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Autore: Fructis    24/08/2015    1 recensioni
Chrome sussultò, non potendo ancora credere di aver colto la palla in segno, e quando Hibari si alzò, un brivido percorse la sua colonna vertebrale. Ora le avrebbe fatto male. Ma lui sorrise. Un sorriso sincero, che trasformava il viso del ragazzo, nel quale era sempre disegnato il solito broncio, in una strana bellezza, e Chrome si sentì avvampata nel scoprirsi contemplare quella meravigliosa creatura.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chrome Dokuro, Kyoya Hibari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le mattinate afose erano terribili per Chrome; non facevano altro che tormentarla, con i vestiti che si appiccicavano alla pelle e il calore che bruciava le sue ossa. Per cui, quel venerdi, per diminuire la noia e l'umore, che stava via via peggiorando, decise di divertirsi allo specchio.

Non era la classica ragazza che si truccava o si pettinava i capelli in acconciature eccentriche, ma quel giorno aveva preso iniziativa; allungò la mano e afferrò una spazzola, lisciando quei fili violacei e perlustrando coi polpastrelli vari nodi, nell'intento di estinguerli. Iniziò dalle punte troppo cresciute, riflettendo oziosamente che doveva rimuoverli, e quando afferrò una massa di capelli per alzarli nella solita acconciatura, si ricordò l'unico motivo per cui era seduta davanti a quello specchio: combattere la schiacciante monotonia; dunque, li liberò, aprì il cassetto del tavolino sotto lo specchio e cacciò fuori dei lustrini.

Dopo dieci minuti uscì dalla camera da letto e scese le scale, con indosso una canotta grigia e un pantaloncino scarlatto. La villa dei Vongola era davvero egregia, rispecchiava uno stile moderno, seppur alcuni mobili risalissero al XIX. Salutò con un cenno del capo Winston, il maggiordomo, e si diresse nella palestra al pian terreno — luogo nel quale si allenavano in pochi a causa di stupide superstizioni riguardanti alcuni decessi avvenuti in quella stanza — ritrovandosi nel maestoso ambiente dall'aria cupa; al centro della sala la figura slanciata di Hibari stava compiendo dei movimenti pericolosi con il tonfa posizionato nella mano sinistra, mentre il suo avversario, un Lambo di soli dieci anni, schivava i colpi, contrattaccando con un bastone la cui punta era affilata quanto un coltello. In fondo alla sala, l'altro aggeggio di Kyoya si stava beatamente godendo la luce del sole che filtrava da una piccola finestrella.

Chrome rimase in silenzio, con le braccia conserte, ad osservare il combattimento fra i due. Sebbene il guardiano dei fulmini fosse forte abbastanza per la sua età, la potenza della nuvole lo sovrastò, e in meno di cinque minuti si ritrovò con il sedere letteralmente a terra. Sbuffò, comunque soddisfatto del suo combattimento, mentre Hibari si passava una mano fra i capelli, scocciato dalla brevità della lotta.

Ed ecco che come un fulmine intercettò gli occhi scuri di Chrome e fu come uno scontro: azzurro spento contro un viola abbastanza splendente. Un sopracciglio di lui si sollevò e una strana scarica attraversò quegli occhietti chiari; d'istinto la guardiana della nebbia distolse lo sguardo e si imbarazzò, perché Hibari l'aveva vista con quella capigliatura: una lunga treccia discendeva sulla sua spalla sinistra, mentre alcune ciocchette ribelle sfuggite dall'intreccio si stanziavano lungo il suo viso, mettendo in evidenzia i lineamenti di lei. Lei che non era più una bambina, bensì una ragazza cresciuta con la capacità di mantenersi in vita da sola, coi propri organi.

« Noto che finalmente hai compreso che quell'acconciatura da ananas era penosa sulla tua minuta figura » proferì il ragazzo, mentre un angolo della sua bocca si alzava, compiaciuto. Il cuore di Chrome impazzì letteralmente a causa della velocità con cui batteva e non seppe decifrare se era perché Hibari avesse criticato l'acconciatura di Mukuro, o perché le avesse fatto un celato complimento. Sicuramente la prima, ipotizzò Chrome; Kyoya Hibari odiava tutto di Mukuro, e i capelli erano nel pacchetto. Si domandò divertita quale fosse la sua reazione ogni volta che si trovava sotto la vista di un ananas, ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla voce severa del guardiano:

« Andiamo, non startene lì impalata! Caccia quell'arnese e fammi vedere cosa è cambiato dall'ultima volta » le ordinò, attendendo una risposta. Ma Chrome non riuscì a dargliela, era paralizzata: nella sua mente scorrevano i ricordi dell'ultimo scontro con Kyoya, e il dolore alla costola si ripresentò nella sua psiche, tormentandola come ogni volta che li riportava alla memoria.

« Entro oggi. » concluse, lanciandole un'occhiata minacciosa, e Dokuro sospirò un aiuto dall'Alto, non ancora pronta per riaffrontarlo. Certo, d'allora si era allenata giorno e notte, migliorando le sue tecniche difensive, ma necessitava ancora un po' di tempo. Si posizionò al posto di Lambo, il quale era già sgattaiolato via nelle cucine, ed estrasse il mini tridente dallo zainetto, allungando il manico facendo pressione su un pulsante all'estremità di esso. Se lo parò dinanzi, mentre il ragazzo davanti a lei sollevava il braccio, mostrando il tonfa color pece. « Non usi l'altro? » la domanda le uscì spontanea, e il sorriso malefico dell'altro le ghiacciò i nervi, già andati per conto proprio. « Uno basta e avanza per sconfiggerti » dichiarò, scattò in avanti e con un salto si abbatté su di lei. Per fortuna il tridente parò il colpo, mentre un improvviso moto d'irritazione si accumulava nella sua anima, infondendole una determinazione che Chrome sfoggiava solo durante le battaglie. Ecco, bastava farla arrabbiare, che subito cacciava gli artigli o, nel suo caso, il tridente.

Fece un passo indietro e partì in quarta, approfittando del fatto che avesse un solo tonfa per attaccarlo alla spalla destra, ma il colpo venne fermato da Hibari, il quale si scansò e le saltò addosso, colpendola con un unico movimento al braccio. Il dolore si stanziò per tutto l'arto, ma non era abbastanza intenso da arrestarla, e ripartì, venendo contrattaccata dalle sue parole: « Mmh, non male, ma puoi fare di meglio. Non te l'ha forse insegnato, il tuo Mukuro-Sama? » e imitò la sua risata, accendendo la miccia. Gli saltò addosso gridando per darsi enfasi, e la risata mutò da quella di Mukuro Rokudo in Hibari Kyoya, che fu una minaccia snervante per le sue orecchie. Hibari parò per l'ennesima volta il colpo, ma non riuscì a difendere il suo stomaco, nel quale Chrome depositò un potente calcio, e il guardiano si piegò, un rivolo di sangue usciva dalla sua bocca.

Chrome sussultò, non potendo ancora credere di aver colto la palla in segno, e quando Hibari si alzò, un brivido percorse la sua colonna vertebrale. Ora le avrebbe fatto male. Ma lui sorrise. Un sorriso sincero, che trasformava il viso del ragazzo, nel quale era sempre disegnato il solito broncio, in una strana bellezza, e Chrome si sentì avvampata nel scoprirsi contemplare quella meravigliosa creatura.

«Congratulazioni. Sei riuscita a colpirmi. Forse sono questi tuoi nuovi bei capelli a renderti tenace. Ma ora io ti morderò a morte, ragazza~ » e non disse nient'altro, neanche quando dopo due minuti la stese al tappeto per la seconda volta; se ne andò, palesemente divertito, lasciando una Chrome a terra distrutta, ma felice, perché aveva fatto due passi in avanti. Sorrise al pensiero che, dopotutto, era stato un momento bello: Hibari Kyoya le aveva detto che aveva dei bei capelli. Così. Senza ananas. Si godette quel piccolo momento come fosse una dodicenne (per la miseria, aveva diciotto anni!) mentre in lontananza i passi pesanti del ragazzo continuavano a echeggiare sul pavimento, incutendo terrore perfino alle pareti.

 

———— ❃ ≈ / / Okay, non è un granché; ma non sono riuscita a non domandarmi cosa avrebbero pensato tutte le persone, che come me amano la 1896, leggendo questa storiella!

Amo tantissimo la 6996 — e infatti ero indecisa se scrivere su di loro o sui nostri rispettivi guardiani della nebbia e della nuvola, e la seconda idea fortunatamente è prevalsa e buh, la mia mente ha prodotto ciò. Ammettetelo, tutti noi in fondo vorremmo vedere una Chrome con un'acconciatura non ananasosa, magari dei semplici capelli lasciati scivolare lungo la schiena o legati in una coda e, nel caso della mia one shot, in una treccia. Se volete potete lasciare una recensione; niente, grazie a chi ha avuto la pazienza di leggere questa cosuccia! Chus~ *v*

   
 
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