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Autore: sakura_kinomoto    31/01/2009    0 recensioni
Spencer Reid: i primi passi di una vita di coppia.
[Scritta per FanFic100_Ita]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il mio primo crollo pre-primo appuntamento.
Autore: sakura_kinomoto.
Fandom: Criminal Minds.
Personaggio: Spencer Reid
Prompt: #006. Ore. @ fanfic100_ita
Rating: G.
Conteggio parole: 823 W, one-shot.
Parte 1/9: 'Il mio primo...'
Disclaimer: i personaggi appartengono a Jeff Davis, questa storia non è a scopo di lucro ed è tutto frutto della mia mente malata.
Nota #1: i primi passi di una vita di coppia.
Nota #2: ogni genere di commento/critica/insulto è ben accetto! xD


Il mio primo crollo pre-primo appuntamento.

Ore: 8.00 p.m.
" Niente panico. E' solo un'uscita, ti ha chiesto solamente di uscire, perché dovresti essere ansioso? Non c'è nessun motivo per esserlo! "
La pazzia aveva un nome: Spencer Reid.
La causa?
Per la prima volta una ragazza gli aveva chiesto di uscire, come doveva comportarsi? Gli aveva dato un appuntamento, alle nove davanti casa sua.
" Forse era meglio se mi fosse venuta a prendere lei, che figura ci faccio se mi presento a piedi? No, meglio che vada io... "

Ore: 8.15 p.m.
Non ci credeva nemmeno lui, mancavano 45 minuti esatti, ed era già pronto. Certo non era il massimo dell'eleganza, sembrava che dovesse andare al lavoro, l'unica cosa che mancava era la cravatta, infatti era indeciso sul metterla o meno.

Ore: 8.16 p.m.
Un solo misero minuto? Basta un solo stupidissimo minuto per far andare qualcuno in iperventilazione?
Sì.
Il plurilaureato investigatore dell'FBI stava mettendo a soqquadro la casa alla ricerca di uno di quei sacchetti che ti danno sugli aerei, doveva riprendersi da quella crisi di panico scatenata dalla scelta del colore della cravatta. Niente, non lo trovava. Si impose la calme, lunghi respiri. Inspirare. Espirare.
Okay, la calma si era impadronita di nuovo della sua persona. Ma il dilemma rimaneva, cravatta verde acido o blu elettrico?
Decise di chiamare la persona che più di tutte sapeva come comportarsi ad un appuntamento.

Ore: 8.25 p.m.
Ora capiva cosa spingeva una persona a diventare killer, i messaggi pre-registrati dalle compagnie telefoniche.
- Il cliente da Lei chiamato potrebbe avere il telefono spento o non raggiungibile, La preghiamo di riprovare più tardi, grazie. -
- Che si strozzasse con l'auricolare! Quando serve non c'è mai!! -

Ore: 8.28 p.m.
Un'irritante suoneria si sparse per la casa.
- I like to move it, move it. I like to... MOVE IT! -
" Devo impedire a Garcia di ritoccare il mio telefonino, quella donna è pazza!" - Pronto? -
- Ciao Reid, mi hai cercato? -
- Finalmente Morgan! E' una vita che ti cerco! -
- Scusami se sono appena sceso da un aereo! La prossima volta lo lascerò acceso in modo che precipiti su una qualsiasi città del New Jersey, facendo una strage! -
- E faresti solo bene! -
- Reid, ti senti poco bene? -
- Ovviamente no! Senti, tu quando esci con una ragazza cosa ti metti? -
- Beh, un paio di jeans, una maglietta o una camicia, diciamo casual, voglio stare com.. aspetta un attimo, hai detto ragazza!? -
Reid si perse a jeans. Ora sarebbe stato bello avere uno di quei fuggiaschi sacchetti.
- Reid? Reid?! REID! -
- Sì... - Debole, ma alla fine la risposta arrivò.
- Ci sei ancora? -
- Sì... Morgan sono nei guai. -
- Devi uscire con una ragazza? -
- Sì, e faccio schifo! -
- Calmati, dimmi come sei vestito? -
- Solito. -
- Definisci 'solito'. -
- Hai presente come vengo al lavoro? -
- Ti prego, dimmi almeno che non hai messo la cravatta! - C'era disperazione nel suo tono.
- No! -
- Okay, a che ora hai l'appuntamento? -
- Fra 24 minuti esatti -
- Ottimo, siamo finiti. -
- Il sarcasmo non mi aiuta Morgan! -
- Dovrai andarci così come sei, non faccio in tempo a venire ad aiutarti, ma immagino che tu non abbia un paio di jeans, giusto? -
- Esatto. Farò pena? -
- No, tranquillo, se ha deciso di uscire con te vuol dire che le piaci! - Reid ringraziò qualsiasi divinità esistente, almeno non lo aveva visto arrossire.
- Almeno credo... -
- Certo che è così! -
- Non potresti darmi qualche consiglio, visto che sul versante vestiti è una battaglia persa? -
- E' la prima volta che la vedi? -
- No! Ci conosciamo da un po'. -
- Perfetto, allora sii te stesso, è per questo che le piaci. -
- Come fai ad esserne sicuro! Non sai neanche chi è! -
- Beh, se uscite, cos'altro dovrebbe piacerle di te? -
- Affondato. - La risata di Morgan gli vibrò nell'orecchio.
- Dai Reid! Fidati, andrà tutto bene! -
- Sì, certo.... ah Morgan! -
- Dimmi. -
- Grazie -
- Di nulla. -

Ore: 8. 45 p.m.
La porta di casa non era mai stata così invitante. Doveva allontanarsi, dove girare la schiena al suo rifugio. Ma era veramente quello il suo rifugio?

Ore: 8.54 p.m.
Arrivato.
Destinazione raggiunta. Mancavo solo un'ultima cosa da fare. Bussare.
Si avvicinò alla porta, alzò la mano.
Ma era meglio bussare o suonare il campanello? L'ultima volta che si era posto una domanda a doppia scelta era finito a cercare sacchettini per tutta casa.
Dall'interno proveniva il suono soffocato di una chitarra, dovevano essere le note finali, in fatti il suono stava scemando nel tipico acuto della chitarra elettrica. La stessa scena di qualche sera precedente, l'unica differenza: non era bagnato fradicio.
La sentì arrivare canticchiando.
La porta si aprì con il consueto e familiare soffio di cannella.
- Ciao! Sei puntuale! - Il suo sorriso gli fece passare ogni dubbio.
- Veramente mancano tre minuti alle nove. -
- Perfetto, così puoi entrare un attimo per uscire poi perfettamente alle nove! -
Ecco cosa gli piaceva di lei, non gli faceva pesare le sue continue precisazioni.
Entrò.
Ora era nel suo rifugio.

  
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