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Autore: Hyrim    25/08/2015    0 recensioni
Fanfiction storica su fatti realmente accaduti. Forse non tutti sanno che Friedrich der Große, il Vecchio Fritz, non ha sempre voluto essere re. Un piccolo viaggio nella giovinezza del sovrano per scoprire cosa gli fece cambiare idea, e il ruolo che Gilbert Friedrich Wilhelm von Beilschmidt Hohenzollern possa aver avuto in tutto questo.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Old Fritz/Friedrich der Große, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre colpi secchi alla porta. Un fruscio di coperte, di chi è stato appena tirato fuori dagli ultimi sogni del mattino, e di chi in se è consapevole che non fossero i primi.
- Eure Majestät? - 
Silenzio.
- Eure Majestät, il Re mi ha mandato a svegliarvi.-
Ancora nessuna risposta. Il prussiano sospirò, mentre la testa gli cadeva lentamente in avanti, fino a poggiarsi al legno della porta. 
Approfittando del breve momento di tregua, fuguriamoci, il ragazzo aveva già richiuso gli occhi, pregando che questa durasse il piú possibile
Sempre la solita storia. Poteva comprendere i bollori dell'età, la situazione, la stanchezza, tutto. Dopotutto cosa poteva fare, oltre al trovargli giustificazioni? Quel ragazzo era intoccabile per Gilbert. La cosa peggiore? Lui lo sapeva benissimo.
Dio, a giocare con la sua pazienza.
- FRIEDRICH.- 
 E per quanto le coperte potessero sembrare un rifugio piú che sicuro in quel momento, non bastarono ad evitare che il loro ospite non saltasse. Scese giú dal letto, trattenne uno sbadiglio, e si mosse ad aprire la porta.
 Occhi rossi severi, una posa che aveva quasi del militare anche nello stare semplicemente in piedi... No, nulla di diverso dal solito. E lui che sperava fosse morto nel sonno cadendo di faccia dal letto...
- ...Oh. - iniziò, con tono decisamente troppo gentile... Forse per giustificare in altro modo il sorriso che gli era automaticamente apparso in volto a quel pensiero - Guten Morgen, Herr Beilschmidt. Spero abbiate dormito /bene/. - calcò poi l'ultima parola, nel caso l'intera frase non fosse risultata già abbastanza falsa. Non nutriva reale astio nei confronti di Gilbert, anzi. Per quanto fosse completamente assoggettato agli ordini del re, anche da bambino aveva sempre trovato la sua presenza... Piacevole. Come di casa. Era tanto di casa che non si era mai nemmeno mai posto la domanda del perché non sembrasse mai invecchiare.
L'albino fece qualche secondo di pausa, poi riprese, senza scomporsi minimamente. -Il Re mi ha dato il programma di oggi per Voi. -
Il biondo prese il piccolo documento, gli occhi azzurri passarono velocemente sulle scritte. Dio, il padre. Si divertiva a fare il burocrata anche per cose fittizie come quelle.
Sieben Uhr Aufstehen, Waschen, Ankleiden, Haare machen... Dio, ma quanti anni aveva, dieci!? O peggio, un altro ben riuscito tentativo del padre di farlo sentire come se la sua vita fosse soltanto un enorme programma a proprio diletto. Alle sette e un quarto eccolo: Exerzieren im Hof. La colazione era ben un'ora dopo questi.
- Dimmi, Gilbert. È nostra tradizione anche l'andare in guerra senza aver mangiato? Perché non ricordo di aver mai fatto l'addestramento a stomaco pieno.- 
Non si aspettava certo di ricevere una risposta. Un'occhiataccia alla domanda sarcastica invece la ricevette, ma quella in fondo l'aspettava eccome.



Friedrich non era esattamente il tipo di erede che Friedrich Wilhelm I si sarebbe scelto. Avrebbe voluto un ragazzo di cera, da modellare a suo piacimento e che man mano sarebbe diventato ferro. Inutile dirlo, il figlio non era mai stato niente di tutto questo.
Il padre pensava agli addestramenti, lui alla musica. Se pensava alla carriera militare lui all'arte, o alla letteratura. A volte sembrava quasi che il giovane delfino di Prussia non avesse la benché minima aspirazione al diventare re, ed il sovrano non era stato l'unico ad accorgersene. E per quanto anche lo stesso Prussia avesse provato in cuor suo a trovare una soluzione alla caparbietà del ragazzo (forse l'unica cosa che aveva davvero in comune col padre) ogni tentativo era stato vano.
Era anche successo un giorno che dopo il solito e pesantissimo addestramento mattutimo Friedrich fosse stato notato dalla sorella mentre passava di fronte ai suoi appartamenti.
- Bruder! Quando sei pronto puoi venire qui, possiamo suonare un po' insieme! -
Piú giovane, piú innocente di sicuro all'epoca  -Gerne, Wilhelmine! - il principe aveva sorriso, ma poi l'espressione si era fatta leggermente piú scura. - Solo aspettami... tempo di finire il programma che nostro padre mi ha dato. -
- Certo che devi davvero essere stanco con tutte le cose che nostro padre ti da da fare.- Aveva mormorato lei, con un velo di preoccupazione in viso.
- E non è finita qui. Non voglio diventare un soldato, Wilhelmine!
 Vorrei... Non so, essere scrittore, filosofo... O musicista, anche! -
- Oh, mio povero fratello... - Le sfuggí un sospiro - Lo sai che in questa casata dobbiamo essere tutti burocrati o militari. -
- Lo so, Wilhelmine. Lo so bene ma... Gott, dico, possibile sia questa la mia vita? Che non ci sia un'altra via? Che non abbia possibilità di scelta? -
- Via, via, fratello. Scaccia questi brutti pensieri dalla mente. Vedrai che con un po' di musica il mondo ti sembrerà improvvisamente diverso. -
Aah, quel sorriso. E già in un secondo il mondo era ben diverso, come lei aveva detto. Tanto diverso che il giovane era entrato ed aveva preso il suo flauto. Ormai lo lasciava lí. Forse era un posto piú sicuro che il proprio salotto.
Gilbert li osservava, ma non aveva detto niente. "Fingeró di non aver visto", era stato quello il suo pensiero ed aveva proseguito.
Solo dopo due o tre ore il padre era tornato con la sua nuvola temporalesca di doveri e responsabilità.
- Der Marschall ti sta aspettando! Stasera avevamo l'incontro con gli alti ufficiali nel Tabakkolleg! -
- A-Aber Vater... - aveva balbettato Friedrich.
- Schnell! Pensi davvero che tutti ti stessero aspettando? Pensi sia questo il comportamento che un re dovrebbe avere? Vai a prepararti! -
E come se la breve ricreazione con la sorella non fosse mai esistita, il biondo era lí, immerso in una nuvola di fumo puzzolente a sentire discorsi che non gli interessavano fra uomini che gli interessavano ancor meno. Avrebbe preferito scomparire, a dirla tutta... ma quelli non potevano fare a meno di ributtarlo in mezzo al discorso, parlare tutti allegri del futuro con il padre, dargli complici gomitate che di complice forse soltanto l'intenzione avevano... beh, inutile dire che dopo un paio d'ore scarse il ragazzo stesse per esplodere.
- Vedi, Friedrich? Questa è una serata fra uomini. Bevi la tua birra. -
- Ich mag KEIN Bier, Vater. -
- Cosa devo fare con te, Friedrich? Neanche piú ti diverti? -
- Divertirmi, padre? Questo lo chiami davvero divertirsi!? Starsene seduti in una stanza ad ammalarsi per via del fumo, a bere birra che mi fa schifo o a parlare di cose di cui farei volentieri a meno!?  -
E sí, il giovane se n'era accorto dopo di averlo detto ad alta voce.
Ci fu il silenzio. Prussia si era quasi strozzato con la faccia nel suo boccale. Il re tremava di rabbia, ma la cosa non gli impedí affatto di sollevare a forza il figlio e cacciarlo fuori.
- Come posso fare a farti sembrare un uomo di fronte agli altri!? Sei un pessimo cavaliere e tiratore, non bevi birra, ti rifiuti anche di divertirti con noi! Sono esausto della tua condotta! Sei confinato in camera tua, vacci e VERGOGNATI! -
Gilbert aveva fatto per uscire e seguirlo, ma il re lo aveva bloccato.
Un tale comportamento non era accettabile, - Ma degno di un traditore! - erano state le sue parole.

Era l'anno 1724. Friederich aveva dodici anni.








  
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