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Autore: Johannes Kepler    14/08/2015    0 recensioni
Jhon Kepler è un criminale di grande qualità che dopo il suo "grande colpo" decide di sparire dalla circolazione per un po'. Mentre è in casa sua a riposarsi viene arrestato da Il Cacciatore e condotto in un penitenziario di massima sicurezza in Antartide. Ed è qui che incontra Domingo Contrés, con cui inizia a progettare la sua fuga.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
Sono nel mio letto, tranquillo e spensierato, dopo il mio grande colpo di due mesi fa, quando bum, la S.W.A.T. sfonda la porta della mia camera. Mi alzo di soprassalto e, nel giro di un paio di secondi, mi ritrovo quattro uomini armati in stanza che mi puntano addosso i loro fucili e un uomo di colore, calvo e muscoloso, sembra più un lottatore di wrestling che un poliziotto, che pronuncia le parole che speravo di non dover sentire, con una voce forte e ferma e uno strano sorriso sul suo volto, d'altronde non c'è da biasimarlo, ha appena acciuffato me, Jhon Kepler. 
"Lei è in arresto con l'accusa di..."
No, io non ci sto! Devo almeno provarci, non gli do neanche il tempo di finire che mi catapulto fuori dalla finestra, strano che non abbiano circondato la casa, d'altronde era ovvio che sarei fuggito. Senza neanche pensarci, sto correndo nel vialetto di casa mia, non mi volto ma so che l'uomo muscoloso mi sta inseguendo, lo sento. Decido di non dirigermi in strada, li potrebbero esserci altri poliziotti, così scavalco il recinto e mi trovo a correre tra i cortili del quartiere. Dopo aver corso per due isolati non sento più la presenza dell'agente alle mie spalle, decido, quindi, di fermarmi e controllare; effettivamente non ho nessuno alle spalle, tiro un sospiro di sollievo e mi giro. Neanche il tempo di voltarmi vedo arrivarmi un pugno in faccia, troppo veloce per schivarlo, troppo inaspettato anche solo per provarci. Sento di cadere a terra, le voci si fanno sempre più lontane, come se le stessi ascoltando da sott'acqua e diventa tutto sempre più buio.
"Ho preso il bastardo - è lui che parla - credeva di potermi scappare". 
"Caricatelo in macchina - urla un altro - quando si risve...".
***
Mi risveglio in una stanza buia, mi fa malissimo il naso, non oso immaginare che aspetto abbia dopo il brutto colpo che ha subito. Non riesco a muovere le braccia, sento qualcosa di metallico che mi stringe il polso, credo di essere ammanettato ad una sedia; istintivamente, inizio ad urlare, provo a liberarmi, ma ogni mio gesto sembra essere vano. Mi accascio su me stesso, non mi resta che aspettare. 
Dopo circa una ventina di minuti, si apre la porta ed un uomo accende la luce. E' lui: la causa del dolore accecante al mio naso. Sbatte la porta alle sue spalle e si siede sulla scrivania avanti a me; la stanza è completamente bianca, con uno specchio sulla parete accanto alla scrivania, di sicuro c'è qualcuno dall'altro lato ad ascoltarci, una scrivania e due sedie grigie. E' l'uomo a rompere il silenzio statico tra noi, mi fissa in cagnegno ed inizia a parlare con voce ferma.
"John, credevi davvero di potermi sfuggire?"
"Chi sei?" chiedo.
"Chi sono? Il peggior incubo di voi feccie umane. Tutti mi conoscono come Il Cacciatore"
"Sei qui per interrogarmi? Beh, voglio un avvocato."
Il Cacciatore scoppia in una sonora risata. E dopo essersi ripreso esclama: "Interrogarti? Oh no, sono qui per darti il benvenuto al penitenziario di massima sicurezza di Hopeless."

 

   
 
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