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Autore: unatiziachescrive    15/08/2015    2 recensioni
"Vide che Nick era ubriaco marcio e teneva un braccio intorno alle spalle di Sterling, mentre quello libero smise di gesticolare e prese ad accarezzare i capelli biondi di Jeff. Anche se era molto buio, il giovane Hummel non riuscì a non notare un rosso vivo, invadere le gote e le orecchie del biondo. Nick si strinse più vicino e Kurt cercò di immaginare come potesse essere la loro coppia. Non erano male insieme, se fossero stati gay.
Si accorse che Thad lo stava fissando con tanta intensità che si chiese come mai non avesse un forte mal di testa. I loro occhi si incontrarono nel buio della stanza e per un attimo ci furono solo loro e nient'altro al mondo. Kurt si sentiva strano, molto strano. Non provava più che un forte affetto per Thad, eppure lì, in quel momento, forse per i fumi dell'alcool sempre più fitti, forse perchè il suo drink analcolico tanto analcolico non era, forse per una fantasia, gli sembrò di provare qualcosa di più per il suo compagno di stanza. Più di un amico e più di un fratello. Potrebbe essere quasi..."
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Kurt Hummel, Nick Duval, Thad Harwood, Un po' tutti | Coppie: Nick/Jeff
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Best Friends
"RAGAZZI E' UN'EMERGENZAAA!!!" la voce di Thad riempì il Lima Bean con la potenza di un'esplosione. Entrambi i ragazzi scattarono in piedi all'istante. "Tutti in sala prove, riunione straordinaria, svelti!!" il capo consiglio li spinse fuori dal locale, in panico totale. Ordinò loro di tornare immediatamente alla Dalton mentre lui finiva di raccattare gli ultimi Warblers.
"Ehi, Thad, ma potresti almeno dirci-"
"Dopo!" gridò lui dal finestrino con l'auto già in corsa. Ai due amici non rimase altro che tornare velocemente alla Dalton.
"L'ultima volta che hanno indetto una riunione straordinaria era per chiedere se fossimo tutti gay" sbuffò Nick stringendo il volante. "Ricordi?"
"Già" annuì Jeff. "Ma stavolta Thad sembrava molto più preoccupato, non credo che sia una sciocchezza..." riflettè.
Arrivati alla prestigiosa accademia, entrarono velocemente, quasi correndo, nella sala prove dei Warblers. Lì trovarono già riunito quasi tutto il consiglio. Flint Wilson discuteva animatamente con Wes. L'altro capo consiglio, David, prendeva nota dell'emergenza che si era verificata, ma ancora del tutto sconosciuta. Blaine sembrava avvilito, appoggiato alla spalla di Kurt, il quale faceva del suo meglio per consolarlo. In quel momento le porte si spalancarono e Thad corse dentro come una furia, insieme ad Ethan e Luke. "Ci sono tutti" annunciò Harwood con il fiatone, sedendosi alla scrivania accanto a Wes. L'asiatico, come di consueto, battè il martelletto un paio di volte riportandoli all'ordine.
"Lasciando perdere le formalità" cominciò Wes, il che era del tutto inusuale per lui. "Ci siamo riuniti per un'emergenza, che credo sarà una tremenda notizia per quasi tutti" si schiarì la voce, nel silenzio di tomba che si era creato. "Per chi non fosse stato informato, beh, dovete sapere che ieri sera la signorina Smith, insegnante di fisica, è stata, come dire, aggredita da alcuni ragazzi sbronzi" molti Warblers strabuzzarono gli occhi. "Non dei nostri" si afrettò ad aggiungere, "ma erano pur sempre allievi della Dalton. Loro le hanno rovesciato addosso i loro boccali di birra e lei... Ha abolito qualsiasi tipo di alcolico nell'intera accademia"
Si sollevarono proteste, lamentele e insulti, ma nessuno gridò più forte di Nick. Il ragazzo infatti viveva letteralmente di birra e questa notizia lo aveva sconvolto a tal punto di attingere al suo più creativo repertorio di insulti coloriti per appellare la prof. "Quella... quella... oca strabica! Non ha il cervello più grande di un atomo! Non pensa alle conseguenze?! Stronza! Si dovrebbe esiliare da sola dagli Stati Uniti per la stronzata che ha fatto!! E la preside?? Uguale! Due galline, di cui una obesa, completamente senza cervello! Anzi, senza testa! Due galline che ne vanno in giro con la testa mozzata e-"
"Ssshh" Jeff appoggiò delicatamente una mano sulla bocca del suo migliore amico, bloccando quel fiume di parole indecorose. "Qualcuno ha qualche soluzione, magari?" chiese poi, rivolgendosi a tutti gli altri.
"L'unica è importarli segretamente all'interno della scuola e nasconderli" disse Thad. "Ma chi farà il lavoro sporco? Credo sia questo il problema principale"
Molti annuirono, trovandosi d'accordo. Nick si levò lentamente la mano di Sterling dalla bocca e gli dimostrò che era calmo, prima di intervenire. "Lo posso fare io"
Tutti si voltarono verso di lui, sgranando gli occhi. "Corri un grosso rischio" lo avvisò David. "Insomma, se ti scoprissero-" ma venne subito interrotto.
"Dave, non capisci? La birra è vita per me. Sono più che sicuro che quel compito spetta a me" Nick assottigliò gli occhi passandoli su ogni compagno, come a sfidarli di ostacolarlo. Nessuno ribattè. Poi Jeff si scostò da Nick e lo guardò nei profondi occhi castani.
"Non posso far altro che unirmi a te" dichiarò. Non ci fu bisogno di altre parole per far capire a tutti i presenti della profonda amicizia fraterna che li legava. Qualcosa di più, forse? Jeff non sapeva affermarlo con certezza. Erano amici da una vita, poi alla Dalton erano diventati anche compagni di stanza. E poi quel bacio non cosciente di Nick, che invece era stato accettato e ricambiato da un coscientissimo Jeff. In ogni caso doveva stargli accanto per condividere qualsiasi momento con lui, anche una sospensione.
"Ehi, a me non pensate? No Thad, no party!" esclamò Harwood sogghignando. "Dovrei farci delle magliette..." aggiunse poi pensieroso. Wes alzò gli occhi al cielo.
"Sono sicuro che tutti comprerebbero una maglietta" commentò ironico l'asiatico.
"Oh, non ho dubbi su questo, ma grazie di aver confermato le mie certezze. Sei un amore, Wes" gli soffiò un bacio, altrettanto ironico. "Penso inoltre che il Warbler Hummel, conosciuto inoltre come 'novellino', sia perfetto per unirsi agli spacciatori. E' magro, agile e ha un'aria così innocente e candida che nessuno sospetterebbe mai di lui" sorrise a Kurt, il quale si sentì avvampare.
Era alla Dalton solo da un mese scarso e già si univa a un gruppo di spacciatori che infrangono i divieti della scuola? Non ci siamo, Hummel, gli ritornò in mente la voce del suo allenatore di football, quando una volta aveva provato a giocarci, alle scuole medie, per volere del padre. Era una routine di tutti i giorni sentire quella frase così irritante. Alla fine aveva abbandonato la squadra, maledicendo lo sport. E perchè Thad lo voleva? In un certo senso le cose che aveva detto eran0 vere, ma Kurt gli aveva visto una luce strana scintillare negli occhi. C'era un altro motivo e lui non voleva assolutamente scoprirlo. "Ehm... Io veramente non vorrei finire nei guai. E' già tanto permettermi questa scuola, non voglio nessuna nota negativa che mi abbassi la media del comportamento e-"
"Assunto" decretò Thad, aggiungendo il suo nome su un foglietto dove aveva scritto una breve lista. "Qualcun'altro?"
"Io" disse James Kirk. "Anche la mia vita è rovinata senza vino. E penso di conoscere un posto dove possiamo procurarcelo"
"Perfetto, tutti d'accordo allora" disse Wes, anche se un po' preoccupato. "Possiamo sciogliere l'assemblea di emergenza" e, con due colpi di martelletto, concesse a tutti la libertà.
Thad, che stava già discutendo con Kirk su chi dovrebbe essere a capo della loro nuova organizzazione, si ritrovò cinque dita candide e affusolate strette in una morsa sul suo polso. "Ahia, Kurt! Che cosa stai facendo?" sbraitò infastidito, mentre il suo compagno di stanza lo trascinava in corridoio con una forza inaspettata. "Che cosa ho fatto?!" domandò il capo consiglio esasperato, una volta fuori, liberandosi dalla stretta di Kurt.
"Ti ho già detto che io non ci sto!" sbottò Hummel. "Perchè sono costretto a fare tutto ciò che vuoi, Thad? Da quando sono arrivato e mi hanno messo in camera con te, sono diventato il tuo servo personale! Ti ordinò il caffè al Lima Bean perchè tu sei sempre 'troppo stanco', ogni volta che proponi qualche canzone sono obbligato ad appoggiarti dai tuoi occhi eloquenti, quando facciamo le feste devo metterti a letto perchè tu non pensi mai che un bicchiere in meno sarebbe meglio! E ora vuoi che finisca nei guai per una stupida proibizione scolastica dell'alcool che ci farebbe solo bene!" fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. "Thad, tu sei la mia guida da quando sono qui e uno dei miei migliori amici, ma non posso fare sempre tutto ciò che vuoi. Spero tu capisca..." sospirò aprendo nuovamente i limpidi occhi color cielo per puntarli in quelli scuri di Harwood. "Thad?" chiamò preoccupato. L'amico lo stava fissando. La mascella era probabilmente precipitata da qualche parte nelle cantine e un misto di incredulità e sdegno era dipinnto sul suo viso pietrificato.
"S-sì, Kurt?" cercò di riprendere il suo carattere beffardo e impertinente di sempre, tentando di rispondere con scioltezza, ma fu difficile per lui. Nessuno gli aveva mai tenuto testa in quel modo, nemmeno Wes. Solo Kurt - il novellino - ci era riuscito con successo. Era riuscito a chiudergli quella maledetta bocca, senza nessuna forza, a parte quella delle parole. L'adorabile canarino arrivato nello stormo di avvoltoi, aveva finalmente tirato fuori gli artigli, pronto a far capire quanto vale. Perchè a Thad venivano in mente queste cazzate? Non ne aveva idea, ma sembravano cose intelligenti da pensare. "Sì, beh, scusami. Fai, ehm, ciò che ti pare, ma sappi che ci divertiremo, uhm, devo scappare. Ehi, ci si vede in giro, e ovviamente in camera" ancora molto scosso, corse via in fondo al corridoio. Anche a Kurt ci volle un attimo per riprendersi. Guardò Thad finchè non sparì dietro l'angolo e scosse il capo. Che cosa era appena successo? Si era ribellato a probabilmente la persona più tosta e autoritaria dell'intera scuola e quella persona non lo aveva spellato vivo. Era sempre un inizio, pensò dirigendosi verso l'aula di francese.

"Jeeeeff!" piagnucolò Nick, davanti alla... sesta birra? Aveva perso il conto, ormai. Per fortuna Jeff aveva preso solo una birra e analcolici, perciò era più sobrio che mai. "Jeffy, ma che schifo di musica mettono? Oddio, ma è disco?! La ballava mio padre in discoteca!" Jeff rise sguaiatamente, buttando la testa bionda all'indietro.
"Nicky, è country!" rise nuovamente. "Sai, a volte ti preferisco da ubriaco. Mi fai ridere sempre" con cautela, controllando che nessuno li potesse vedere, appoggiò la sua grande mano destra su quella di Nick, a sua volta appoggiata sul tavolo. Tanto non se ne sarebbe ricordato e inoltre Jeff non sarebbe neanche stato obbligato a riferirgli ciò che aveva detto o fatto perchè Nick, ormai, era quasi sempre ubriaco, anche al mattino. Per lui le regole esistevano per essere infrante e se qualcuno gli costruiva attorno dei limiti, lui si sentiva in un certo senso in dovere di spezzarli, ma non solo. Doveva esagerare. Doveva dannatamente esagerare. Grappa, passatagli da James, nel caffè ogni mattina (a parte la domenica) era tutto ciò di cui aveva bisogno per iniziare 'al meglio' la giornata. Spesso saltava o sbagliava l'orario delle lezioni, la sua media stava calando terribilmente e aveva già preso alcuni richiami per essersi espresso in modo scorretto nei confronti dei docenti. Lui ci scherzava su, del resto cosa ci poteva fare? Era ubriaco! Ma Jeff stava seriamente iniziando a preoccuparsi. La storia dell'organizzazione segreta procedeva bene e anche lui dava il suo contributo, ma non poteva che il suo migliore amico dovesse ripetere l'anno. "Dai, Nick, andiamo a dormire" e tolse il bicchiere dalla presa dell'amico. Questi s'incupì e, senza proferir parola, riprese il boccale tra le mani, bevendone un sorso generoso. Lo appoggiò nuovamente sul tavolo, vuoto.
"Un altro!" Duval si rivolse al barista, schioccando le dita con fare smanioso, che stava giusto asciugando un boccale di birra da mezzo litro.
"Mi scusi" Jeff si alzò e si diresse al bancone del pub. "Il mio amico è decisamente troppo sbronzo per ragionare, per  cui la prego di non prendere ordini da lui" sussurrò poi all'uomo che si stava già accingendo a versare la birra. Quest'ultimo si fermò subito ed annuì alle parole del ragazzo.
"Ci vogliamo dare una mossa?!" gridò Nick nel frattempo, stava già cominciando a perdere la pazienza. Jeff pagò il barista e si diresse nuovamente al tavolo. Dovette attingere a tutta la sua forza fisica e psichica per trascinare un Nick urlante e furioso fuori dal locale, sotto gli sguardi allibiti di tutti i presenti.
Una volta usciti il biondo, sfinito, perse la presa sul braccio di Nick, il quale ne approfittò per improvvisare una fuga, cogliendolo di sorpresa."Nick!!" gridò nel buio, ma nessuna risposta ritornò indietro. "NICK!" gridò nuovamente, ormai sull'orlo delle lacrime. Nick se n'era andato. E ora che era ubriaco chissà in quali guai si sarebbe potuto cacciare. Jeff diede un calcio alla fiancata della sua auto, con il solo risultato di aggiungere un piede gonfio e dolorante ai suoi problemi. Come aveva potuto? Nick, il suo migliore amico fin dalle scuole medie, come poteva abbandonarlo così?! Risalì in macchina e appoggiò la fronte al volante, iniziando così a dar sfogo ai suoi singhiozzi. Rimase in quella posizione per non so quante ore, poi lentamente alzò la testa. Istintivamente i suoi occhi sfrecciarono in giro e si fermarono sul punto dove era sparito Nick. Niente. Decise di aspettarlo lì. Magari sarebbe tornato indietro, si disse. Non poteva perdere la speranza. Si sistemò più comodamente, appoggiando la schiena alla portiera per poter avere una visuale migliore della direzione presa da Nick e aspettò.

Thad camminava per i corridoi della Dalton, senza avere una meta precisa. Era di nuovo sabato ed era passata esattamente una settimana dala nascita dell'organizzazione segreta. Non avevano ancora trovato un nome, ma era ottimista su questo punto. Certo, ci era rimasto un po' male quando era entrato nella sala prove con la sua nuova maglietta, dipinta esclusivamente da lui che recitava la frase: No Thad, no party! :D, con tanto di piroetta, proponendola come nome della banda e i compagni l'avevano bocciata immediatamente, aggiungendo inoltre di andare a mettersi la divisa e in fretta. In ogni caso aveva capito che dovevano sceglierlo insieme, con qualcosa che si riferisse a tutti loro. Quel giorno aveva spostato la riunione dell'organizzazione alle nove del mattino perchè al pomeriggio avrebbe interferito con le prove del glee e, più tardi, con un suo appuntamento. Sì, avete capito bene: Thad Harwood è tornato in pista, fanciulle! Infatti aveva la sua prima uscita con una nuova ragazza, dopo Tracy. Questa era più femminile, fortunatamente. Era un'appassionata di polpettoni romantici e telenovele spagnole. Si chiamava Cindy Williams ed era una ragazzina mingherlina e graziosa. Portava gli occhiali, anzi, da quando aveva conosciuto Thad metteva le lenti a contatto, aveva lunghi capelli castani, molto lisci, che teneva sempre raccolti in una coda. Regalava sorrisi con la stessa facilità delle lacrime e questo era il presunto motivo per cui Thad la apprezzava. "Ragazze" aveva commentato Kurt. "Più che altro questo è il motivo per cui noi gay non le apprezziamo, ma contento tu..."
Le cose erano tornate normali tra il capo consiglio e Kurt e avevano ripreso a tornare amici come prima. Thad aveva semplicemente accettato, seppur a malincuore, la decisione del ragazzo. Non sapeva di preciso il motivo, ma voleva passare più tempo con Kurt, per conoscerlo meglio, o almeno così credeva. Avrebbe dovuto trovare un'altra scusa.
Mentre cominciava già a riflettere su un nuovo club che avrebbe potuto fondare, o su trasferirsi in un corso di Kurt, i suoi pensieri vennero interrotti dalla giraffa per eccellenza: Jeff Sterling. Il biondo (ossigenato, secondo la teoria di Thad) gli si parò davanti, evidentemente agitato: "Nick!" riuscì ad esclamare dopo qualche secondo. "Ieri è scappato dal pub ubriaco marcio. Si è fatto vedere stamattina?" il capo consiglio lesse la disperazione nei suoi occhi, con una lieve punta di speranza. Non voleva che quest'ultima si spegnesse.
"Io non lo so. Magari è tornato in camera a dormire" disse, mentre già si avviava per le scale, facendo cenno a Jeff di seguirlo. "Ma perchè non sei tornato nemmeno tu?" chiese poi, guardandolo cencando di leggergli il pensiero.
L'altro sospirò. "Mi sono addormentato in macchina. Ero entrato, aspettandolo nel caso cambiasse idea, ma... si è fatta l'alba e lui non è mai tornato indietro" Jeff abbassò gli occhi pieni di tristezza, affrettando il passo. Camminarono lungo un corridoio, fermandosi poi alla camera numero 306. Bussò, cercando di non sembrare troppo impaziente, ma Thad se ne accorse lo stesso.
"Oh, ma chi se ne importa della privacy?!" Thad spalancò la porta e... Nulla. Era vuota. Entrambi i letti erano intatti. Jeff non riuscì a trattenersi ulteriormente e si chiuse velocemente in bagno. Girò lentamente la chiave e si appoggiò alla porta chiusa con la schiena. Le prime lacrime disperate fecero la loro comparsa, rotolando veloci, sulle candide guance del ragazzo. Scivolò pian piano lungo tutta la lunghezza della porta, fino a trovarsi seduto sul pavimento piastrellato, la testa tra le ginocchia. Fu scosso dai singhiozzi e non potè far assolutamente nulla per evitare che Thad lo sentisse. Ma poco importava. Aveva appena perso il suo migliore amico.

N.d.A.
Salve, lettrici e lettori!
Eccomi di nuovo qui con un capitolo fresco fresco. Non voglio che voi pensiate che il titolo si riferisca esclusivamente (rido e Amy sa perché) ai Jick. Come notate anche i Khad (Hummerwood) sono bf, quindi non faccio preferenze e.e
A proposito vi ringrazio ben settanta volte per le 70 visite!! Sto saltando dalla gioia, grazie mille :D
Inoltre grazie a chi mi ha recensito, continuate a farlo perché mi rendete felicissima! ^^
Grazie, come sempre a Amy per i consigli e a Becky per avermi recensito su Whatsapp (siete fantastiche**)
Aggiornerò più o meno ogni quattro o cinque giorni abbastanza regolarmente, salvo imprevisti!
Continuate a leggere se volete sapere cos'è successo al nostro Nicky u.u
A presto!
Coral ^^

   
 
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