a seguire, leggero, il profilo dello zigomo fino al mento pronunciato, fin quando quel timido sorriso, si accese definitivamente.
“Sei sveglio?!” fece sorpreso Jared.
“Mmh!!” annuì appena. “Ma mi piace quando mi accarezzi così, convinto che io non me ne accorga!” lo stupì Jensen, girandosi e guardandolo, finalmente.
“Tu ti sei sempre accorto che….”
“Ogni volta, piccolo!” finì per lui, Jensen, sorridendogli ancora. “Ma ora, dimmi una cosa. Perché io sono finito sotto i ferri e tu hai un aspetto da far paura?!” chiese alquanto preoccupato, notando gli occhi tristi di Jared.

Per quanto , Jared, fosse felice di vedere e sapere che Jensen stava bene, le parole di Colleen gli vorticavano ancora nella testa.

“Credimi, non è stato affatto bello trovarti riverso a terra, privo di sensi. Chiamarti e non avere risposta.. giuro che me la pagherai cara questa giornata!” lo rimproverò ironico, mentre era ben altro che voleva nascondere.
Ma Jensen lo conosceva bene e sapeva che prima o poi, sarebbe riuscito a scoprire cosa nascondeva Jared.
“Hai ragione!” disse con tono remissivo. “Mi farò perdonare, lo giuro!” mentre cercava la mano di Jared, che veloce raggiungeva la sua. “Però, adesso, avrei bisogno di una cosa!” fece ancora senza mai smettere di guardarlo negli occhi che cercavano solo Jared. Come quelli di Jared non chiedevano altro che guardare  Jensen.
Jared lo guardò e non ebbe bisogno che il compagno gli confidasse ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Sorrise,  lo accarezzò ancora, premuroso , amorevole e poi si chinò verso di lui.

Il tocco tra le loro bocche fu gentile, delicato, ma pregno di amore. Le loro labbra si sfiorarono lentamente, attente a non trascurare o sprecare quel tempo che gli era stato concesso per danzare insieme.
“Ciao!” mormorò dolcemente Jared ancora rapito dalle labbra di Jensen.
“Ciao!” rispose Jensen, sorridendogli nello stesso modo dolce e complice.
 
“Lo dicevo io!! Che schifo!” starnazzò una voce stridula accanto alla porta.
 
A quella voce decisamente inappropriata , i due si allontanarono. Jensen guardò Jared sorpreso per quella presenza indesiderata.
“Mi dispiace, ma il dottore sapeva che lei era a Vancouver e ha voluto un suo assenso per l’operazione. Sono stato costretto a chiamarla, ma non sapevo si sarebbe presentata!” fu la giustificazione di Jared allo sguardo interrogativo del compagno.
Jensen capì e non ci fu rimproverò nello sguardo che poi rivolse al giovane ancora al suo fianco, di lato al letto.

Poi si voltò verso quella che , sperava, fosse sua moglie ancora per poco.
“Che ci fai qui, Colleen? Per quello che ne so, qui non ci sono dottori o semplici inservienti a cui piace la roba usata. E’ tutta gente per bene! Quindi puoi anche andartene e trovarti un altro posto in cui svendere le tue….grazie!” fece sarcastico, Jensen.
Il biondo odiava esprimersi in quel modo e dentro di lui sentiva lo stomaco contorcersi e sapeva che non erano i medicinali a farlo stare così. Ma Colleen?….lei…lei era capace di tirare fuori il peggio da lui!
“O mio caro!” sorrise beffarda la ragazza. “Vedi di trattarmi bene o potrei anche metterci tempo per firmare le carte del divorzio o forse…..forse potrebbe anche venirmi voglia di chiamare quella mia amica  del Blaze Gossip e raccontarle la mia triste vita matrimoniale!” fece con tono ironico e minaccioso.
“Fallo Colleen e non avrai un centesimo di quello che abbiamo pattuito nell’accordo. Dì una sola parola di quello che c’è tra me e Jared prima che siamo noi a farlo, mettici un giorno di più a firmare le carte del divorzio dopo che ti saranno arrivate e giuro che non vedrai un solo cent!” e questa volta fu Jensen a minacciarla ed era serio.
Collen si rese conto che Jensen era dannatamente serio e guardandolo bene, sembrava perfino furioso.
“E questo che diavolo vorrebbe dire?!” fece senza cercare di scomporsi più di tanto.
“Questo, significa, che il mio avvocato ha tante di quelle foto di te che ti scopi metà del nostro quartiere, giardiniere compreso, che gliene basterebbero la metà per evitarti anche l’incombenza di presentarti in tribunale e farti sbattere fuori un attimo dopo senza niente in tasca!” le spiegò Jensen. “Ma…” fece poi, soddisfatto della rabbia che vedeva sul volto della sua ex.
“Ma , cosa?!” ringhiò lei, vistosamente a disagio. Ma non in colpa!
“Ma non è quello che voglio. Quello che voglio, è darti quello che ti ho promesso e darti così la possibilità di sparire per sempre dalla mia vita. Dalla nostra vita!” specificò poi, prendendo di nuovo la mano di Jared, che aveva ascoltato in silenzio quello spiacevole scambio di battute, ma che mai, si era allontanato da vicino al suo compagno.

“Stronzo!” l’apostrofò Colleen un attimo prima di decidere di smetterla e andare via.
“Puttana!” rispose quasi per istinto Jensen, vedendola andare via infuriata.

Quando sentì il respiro tornare più tranquillo, Jensen, si voltò verso Jared e stranamente lo vide che sorrideva o meglio che cercava di non farlo palesemente.
“Che c’è?....che hai da ridere?!”
“No…niente!!” cercava di contenersi il giovane, riuscendoci malamente.

Sapeva quanto era stata dura per Jensen agire in quel modo. Trattare in quella maniera una persona, anche se quella persona era Colleen. Lo conosceva bene e Jensen era quello, tra i due, che, se durante una litigata riceveva una sonora rimproverata, era sempre il primo ad abbozzare e dire “Ok! Ci prendiamo una birra, ora?

“Jared??!” lo richiamò Jensen, non capendo.
“Stronzo? Puttana?” gli fece presente Jared. “E’ ironico sentirle dire ….così!” ridendo più esplicitamente.
Jensen fece mente locale e non potè che ridere di conseguenza.
 

Circa dieci minuti dopo, Misha fece capolino nella stanza del collega.
Sorrideva nel vederli sorridere.
“Ehi? che mi sono perso? Qualche minuto fa, sono quasi stato travolto dall’uragano Colleen!!” fece entrando in stanza.
“Eccoti qui!!” esclamò Jensen, felice di vedere l’amico.
Misha era quello con cui i due ragazzi si erano confidati, convinti della sua lealtà, quando tutto tra loro era iniziato. Ed era ancora l’unico a sapere tutto. Misha era costantemente presente come amico e confidente ed era un punto d’appoggio in quel loro momento di….cambiamento.
E i due, sapevano che ci sarebbe sempre stato. Puro stile Castiel!!!!
“Mi chiedevo quanto ci avresti messo, amico!” fece , ancora, Jensen, mentre riceveva un’amichevole pacca sulla spalla da parte del collega.
“Non prendertela con me!” provò a giustificarsi con aria innocente. “Dovevo prendere dei vestiti decenti per il tuo amico , qui…” fece indicando Jared che rideva sommessamente. “Dal suo camper!” sottolineò con enfasi.
“Oddio!” esclamò perplesso Jensen.
“Già!! Hai idea che cosa significa cercare dei vestiti in quel caos su quattro ruote che lui continua a chiamare trailer!?” fece più sereno, perchè vedeva uno sguardo comprensivo sul volto di Jensen.
“Ti capisco, amico e ….” fece remissivo. “….scusa!” e poi scoppiarono entrambi a ridere.
“Ehi!! se non ve ne foste accorti, io sono qui!” fece fintamente offeso, Jared, che piano si sedette sul bordo del letto, accanto a Jensen.

Il maggiore smise di ridere , cercando di riprendere fiato con calma, anche perché ridere di gusto, gli tirava dolorosamente sui punti. Approfittò del fatto che Misha si era allontanato per poggiare i panni di Jared su una poltroncina e che avendo ricevuto una chiamata era uscito dalla stanza, e alzando una mano verso il viso , oramai sereno del giovane compagno, sorrise dolcemente.
“Lo so che sei qui e qui dovrai sempre rimanere!” fece con innamorata convinzione.
Jared si appoggiò nella culla di quella mano. “Ma Colleen?!” si ritrovò a chiedere.
“Andrà tutto bene. E’ solo questione di tempo, ma andrà tutto bene!” lo rassicurò e sporgendosi appena, chiese di nuovo le sue labbra a conferma di quello che aveva promesso.
 
Un bacio timido, precursore di una forza più potente.
Avanguardia di un sentimento che giorno dopo giorno si faceva sempre più forte.
L’amore tra Jared e Jensen.

 
 
                                                                                                                                                               “Io sono così grato che tu sia nella mia vita, Tu riempi il mio cuore e riempi il mio cielo”
(Tonight, Marco Mengoni)

 


N.d.A.: Rieccomi con un nuovo aggiornamento della SOL. Aggiorno oggi perchè mancherò per qualche giorno e non so se riuscirei a farlo nei prossimi giorni. Spero che questa nuova storiella vi piaccia. Io ho adorato Misha. Spero capiate perchè.

Ps: Naturalmente mi andava di non mettere il vero nome di Dannell che reputo una persona fantastica. 
Quella della mia storia è una vero a propria son o bitch e quindi ho preferito mettere un nome fittizio.

Un bacio grande!
Cin.
   
 
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