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Autore: Bricioladite    14/08/2015    3 recensioni
Alice Cullen si è appena trasferita a Phoenix, dove inizierà a frequentare una nuova scuola. Incontrerà tante persone con ruoli ben definiti nella sua vita, e incontrerà LUI. Colui che saprà calpestare tutto quello che è ma anche l'unico ad essere in grado di ricostruirlo. Il suo nome?
Jasper Hale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Alice/Jasper
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 9 – Scommessa

POV ALICE
  • Cosa ci fa qua Maria? – chiesi a Rosalie.
Avevo appena visto quella poco di buono entrare, e non so perché ma ci ero rimasta molto male.
  • Beh.. è la fidanzata di mio fratello. Mi sembra normale che lo venga a trovare. – disse lei con fare ovvio.
  • Mmh… giusto. A volte me ne dimentico. – ridacchiai.
  • A volte sei strana… - mi disse grattandosi il mento, perplessa.
Io in risposta feci spallucce.
  • Allora, dov’è che partoriremo il nostro piano malefico? – chiesi, impaziente.
  • In camera mia, che domande! – disse lei con un sorriso a trentadue denti. – Seguimi. – aggiunse.
Si alzò dalla sedia in cui si era accomodata e con un balzo si tirò in piedi. Mi fece cenno di imitarla e poi iniziò a salire una lunga scaletta di legno.
Mentre io mi sorreggevo pigramente al corrimano, vedevo i suoi occhi blu muoversi veloci, alla ricerca di qualcosa.
  • Cosa cerchi? – chiesi con cautela. Non volevo sembrare invadente.
  • Quella là… - si strofinò la tempia – La poco di buono.
Annuii, e poi lei continuò a salire la rampa delle scale.
Quando giungemmo alla fine, svoltò a destra, imboccando un lungo corridoio di moquette bianca.
  • Togliti le scarpe, la moquette si sporca facilmente. – mi informò.
Ubbidii, poi continuai a sgambettare dietro di lei.
Lungo il corridoio c’erano una serie di piccoli mobili di legno bianco (ma era tutto bianco, in quella casa?), dove erano posizionate parecchie foto.
Mi soffermai a guardarne una in particolare.
C’erano sia Jasper che Rosalie, dovevano aver avuto cinque o sei anni.
Erano in spiaggia, dietro i due soggetti si vedeva benissimo il mare. Jasper era mezzo sepolto nella sabbia, Rosalie era accanto a lui con una paletta rossa tra le dita sottili. Entrambi ridevano.
Rosalie era molto diversa, i capelli erano a caschetto, sembrava quasi un po’ in carne. Jasper invece, quel poco che si riusciva a vedere, era scheletrico, alto, i capelli a spazzola e la bocca piegata dalle risate rivelava qualche dente caduto.
Semplicemente adorabile.
  • Alice, ehi, vieni… oh – disse quando si accorse che stavo esaminando la foto. – Eravamo in spiaggia, in vacanza in Grecia. Era molto tempo fa. Io avevo praticamente sotterrato Jasper, lui mi stava facendo il muso, ma poi si è messo a ridere e papà ne ha approfittato per scattare la foto.
  • È molto bella, questa fotografia! – le dissi io sorridendole.
  • Ora però vieni! – mi sgridò bonariamente.
Risi e la seguì, entrando nella sua camera.
Il cambiamento da tutto bianco a quella specie di arcobaleno che era la camera di Rosalie quasi mi accecò.
Le pareti erano a strisce di vari colori, il letto era a baldacchino, la struttura in legno nero, la coperta azzurra. L’armadio a due ante era praticamente nel muro, un’anta era arancione, l’altra era blu cobalto.
La seconda era stata dipinta con una vernice scintillante.
Il comodino era dipinto di verde fluo, con delle stelline glitterate qua e là. Sopra era posizionata una lampada a forma di nano da giardino che emanava un’abbagliante luce arancione.
Il pavimento era coperto da un enorme tappeto rosso a pois gialli.
  • W-wow! – balbettai.
Okay, forse non era il mio genere di stanza, però quella camera metteva allegria soltanto a guardarla!!!
  • Lo so… è ridicola. Però fa così schifo e ci sono così affezionata che quando sono triste mi viene da ridere! – disse lei con un sorrisone.
  • No… è bella, un po’… beh, okay molto, particolare, ma è bella. La mia stanza è centomila volte più deprimente di questa. – mormorai passandomi una mano nei capelli.
  • Quando mi inviterai a casa tua ti dirò se è vero. – propose le ridendo.
Indicò il letto e mi fece cenno di sedermi, io ubbidii e lei si accomodò accanto a me.
  • Innanzitutto, devi sapere una cosa. – mi disse lei, e la sua espressione cambiò velocemente da allegra a seria.
  • Così mi fai preoccupare! – esclamai commentando il suo tono fin troppo grave.
  • E fai bene… - sospirò – Vedi… beh, innanzitutto riguarda Maria.
Parlava molto lentamente, come se stesse prendendo tempo per arrivare al punto.
  • E…? – chiesi io impaziente. Non sopportavo l’attesa.
La vidi stringere forte le nocche.
  • Maria tradisce Jasper. – disse in tono chiaro, i capelli di platino a coprire la sua espressione desolata.
  • Eeeeh??? – chiesi, incredula. Cioè, Maria era una troia, ma insomma… pensavo fosse una troia… fedele?
  • Jasper lo sa, immagino. – dissi io dopo essermi ripresa dal mio semi-shock.
  • No, non lo sa. – mormorò scostandosi i capelli dal viso.
  • Ma come? Se lo sai tu… non gliel’hai detto? – la sorpresa era nitida nella mia voce.
  • No. Non mi crederebbe. – la voce di Rosalie suonò piuttosto macabra.
  • Guarda che ti darebbe ascolto! Sei sua sorella! – mormorai alzando decisamente la voce.
Era ovvio che le avrebbe creduto!
  • Una sua amica gliel’ha detto e lui l’ha mandata a fanculo. – esclamò prendendo un elastico dal polso e iniziando a legare i capelli in una morbida cipolla.
  • Ma te sei sua sorella! Ti crederebbe! – continuai a dire io, ostinata a farglielo capire.
La vidi massaggiarsi le tempie e con voce piccola, ammettere:
  • Il problema è che… che ho paura di scoprire… - la sua voce si spezzò – che non ha abbastanza fiducia in me per credermi.
  • Ma almeno provac- cominciai a dire.
  • Aspetta Alice! – mi interruppe – è per questo che ho chiesto il tuo aiuto.
Le lanciai uno sguardo interrogativo.
  • Glielo dimostreremo. – disse. La voce ora era ferma.
Finalmente  capii tutto il piano.
  • Ma certo!!! – urlai euforica – La registreremo mentre bacia e parla ad un altro! – mi alzai dal letto e aprì le braccia per farle vedere il mio entusiasmo.
Lei  annuì, probabilmente sollevata che ci fossi arrivata e che fossi d’accordo con lei.
  • Quando iniziamo? – chiesi.
  • Domani, dobbiamo seguirla quando uscirà da scuola. – disse lei, con un cipiglio deciso sul volto.
E fu così che ebbe inizio la missione BECCA-MARIA.
POV JASPER
Quando anche Maria si sedette sul divano, feci un respiro profondo.
Ora dovevo solo dirle che la lasciavo.
Semplice, no?
Per niente.
E mentre io mi scervellavo per trovare le parole giuste per mollarla, lei pensò bene di gettarmi le braccia al collo.
Senza volerlo mi ritrovai a ricambiare l’abbraccio.
Il mio piano cominciava a vacillare.
Avrei solo dovuto staccarmi dalle sue braccia e dirle che non era la ragazza giusta per me.
Maria avvicinò il suo viso al mio e mi lasciò un bacio su una guancia, poi sull’altra, e il terzo bacio me lo piazzò sulla bocca.
I baci da innamorati non mi piacevano. Erano… umidicci, e soprattutto Maria li usava per convincermi, beh… ad…andare oltre.
Ma finora ero riuscita ad opporre resistenza a  questo suo piano malefico.
Lei voleva me, io non volevo lei.
Semplice, chiaro, conciso.
Per me, forse, per lei no. Non le era ancora entrato in testa il fatto che non avevo nessuna intenzione di fare sesso con lei.
Poi, non capivo perché mi volesse tanto.
Non ero un fotomodello, non avevo un fisico da macho, nessuna ragazza mia aveva mai degnato di uno sguardo.
Che motivo aveva? Non mi voleva di certo perché mi amava, sapevamo entrambi molto bene che la nostra relazione non era dettata dall’amore.
Cioè, non ce lo eravamo mai detti, ma non aveva importanza. Lo sapevamo e basta.
  • Allora, amore – quasi vomitai per questo orribile soprannome. Cioè, non era brutto, ma uscito dalle sue labbra sì – Come stai?
La vidi chinarsi per fare in modo che vedessi la sua scollatura.
Ovviamente, feci del mio meglio per non guardarla. Però cavolo, non avevo nessuna intenzione/voglia di cadere nel suo tranello, ma ero pur sempre un ragazzo!
Gettai qualche occhiatina alla sua scollatura e poi mi costrinsi a guardarla in faccia.
  • Bene. – buttai lì.
  • Anche io. – wow che conversazione, ragazzi!
Dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, dove cercai di concentrare il mio sguardo sul tappeto o sulla vetrata anziché nella sua scollatura, iniziò a parlare di sua cugina Stephanie, o Stacey, Sasha, quel che era insomma.
Stava discutendo di un sensazionale scoop che gli aveva raccontato chissà quali delle sue simpaticissime amiche.
Un giorno mi aveva presentato al suo gruppo di amici, e avevo notato che mi lanciavano degli strani sguardi. Di scherno, o di compassione.
Non mi sembravano delle buone compagnie. Le ragazze indossavano delle gonne inguinali e delle magliette mezze strappate con una scollatura profonda quanto la fossa delle Marianne.
I ragazzi… beh i ragazzi avevano dei tatuaggi ed erano pieni di piercing, ma in fondo quello non significava nulla, solo che non mi sembravano proprio la compagnia giusta da frequentare.
Quella sera stessa Angelique, la mia migliore amica da sempre, mi aveva detto che aveva visto Maria baciare un altro, ed io l’avevo mandata a fanculo.
Non perché non le credessi, ma perché non volevo crederci.
La guardai ancora una volta.
Dentro di me sapevo che anche questa volta non ce l’avrei fatta a lasciarla.
POV MARIA
Mentre continuavo a parlare, sapevo che non mancava ancora tanto per raggiungere il mio scopo.
Jasper sarebbe venuto a letto con me in davvero poco tempo, ormai era mio.
Senza volerlo ghignai. Ce l’avevo quasi fatta ed ero raggiante!
Ogni volta che abbracciavo Jasper lui involontariamente ricambiava, come i baci, del resto.
Significava che anche se la sua mente non mi voleva, il suo corpo sì.
  • Come va con la troietta, tesoruccio? – chiesi con finto tono dolce.
Odiavo quella Alice, si vedeva lontano un miglio che era un pericolo per raggiungere il mio scopo!
  • Chi? – chiese Jazz con fare confuso.
  • La Cullen… il nanetto con la zazzera nera. – dissi io malignamente.
  • Primo: Alice non è una troietta, conosco persone che lo sono molto di più… - e lì mi lanciò un’occhiata penetrante – Secondo: lei è una mia amica, io non ti chiedo cosa fai con le tue amichette perché sono affari tuoi, quindi non ficcare il tuo naso in faccende che non ti competono.
Sapevo già che ci sarebbe stato un imminente litigio, lui era furibondo per come avevo parlato di Alice e io ero incazzata al massimo per come mi aveva detto, anche se non direttamente, che ero una troietta.
  • Io me ne vado Jasper – dissi con tono mortificato e mi chinai per lasciarli un bacio sulla guancia.
Jasper però si spostò, la situazione stava degenerando!
Senza aspettare oltre mi affrettai ad uscire correndo da quell’orribile casa.
L’arredamento era troppo moderno per i miei gusti, avrei preferito dei mobili più massicci e scuri, magari antichi, le mura di colori più pesanti, per farmi sentire al sicuro.
La situazione stava lentamente andando sempre peggio… avevo solo pochi giorni per andare a letto con Jasper e quindi vincere la scommessa…
ANGOLO AUTRICE
Heiiii!
Come va?? In questo capitolo abbiamo scoperto una cosina davvero importantina: Maria vuole andare a letto con Jasper per una scommessa!!! Che cosa orribile :(
Comunque… lo scorso e lo scorso scorso capitolo siamo riusciti ad arrivare a TRE recensioni! Cioè il mio nuovo record!
Mi aiutate a superarlo? Riusciamo ad arrivare a quattro?
In ogni caso è come il solito, ad una recensione continuo!
Baci,
Bricioladite
 
 
   
 
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