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Autore: Alexhia    14/08/2015    2 recensioni
[...]Forse era proprio quel singolare colore ad attrarla così tanto, dopotutto Starrk manteneva la maggior parte del tempo un'espressione annoiata o indifferente e il suo sguardo sembrava trasmettere quegli stessi sentimenti anche in un momento come quello, mentre i loro visi erano talmente tanto vicini da poter sentire il suo fiato sulle labbra e il cuore minacciava di uscirle dal petto talmente batteva forte. Oppure era proprio il suo sguardo, dove, al contrario delle apparenza, lei poteva leggere tutte le emozioni che stava provando in quel momento, come dubbio, tristezza, forse un po' di rabbia e...qualcos'altro che non riusciva ad identificare, qualcosa di palese, eppure nascosto al suo sguardo.
«Hai intenzione di lasciarmi da solo?»
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Coyote Starrk, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il silenzio assoluto regnava nella stanza, o quasi. 
In effetti, gli unici suoni che potevano essere uditi erano il suo respiro e quello dell'uomo accanto a lei. Le labbra di quest'ultimo, per sua sfortuna ed immenso imbarazzo, erano accostate al suo orecchio e il suo respiro regolare, unito a diversi piccoli sospiri ad intervalli irregolari, le provocavano brividi e piccole scosse lungo la spina dorsale, senza contare il crescente rossore sulle guance.
Avrebbe voluto scostarsi, ma un braccio era avvolto attorno al suo bacino,impedendole qualsiasi movimento delle braccia e bloccandola completamente contro i cuscini che costituivano il letto su cui era stata ospitata dal sopracitato uomo. L'unica cosa che poté fare fu voltare il capo verso di lui, ciò le permise di avere una perfetta visuale del suo volto. Il viso dai lineamenti aguzzi era incorniciato dai capelli castani, che in quel momento erano alquanto scompigliati per via del sonno, terminavano alla base del collo, gli occhi erano chiusi e la bocca leggermente socchiusa, "Strano che non stia già sbavando", pensò.
Sospirò, tornando a guardare il soffitto. Certo, Coyote Starrk era un bell'uomo, aveva sempre avuto un occhio di riguardo per lei e l'aveva sempre trattata gentilmente, il ché era strano, considerato che molti altri arrancar non sembravano voler accettare in alcun modo la presenza di un umano a Las Noches, eppure, in momenti come quelli, avrebbe sinceramente voluto allontanarlo in malo modo e prenderlo a ceffoni finché non si fosse svegliato, anche se, a pensarci bene, probabilmente anche usando un metodo del genere non sarebbero bastati nemmeno una decina di schiaffoni ben assestati per risvegliarlo dal suo sonno profondo. 
Mai in vita sua aveva conosciuto un uomo così pigro, Starrk passava le giornate libere a dormire, se non stava dormendo allora schiacciava un pisolino, se invece, grazie al miracolo di chissà quale divinità, l'uomo fosse stato sveglio, l'avrebbe seguita ovunque per l'immensa fortezza, come un cagnolino smarrito. Non riuscì a trattenere un sorriso al pensiero, alla fin fine la cosa non le dispiaceva nemmeno più di tanto, che si trattasse solo di un sonnellino o una passeggiata sotto il sole artificiale di Las Noches, finché poteva stare con lui, sarebbe andato bene, finché fossero rimasti insieme, avrebbe amato quelle piccole cose, semplicemente perché amava lui, e amava alleviarlo dalla sua solitudine, quella stessa solitudine che, prima che le loro strade si incrociassero, condividevano.
Si spostò un po' più vicina a lui e con un ginocchio andò a punzecchiarlo sullo stomaco, con l'intento di svegliarlo.

«Starrk.»

Ottene solo un grugnito in risposta.
Sbuffando, riprovò nuovamente, questa volta alzando il tono di voce.

«Starrk!»

Ancora, sembrava non volersi destare da quel sonno lungo ormai un paio di ore. Si maledisse mentalmente per essersi svegliata, come al solito, prima di lui.

«STARRK!»

Alla fine, quell'urlo fece il suo lavoro. La Primera sgranò gli occhi e scattò a sedere. Lei sospirò soddisfatta e allargò le braccia prendendo tutto lo spazio disponibile con esse, felice di potersi finalmente muovere liberamente.
Volse lo sguardo verso l'arrancar, la sua solita espressione perennemente rilassata era stata sostituita da un cipiglio. Non sembrava per nulla soddisfatto del brusco risveglio. Come biasimarlo? Lei sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, era certa che sarebbe bastato quello per farsi perdonare. Starrk si guardo intorno, come se dovesse prendere coscienza di dove si trovasse, dopodiché si voltò nuovamente verso di lei e parlò con voce roca e impastata dal sonno.

«Ti ho bloccata di nuovo.»

Non era una domanda, ma una constatazione. L'uomo era consapevole dalla sua terribile abitudine di appiccicarsi a qualsiasi oggetto o essere vivente che le sue mani riuscissero a raggiungere mentre dormiva.

«Già.»
«Mh. Da quanto sei sveglia?»
«Una decina di minuti.»
«Nh..» 

Starrk si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli ancor di più di quanto fossero già.

«Avresti potuto lasciarmi dormire un altro po'.»

Borbottò. Lei si limitò ad assottigliare lo sguardo.

«Dovresti ringraziare gli dei che sia stata io a svegliarti questa volta, e non Lilynette.»

La ragazzina in questione era la Fracción dell'Espada, nonché sua controparte, e probabilmente passava il  tempo libero ad escogitare nuovi metodi per svegliare Starrk, solitamente, comunque, mirava alle parti bassi dell'uomo e, per quanto le dispiacesse per lui, doveva ammettere che quello era il miglior metodo per svegliarlo.
Starrk sembrò d'accordo con lei, visto il brivido che scosse il suo corpo. Sospirò sonoramente e si gettò nuovamente fra i cuscini, accanto e lei. Rimasero in silenzio per qualche tempo, poi, un po' per noia, un po' per evitare che l'arrancar si addormentasse di nuovo, lei parlò.

«Perché mi tieni ancora qui?»

Starrk le rivolse uno sguardo confuso, quindi si affrettò a chiarire.

«Posso tornare a dormire nella mia stanza, adesso, voglio dire, in ogni caso stando qui passo più tempo a dormire che a fare altro e poi in due si sta abbastanza scomodi, per non parlare di quando Lili viene a coricarsi sul tuo stoma-»

Il fiume di parole che stava uscendo incontrollato dalla sua bocca fu frenato dallo spostamento della Primera, l'uomo si era infatti posizionato su di lei. La mano sinistra su cui era tatuato in nero il numero "1", che simboleggiava il suo rango tra gli Espada, reggeva tutto il suo peso, la mano destra era stretta nella sua e le loro dita erano intrecciate, la gamba destra si trovava ora fra le sue sue cosce e sfiorava appena il cavallo dei pantaloni della sua divisa candida, comunque tra gli arrancar, i suoi occhi, in fine, erano puntati in quelli di lei e i loro sguardo erano ormai incatenati. La mente della ragazza si svuotò completamente, concentrandosi solamente sugli occhi dell'Espada. Ricordava benissimo di averci messo diversi giorni prima di capire che colore fossero, a vole grigi, altre volte azzurri. Quando l'aveva chiesto a lui, Starrk aveva riso, una risata roca, tranquilla come lui, e poi era rimasto lì a fissarla per qualche attimo, sorridendo, anche il suo sorriso era pigro, e alla fine aveva risposto:

"Hanno il colore di un sasso."

Lì per lì aveva pensato che la stesse prendendo in giro, solo un paio di giorni dopo aveva scoperto di qualche colore si trattasse. Grigio ardesia, una particolare tonalità di grigio dalle sfumature azzurrine, che in effetti, prendeva il suo nome dall'ardesia, una roccia.
Forse era proprio quel singolare colore ad attrarla così tanto, dopotutto Starrk manteneva la maggior parte del tempo un'espressione annoiata o indifferente e il suo sguardo sembrava trasmettere quegli stessi sentimenti anche in un momento come quello, mentre i loro visi erano talmente tanto vicini da poter sentire il suo fiato sulle labbra e il cuore minacciava di uscirle dal petto talmente batteva forte. Oppure era proprio il suo sguardo, dove, al contrario delle apparenza, lei poteva leggere tutte le emozioni che stava provando in quel momento, come dubbio, tristezza, forse un po' di rabbia e...qualcos'altro che non riusciva ad identificare, qualcosa di palese, eppure nascosto al suo sguardo.

«Hai intenzione di lasciarmi da solo?»

Paura, ecco cosa. L'aspetto della morte che Starrk rappresentava era la solitudine e lui la temeva. Rimanere solo, sarebbe stato un destino peggiore che morire una seconda volta. 
Lei scosse appena il capo, sentendo il cuore stringersi in una morsa dolorosa, e si diede mentalmente dell'idiota, chiedendosi per quale assurdo motivo stesse accatastando pretesti su pretesti per lasciare quella stanza. Lei amava dormire tra le braccia dell'Espada, faceva sempre bei sogni e si sentiva al sicuro, quando Aizen mandava Starrk in missione, lontano dalla fortezza, da qualche parte nel deserti lei si rifugiava nella sua camera, abbracciava il cuscino più soffice fra la catasta che fungeva d letto, si avvolgeva strettamente in una coperta ed era come essere fra le sue braccia, circondata dal suo buon profumo e dal suo abbraccio confortante.
Per quale stupido motivo avrebbe dovuto andarsene?
Starrk le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e tornò a stendersi accanto e lei, abbracciandola.

«In ogni caso, non ti avrei lasciata andare.»

Inarcò un sopracciglio, tenendo lo sguardo fisso su di lui, sembrava che Starrk stesse per riaddormentarsi, i suoi occhi erano languidamente socchiusi e aveva preso ad accarezzarle lentamente la guancia sinistra.

«Sei venuta qui perché non riuscivi a dormire e facevi solo incubi.»

Fece una piccola pausa e sbadigliò.

«Per questo sei qui.»

Sorrise stancamente, passandole un pollice sugli zigomi.

«Perché meriti i sogni più belli.»

Biascicò quest'ultima frase, prima di cadere fra le braccia di Morfeo.
La ragazza ci mise qualche attimo per realizzare ciò che Starrk le aveva appena detto, si ritrovò così ad arrossire e boccheggiare come alla ricerca d'aria.

«S-Starrk!»

Lo scosse un po', nell'inutile tentativo di svegliarlo. Come gli saltava in mente di addormentarsi dopo aver detto una frase del genere? Chiuse gli occhi, portando le mani al petto dove il suo cuore non accennava a voler rallentare la sua corsa.

«Resteremo insieme, sempre.»

Sorrise, accoccolandosi contro il suo petto, finendo per addormentarsi poco dopo, cadendo, così, in un sonno popolato dai sogni più belli che potesse desiderare.


-Angolino Autrice
Salve di nuovo! :D
Da quanto, eh? La prima e ultima storia che ho pubblicato è stata "Jealousy", quasi un anno fa! Avevo accennato ad una long, invece mi sono buttata su un'altra one shot >u>
Che dire, per ora sto in fissa con Starrk e sia qui che su fanfiction.net ho trovato poche storie su di lui, quindi ho deciso di scriverne una io!
Non sono sicura di essere rimasta IC, ma non penso nemmeno die essere sfociata eccessivamente nell'OOC, ho fatto del mio meglio °^°/
Grazie mille per aver letto ed essere arrivati fin qui!
Baciotti, Alexhia.
Edit 05/01/2015: Revisione e piccola correzione del capitolo
   
 
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