Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
Segui la storia  |       
Autore: FrancyC_01    17/08/2015    5 recensioni
Skipper, Soldato, Rico e Kowalski sono quattro ragazzi diversissimi tra loro. Sono pronti per iniziare la loro carriera da liceali alla High School Central Park, prestigioso istituto privato di New York. Nonostante le loro differenze diventeranno migliori amici e assieme alle loro amiche Doris e Marlene supereranno brillantemente il loro primo anno di liceo, durante il quale dovranno affrontare le difficoltà adolescenziali, i problemi con le rispettive famiglie, i primi amori, gli scontri con Julien (il ragazzo più popolare della scuola) e con l'eterna rivale della HSCP, la High School Hoboken
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dannazione! Possibile essere in ritardo anche il primo giorno di liceo? Tutta colpa di quella dannatissima sveglia!
Skipper si infilò in fretta la divisa scolastica e si precipitò giù per le scale il più velocemente possibile. Prese una brioche da mangiare per strada e con quattro mandate secche chiuse la porta dietro di lui. Come al solito i suoi genitori non erano in casa: suo padre era un noto broker di Wall Street mentre sua madre era un'avvocato presso un famoso studio legale di Manhattan. Era sempre stato così: i suoi si svegliavano prima di lui per andare al lavoro e capitava spesso che non li vedesse neanche a cena. Quando era più piccolo ci pensava la sua adorata nonna ad occuparsi di lui, ma da quando lei era morta aveva imparato a cavarsela da solo. Sapeva che nonostante le loro assenze gli volevano bene, ma purtroppo la loro indifferenza nei suoi confronti l'aveva sempre fatto sentire un peso, spingendolo a chiudersi in se stesso e a non fidarsi di nessuno. D'altra parte avevano sempre cercato di sostituire il loro affetto riempiendolo di regali, ed essendo una famiglia benestante non era mai stato un problema dargli tutto ciò che voleva. Ma lui non era mai stato un bambino viziato, anche perché nessun giocattolo avrebbe potuto dargli ciò che lui desiderava veramente: una carezza, un complimento, il bacio della buona notte e una famiglia riunita attorno a un tavolo per il pranzo della domenica.
Mentre camminava a passo spedito per arrivare in tempo per la prima campanella, non faceva a meno di chiedersi come sarebbe stata la sua nuova scuola. La High School Central Park era un rinomatissimo istituto privato con ottime referenze. Si diceva che offrisse moltissime opportunità didattiche e che frequentandolo era più facile essere ammessi a grandi università, del calibro di Yale e Harvard. Skipper però non puntava ad istituti così prestigiosi, anche se suo padre avrebbe voluto che un giorno il figlio diventasse avvocato o banchiere, per onorare la tradizione della famiglia McGrath.
Il ragazzo aveva frequentato le scuole più prestigiose di New York fin da quando aveva tre anni, ma lui era sprezzante nei confronti di quegli ambienti di lusso. I successi voleva guadagnarseli, peccato che i suoi genitori non l'avevano mai capito. Così eccolo lì, in ritardo già il suo primo giorno da liceale.
Finalmente raggiunse l'istituto e non potè fare a meno di ammirarne l'esterno: la costruzione era maestosa, ricordava la facciata di una casa barocca. Impressionante era il contrasto con lo sky line della città che incominciava ad estendersi a pochi metri di distanza. Il cortile era affollato da ragazzi in divisa che chiacchieravano e ridevano tra loro. Notò con un pizzico di delusione un gruppo di ragazzi della sua età, anche loro primini, che si davano amichevoli pacche sulle spalle. Lui non aveva mai avuto amici. Per lui un amico era sempre stato un nemico che non ti aveva ancora attaccato alle spalle. Però era sempre così solo, nessuno gli aveva mai chiesto di passare la pausa pranzo o la ricreazione insieme. Un po' era anche colpa sua, era così scostante e triste e nessuno vuole un compagno di giochi così.
Era talmente rapito dalla visione della facciata che non si accorse di un ragazzo che gli stava venendo addosso. Skipper perse l'equilibrio e entrambi finirono per terra. Il ragazzo si alzò per primo e dai suoi occhi azzurri si capiva benissimo che era mortificato -"Oh cielo, stai bene? Mi dispiace un sacco, credevo di stavo correndo e non ti ho visto!"-  gli porse la mano per aiutarlo ma Skipper si tirò in piedi da solo, visibilmente infastidito  -"Se volevi spaccarmi qualche osso sappi che ci sei quasi riuscito"-  rispose seccamente; poi si accorse che lo sconosciuto ci era rimasto male -"Scusami, non volevo essere così acido. La giornata è incominciata male"- dopo le sue scuse il ragazzo sembrava più rilassato -"Figurati, in fin dei colpi è colpa mia. Ho perso l'autobus e ho dovuto prendere la metro. Comunque piacere, Soldato Stuart"- gli porse per la seconda volta la mano, sorridendogli. Era poco più basso di lui ma entrambi avevano gli occhi di un meraviglioso azzurro cielo e i capelli corvini, solo che Soldato aveva dei lineamenti molto più belli dei suoi. In sintesi, era un ragazzo molto carino.
Skipper gli tese la sua -"Skipper McGrath, piacere. Sei in prima vero?"- -"Esatto. Però la mia carriera da liceale non è iniziata un granché bene"- si misero a ridere. Skipper era colpito da quel ragazzo così genuino, semplice e modesto. -"Di dove sei, Soldato?"- -"Brooklyn. Ho vinto una borsa di studio ed eccomi qua"- Skipper era stupito: la HSCP era scettica ad accettare allievi da distretti che non fossero Manhattan o Staten Island. -"E tu Skipper?"- -"Manhattan, abito qui vicino, ma questo non mi ha impedito di arrivare tardi"- si misero a ridere per la seconda volta in dieci minuti. A Skipper non era mai successo, figuriamoci con un ragazzo conosciuto da neanche un quarto d'ora. Furono interrotti dalla campanella e come per magia tutti gli studenti si riversarono sugli scalini. Nella folla i due amici si persero di vista. Mentre veniva catapultato in corridoi sconosciuti, Skipper non fece a meno di chiedersi dove fosse Soldato. Anche se non se ne rendeva conto, si era già affezionato a quel ragazzo che in quindici minuti era riuscito a scalfire la sua corazza da duro, diventando la cosa più vicina ad un amico che avesse mai avuto.


Nota dell'autrice:
ciao a tutti! È la prima volta che pubblico su questo sito, quindi è probabile che mi siano scappati degli errori. Comunque invito tutti quelli che leggeranno questa storia a recensire. Spero che vi piaccia!
L'autrice
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar / Vai alla pagina dell'autore: FrancyC_01