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Autore: Clockwise    25/08/2015    2 recensioni
Un'automobile, una strada, una ragazza.
I pomodori stanno finendo, arriva l'autunno.
From this hour, freedom!
From this hour, I ordain myself loosed of limits and imaginary lines!

Walt Whitman, Poem of The Road
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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To the open road
 
 
From this hour, freedom!
From this hour, I ordain myself loosed of limits and imaginary lines!
Going where I list – my own master, total and absolute,
Listening to others, and considering well what they say,
Pausing, searching, receiving, contemplating,
Gently but with undeniable will divesting myself of the holds that would hold me.
I inhale great draughts of air,
The East and the West are mine, and the North and the South are mine.
Walt Whitman, Poem of The Road
 
 
«Non ci sono più pomodori» commenta mamma, mentre sceglie con attenzione alcuni frutti e li mette in una busta di cartone. Una signora accanto a noi guarda dubbiosa delle pesche pallide; un uomo prende un ricco grappolo d'uva.
«L'estate è finita» sospira mamma.
Un venticello freddo spazza il mercato, allontanando il chiacchiericcio, i colori, i profumi.
Chiudo gli occhi, fingendo per un istante che sia un altro vento, il vento di libertà che soffiava sulla strada, l'infinita strada in estate.
 
La prima cosa che ho detto, appena arrivata in Nord America, è stata: “dove sono le montagne?”.
Intendiamoci, non vivo fra le Alpi con Heidi e gli orsi, ma sono cresciuta in un nido di colline rassicuranti, dolci piccole montagne. Potevo vedere l'inizio e la fine del mio piccolo, confortevole mondo. Ma .
Lì non c'era fine. Non confini, né limiti. L'orizzonte si allungava all'infinito in un'eterna linea azzurra. La strada era ampia, correva dritta, indisturbata. Non ne vedevi mai la fine.
Oh, la libertà su quella vasta, lunga strada! Da solo, libero di andare dove vuoi, tutto a tua disposizione, padrone di te stesso, capitano della tua nave. Potevi continuare ad andare, e andare, e andare, fino a toccare il mare.
Niente fermate. Fermarsi è la morte. Nulla si ferma mai, qualunque cosa, anche la più immobile e fissa delle stelle si muove lenta nella sua orbita, scoppiando di attività al suo interno. Πάντα ρεί dicevano i Greci – e loro hanno sempre ragione.
Tu – tu sei nessuno e chiunque ed ognuno allo stesso tempo. Tu sei un essendo, un divenire, non un fermo immagine. Tu ti destreggi e passi fra tutti i tuoi te passati e possibili futuri, scegliendone uno diverso a seconda dell'occasione, dell'atmosfera, delle persone intorno a te.
A volte ti senti costretto, soffocato; sulla strada, puoi respirare. Puoi cantare, ridere, gridare a pieni polmoni. Posare la testa all'indietro per un istante e guardare il cielo – l'unico tetto che avrai mai, l'unica cattedrale che ti darà mai rifugio.
Quando gli alberi si avvicinano, noti aquile, marmotte, scoiattoli; cervi al tramonto; gufi, opossum e lucciole quando la notte ti raggiunge. E allora le stelle brillano sopra di te, a migliaia e migliaia, più di quante tu possa vederne mai. Brillano e vorticano sul velo nero della notte. Una pallida falce di luna è tutta la luce che hai.
Ora sei solo.
 
I giorni passano; uva e mele e pere, fichi e melograni e more si aggiungono alla tavola, senza invito. L'autunno è arrivato. E con lui, le decisioni, le responsabilità, le regole, i muri, i fai questo e non quello.
Ma la mia mente è ancora sulla strada, lontano, nel cielo vuoto.
 
C'è un'uscita, a un certo punto. Lì, alla tua destra, un grande cartello verde. Volti la testa dall'altra parte. Ti accigli. Uscita vuol dire arrivare da qualche parte, fermarsi in qualche città, fra la gente e gli edifici, di nuovo. Stringi il volante finché non ti si sbiancano le nocche. Alla prossima, dici. E la prossima uscita ti passa accanto, e quella dopo e quella dopo ancora.
Non vuoi fermarti. Sei giovane, libero, in solitario, potresti andare ovunque – ed è proprio questo il punto. Non vuoi andare da nessuna parte. Vuoi solo continuare a correre, dilatando questo meraviglioso momento, questo incredibile viaggio più che puoi.
Ogni uomo è un viaggiatore, lo sai bene, nessuno ha radici scavate nel terreno. La tua anima è pronta per il viaggio – la tua famiglia, i tuoi amici, quelli che ami sono al sicuro nel tuo cuore, appesi alle pareti come fotografie incorniciate – non sei più legato a loro. Sei unico, e intero. Hai meraviglie, dentro di te, questa intera, infinita strada, e tutto ciò che ti circonda, e il cielo sconfinato vivono in te.
 
Ma gli uccelli estivi sono volati via, rabbrividisci per una brezza fredda, il tettuccio della macchina è chiuso. È ora di scegliere un'uscita, prendere una decisione, fermarsi da qualche parte.
Ti sposti sulla corsia di destra. L'uscita si avvicina, lo vedi, quel curioso, sgraziato arto che si protende verso gli alberi e le città e i confini. È ora di prenderla, lo sai.
Ma lo è davvero?
È veramente ora di conformarsi alle regole degli uomini, di stringersi in convenzioni asfissianti, di appassire in un giardino troppo curato?
La tua anima è troppo affamata per questo. Troppo curiosa di fare esperienze, di vedere, provare, assaggiare. Potrebbe essere pericoloso, sicuramente non convenzionale. Ma, oh! Sei nel pieno della tua giovinezza, sei una fiamma in fiore, questa è l'ora di correre il rischio, di lasciar andare le certezze!
Nulla è fisso, tutto scorre.
L'estate è finita.
La strada no.
 
 
Allons! The road is before us!







 
Un mese in America e una notte insonne, per colpa del fuso orario. Questo è quel che è uscito fuori. 
Spero abbiate apprezzato.
Cheers!
-Clock
 
  
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