Genere Drammatico.
Rating Verde.
Personaggi Lyra - Belacqua - Linguargentina.
Disclaimer I personaggi appartengono tutti - anche quelli solo citati vagamente - al signor Pullman, che ringrazio taaanto, taaanto per averci regalato questa magnifica triologia ( non ho ancora letto il terzo, quindi, per favore, niente spoiler nei commenti >.< ). La frase iniziale e quella conclusiva sono tratte dal primo libro - quelle interamente in corviso, per intenderci.
Dedicata a Fuuma. Perché me l'ha chiesta circa cent'anni fa, più o meno, una nuova fiction su loro due. Spero di averla almeno un po' accontentata. v_v E se non è così ... Ti attacchi, antipatica!



Over the hills


Dietro di loro c’erano dolore, morte e terrore; davanti dubbio, perciolo e misteri insondabili. Ma non erano soli.

Roger era morto. Un oggetto inanimato. Un sasso silenzioso che giaceva sulla cima di quel monte, mentre tutto il resto scorreva e passava sulla sua terribile immobilità. Polvere, vento, le urla di sua madre, le incitazioni di suo padre, Pan e le sue lacrime. Tutto.
Non c'era una sola briciola di quel mondo che valesse la pena di essere conservata ora che tutto si era capovolto, ora che la sua missione era fallita. Lyra lo sapeva. Lo percepiva nell'aria resa insopportabilmente pesante dalla tanto ricercata Polvere che si era appena riunita a formare un ponte lunghissimo, una strada che portava da un mondo all'altro. Un altro mondo dove probabilmente c'erano altri adulti che se ne infischiavano dell'amicizia di due ragazzini, del magnifico rapporto che lega una persona al suo daimon e dell'atroce dolore che la distruzione dell'una o dell'altra cosa poteva far sbocciare.
Alzò gli occhi e guardò verso la città che si stagliava nel cielo scuro, al di là del ponte.
« Pan » sussurrò senza parlare. Il cucciolo di Gatto che le si rannicchiò contro emise un gemito basso. Terrore allo stato puro.
« Pan » lo chiamò un'altra volta, mentre il gatto si trasformava in un topolino nero e si andava ad infilare tra le pieghe dei suoi vestiti, sfiorandole il punto dove, sotto strati di pelle e carne, giaceva il suo cuore « dobbiamo farlo. »
« Per Roger. »
Un singhiozzo disperato riuscì a sfuggire a quella gabbia che era diventata la bocca impastata di lacrime e saliva della bambina: sapeva che quel passaggio era costato la vita al suo migliore amico, e non voleva che il sacrificio andasse sprecato.
Forse non sarebbero sopravvissuti. La volubile polvere avrebbe potuto spazzarli via da un momento all'altro. Eppure Lyra non esitò.
Strinse Pan contro quell'organo che batteva furiosamente contro il suo torace - quasi il suo cuore stesse lottando per fuggire lontano da quel varco - e andò avanti.

Così Lyra e il suo daimon voltarono le spalle al mondo in cui erano nati, e guardarono verso il sole e camminarono nel cielo.