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Autore: literatureonhowtolose    13/08/2015    2 recensioni
Hartwin.
Harry non aveva mai amato così intensamente, e non poteva evitare di pensare che la vita a volte è proprio carogna. A cinquant'anni suonati innamorarsi come mai prima di un ragazzo trent'anni più giovane sembrava quantomeno assurdo.
Eppure non poteva farci nulla.
Quando Eggsy sorrideva e sembrava pronto a prendere il mondo in mano per offrirlo specificatamente a lui, Harry sentiva che dopo quello non ci sarebbe stato nient'altro. Eggsy era il suo capolinea, ormai aveva imparato a riconoscerlo ed accettarlo.
Ciò che non poteva accettare era di essere il capolinea per Eggsy.
Per quanto si amassero, non avevano molto tempo. Anche mettendo caso che Harry avesse ancora parecchio da vivere, Eggsy non avrebbe potuto stare con un settantenne a quarant'anni. Harry non l'avrebbe mai sottoposto a una cosa del genere.
E poi, chissà quante persone Eggsy aveva ancora da incontrare, chissà quante sulle quali trasferire le proprie affezioni. Era vitale che lo capisse, che non si precludesse nulla, che continuasse a vivere e ad amare una volta che l'illusione si fosse infranta e fosse stato costretto a guardare in faccia la realtà.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Kingsman: The Secret Service.
Titolo: Keep it simple
Pairing e personaggi: Hartwin. Harry Hart, Eggsy Unwin.
Raiting: Pokémon Vere Smeraldo
Ambientazione: In un universo meraviglioso dove ignoreremo quanto successo nel film, tutti sono vivi e felici come effettivamente è. ...
Words: 1038


keep it simple
«Oh, Dio, ti amo.» disse Eggsy, la voce carica di bisogno.
Subito dopo averlo detto, però, si allontanò dal corpo di Harry come se ne fosse rimasto scottato.
Ora sedeva in mezzo alle sue gambe e la sua espressione era quella di un bambino al quale fosse appena scoppiato un palloncino in faccia: in bilico fra il pianto e lo statico sbigottimento.
«Cazzo.» sussurrò, stringendosi nelle spalle.
La felpa aperta gli stava scivolando lungo le braccia e con un gesto sconsolato tentò di tirarla su, senza particolare successo.
Harry si mise a sedere, i palmi delle mani facenti leva contro il materasso. Guardava Eggsy in modo strano, indecifrabile, e questo contribuiva ad innervosirlo.   
Dai, Harry.
«Eggsy...»
Il più vecchio allungò un braccio per posare le dita sulla sua guancia.
«Ascoltami. Può darsi che tu sarai l'ultima persona della quale mi innamorerò, ma io non sarò di certo la tua.»
Aspetta, cosa?
«Non dire così.» mormorò Eggsy, avvicinandosi nuovamente al viso dell'altro.
Posò le labbra sulle sue in un disperato tentativo di riprendere il contatto di poco prima come se non fosse successo nulla, ma Harry non glielo permise. Eggsy emise un verso frustrato e tornò a sedere, le braccia incrociate sul petto e le sopracciglia corrucciate.
«Che c'è, ora?» 
«Non puoi aggrapparti a me per sempre, Eggsy. Promettimelo.» lo pregò Harry.
Seguì un minuto di silenzio.
«Che cazzo stai dicendo, 'Ar?» sbottò Eggsy.
«Sto semplicemente illustrando la realtà dei fatti.» disse Harry. Il suo tono di voce era colmo di rassegnazione, come se avesse immaginato una scena del genere infinite volte.
Eggsy lo fissò per qualche istante. Le lacrime premevano per uscire e dovette deglutire perché no, non avrebbe pianto davanti a Harry. Non adesso. Non in questa occasione.
In fretta scese dal letto e si avviò verso la porta, chiudendosi la felpa con mani tremanti.
«Fanculo, non posso crederci.» sibilò fra i denti prima di uscire dalla stanza.


Harry non aveva mai amato così intensamente, e non poteva evitare di pensare che la vita a volte è proprio carogna. A cinquant'anni suonati innamorarsi come mai prima di un ragazzo trent'anni più giovane sembrava quantomeno assurdo.
Eppure non poteva farci nulla.
Quando Eggsy sorrideva e sembrava pronto a prendere il mondo in mano per offrirlo specificatamente a lui, Harry sentiva che dopo quello non ci sarebbe stato nient'altro. Eggsy era il suo capolinea, ormai aveva imparato a riconoscerlo ed accettarlo.
Ciò che non poteva accettare era di essere il capolinea per Eggsy. 
Per quanto si amassero, non avevano molto tempo. Anche mettendo caso che Harry avesse ancora parecchio da vivere, e ignorando tutte le sfortunate variabili delle quali ogni coppia può essere vittima, Eggsy non avrebbe potuto stare con un settantenne a quarant'anni. Harry non l'avrebbe mai sottoposto a una cosa del genere.
E poi, chissà quante persone Eggsy aveva ancora da incontrare, chissà quante sulle quali trasferire le proprie affezioni. Era vitale che lo capisse, che non si precludesse nulla, che continuasse a vivere e ad amare una volta che l'illusione si fosse infranta e fosse stato costretto a guardare in faccia la realtà.
Ma forse doveva rendersene conto da solo. Sentirsi dire dal proprio attuale amante che sicuramente se ne avranno degli altri di norma non fa bene alla relazione.
Harry sospirò, massaggiandosi il ponte del naso.
Ammirabile disastro, Harry, pensò. Meno male che con l'età aumenta anche la saggezza.


Trovò Eggsy sdraiato sul divano in soggiorno. Stava abbracciando un cuscino e ogni tanto tirava su col naso. JB era accoccolato nell'incavo che le sue gambe piegate erano andate a creare. 
Harry si sentì travolgere da un'ondata di affetto nei suoi confronti e si maledisse per averlo ridotto così.
Si avvicinò a lui e si sedette ai suoi piedi. Da vicino poté vedere il gonfiore attorno ai suoi occhi arrossati.
Gli posò una mano sul polpaccio, ma Eggsy lo ritrasse di riflesso portando JB a guaire per il colpo ricevuto. Immediatamente Eggsy si mise a sedere e lo prese in braccio, annaffiandolo di scuse; il carlino, scodinzolante, lo annaffiò a sua volta: di bava.
Harry desiderò ardentemente fosse così facile aggiustare le cose.
«Posso parlarti?» tentò.
Eggsy posò JB a terra, poi si pulì la mano sui pantaloni del pigiama. Il cane corse via, forse in cerca di acqua.
«Solo se non pianifichi di ricominciare a sparare stronzate sulla nostra relazione.»
Era irritato all'inverosimile, si capiva da come stringeva la mascella squadrata.
«Mi dispiace, Eggsy.» mormorò Harry. Uscì vagamente lamentoso, il che lo fece sentire patetico e più giovane ed inesperto di quanto non fosse. Dove l'aveva messo il contegno?
«E' giusto che ti dispiaccia.» tagliò corto Eggsy.
Harry sospirò. 
«Non era mia intenzione mettere in dubbio i tuoi sentimenti nei miei confronti, né farti pensare che non sono innamorato di te, volevo solo–»
«Sì, Harry!» lo interruppe Eggsy. Avvertire nuovamente entusiasmo nella sua voce fu così bello che Harry perse un battito.
«... come, scusa?» chiese.
Eggsy scosse a testa un paio di volte, sorridendo incredulo. Si strofinò energicamente la faccia come a scacciare la pesantezza da cui era stata assalita,  poi spinse Harry contro lo schienale del divano e si mise a cavalcioni su di lui, soffiando:
«Questa è l'unica cosa giusta che hai detto nelle ultime ore.»
Si avvicinò al viso di Harry e strofinò il naso contro il suo. Gli diede un bacio a fior di labbra, ma Harry non si accontentò: afferrò i fianchi di Eggsy e gli morse il labbro inferiore, facendolo gemere più o meno rumorosamente. Eggsy amava quando Harry perdeva di vista tutte quelle cazzate da gentiluomo; soprattutto se era lui a fargliele perdere di vista. 
Percorse il collo di Eggsy con le dita fino ad arrivare alla nuca, dove si fermò.
Il bacio divenne più profondo e intenso, ma non sfociò mai nell'aggressivo. I loro movimenti erano lenti, quasi misurati, come se stessero imparando insieme a respirare dopo aver dimenticato come si facesse. 
La felpa ricominciò a scivolare lungo le spalle di Eggsy. Questa volta non se la sarebbe risistemata.
«E comunque non ho mai pensato che tu non mi amassi.» disse, interrompendo il contatto per un attimo. «Ho solo pensato fossi un idiota.»
Harry rise prima di baciargli la fronte.
«Oh, Dio, ti amo.» sussurrò.





Angolo dell'Autrice. 
Non ho molterrimo da dire, se non che questa piccola minuscola mini fic l'ho scritta un po' di tempo fa ma non l'ho mai postata perché non lo so. Un po' mi dimenticavo, un po' non è che mi piaccia particolarmente, ma non posto da tanto quindi ve la beccate. 
Spero possa piacervi, comunque, e ricordatevi sempre che la Hartwin è importante.
Peace out, dawgs.
  
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