Serie TV > Boardwalk Empire
Ricorda la storia  |      
Autore: lapoetastra    22/08/2015    0 recensioni
Una voce giunse alle sue orecchie, una voce infantile e lontana che urlava e chiamava aiuto.
< Chi… chi sei? >, riuscì a mormorare il ferito con il poco fiato che ancora gli rimaneva, boccheggiando, cercando di non annegare nel proprio sangue.
Poi tutto divenne buio, e silenzioso.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le lacrime iniziarono a scorrergli lungo le guance come fiumi impetuosi.
Non che lui fosse uno dal pianto facile, ma in quel momento gli sembrava l’unica cosa in grado di farlo sentire ancora vivo.
Era lì, in mezzo alla strada buia e solitaria, steso a coprire il suo stesso sangue.
Tutto era avvenuto con una rapidità impressionante, ed egli non si era neanche reso conto di cosa stesse capitando.
Pugni, calci, arrivavano con frequenza ritmica, come un battito cardiaco forsennato.
Per quanto passasse il tempo, con una lentezza estenuante, quella tortura orrenda non accennava a cessare o anche solo a diminuire di intensità.
Altri pugni, altri calci.
Un coltello.
Una lama affilata che tagliò come burro il collo del ragazzo, il quale cadde sull’asfalto duro e freddo senza un lamento.
Non sentì più nulla, poi.
Niente sospiri, niente insulti.
Solo silenzio, e freddo, e dolore.
Tanto.
Come mai aveva provato in vita sua.
E quando gli occhi iniziarono a farsi pesanti e la pelle a coprirsi di sudore gelido, il giovane capì che non ce l’avrebbe fatta.
Qualcosa lo riscosse, qualcosa di diverso dal nulla assolutizzante che lo aveva colto.
Con un briciolo di lucidità sentì delle dita chiudersi delicatamente sul profondo squarcio aperto sul suo collo, nel vano tentativo di fermare la copiosa emorragia.
Una voce giunse alle sue orecchie, una voce infantile e lontana che urlava e chiamava aiuto.
< Chi… chi sei? >, riuscì a mormorare il ferito con il poco fiato che ancora gli rimaneva, boccheggiando, cercando di non annegare nel proprio sangue.
Poi tutto divenne buio, e silenzioso.
 
Charlie Luciano sbattè gli occhi, abbagliati dall’improvvisa luce che aveva spezzato la cortina di buio del suo sguardo.
Confuso, si guardò intorno.
Era in una stanza di ospedale, vuota e spoglia, ma calda e sicura.
I ricordi gli riaffiorarono in mente d’improvviso, colpendolo come un martello.
Rimembrò la strada solitaria, la notte, l’agguato.
Rammentò le percosse senza fine, gli insulti, ed infine il bagliore sinistro della lama che lo aveva sgozzato in un secondo.
A quei pensieri, Charlie non poté fare a meno di portarsi la mano al collo, dove percepì il rigonfiamento dei punti che gli avevano permesso di continuare a vivere.
Sorrise, un sorriso sincero e felice, come pochi affioravano alle sue labbra.
Era stato salvato.
Se non fosse stato soccorso da quel ragazzo sconosciuto, a quell’ora il suo cadavere avrebbe giaciuto scomposto sull’asfalto, dimenticato da tutti.
Tutto ciò però non era avvenuto, e Charlie Luciano, pur non conoscendolo, provava per il suo salvatore un sentimento paragonabile all’amicizia, oltre che ovviamente una magniloquente e sincera gratitudine.
Si ripromise solennemente che non appena sarebbe stato dimesso dall’ospedale, avrebbe trascorso le proprie giornate alla ricerca di quell’uomo che aveva speso parte del suo tempo senz’altro prezioso per soccorrerlo e permettergli di continuare ad esistere.
Charlie non sapeva molto di lui: tutto ciò che ricordava era che prima di sprofondare nell’oblio dei sensi aveva udito il suo nome.
Un nome che gli era rimasto impresso nel cervello come un marchio di fuoco.
Il suo salvatore si chiamava Mayer.
Mayer Lansky.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Boardwalk Empire / Vai alla pagina dell'autore: lapoetastra