Anime & Manga > A un passo da te/Ao haru ride
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Autore: Adeia Di Elferas    12/08/2015    2 recensioni
Shuko Murao sembra sempre inflessibile e rigida, sia nei comportamenti, sia nei pensieri. Invece, nel momento in cui si trova di fronte un sentimento per ora ancora a lei sconosciuto, finisce per sbilanciarsi con un'azione molto coraggiosa, ma anche molto sfacciata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The scent of air after the rain...'
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~~ Il foglio in bianco le stava davanti e sembrava fissarla, come la volesse sfidare a scrivere davvero le parole che le erano frullate in testa per tutto il giorno.
 Osava veramente essere tanto sfrontata? Valeva la pena esporsi così tanto? Avrebbe solo fatto la figura della ragazzina vanesia e illusa?
 Forse no... In fondo era stato proprio il professor Tanaka a instillarle il dubbio. Lei non lo aveva nemmeno preso in considerazione. Era stato lui a fare tutto, ad affrontarla a viso aperto e a mostrarle il suo neo segreto sulla palpebra.
 Lei non lo aveva minimamente notato e probabilmente non lo avrebbe mai visto sotto una luce diversa da quella sotto la quale lo vedevano tutti gli altri studenti della scuola.
 Era stato il destino a far sì che per un foglio così inutile consegnato in bianco, lei dovesse incontrare proprio lui.
 Se l'insegnante di turno non fosse stata assente, se lui non avesse avuto voglia di approfondire il discorso o semplicemente se lei avesse scritto due cose a caso nel modulo del sondaggio, non sarebbe successo nulla.
 E invece da quel momento per Shuko tutto era cambiato, ogni cosa. Erano diversi i colori che la circondavano, i profumi che sentiva, perfino il rumore stesso del battito del suo cuore.
 E la colpa – o il merito – era solo del professor Tanaka e del suo modo così naturale e quasi casuale con cui l'aveva portata in pochi minuti ad innamorarsi di lui.
 Era sicura che non era un qualcosa di destinato a finire. Sarebbe durato per sempre, almeno per quel che riguardava lei. Il professor Tanaka, di certo, avrebbe finito per rendersi conto dell'ineluttabilità del loro futuro.
 Erano destinati a stare insieme, a passare la vita intera l'uno accanto all'altra e Shuko Murao non aveva alcun dubbio che le cose sarebbero andate proprio così.
 Prese la penna tra le dita, con la gola secca ed ancora qualche perplessità. Una puerile paura, che l'attanagliava a sprazzi, d'improvviso, le impediva ancora di scrivere quelle poche parole che le ingombravano la mente e che avrebbero messo in chiaro ogni cosa.
 Una volta lette, quelle poche parole avrebbero dimostrato al professor Tanaka che lei non scherzava, che faceva sul serio, che non era solo una ragazzina infatuata del suo insegnante.
 Si sedette in punta di sedia, con la schiena dritta e la testa appena inclinata di lato. Fece un sospiro profondo e poi appoggiò la punta sulla carta e scrisse a chiare lettere: Io e il professor Tanaka.
 Chiuse un momento gli occhi, poi li riaprì, per vedere che effetto facevano le prime due righe scritte a cavallo tra la prima e la seconda opzione del modulo e finalmente si decise.
 Calcando un po' di più e usando lettere più grandi, concluse con uno: sposi.
 Lo circondò con un grande cuore stilizzato, che le era uscito dal nulla, non premeditato.
 Ricontrollò un'ultima volta il messaggio che aveva avuto finalmente il coraggio di mettere nero su bianco e mise il foglio da un lato.
 Il giorno seguente l'avrebbe consegnato al professor Tanaka.
 Sì, quello era di certo l'inizio di una storia memorabile.
 E, anche se la loro storia non fosse stata memorabile, a lei bastava sapere che ci sarebbe stata una storia, bella o brutta che fosse.
 Il professor Tanaka sarebbe stato suo e lei sarebbe stata sua e nessuno avrebbe potuto mai dividerli, perchè erano stati uniti dal destino.
 “Shuko Tanaka...” disse a voce bassa, immaginando una sé stessa di vent'anni più vecchia a passeggio sottobraccio al marito.
 Sorrise e si permise di indugiare nelle sue fantasie, con il modulo del sondaggio a pochi centimetri da lei, a darle sicurezza.

 Yoichi stava guardando ancora quel foglietto che gli era stato dato da Murao.
 Ancora non poteva credere a ciò che quella ragazzina aveva avuto il fegato di scrivere.
 Una dichiarazione così aperta e sfacciata era tutto fuorché quello che ci si sarebbe aspettati da una brava giovane dall'aspetto pacato e rigoroso come Murao... 
 E invece eccola là, la scritta: Io e il professor Tanaka sposi.
 Non poteva negare di essere stato colpito, appunto, dal coraggio che quella studentessa aveva messo in mostra, tuttavia...
 Per quanto lui fosse ancora giovane, Yoichi non sentiva di avere le carte in regola a guardare con occhi diversi qualcuno del primo anno di liceo.
 Gli sembrava semplicemente assurdo trovare interessante o attraente una ragazza dell'età di Murao. Doveva ammettere che ne era stato colpito, durante il loro colloquio. Anche se la storia del viaggio per trovare se stessi sapeva di trito e ritrito, si era reso conto benissimo che non era la vera risposta che Murao avrebbe voluto dare al questionario.
 Era ancora confusa, ed era normale, alla sua età. Non sapeva cosa il futuro le avrebbe portato e forse era anche spaventata alla sola idea di pensare a come sarebbe stata la sua vita a venti, dieci o anche solo un anno di distanza.
 Il modo, poi, in cui lei aveva reagito al resto della loro chiacchierata gli aveva dimostrato una volta per tutte che alla ragazzina che aveva di fronte non mancava la determinazione. Di certo, quali che fossero le sue vere aspirazioni per il futuro, sarebbe riuscita a portare avanti ogni suo impegno al meglio.
 Insomma, aveva visto in lei qualcosa di particolare, tanto che si era sbilanciato, forse troppo, permettendole anche di vedere il suo neo sull'occhio e mettendo allo scoperto la sua incapacità di fare l'occhiolino nel modo giusto.
 Però da un gesto di simpatia a una promessa di matrimonio... Insomma, ce ne passava eccome!
 Yoichi sbuffò e si abbandonò contro lo schienale della sedia, mettendo le mani allacciate dietro la nuca e guardando il soffitto.
 Forse non valeva la pena di starsene lì a preoccuparsi per quella storia. Probabilmente il tutto si sarebbe sgonfiato in fretta.
 Faceva prima liceo, era solo all'inizio. In un semestre o due avrebbe iniziato a trovare il professore giovane e scapestrato sempre meno attraente ed avrebbe dirottato tutte le sue attenzioni verso un senpai o un coetaneo e allora quel foglio su cui aveva scritto una cosa tanto importante sarebbe valso meno di una cartaccia portata in giro dal vento in una sera d'autunno.
 Fu tentato di cestinare il foglio e con esso tutte le sue perplessità, ma alla fine si disse che non ci sarebbe stato nulla di male a tenerlo.
 Non poteva consegnarlo, né metterlo nell'archivio – in mani sbagliate sarebbe diventata un'arma impropria – perciò se non voleva buttarlo l'unica alternativa era tenerlo in casa, al sicuro.
 Lo mise con cura in mezzo a uno dei suoi libri, riproponendosi di nasconderlo come meglio poteva in casa. Non voleva per nessun motivo che suo fratello Ko lo trovasse per caso. Sarebbe stata una catastrofe, per la sua immagine di rispettabile fratello maggiore.
 Anche se – pensò greve – forse la sua rispettabile immagine di fratello maggiore era già stata irreparabilmente intaccata dal modo in cui aveva abbandonato il suo fratellino praticamente da solo ad affrontare una situazione troppo complessa e dolorosa, badando solo alla propria carriera e non dando la sufficiente importanza a ciò che Ko aveva dovuto affrontare...
 Si morse il labbro, perdendosi in ricordi dolorosi e rimorsi che andavano oltre la sua soglia di sopportazione.
 Aprì un'ultima volta il libro e diede una breve sbirciatina al foglio consegnatogli da Murao.
 Sorrise e si chiese se, a distanza di anni, quella scritta avrebbe avuto ancora qualche importanza per almeno uno dei due.

   
 
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