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Autore: Phoebebell    24/08/2015    5 recensioni
Lily Sandler è una ricca sedicenne londinese, capricciosa, snob e viziata, figlia del facoltoso professore universitario Andrew Sandler.
Fin da bambina ha sempre sognato di visitare le meravigliose città americane di cui le aveva tanto parlato la sua amica Rose e, finalmente, i suoi desideri stanno per avverarsi: viaggerà con la famiglia a bordo del Titanic, alloggiando in una lussuosa cabina di Prima Classe.
Ma, come ben si sa, la crociera si concluderà in un tragico epilogo ed il sogno diverrà incubo.
Quale sarà il destino della famiglia Sandler e dei passeggeri da loro incontrati durante il viaggio?
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Jack Dawson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rosalinda Dewitt Bukater
Note: Lemon, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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LILY SANDLER’S MEMORIES


- TITANIC: DAL SOGNO ALL’INCUBO -





 

“La Nave dei Sogni” aveva annunciato entusiasta suo padre due settimane prima, mentre un elegante biglietto faceva capolino dall’interno del pacco regalo “E’ così che la chiamano. Sarà una vacanza memorabile, Principessa.”
Lily ricordava di aver sorriso, lasciandosi contagiare dall’euforia paterna: era da tempo che desiderava fare un viaggio in America, visitando le città che fino ad allora aveva conosciuto soltanto tramite i racconti dei parenti o della sua amica Rose.
L’aria salmastra non risultava molto gradita alle delicate narici di Miss Sandler, tuttavia, l’emozione per l’imminente partenza riusciva in qualche modo ad alleviarle i vari fastidi. Sarebbe stata persino pronta a sopportare nel modo più stoico possibile il mal di mare che l’avrebbe sicuramente perseguitata durante la navigazione.
Permise allo zio Eric, un uomo alto e attraente sulla quarantina, di aprirle la portiera dell’auto parcheggiata in quello che era – a detta dell’autista - un punto strategico del porto di Southampton e, facendo il possibile per restare in equilibrio sui tacchi sottili degli stivaletti, cominciò ad osservarsi intorno con fare impettito.
Di media altezza, dotata di forme piacevoli, Lily era avvolta in un elegante completo color rosa antico, cucito secondo la moda londinese del momento. I capelli castani erano raccolti in un’elaborata acconciatura celata parzialmente dal capellino abbinato al vestito, mentre gli occhi dalle iridi nocciola, unica caratteristica fisica ereditata dal padre, brillavano per l’emozione da dietro le lunghe ciglia.
Di sicuro, lei, figlia del noto professore universitario Andrew Sandler, non aveva nulla da invidiare alle donne aristocratiche che in quel momento le passavano accanto, sole o aggrappate al braccio di qualche gentiluomo.
Un vanesio pensiero attraversò la mente di Miss Sandler, che nascose un risolino dietro la mano guantata: “A sedici anni non erano sicuramente belle ed eleganti come sono io adesso”.
Trasalì quando qualcuno la destò dai propri pensieri con una sgraziatissima manata sulla spalla. Non si sorprese, tuttavia, nell’udire la voce calda ma leggermente nasale di sua sorella Violet giungere con prepotenza ai suoi timpani.
- Cos’hai da ridere, Principessa? La fatina del cervello ti ha suggerito una battuta divertente? In tal caso voglio saperla anch’io.
- Piantala – ordinò Lily, scostandosi con fare altezzoso – Non stavo affatto ridendo.
- No, certo, perché tu non ridi mai. Ridere è una cosa da poveri – ironizzò la maggiore, gettando poi un’occhiata alle proprie spalle – Papà ha detto che possiamo andare in avanscoperta mentre lui e zio Eric si organizzano con i bagagli.
Lily finse di ignorare la battutaccia della sorella riguardo al ridere e, dandosi un certo contegno, cominciò a camminare con lei in direzione del molo.
Nessuno, vedendo le signorine Sandler fianco a fianco, avrebbe pensato che fossero sorelle: Violet era alta, bionda e slanciata, una sorta di copia al femminile del padre, fatta eccezione per il colore turchino delle iridi, ereditato dalla madre. Era abbigliata con un moderno ma comodo abito azzurro, che si chiudeva sul davanti con una fila di piccoli bottoni, e, a differenza della sorella, indossava stivaletti dal tacco molto basso.
- Non vedo l’ora di salpare – disse la mora, nascondendo invano l’eccitazione – Vorrei vedere le nostre cabine in questo preciso momento! E, al contempo, non vedo l’ora di giungere a destinazione! Secondo te come sarà l’America?
- Io so che ci sarà da divertirsi – rispose Violet, impedendo ad una folata di vento di portarle via il capello color crema – Pensa un po’, zio Eric ha promesso di portarmi ad una partita dei New York  Highlanders! Non sto più nella pelle, sarà il primo match di baseball oltreoceano a cui assisterò!
- Magnifico – commentò Lily con poca convinzione - Sport, sempre sport. Stai diventando ripetitiva, Viv.
- Ehi, tu hai le tue fisse con l’Arte e roba simile, Principessa, io ho le mie – replicò Violet senza scomporsi, fermandosi dinnanzi ad un’imponente struttura navale – Ebbene, eccoci qua: che te ne pare del tanto decantato Titanic?
- Dov’è? – domandò l’altra, ignorando bellamente il colosso che le si parava di fronte – A sinistra o a destra della petroliera?
La bionda aggrottò un attimo la fronte, confusa, poi soffocò a stento una risata: - Ehm… no, tesoro. Il Titanic è proprio la “petroliera”.
L’entusiasmo che aveva animato la mattinata della giovane Sandler si spense all’improvviso, come la fiamma di una candela ormai consunta.
Lily sgranò gli occhi sbigottita, la sua bocca si dischiuse automaticamente in una O di palese stupore misto a perplessità.
Quando suo padre le aveva parlato della “Nave dei Sogni”, nella sua mente si era immediatamente formata l’immagine di un elegante transatlantico dalle forme aggraziate e dai colori tenui e delicati. Un mezzo di trasporto adatto ad una principessa.
Doveva esserci senz’altro un errore, quella specie di gigante dalla forma squadrata e tinto quasi interamente di nero non poteva essere sul serio l’ormai arcinoto Titanic.
- Guarda che così fai entrare le mosche.
La voce di Violet richiamò la sognatrice delusa alla realtà, portandola a serrare di scatto le mandibole con un brivido di disgusto al pensiero di una mosca svolazzante all’interno della propria cavità orale.
Per un attimo, Lily fu tentata di fare dietrofront e rinchiudersi in auto, ma si bloccò non appena vide il padre raggiungerla con aria raggiante, la gabbietta del loro micetto Theo ben stretta tra le mani.
Nonostante il caratteraccio poco affabile, Lily non sarebbe mai stata capace di deludere l’amato genitore, così si sforzò di rispondere al sorriso, fingendo di non aver perso l’entusiasmo di pochi minuti prima.
- Tutti pronti? – domandò il professor Sandler, cercando di impedire agli occhiali da vista di cadere tramite buffi movimenti del naso – L’America ci aspetta!
- Tenete ben strette le giarrettiere, ragazze, così potrete sventolarle dal ponte quando saremo a New York! – scherzò lo zio Eric, strappando una risata a Violet ed un sibilo scandalizzato a Lily.
La famigliola si incamminò quindi in direzione del pontile d’imbarco, accompagnata dal gran vociare della folla circostante unito al fruscio delle onde e allo stridio dei gabbiani.
Nel momento in cui raggiunsero gli altri passeggeri di Prima Classe che attendevano il proprio turno di salire a bordo, Lily portò istintivamente la mano destra all’altezza del petto, sfiorando con le dita il ciondolo d’oro recentemente ereditato dalla nonna paterna.
Il contatto durò meno di un secondo: stranita dalla propria reazione, la sedicenne lasciò ricadere il braccio lungo il fianco.
In risposta, il ciondolo rifletté la luce solare con un sinistro bagliore.






***



 Angolo dell’autrice: Eccomi qua con il prologo della mia prima storia pubblicata sul fandom di Titanic.
 Sono Tinkerbell92 ma sto usando il profilo condiviso con la mia amica PiccolaPhoebe perché alla fin fine è insieme a lei che ho progettato i personaggi di questa storia qualche anno fa, durante le ore di lezione. Sì, siamo delle studentesse modello.
 Comunque, Lily Sandler è la protagonista della nostra storia. Suppongo che in questo momento la troviate simpatica come un mazzo di ortica nelle mutande e non vi do torto.
 Lily non è simpatica, per niente. E’ una ragazza ricca e viziata che non sa praticamente nulla delle difficoltà della vita, vive nel suo mondo fatato di principesse e unicorni e pensa che tutto le sia dovuto, che tutto sia facile.
 Ma allora, perché raccontare la storia di un personaggio del genere? Ebbene, sappiamo che il Titanic è la storia di una tragedia, ma anche di un viaggio. E quello che vi racconterò riguarderà anche il “viaggio interiore” che compirà la nostra protagonista.
 Perché ho un debole per i personaggi che affrontano un percorso di crescita personale durante la loro storia.
 Un’altra cosa che bisogna sapere è che questa è anche una storia interattiva: per arricchire il racconto muoverò i personaggi che mi sono stati affidati da altri scrittori.
 Ci tengo a precisare due cose:
 1.    Le interattive non sono vietate in questo sito, basta che seguano il regolamento scritto dalle amministratrici a riguardo.
 2.    Scrivere una storia interattiva non significa “non ho voglia di inventare personaggi, lo faccio fare agli altri per me”. Da due anni faccio parte di un gruppo Facebook di autori, dove è sempre un piacere “affidare” i propri personaggi ad altri per vederli muovere da una “mano esterna”. Non è mancanza d’ispirazione dello scrittore, quanto più un piacere del creatore del personaggio e futuro lettore.  
 Pertanto, chiunque abbia qualcosa contro le interattive, è pregato di abbandonare all’istante questa storia. Non tollererò proteste di alcun genere riguardo all’argomento.
 Bene, ora posso smettere con l’atteggiamento da dura.
 Ho messo come scadenza per le schede dei personaggi il 5 Ottobre, perciò non penso di pubblicare presto il primo capitolo. Comunque non disperate che prima o poi qualcosa arriverà.
 Grazie per aver letto, alla prossima!
 Tinkerbell92 e PiccolaPhoebe
  
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