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Autore: Tangled    14/08/2015    0 recensioni
"...Il riflesso che fissava non era più quello della goffa ragazzina sempre fuori posto, ma quello della donna che affrontava le sue paure e accettava i sui difetti.
In quello specchio vedeva se stessa. Con i suoi punti di forza e i suoi difetti. Vedeva il pacchetto completo e per la prima volta si accettava per quella che era..."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mise da parte il libro che stava leggendo e allungò le gambe verso la sedia che aveva di fronte. Si sentiva indolenzita dopo tutto quel tempo passato a leggere, ma quel libro l'aveva coinvolta e non era riuscita a staccarsene fino alla fine. Sciolse il collo e stirò le braccia verso l'alto lasciandosi pervadere da quel misto di piacere e tristezza che la coglieva sempre al termine di una buona lettura.

Chiuse gli occhi un attimo per assaporare quella sensazione e poi diede uno sguardo a ciò che aveva intorno.

Le montagne che la circondavano mostravano ormai i segni dell'arrivo dell'autunno e sprazzi di giallo e arancio arricchivano il paesaggio. Il sole era da poco scomparso dietro la cima e lei sapeva che da lì a breve l'umidità dell'aria già frizzante sarebbe aumentata costringendola a rifugiarsi in casa. Un soffio di vento biricchino la spinse a tirare su il cappuccio della felpa.

Quello era l'ultimo week end che avrebbe passato in quel giardino e già sapeva che quel posto le sarebbe mancato tremendamente. Certo l'avrebbe rivisto l'estate successiva, ma questo non cambiava come si sentiva.

Lasciò andare indietro il capo e chiuse di nuovo gli occhi assaporando la pace del luogo. E piano piano i ricordi di quell'estate così speciale iniziarono a riemergere uno ad uno.

Era stato un anno impegnativo e pieno di cambiamenti in ogni aspetto della sua vita. Aveva sofferto molto, ma aveva anche imparato di essere fatta di una fibra d'acciaio molto difficile da spezzare. Era orgogliosa di se stessa e dei traguardi che aveva raggiunto e questa era una sensazione strana per lei sempre abituata a sminuirsi e condannarsi. Era da sempre la peggior nemica di se stessa, ma in quel lungo anno aveva imparato moltissimo.

Chi aveva cercato di spezzarla era ormai un lontano e sbiadito ricordo che perdeva consistenza con il passare dei giorni. Nuove persone l'avevano accolta nella loro vita e le vecchie non l'avevano lasciata andare stupendola ed insegnandole il suo valore come singola entità.

E poi c'era stata quella breve vacanza.

Ricordava distintamente l'emozione che aveva provato guardando il cielo stellato circondata dalla calma più assoluta che veniva infranta da risate ed esclamazioni quando le stelle cadenti improvvisamente accendevano il cielo. Erano state così inaspettate che non aveva nemmeno avuto tempo di esprimere un desiderio, ma onestamente quello non aveva alcuna importanza. Sentiva ancora il sapore dello zucchero di canna e della menta che sarebbero sempre stati indissolubilmente legati a quell'estate. Ricordava i tramonti, quelli sul mare e quelli osservati mentre stata appollaiata sul tetto con l'unica compagnia della musica. Aveva amato la sensazione di libertà e pace che aveva provato in quel bagno solitario in mare mentre il sole tramontava. Sentiva ancora la corda ruvida dell'altalena tra le mani e il vuoto allo stomaco che provava durante la discesa. Aveva nostalgia del brivido delle corse in motorino con l'aria che sferzava pelle ed occhi.

Nulla era andato come aveva previsto, ma lei era riuscita ad impedire che quella svolta compromettesse l'intera vacanza. Anzi aveva stupito se stessa imparando la leggerezza del prendere le cose come venivano senza troppi programmi e aspettative. E aveva assaporato la spensieratezza che per anni si era negata troppo presa dal voler sempre essere la persona su cui contare.

Ma il regalo più grande che le aveva fatto quella vacanza l'aveva scoperto solo al ritorno.

Già perché i primi giorni era stato difficile tornare alla normalità. Si era sentita come se una parte di lei fosse rimasta là tra le onde e la sabbia. Quella parte spensierata e allegra che aveva scoperto sembrava essere stata rimpiazzata da quel senso di malinconia e tristezza che le aveva fatto compagnia nell'ultimo anno. Il senso di inadeguatezza e la sensazione di essere sempre sbagliata stavano tornando a riappropriarsi dei suoi pensieri. Fino a quando non aveva capito di non essere più quella persona. Non sapeva come descrivere quella sensazione. Se ci avesse provato chiunque avrebbe sicuramente avuto l'impressione che la sera fosse andata a dormire sentendosi un butto anatroccolo e il mattino si fosse svegliata cigno, ma lei sapeva che non era così. Semplicemente ad un certo punto la consapevolezza di sé aveva fatto breccia e per la prima volta nella sua vita aveva affrontato uno specchio senza timore. Il riflesso che fissava non era più quello della goffa ragazzina sempre fuori posto, ma quello della donna che affrontava le sue paure e accettava le sue mancanze.

In quello specchio vedeva se stessa. Con i suoi punti di forza e i suoi difetti. Vedeva il pacchetto completo e per la prima volta si accettava per quella che era.

Un nuovo brivido la scosse e quando apri gli occhi si accorse che nel frattempo stava calando il buio. Sentendosi osservata si voltò e dietro al vetro vide sua mamma e sua sorella intente ad osservarla. Tra non molto sarebbero venute a trascinarla in casa per evitare che si ammalasse. Sorrise loro e fece cenno di darle ancora cinque minuti prima di raggiungerle. Le due donne annuirono e si allontanarono dal vetro lasciando ricadere la tenda che avevano scostato.

Lei si alzò e dopo aver controllato di avere abbastanza soldi si avviò verso il loro bar di fiducia. Le sembrava che il vin brulé fosse una buona idea per festeggiare.

Mentre aspettava si accomodò al tavolo all'ingresso. Sollevò lo sguardo e vide il proprio riflesso. Aveva i capelli arruffati, una felpa troppo grande e una sciarpa che faceva a pugni eppure si sentiva bella. Sorrise alla sua immagine.

Era consapevole che quella coscienza era un traguardo importante e si era ripromessa di non permettere mai più a qualcuno di infrangere quel risultato. Sapeva che ogni giorno avrebbe dovuto combattere con le vecchie abitudini. Così come era certa che ci sarebbe stati nuove delusioni che l'avrebbero spinta a rimettersi in discussione. Ma le avrebbe affrontate.

Il barista la distrasse dai suoi pensieri annunciandole che il suo ordine era pronto. Pagò e con i tre bicchieri in equilibrio precario si avviò verso casa. Bussò con il piede e quando le aprirono si affrettò ad appoggiare i bicchieri sul tavolo riuscendo a non farli cadere per un pelo. Dopo di che si tolse la sciarpa e raggiunse le due donne che intanto si erano già sedute. Senza una parola le abbracciò entrambe da dietro stringendole forte. In quella stretta c'era tutto l'affetto e la gratitudine che provava perché senza di loro non ce l'avrebbe mai fatta.

Poi si sedette, prese il suo bicchiere e brindarono insieme.

  
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