Ero
davanti alla sua porta, era chiusa e sotto c’era una scia di
sangue, non sapevo se aprire o meno ma dire che ero preoccupata
è poco.
Bussai un po’ debolmente “Alice?” poi mi
presi di coraggio e bussai un po’ più forte
“Alice?!”. Decisi di aprire la
porta, non c’era nessuna stanza all’interno di
essa, solo le tenebre. Mi giro
per andarmene ma la porta ed il corridoio non c’erano
più. I miei piedi erano
come poggiati su una lastra di vetro nera, non vedevo moltissimo. Poi
l’ho sentita:
la lama che mi attraversava il petto, un dolore lancinante, tanto da
non
permettermi di girarmi per vedere chi fosse stato. In realtà
non ce ne fu
bisogno, la lama uscì, e l’artefice di tutto si
mostrò. “Salve.. Signor
Bumby..” dissi mentre ero a terra, sdraiata. “Sai
che volendo potrei
piantartela nuovamente nel corpo, vero?” mi chiese,
accarezzando la punta di
quel coltello, che più che altro sembrava una sorta di
spadino, la punta era
come illuminata ma non so esattamente da cosa dato che fino a qualche
secondo
prima ero avvolta dall’oscurità . Sorrisi
debolmente “Che cosa vuoi?” chiesi,
lui restò un attimo a guardarmi da dietro i suoi occhiali
che sembravano un
velo opaco sui suoi occhi, “A volte mi chiedo come fanno le
donne ad essere
così stupide davanti alle verità più
che evidenti.” Sapevo che era un sogno,
infatti sì, sentivo dolore ma il respiro non mi mancava ( ‘Forse era anche dovuto al fatto che sei
un vampiro? Genio!’ ) “Voglio
tornare in vita. Adesso capisci?” mi chiese “E
vendicarti, giusto?” chiesi io
“Quella non sarà che una naturale conseguenza del
mio tornare all’esistenza
terrena.” Rispose, ad un certo punto mi poggiò un
piede nel punto in cui mi
aveva ferito, mi trattenni dal non urlare “Sai, nel caso non
lo sapessi, non
tutti vogliono tornare in vita per farsi giustizia. Alcuni vogliono
semplicemente una seconda possibilità, con tutte le tue
malefatte direi proprio
che ne avresti bisogno.” Quando lo dissi, fece ancora
più pressione con il
piede , questa volta urlai “Quelli che ritornano senza il
bisogno di castigare
coloro che lo hanno ridotto in fin di vita, o semplicemente infangato
il suo
nome, o sono degli stupidi oppure sono preti, che non hanno mai fatto
del male
a nessuno.” disse, scoppiai a ridere nonostante il dolore
“Se credi che la
maggior parte dei preti non faccia del male al prossimo significa che
sei
rimasto molto indietro nonnino. Mai sentito parlare di preti
pedofili?”
risposi, fece ancora più pressione di prima, il mio corpo
era in preda agli
spasmi “Ad ogni modo, non ho tempo per discutere con te. Il rituale verrà eseguito a breve, e presto Alice dovrà inventarsi un nuovo piano per farmi un'altra volta fuori.” Disse “Ti abbiamo fatto
fuori una volta, potremmo
farlo ancora.” Risposi con moltissima naturalezza
“Voi? Tu non eri presente
quando io sono morto.” – “Ne sei
sicuro?” feci un sorriso sornione, per un
attimo devo averlo confuso, “Beh, ormai non ha più
importanza. Quello che è
importante è che uscirò presto da questo posto e
non più nella mia forma
umana.” Disse “Che intendi con: ’Non
più nella mia forma umana’ ?” chiesi,
lui
sorrise “Che sarò molto più forte e non
più un comune mortale, quindi dì ad
Alice che una semplice lama vorpale o un cannone teiera non saranno
più utili,
non come l’ultima volta.” Rispose, con la scusa che
il suo piede era piantato a
forza nel mio petto gli strinsi la caviglia con una mano “Con
chi collabori?”
chiesi, e lui rise debolmente “E pensi che te lo direi?Anzi,
in realtà è ora di
andare, c’è una guerra che dobbiamo organizzare.
” rispose ed io mollai la
presa soltanto quando scosse la gamba per liberarsi. “La
ferita che hai in
petto non è niente in confronto a quelle che, molto presto,
ti farò. A te e ad
Alice. Vi consiglio di prepararvi al meglio, anche se dubito che
basterà.” Rise
di nuovo. “Se hai appena detto che c’è
una guerra da organizzare, vuol dire che
sarete un esercito.” Dissi “Esatto, saremo in molti
e la maggior parte si
faranno vivi anche per vendicarsi di te. Tipo il tuo amico Ruvik,
ricordi?”
chiese, ed io (forse per non piangere) risi debolmente “Come
ho detto prima è
ora che sia io che tu, torniamo alle nostre faccende. Ci rivedremo
quando sarà
il momento, piccola succhia sangue. E vedrò se sarai forte
abbastanza per farci
tutti fuori e proteggere le persone che ami.”
Non ebbi
nemmeno il tempo di esitare che ero già sveglia. Il sole
entrava dalla finestra illuminando la porta alla fine della mia stanza.
Mi
alzai, non aveva senso restare a letto dopo quello che era successo,
guardai
l’orologio, erano le nove, qualcuno doveva essere sveglio.
Uscii dalla stanza e
scesi le scale, sentivo dei rumori provenire dalla cucina e mi diressi
dritta
in quel punto. Rallentai col passo fino a fermarmi quando udii delle
voci: “Quindi
lei non ti ha ancora detto niente?” chiese Roberto
“No, non credo voglia
approfondire l’argomento.” Rispose Alice
“Ricambierà, ne sono sicuro, la
conosco molto bene. Solo che all’inizio la paura di rovinare
l’amicizia c’è
sempre, devi solo darle tempo.” Iniziai a sentire dei passi e
mi nascosi “Ma le
emozioni dei vampiri non dovrebbero essere.. Amplificate? Intendo, ho
sentito
dire che se trovano la persona giusta possono restare insieme anche per
secoli.” Disse Alice “Infatti è
così, probabilmente lei ha paura proprio perché
tu non sei un vampiro.” Rispose Rob “E cosa dovrei
fare? Diventare un vampiro?
Non so se è quello che voglio, anche se..” si
interruppe “Te l’ho già detto:
dalle tempo, sei il personaggio di un mondo video ludico e questo
tradotto
significa che non puoi morire di vecchiaia quindi
non si preoccupa per quello.” Disse Rob
sicuro “Ma quando uscirà il prossimo gioco io
cambierò aspetto, o almeno,
questo è quello che ho capito.” –
“In realtà non deve essere per forza
così,
puoi decidere di mantenere l’immagine che attualmente
possiedi.” Ci fu qualche
secondo di silenzio “Senti Alice, non farti troppe seghe
mentali, lei non si
comporterà con te nello stesso modo in cui Federica si
è comportata con lei.
Sono due persone diverse! Ti ho detto che il tempo farà il
resto.” – “Ma ho
notato che Letizia le piace.” – “Ma
questo non vuol dire che si metterà con lei,
anche tu gli piaci. E poi, a me quella donna da’
l’impressione di qualcuno che
ti usa, non so perché..” –
“Anche a me ha dato questa impressione. Ma io, in
fondo, sono solo influenzata dalla situazione.” Disse Alice,
non so quanto
convenisse stare ancora ad origliare e stavo quasi per dimenticarmi che
dovevo
riferire quello che mi era appena successo, così prima che
uno dei due potesse
aprire nuovamente bocca entrai in cucina, Alice era seduta sopra il
tavolo con
le gambe accavallate e Roberto era seduto e teneva in mano una tazza di
caffè.
“Buongiorno!” dissi,
“Buongiorno.” Rispose Alice ed io gli sorrisi,
Roberto
stava per rispondere ma quando si girò vide qualcosa che
decisamente non gli
piacque e corrugò la fronte “Che cosa ti
è successo alla maglietta?” chiese
perplesso, Alice guardava il mio indumento insospettita, io abbassai
gli occhi,
la macchia di sangue in pieno petto era rimasta, sbirciai dentro la
maglietta
ma non avevo ferite per fortuna “Proprio di questo volevo
parlarvi.” Dissi
“Bumby mi è apparso in sogno e, da come potete
vedere, mi ha piantato una lama
dritta nella schiena.” – “Che cosa
voleva?” chiese Alice “Ha detto che sta per
tornare in vita, che non sarà più un comune
mortale, che vuole vendicarsi sia
di me che di te..” dissi indicando Alice “E che..
Squillino le trombe signori
spettatori: ci sarà una guerra.” Roberto a quelle
parole posò la tazza, poggiò
gomiti e braccia sul tavolo ed intrecciò le dita
“Che tipo di guerra?” chiese
“Una guerra dove i nostri cari nemici video ludici tornano
dalla tomba per
combattere tutti insieme appassionatamente. Oh! Ed ho anche avuto una
piccola
anticipazione dello show: ci sarà Ruvik.” Risposi,
Roberto sospirò “Ruvik?”
chiese Alice confusa, Rob si girò verso di lei per poi
tornare a guardare me
“Alice non era con te quando hai giocato a The Evil
Within?” mi chiese “No, io
ero solo la spalla di Sebastian.”risposi “E
perché non c’era?” chiese
nuovamente, ci pensai qualche secondo “Onestamente non
ricordo.” Risposi ed il
mio sguardo si posò sulla mia compagna di battaglie, anche
lei confusa “Nemmeno
io ricordo..” disse “Comunque, questo non ha
più importanza ormai. Il fatto è
che, non hai moltissimi giochi, quindi non dovremmo combattere con
troppi
esseri soprannaturali.” Disse Rob “E se
aspettassero che io ne prenda altri?”
chiesi “Beh, allora non farlo. Semplice.” Rispose
Rob “In realtà adesso ho un
motivo in più per prenderne altri, perché
più ne prendo, più socializzo con i
protagonisti del gioco, più avremmo alleati dalla nostra
parte.” Dissi “Sì, ma
avremmo anche più nemici da combattere, lo sai
no?” chiese Rob leggermente
spazientito “Vuoi che ti dica quanti alleati abbiamo a
disposizione al
momento?” chiesi alzando un po’
la voce
“Ti ascolto.” Rispose Rob “James
Sunderland, Alex Sheperd, Heather Mason, Sebastian Castellanos,
Lightning, sua
sorella Serah, Vincent Brooks..” Rob non mi fece nemmeno finire “Tsk!
Vincent,
James, Alex ed Heather sono dei comunissimi mortali, chi ti dice che
reggerebbero ad un altro scontro?” mi chiese
“Proprio per questo ci servono più
alleati, e poi nessuno ci assicura che accetteranno di combattere
nuovamente.”
Risposi “Okay, mettiamo per ipotesi che tu prenda altri
giochi, che siano due o
tre non ha importanza, sarai in grado di completarli tutti prima che la
guerra
cominci? E aggiungici anche il fatto che dovrai convincere i
protagonisti, e se
non accettassero? Avrai solo sprecato tempo.” Disse Rob
“Dimentichi che
esistono anche i cacciatori di demoni..” dissi “E
tu ti aspetti che il Conclave
ti aiuterà? Non muoveranno un solo dito né per
te, né per nessuno.” –
“Nemmeno
se ci fosse in ballo il destino del mondo?” gli chiesi,
Roberto restò in
silenzio per qualche secondo, era diventato pallidissimo, stavo
iniziando a
chiedermi se si sentisse bene. Approfittai del suo silenzio
“Proverò a trovare
alleati anche a Storybrooke..” conclusi. Alice ci guardava
non sapendo cosa
dire “Con il vostro permesso..” detto questo sono
uscita.
Rientrata
nella mia stanza mi sedetti sulla mia scrivania ed accesi il
computer ‘Okay, vediamo quello che
trovo..’
‘Merda..’
pensai dopo due ore di ricerche, qualcuno bussò alla porta
“Sì?” – “Sono
io.” – “E’ aperto.”
Dissi mentre continuavo a scrivere sul motore
di ricerca, ero talmente tanto distratta che non mi accorsi che Alice
era
dietro di me (ed il bello è che ero stata proprio io a farla
entrare), inutile
dire che sobbalzai quando me ne accorsi “Cosa speri di
ottenere facendo
ricerche su Ruvik?” chiese “Onestamente non lo so
nemmeno io, ma potrei trovare
qualcosa che potrebbe servirci, ovviamente non sto facendo ricerche
solo su di
lui.” – “Che bisogno hai di fare ricerche
se li hai affrontati tutti?” – “Ti
vengo a ricordare che dai quei giorni è passato un
po’ di tempo.” Non mi giravo
neanche per guardarla, ero fin troppo assorta.
Dieci
minuti dopo continuavo a non trovare niente, così decisi di
alzarmi per fare una piccola pausa. Girandomi mi resi conto che Alice
era
ancora seduta sul mio letto “Sei rimasta lì per
tutto questo tempo?” – “Sono
passati solo venti minuti!” – “Venti
minuti..” ripetei, all’improvviso sentii
la testa girarmi e la vista mi si oscurò “Ti senti
bene?” chiese Alice “No..”
risposi mormorando, probabilmente sono svenuta perché ho
sentito un tonfo
subito dopo.
Quando ho
aperto gli occhi vidi delle vetrate dorate, sapevo cos’era:
un tetto, e sapevo anche dov’ero.
Mettendomi
faticosamente seduta vidi i doccioni con le panche e tutto il resto,
sì quella
era “l’altra parte” ma più che
altro sembrava una chiesa, con l’unica
differenza che in quel luogo regnavano solo due tipi di colori: bianco
e oro.
Le candele accese trasmettevano sicurezza, o almeno, quella era la mia
impressione. Sentivo dei passi affrettati venire verso di me: Seiko e
Sayaka
non avevano perso tempo. Mi alzai in piedi, la testa continuava a
girare
leggermente. “Angela che ci fai qui?” chiese Sayaka
“Non lo so, ditemelo voi.”
– “Abbiamo ricevuto la notizia, è troppo
pericoloso, non vi conviene battervi,
siete troppo pochi!” disse Seiko con la sua espressione
amorevolmente
preoccupata “Quale notizia? Di che stai parlando?”
– “La guerra.” Rispose
Sayaka “Perché? Secondo voi abbiamo
scelta?” chiesi “Una scelta
c’è sempre.”
Disse una voce dietro di me “Hai qualche idea
Madoka?” chiesi “Perché credimi,
in questo momento ne avremmo davvero bisogno.” –
“Potreste chiamare le altre
maghe sparse per il mondo.” Rispose “Non
basteranno.” Dissi aprendo le braccia “E
poi, lui acconsente a far tornare in vita tutte le persone necessarie
pur di
farvi vincere.” – “Lui?” chiesi
io, Madoka non parlò, mi ci volle qualche
secondo per capire “Oh..” mi sentivo stupida
“Sei sicura?” – “Ovviamente non
resteranno vive per molto, solo il tempo necessario per sbrigare questa
spiacevole faccenda.” – “Ma sono
già morti, non possono morire di nuovo.”
– “ E
questo è un vantaggio. Nessuno morirà se
collaboriamo insieme.” – “Lo spero
tanto.” Dissi quasi sussurrando “Comunque,
perché sono finita qui? Dovevi dirmi
solo questo?” – “Ti sembra
poco?” disse sorridendo dolcemente “Beh, allora mi
sembra leggermente una perdita di tempo.” –
“Come potevo dirti una cosa del
genere se non facendoti venire qui? Sai che non posso scendere sulla
Terra.”
Rispose “L’unica cosa che so è che sono
tornata in un posto dove non volevo
tornare, rivedendo persone che ho tentato inutilmente di
salvare.” Dissi “Non
devi darti la colpa, se alcune persone sono finite qui.”
Rispose Madoka, ci fu
qualche secondo di silenzio prima di sentire la mano di Seiko sulla mia
spalla
destra e quella di Sayaka sulla sinistra. Seiko poggiò il
mento sopra la sua
mano e mise l’altra attorno alla mia vita “Non
sapevo ti dessi la colpa per la
mia morte.” Disse, dopo qualche secondo mi liberai dalla
presa di entrambe ed
andai incontro a Madoka per poi fermarmi davanti a lei “A
parte le maghe c’è
qualcun altro che potrebbe allearsi con noi?” chiesi
“Noi!” dissero delle voci
dietro di me, Will e Jem erano sbucati dal nulla “Basta che
non ci siano anatre
sia chiaro.” Disse Will ed io trattenni una risata.