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Autore: Asjay    15/08/2015    3 recensioni
Un incidente, il ragazzo che ama in coma. Questa sì che per Jenny dovrebbe essere una storia drammatica e lo sarebbe se non fosse che lei trova il coraggio di guardarlo, di parlargli, di sfiorarlo, solo grazie a questa drammatica situazione. Come faccio a saperlo? Io sono Jenny, la ragazza dei fiori.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"A quel tempo ero solo una ragazzina.. Ne è passato di tempo ormai.

Ero ancora piccola, ma ero innamorata, ero innamorata come lo sono adesso che sono grande, anzi, lo ero di più.

Ero innamorata di un ragazzo con cui non avevo mai parlato, che non mi era mai stato presentato, ma sapevo tutto di lui, e non perché avessi fatto delle ricerche su Facebook, assolutamente. Era il figlio di una carissima amica di mia madre. Mi era stato proposto tante volte di andare a casa sua, di conoscerlo, ma io non avevo mai accettato, mi vergognavo anche al solo pensiero di averlo davanti, ero timida più di quanto lo sia adesso, e credetemi, lo sono fino troppo. Però l'avevo visto. Tante volte. Mi fermavo spesso a spiarlo: sorrideva sempre, era sempre in mezzo a ragazzi e ragazze, contornato di amici e amiche, era estroverso e spigliato, l'opposto di me, e questo mi convinceva che fra me e lui sarebbe stata impossibile persino un'amicizia, perfino una lontana conoscenza..

Io di amici non ne avevo, senza differenza di sessi, non ne avevo né maschi né femmine, o meglio, un'amica ce l'avevo: la mia migliore e unica migliore amica, ma viveva a 423,7 km da me.

Spesso le mie compagne di classe mi invitavano a uscire con loro o mi chiedevano più semplicemente di passare la ricreazione insieme, perché tutto sommato non ero poi così antipatica, ed ero sempre gentile e disponibile verso tutti; ma io mi limitavo a rifiutare educatamente l'invito e a stare seduta al mio banco a leggere, dopotutto, cosa c'è di meglio che leggere? Una volta mi aveva addirittura invitato ad uscire un ragazzo, ma io ero diventata tutta rossa e avevo detto solo "scusa, ho un impegno" per poi andarmene. 

Naturalmente niente in confronto alle ragazze che giravano intorno a lui, erano decine, forse centinaia, ed erano qualcosa di meraviglioso, sembravano Barbie da quanto erano perfette; erano il sogno di mille ragazzi e lui le avrebbe potute avere tutte, avrebbe potuto sceglierne una a settimana e gli sarebbero comunque avanzate; figuriamoci se veniva a pensare a una come me; con i miei capelli mossi e marroni e i miei stupidi occhi dal colore indefinito. Ma non c'è da meravigliarsi: lui era perfetto, anzi, la perfezione, vedendolo gli avrebbe volentieri ceduto il posto. Con i suoi occhioni verdi, i capelli biondo scuro, gli zigomi sporgenti, la mandibola squadrata così dura, che dava quell'aria così fredda; ma gli bastava sorride per sciogliere tutto il ghiaccio dell'Antartide, il suo sorriso era musica per gli occhi e profumo per il gusto, bastava vederlo sorridere e non distinguevi più l'udito dall'olfatto, il gusto dalla vista. Il suo essere italo-americano lo rendeva ancora più affascinante, almeno agli occhi degli altri, a me non interessava la sua origine, era innamorata di lui e basta.

Ora sicuramente penserete "ok, è un'altra storia come tante, loro si conoscono, lui preferisce lei alle Barbie che gli ronzano intorno, si mettono insieme e vissero per sempre felici e contenti, la solita storia, carina, ma la solita storia..". Beh, non avete idea di quanto mi piacerebbe, pagherei per poter scrivere che questo è quello che è successo, ma non sarebbe la verità, ed io dico sempre la verità.

-Era un lunedì di marzo, lo ricordo ancora come fosse oggi, quel giorno era nuvoloso e faceva freddo, c'era la tramontana che muoveva le piante davanti a casa mia. Io ero sola in casa con mamma, come sempre, e stavo leggendo un libro mentre lei guardava la televisione. Ad un certo punto sentii suonare il suo cellulare, si alzò tranquilla per andare a rispondere, dopo nemmeno due secondi la sentii dire preoccupata: "Vanessa, ridimmi tutto da capo, con calma, respira.."

Quello che successe dopo fu il caos più totale, tutto ciò che riuscii a capire fu "incidente, ospedale, Tom" "Tom" quel nome mi martellava nella testa e pregai con tutto il cuore di essermelo immaginata come spesso succedeva. Mi ritrovai seduta in macchina, con mia madre che volava sull'autostrada diretta in ospedale, la mia mente in subbuglio.

"""""Buonasera a tutti! È la prima storia che pubblico su questo sito quindi non so come muovermi.. Spero solo che a voi piaccia. Spero anche che voi la recensiate con commenti negativi, le critiche costruttive sono veramente ben accette e, naturalmente spero anche con commenti positivi! Posterò una volta a settimana e nel frattempo aspetterò ansiosa di sapere quello che ne pensate! Intanto vi auguro una buona settimana! Saluti _Asjay_ <3"""""""
   
 
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