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Autore: _Riri_Sunflower_    24/08/2015    1 recensioni
"I veri amici ti pugnalano di fronte." [Oscar Wilde]
Londra, 1881.
È periodo di caccia, così il signor Wilde e sua moglie decidono di ospitare alcuni amici per l'occasione.
Vecchi amici e conoscenti si ritrovano nella loro tenuta nella contea di Berskhire, in un clima di gioia e felicità.
Questo almeno finché uno degli invitati non viene trovato dalla moglie in una pozza di sangue.
Quella che era un'aria di festa, si trasforma improvvisamente in un'atmosfera di paura e di pregiudizi, incolpandosi e sospettandosi l'un l'altro.
La polizia e gli abitanti della tenuta stessa indagano, sperando di scoprire l'assassino del povero mal capitato quando, convinti di aver trovato il colpevole, qualcosa stravolge ogni idea che si erano fatti.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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12 Aprile 1875
 

L’ufficio Alexander Moore aveva la porta socchiusa, da dentro si udivano due persone parlare con un volume di voce molto alto. Lui e il signor Leeds nell’ultimo periodo non facevano che discutere anche davanti ai clienti. Avevano cominciato a lavorare quattro anni prima insieme, quando l’attività del signor Moore era già avviata.

Sebastian Leeds era un ragazzo in gamba, con un ottimo senso per gli affari. La sua assunzione aveva portato nuovi clienti e di conseguenza molti soldi. Con il passare del tempo, i due erano diventati amici, fino a condividere spesso cene l’uno con l’altro. Tutto questo almeno finché Alexander non ha incontrato Emily, una giovane donna conosciuta per caso insieme al suo migliore amico Edmund Blake, che conobbe la sua attuale consorte quello stesso giorno.

«Vuoi davvero portarmi via i clienti, Sebastian?»

«Ti ricordo che quei clienti li ho portati io, Alexander. Se non fosse stato per me, avresti ancora i tuoi quindici amici che si fidano dei tuoi affari.»

«Oh, ma certo! Perché secondo te io non avrei potuto trovarne di nuovi.»

«No, se continuavi a usare quel metodo.»

Questo era il classico discorso che facevano tutte le sere, poco dopo la chiusura. Cercavano di trattenersi davanti ai clienti, il più delle volte ci riuscivano, ma non sempre era così. Da quando Alexander si era fidanzato con Emily, i sentimenti di Sebastian verso il suo capo erano cambiati: Leeds era innamorato di Emily da diversi anni prima che Moore la incontrasse, ma la donna non era attratta da quell’uomo con i tratti del viso duri e gli occhi freddi e distanti. Aveva preferito un uomo dal carattere gentile, attento ai suoi bisogni e che la facesse sentire amata per davvero, qualità che aveva trovato in Alexander.

La mazzata finale per Sebastian era arrivata la mattina in cui ricevette l’invito al matrimonio tra i due. Mancavano circa due mesi alla data delle nozze e ancora non aveva dato conferma, ma neanche aveva comunicato la sua assenza. Questa situazione gli attanagliava le viscere, odiava prendere certe decisioni, soprattutto se non sapeva come comportarsi. Come poteva presentarsi al matrimonio del suo capo e della donna che amava segretamente da anni? Poteva accettare l’invito e poi, poche settimane prima, inventare una scusa come un viaggio imprevisto, un parente malato o un amico lontano in difficoltà.

«Non posso obbligarti a rimanere, ma dobbiamo trovare un accordo.»

«Per una volta sono d’accordo. Potrei lasciarti i clienti che ho portato da quando sono qui, ma non tutti: me ne porterò qualcuno con me, in modo da poter avviare anche io la mia impresa.»

«D’accordo, anche se mi dispiace che tu lasci questo posto.»

«Troverai qualcuno in grado di sostituirmi. Entro la fine della settimana ti farò avere la mia lettera di dimissioni.»

Dopo ore di discussioni, finalmente raggiunsero un accordo. Sebastian aveva già trovato un nuovo ufficio vicino alla sua abitazione poco fuori Londra, in modo da non essere costretto a fare diversi chilometri ogni giorno; anche nella zona in cui viveva la gente aveva bisogno dei suoi servigi.

Si lasciarono da amici, promettendosi di rimanere in contatto e di incontrarsi almeno un paio di volte l’anno.

 
***

Le settimane passavano, la bella stagione aveva invaso le vie di Londra, facendo sbocciare milioni di fiori in ogni albero della città. Con la bella stagione, però, si avvicinava sempre di più il matrimonio tra Alexander ed Emily. Molti dei loro amici sarebbero arrivati nella capitale per l’occasione, costringendo il povero signor Leeds a trovare un alibi che potesse reggere. Non poteva semplicemente rimanere chiuso in casa, perché il suo amico Ronnie Lewis gli aveva chiesto di ospitarlo durante quella settimana.

«Avanti, Sebastian. Pensa. Potresti fingerti malato. Il problema è se Ronnie starà al gioco…» faceva avanti e indietro per il soggiorno, consumando il tappeto persiano sotto i suoi piedi. Di solito ci prestava attenzione data la cifra che era costato, ma quel giorno Sebastian era preso da mille pensieri e preoccupazioni che non gli importava niente di quel tappeto. Dalla strada la gente poteva vederlo fare quella bizzarra passeggiata, le tende alle finestre non erano state chiuse e, in questo modo, tutto quello che avrebbe fatto prima di andare a dormire sarebbe stato ben visibile ai passanti.

I giorni passavano lenti per Sebastian, mentre per Alexander ed Emily erano troppo corte le giornate antecedenti il matrimonio, ma non avevano tempo neanche per sospirare perché i loro amici erano in arrivo. Le case dei futuri sposi furono presto invasa da parenti e conoscenti, così uno degli amici più intimi di Sebastian si presentò alla porta della sua abitazione.

«Grazie per l’ospitalità, amico. Hai tirato fuori l’abito buono?» Gli occhi verdi Ronnie scrutavano l’appartamento di Sebastian, posandosi su un piccolo orologio sulla mensola del camino che segnava le ore sbagliate.

«Ronnie, devi aiutarmi. Non posso partecipare a questo matrimonio. Ora ti spiego...»
Si accomodarono sul divano a tre posti in velluto verde scuro e gli spiegò per filo e per segno il motivo per il quale non avrebbe potuto partecipare. L’amico del signor Leeds acconsentì a coprirlo, a patto che, se in futuro avrebbero dovuto partecipare a un ritrovo tra amici, tra cui Emily e Alexander, Sebastian avrebbe messo da parte tutti i sentimenti per la futura signora Moore. A malincuore, si ritrovò costretto ad accettare, sperando di rimandare il più possibile questo incontro.

 
***

La data del matrimonio arrivò troppo presto per Sebastian. Quella mattina, appena si alzò dal letto, notò che l’amico era quasi pronto, segno che stava per perdere la donna della sua vita. Ronnie cercò di prepararsi senza farsi vedere da Sebastian, senza sapere che lo aveva già visto mentre si infilava la camicia.
Non appena, fuori dalla chiesa, il piccolo gruppo di amici degli sposi notarono l’assenza di Leeds, sommersero Ronnie di domande, rimanendo perplessi quando comunicò loro che era indisposto. Probabilmente avevano capito che non era vero, ma quello era l’ultimo dei loro problemi.

La cerimonia si svolse in completa tranquillità, così come il banchetto che gli sposi avevano riservato a familiari e amici intimi. La bella giornata permise all’allegra compagnia di stare all’aperta e godersi un po’ di sole londinese, che nell’ultimo periodo si era fatto desiderare parecchio. Il tempo passò troppo in fretta per i novelli sposi, e prima di sera salirono su una carrozza, i bagagli caricati in precedenza, e partirono alla volta di Stonehenge e della Scozia.

Quando l’orologio a pendolo suonò le cinque del pomeriggio, Sebastian Leeds era già ubriaco. Aveva cominciato al mattino, non appena il suo amico Ronnie Lewis era uscito dalla casa: aveva cominciato con un po’ di whiskey che aveva in cucina, di quello che offriva agli ospiti dopo cena, ma una volta venuto a mancare quello iniziò a cercare la bottiglia dello stesso liquore invecchiato. Nella dispensa ne teneva sempre tre bottiglie, nel caso qualcuno dei suoi amici alzasse un po’ troppo il gomito e lui dovesse continuamente riempire il bicchiere.

Il liquido ambrato andava giù per la gola molto rapidamente, bruciando come il fuoco. Non si prese neanche il disturbo di metterci qualche cubetto di ghiaccio, consapevole che se si fosse sciolto, il suo amato whiskey sarebbe diventato annacquato. Ma senza quel ghiaccio a rinfrescarlo, il liquore bruciava nello stomaco di Sebastian. Si reggeva malamente in piedi da diverso tempo quando l’amico Ronnie entrò dalla porta con la giacca posata su un braccio.

«Sebastian! Quanto accidenti hai bevuto? C’è un odore tremendo qui dentro.»

«Shhhh…» cominciò il signor Leeds prolungando quel sibilo fastidioso e portandosi un dito davanti alla bocca che formava un sorriso ebete che solo gli ubriachi osavano indossare. «È… Whis… whiskey! Ne vuoi?» domandò sbiascicando le parole e nel porgere il bicchiere traboccante di liquore. Senza un apparente motivo, Sebastian cominciò a ridere: dapprima un verso gutturale, poi diventò qualcosa di incontrollabile, come se un pazzo si fosse impossessato della sua anima.

A vederlo in quello stato Ronnie si spaventò molto. Non sapeva come comportarsi e d’istinto decise di sbattergli in faccia la realtà. Riuscì a togliere il bicchiere di mano a Sebastian dopo aver faticato molto prima di riuscire a prenderglielo e, mentre lo faceva sedere sul divano e si sentiva il suo sguardo vacuo addosso, prima che se ne rese conto, gli stava urlando in faccia che cosa era successo in quella giornata.

«Finiscila, Sebastian! Hai perso Emily per sempre. Ormai è sposata con Alexander!»
Quelle parole fecero scattare qualcosa in Leeds che, dopo un minuto di assoluto silenzio, cominciò a piagnucolare, mormorando parole incomprensibili. Proprio quando sembrava che aveva dimenticato la ragazza che gli aveva fatto perdere la testa, pronunciò una frase che mise i brividi a Ronnie.

«Mi prenderò Emily. Alexander capirà che mi ha rubato la donna e allora Emily sarà mia.»
   
 
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