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Autore: _Sherazade_    25/08/2015    1 recensioni
C'era una volta, in un regno tanto lontano, un re solitario, tanto temuto quanto rispettato.
Attorno a questo re si erano create tante dicerie, dato il suo volontario "esilio".
Si diceva che questo re potesse controllore gli scorpioni, e che lui li mandasse in giro per i villaggi per punire i malfattori che non rispettavano la legge.
La nostra storia però non parlerà di questo re, ma di uno de suoi sudditi: il piccolo Antares, lo scorpioncino che si innamorerà di una fanciulla, e che farà di tutto per poter conquistare il suo amore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XIII



- Finalmente ci incontriamo, Rea. - la piccola fata fece un inchino mentre svolazzava davanti alla giovane. Cal liberò Rea dall'abbraccio, e la ragazza si avvicinò alla creatura che le stava di fronte.- Io sono la Fata della Terra. - A Rea quella voce pareva familiare, eppure non aveva mai incontrato alcuna fata. Aveva sempre creduto che quelle creature piccoline, dalle fattezze umane, non esistessero nemmeno. Non riusciva a credere a ciò che aveva di fronte.
- Perdonatemi, la vostra voce mi è familiare, ma non riesco a ricordare dove...
- Ti avevo detto di fidarti delle tue sensazioni, ricordi? È passato del tempo, ma non credo tu abbia dimenticato... - Rea cercò di ricordare, e quelle parole avevano infatti riportato alla memoria un ricordo, che a lei però era sempre sembrato solo un sogno. Era successo la prima volta che aveva parlato con Antares dopo essere giunta al castello. Prima di coricarsi sentì una risata e delle parole. Parole dolci e che la spronavano a fidarsi del proprio cuore.
- Eravate voi dunque...
- Sì, e ho sempre sperato di poter vedere questo momento. Ce ne è voluta per farti seguire il mio consiglio, ma finalmente ce l'hai fatta. - disse la fatina sorridendole. Cal, che fino a quel momento era rimasto silenzioso al suo fianco, si fece avanti e si inchinò dinnanzi alla fata.
- Grazie per tutto quanto, amica mia. - disse Cal rivolgendosi alla fata, che gli sorrise.
- Alla fine avete fatto tutto quanto con le vostre sole forze. Non devi ringraziarmi. Ammetto che per un momento ho temuto che poteste non farcela, ma alla fine, mio caro, sei stato in grado di spingerla a dire la verità.
- Ma voi due vi conoscete? Di cosa state parlando? Io non riesco a capire - Rea posava il suo sguardo prima sull'uomo e poi sulla fata. Ma nessuno dei due rispondeva. Arrivarono anche Girtab e Shaula. - Qualcuno può dirmi che sta succedendo? - chiese sempre più spazientita. Avrebbe voluto mantenere una certa calma, ma sentiva che tutti quanti le avevano nascosto qualcosa, qualcosa di molto importante. Nessuno però sembrava voler parlare. - Shaula, Girtab, almeno voi... - li pregò Rea.
- Antares, forse è il caso che sia tu a spiegarglielo.
Rea voltò di scatto la testa, aspettandosi di vedere il suo amato Re Scorpione, ma non lo vide. Rea si guardò attorno, ma Antares non arrivava, si voltò allora verso Shaula, la quale aveva lo sguardo posato su Cal.
- Non... può... essere. - si portò le mani alla bocca. Cal non poteva essere Antares.
- Rea, perdonami se ti ho mentito. - disse Cal, o meglio, Antares, confermando quello che la giovane stava pensando. Lui si avvicinò, ma lei fece un passo indietro, rifiutando la mano che lui la stava tendendo.
- Come... e soprattutto, perché? Perché mentirmi e mettere in scena questa farsa? - Rea era arrabbiata e delusa. Come avevano potuto farle credere a tutta quell'immensa bugia? Come aveva potuto lui mentirle, lui che diceva tanto di amarla? Ma soprattutto, come aveva potuto lei non notare le somiglianze fra Antares e Cal?
Lo stesso sguardo dolce, i modi di fare, le premure che Antares le aveva sempre mostrato, erano le stesse che aveva avuto nei suoi riguardi anche vestendo i panni di Cal.
- Mi avete tutti mentito! - Rea disse quelle parole con disprezzo. Era come se tutti quanti avessero tradito la sua fiducia.
- Rea, io ero così demoralizzato per il tuo rifiuto e il tuo allontanamento da me, che alla fine ho chiesto aiuto all'unica persona che forse avrebbe potuto aiutarmi.- disse volgendo lo sguardo verso la Fata della Terra. - Io ho sempre saputo che dietro al tuo rifiuto c'era dell'altro, sentivo di essere ricambiato, ma non capivo il perché tu ancora non mi volessi. Ero a pezzi dopo il nostro rientro, e quando mi ritrovai da solo nella sala del trono quella sera, la chiamai, e lei mi offrì il suo aiuto.
Per stare insieme ero disposto a qualunque sacrificio, anche dare la mia vita se necessario.
- Che vuoi dire? - chiese lei.
- Se tu non gli avessi confessato i tuoi sentimenti, o se ti fossi innamorata della sua nuova forma, senza sapere chi lui fosse, Antares avrebbe perso la vita. - quelle parole pronunciate dalla fata, furono come un pugnale trafitto nel petto per la povera Rea. Stava realizzando in quel momento di aver quasi perso il suo amato Antares.
Con rabbia Rea si scagliò contro di lui, dandogli uno schiaffo e cominciando a battergli i pugni sul petto.
- Stupido! Sei un stupido Antares! - cominciò a singhiozzare e si fermò. Lo guardò, e lui poté cogliere tutta la sua paura. Lei non aveva saputo fino a quel momento quanto era stata vicina dal perderlo, e quella scoperta l'aveva sconvolta. - Non hai pensato alle conseguenze delle tue azioni? Se le cose fossero andate male, io... senza te che avrei fatto? - Antares la abbracciò, nonostante lei avesse provato a resistergli.
- Non mi hai lasciato altra scelta. In che altro modo avrei potuto farti dire quello che provavi? Continuavi a respingermi, e io ero terrorizzato da quel muro invalicabile che avevi eretto fra noi. - Rea si morse il labbro nel sentire le sue parole. Sapeva che quella sua scelta avrebbe portato a grandi sofferenze per entrambi, ma non avrebbe potuto immaginare che lui avrebbe rischiato così tanto per lei.
- Non credere che per me sia stato facile. - disse lei con voce spezzata dai singhiozzi che stava cercando di reprimere. - Ti ho respinto solo perché per noi non sarebbe stato possibile sperare in un futuro normale. Siamo troppo diversi... Ma non pensare, non credere mai che io voglia stare lontana da te. In questi giorni ho sentito la tua mancanza e... ogni giorno mi chiedevo come stessi trascorrendo le tue giornate. Se stessi bene e se mi avessi pensata, anche solo un poco. - Rea stava tremando, e Antares la strinse ancora più forte a sé, accarezzandole dolcemente la testa.
- Mia cara, dolce Rea. Valeva la pena rischiare per sentirti dire che anche tu mi ami. Volevo solo spingerti ad aprire finalmente il tuo cuore senza più paura. Più di una volta avrei voluto dirti che ero io, ma non potevo, avevo promesso di non farlo. Erano le condizioni. - sospirò Antares, mentre le spiegava quanto anche lui fosse stato in difficoltà durante la sua trasformazione. - Io, però, per la prima volta, potevo starti vicino come essere umano. Ti avrei voluta tutta per me, avrei voluto potermi comportare come un qualsiasi uomo innamorato. - Antares arrossì, e Rea, vedendolo così indifeso e tenero, gli sorrise. Lui le accarezzò tremando i capelli che le incorniciavano il viso - Ora però, mia adorata, non devi più nascondermi nulla, e promettimi che rimarrai con me.
Rea era molto incerta su cosa dirgli. Lui le aveva mentito, e l'aveva corteggiata sotto mentite spoglie. Però tutte le sue azioni erano state mosse dal fatto che era stata lei per prima a nascondergli la verità. Se lui aveva agito in quella maniera, era solo per poter arrivare al suo cuore. Nonostante tutto, era sempre il suo Antares, e non importava più nulla, se non il fatto che si amavano.
- Solo a una condizione, Antares.
- Questo significa che mi hai perdonato per averti mentito e nascosto tutto questo?
- Tu mi hai perdonato per non averti mai detto quanto profondamente io ti ami? - Rea sorrise, mentre Antares le annuiva contento.
- Dunque, quali sono le tue condizioni? - le chiese Antares con la gioia che aveva illuminato il suo volto.
- Solo se mi prometti di restare con me per sempre e di non nascondermi più la verità. - Antares l'abbracciò e la baciò. Antares e Rea erano finalmente felici e liberi. Anche Shaula e Girtab, testimoni silenziosi di quelle dichiarazioni, erano contenti.
- Mi spiace interrompere questo lieto momento...
- Perdonatemi, Fata della Terra. - disse Rea, facendole un inchino. - Se io e Antares ora siamo finalmente felici, lo dobbiamo solo al vostro aiuto.
- Oh, così mi fate arrossire. - rise lei.
- Ora riporterete Antares alla sua forma originale? - chiese Rea. Antares si sorprese di quella domanda, dato che sapeva oramai che l'unico motivo che aveva spinto la sua adorata a respingerlo, era la sua reale forma. Non perché a lei non piacesse, ma per le ragione legate alla loro natura, di umana e di scorpione.
- Ma Rea, se io tornassi ad essere uno scorpione, noi due non...
- Va bene così Antares, sarò comunque la tua regina, no? - lui la abbracciò e la riempì di baci, fino a che la fata non si schiarì la voce per farlo smettere. Lui si scusò cercando di sopprimere una risatina.
- Cara Rea, se vuole Antares può mantenere questo aspetto. Resta comunque il re degli scorpioni.
- No, non posso chiedergli un sacrificio del genere. Che ne sarebbe del sogno di Sargas? - Antares prese le mani di lei e con dolcezza le disse quello che sentiva.
- Rea, non importa con quale aspetto io cerchi di portare avanti il suo sogno. L'importante è provarci. Insieme. - Nella sua voce si sentiva la grande emozione che provava nel dire quelle parole. - Fino ad oggi non mi son mai sentito un vero re, ma solo un principe che aspettava l'arrivo della sua adorata principessa. Della sua amatissima regina. Tu mi stai rendendo un re migliore, mia amata. Insieme porteremo avanti il sogno di Sargas, e credimi quando ti dico che ce la faremo. - Rea sorrise al suo Antares. Shaula stava piangendo a dirotto, mentre Girtab cercava di consolarla.
- Adoro i lieti fine. - disse singhiozzando la fatina. - Dunque, se è questo ciò che desiderate, sarò ben lieta di rendere questo incantesimo permanente. Vi auguro ogni felicità, miei cari. - in coro, Antares e Rea, la ringraziarono.
- Senza di voi nulla sarebbe stato possibile, io avrei continuato a tenere per me i miei sentimenti, - disse Rea, e nella sua voce vi era una nota di imbarazzo, - e avrei ancora tenuto a distanza il mio adorato Antares.
Antares baciò la mano di Rea e rivolse i suoi ringraziamenti alla fata per aver reso possibile la loro unione.
- Miei cari, sono così felice che voglio farvi un altro dono! - disse così la fata, con gli occhi che brillavano dalla gioia. - Ora che Antares è umano voi potrete stare insieme come una normale coppia, ma se dovrete portare a termine il sogno di Sargas sarete molto impegnati, troppo. Non mi sembrerebbe giusto privarvi di altro tempo prezioso. - si imbronciò leggermente dopo aver pronunciato quelle parole. Antares prese la parola anche per Rea, certo che avrebbe approvato anche lei quanto lui stava per dire.
- A noi però va bene così. Non ci sono problemi. Erano i nostri programmi già da molto tempo. È la nostra missione.
- Non avrei saputo esprimere meglio di Antares quanto ha appena detto. Questa esperienza sarà meravigliosa e inoltre faremo insieme questo viaggio, per cui non sarà proprio una perdita di tempo. - La fata non era per nulla d'accordo con i due innamorati.
- Io però posso fare in modo che tutti possano andare d'accordo fra loro. In tutto il mondo, io potrei ricreare il legame perduto fra uomini e animali. Certo richiederà un bel po' d'energia, ma posso farcela. Dovete solo chiedermelo. - La fata sorrise, in attesa che i due giovani le dessero una risposta. Bastò uno sguardo fra loro due, per capirsi a vicenda.
Antares e Rea erano sempre andati d'accordo, e c'era sempre stata una tale sintonia, che le parole a volte non servivano nemmeno. Rea annuì, e Antares si rivolse alla fata che gentilmente si era offerta di realizzare quel grandissimo sogno attorno al quale si erano succedute così tante vicende che ci sarebbe voluto un libro per poterle narrare al meglio.
- Mia cara e vecchia amica. Siamo onorati del tuo aiuto e del tuo supporto, ma non possiamo accettare questa tua proposta.
- E perché mai?! - chiese la fatina sull'orlo del pianto.
- Perché non sarebbe giusto. - rispose Rea.
- Sarebbe bello poter far esaudire qualunque nostro desiderio senza alcuno sforzo, ma per alcune cose bisogna lottare, e darsi da fare ogni giorno per riuscire ad ottenere dei risultati. Sono certo che Sargas sarebbe d'accordo con le mie parole. Lui credeva nel suo sogno, e per questo siamo noi a doverlo far realizzare, e non la magia. - Rea e Antares si tennero stretti per mano, come a voler rendere la loro decisione ancora più solida.
- Come son fiera di te, piccolo mio. - disse Shaula fra i singhiozzi.
La fata sorrise, e annuì con la testa.
- Capisco, e rispetto la vostra decisione. - Rea e Antares, sorridendo, si scambiarono una dolce occhiata. - Vi auguro ogni felicità, ma non temete, perché tornerò presto. Ci rivedremo per il vostro matrimonio, che sono certa non tarderà nell'essere celebrato. - con quelle parole, la Fata della Terra, sparì inondando di luce l'intera stanza.


La Fata della Terra fece ritorno nel mondo incantato dal quale proveniva, dove ad aspettarla c'erano le sue fate compagne.
Non appena raggiunse le sue amiche, venne riempita di domande. Quello che aveva portato a termine era un compito molto importante.
- Bentornata, piccola Gaia.
- Divina Iris! - Iris era la divinità che vegliava su quel luogo e su molti altri. Era una divinità dotata di gran cuore e amore rivolto verso tutte le creature.
- Hai fatto un ottimo lavoro con quei giovani. Ti faccio i miei complimenti, abbiamo visto giusto anche questa volta. - la dea le sorrise, e la piccola fata arrossì per i complimenti.
- Io però sono dell'idea che non avremmo dovuto metterli alla prova, ma aiutarli davvero con il progetto di Sargas. - si azzardò a dire la fata. La dea non si scompose, e prese in disparte Gaia.
Nonostante la curiosità, le altre fatine non si avvicinarono, temendo di poter essere riprese dalla dea. Per questioni serie la divina Iris, non ammetteva interruzioni.
- Gaia, sei ancora giovane come fata, e hai ancora così tanto da imparare. Quei due ragazzi dovevamo metterli alla prova per capire se erano davvero degni del dono che avevamo loro fatto. Antares ha sempre cercato di farcela con le sue sole forze, aiutato dagli amici e dalla madre, ma sfruttando unicamente le forze terrene, e non la magia. - la dea si sedette nel bel prato verde che costeggiava il laghetto vicino al tempio nel quale viveva.
- Antares ti ha chiesto aiuto quando aveva capito di non riuscire a fare quel passo in più. Sapeva che uno dei loro limiti, se non addirittura l'unico, era la loro natura, quella di scorpione e quella di umana. Lui ha fatto bene in quella circostanza a chiederti una mano. Ma non per il sogno di Sargas. Quei due sono certi di potercela fare con le loro sole forze. Loro vogliono, - Iris mise tutta la sua enfasi in quell'ultima parola, - farcela con le loro forze. La magia deve essere solo un piccolo aiuto, quella piccola spinta, ma non il motivo di riuscita. Loro sanno che se fosse la magia a far avverare quel sogno, sarebbe solo una costrizione nei confronti degli altri, e non il vero desiderio degli uomini di andare oltre a quel muro che tiene ora lontani animali e umani. Capisci ora? - La dolcezza con cui la dea aveva cercato di spiegare alla fatina il perché aveva dovuto proporre ad Antares e Rea di realizzare il grande sogno di Sargas, riuscì a sortire l'effetto sperato. La fatina finalmente capì le intenzioni della divina Iris.
Se i due giovani si fossero accontentati di veder realizzato, senza alcun impegno, quello che era il loro obiettivo, la loro missione, oltre il poter stare insieme, avrebbero dimostrato di non essere poi così puri di cuore.
- Perché non me lo avete detto prima? - chiese allora la piccola Gaia.
- Perché avresti dovuto arrivarci da sola. - la piccola Gaia sembrò rattristarsi a quelle parole. Come se avesse fallito, ma la dea la consolò. - Cara, piccola Gaia. Hai fatto grandissimi progressi, e sei riuscita in questa importante missione che è durata parecchi anni. Hai vegliato prima su Sargas, e in seguito anche su Rea e Antares. Ma non solo, hai sempre avuto un occhio vigile, cercando di aiutare chiunque fosse in difficoltà. Non direttamente hai aiutato gli altri, ma hai fatto in modo che le brave persone trovassero qualcuno che potesse dare loro un aiuto. Ad esempio hai spesso aiutato Rea a trovare le creature in difficoltà, in modo che lei le potesse aiutare. Tu hai fatto incontrare Rea ed Antares, e sebbene nel libro del destino il loro incontro era già scritto, sei stata tu a metterli l'uno sul cammino dell'altra - il dolce sorriso di Iris fece illuminare il volto della piccola Gaia. - Io sono davvero molto fiera di te. Certo, devi ancora crescere, voi fate godete di una vita estremamente lunga, e la vostra crescita è altresì rallentata. Sei ancora così giovane, ma hai già molte esperienze alle spalle. Devi essere orgogliosa per tutto quello che hai fatto fino ad oggi. - La fatina era così commossa a quelle parole che pianse e abbracciò la sorridente Iris.
- Asciugati le lacrime e sorridi. Raggiungi le tue amiche, che hanno ancora molto da chiederti e divertiti assieme a loro. - la dea si allontanò, mentre Gaia e le sue amiche presero parte a una piccola festa che avevano organizzato per il ritorno della fatina dal suo grande incarico.


Dopo che la fata li lasciò, i due innamorati decisero di non perdere tempo, avevano aspettato anche fin troppo, e fissarono il giorno delle tanto sospirate nozze.
I primi giorni dopo l'annuncio del matrimonio, e anche la spiegazione data al popolo degli scorpioni di quanto era accaduto, aveva lasciato loro senza parole. Molti erano scettici riguardo il cambiamento subito dal loro sovrano, ma ben presto si dovettero ricredere.
Antares era sempre lo stesso, aveva solo un aspetto differente, ma il cuore, quello era rimasto il medesimo.
I due giovani stavano per coronare il loro sogno d'amore, e volevano condividere con chiunque la loro immensa felicità.
Passarono quei giorni che precedevano il matrimonio sempre insieme, raccontandosi storie, o passeggiando nel cortile del castello. Antares rivelò a Rea che in realtà il suo sogno, era sempre stato quello di giungere a quel tanto sospirato momento. L'amore che c'era fra i due non era più ostacolato dalla loro natura diversa, finalmente erano liberi di stare insieme.
Rea si era abituata al vecchio aspetto del suo amato Antares, ma in forma umana potevano veramente sentirsi uniti più che mai.
- Farò un po' di fatica ad abituarmi a questo tuo nuovo aspetto. Del resto io ho cominciato ad amarti come scorpione.
- Non mi dirai che rimpiangi il mio vecchio aspetto? - Rea sorrise.
- Un po', ma non posso dire che così tu non mi piaccia. - lo baciò sulla guancia, e lui di rimando la abbracciò teneramente. - I tuoi occhi però son gli stessi. Son gli stessi occhi dolci del mio amato re Scorpione. Non importa quale che sia il tuo aspetto, Antares è sempre Antares.
Antares baciò Rea, e la prese in braccio, portandola nel giardino dove aveva fatto allestire il gazebo per la loro cerimonia nuziale.
Con le lacrime di gioia, lei lo ringraziò, emozionata e innamorata come non mai.


Nel mondo di Antares e Rea, era giunto il giorno tanto atteso: il matrimonio del principe Scorpione e della sua amata.
Shaula aveva aiutato Rea a prepararsi, come sempre aiutata dalle sue infaticabili assistenti, e il risultato lasciò senza fiato Antares che non riuscì quasi a parlare per parecchi minuti.
La giovane era davvero splendida, coi capelli sciolti e una corona di fiori in testa. Il vestito avorio corsettato dalla gonna vaporosa, la rendevano un poco impacciata nei movimenti, ma alla fine la giovane si abituò.
Lei era raggiante, e lui era, come sempre, innamorato perso di lei.
Girtab, dal canto suo, aveva aiutato lo sposo trepidante, nella sua preparazione. Rea era arrossita immediatamente vedendo il suo amato Antares con quei bei vestiti di seta pregiata.
Entrambi gli abiti erano stati fatti utilizzando le preziose stoffe che Plutone gli aveva regalato tempo prima, subito dopo la cattura di Nib, come piccola ricompensa per quello che avevano fatto e come segno di amicizia.
Accorsero dai villaggi vecchi e nuovi amici: Chrono, assieme ai fratelli Altarf e Tegmine, Graffias, le tante guardie e gli abitanti dei rispettivi villaggi. Persino Plutone il mercante riuscì a unirsi ai festeggiamenti, portando come dono un ricordo dal suo paese lontano.
Era una rara reliquia del suo paese, una tavola di legno intagliata.
Raccontava la storia di una donna che si innamorò di uno dei grandi lupi antichi che vegliavano sul mondo.
Dopo molte difficoltà, avevano anche loro potuto coronare il loro sogno d'amore, e così lei divenne lupo per poter trascorrere il resto della sua vita accanto al suo amato.
Quella storia fece commuovere i freschi sposi, rivedendo in quella coppia anche loro stessi. Ringraziarono calorosamente Plutone per lo splendido regalo che prontamente venne fatto appendere nella grande sala.
Anche quella storia meritava di essere raccontata e ricordata. Non solo Sargas aveva creduto in quel sogno, ma altri prima di lui, e altri ancora sarebbero venuti dopo di loro.


Giunsero anche i capi villaggio che Antares e Rea avevano conosciuto durante i mesi di viaggio.
Inaspettatamente giunsero anche alcuni dei capi che non avevano voluto nemmeno incontrare Antares, gli stessi che non avevano neppure lasciato Rea finire il proprio racconto, scacciandola dalle loro terre. Fu solo dopo aver parlato con alcuni amici dei villaggi adiacenti che capirono di aver commesso un errore, ed erano ansiosi già da tempo di porre rimedio al torto fatto. Giunta la notizia dell'imminente matrimonio, si fecero coraggio e si misero in viaggio per raggiungere il castello di Antares e porgere, oltre alle congratulazioni, le proprie scuse per la cecità mostrata in passato.
La sorpresa dei giovani sposi fu enorme, e accolsero con gioia gli ultimi arrivati.
Il castello era gremito di gente, e non solo.
Oltre agli umani, anche alcune creature del mondo animale che avevano deciso di prendere parte al lieto evento. Quella era la prima volta che altri animali, oltre agli scorpioni, si mostravano aperti all'intera comunità umana della valle.
Rea non si sorprese affatto nel vedere una vecchia conoscenza.
Fu lei stessa a chiedere ad Alpherg di partecipare al suo matrimonio pochi giorni prima, chiedendogli se poteva risalire il fiume e raggiungere il castello percorrendo il torrente che passava all'interno della tenuta.
Il matrimonio che si sarebbe celebrato all'aperto, avrebbe permesso anche ai pesci di potervi assistere.
Rea non aveva scordato le parole che Matar le aveva rivolto quando si erano incontrati. Non era giunta al lago solo per recapitare l'invito, ma anche per ringraziare l'amico per averla salvata quel lontano giorno.
Il pesce era rimasto molto sorpreso nel vederla, e appresa la notizia di quanto era accaduto, gioì con lei accettando volentieri l'invito, promettendole che avrebbe fatto di tutto per convincere anche Matar a partecipare, dato che era già stato invitato dalla ragazza. Il cavallo, tuttavia, aveva rifiutato di partecipare.
Alpherg aveva detto a Rea che Matar era terribilmente testardo, ma che ci teneva a lei, e che lui stesso avrebbe fatto quanto in suo potere per convincerlo.
E come promesso, quel giorno, Matar e alcuni dei suoi amici, giunsero al palazzo di Antares, porgendo dei fiori a una sorridente Rea.
- Sono davvero felice di vederti, Matar. E sono anche contenta di poter conoscere i tuoi amici. - Matar non fu di molte parole, ma in compenso, i suoi amici, fecero subito amicizia con Rea.
Matar sembrava in imbarazzo, ma riuscì comunque a scambiare qualche parola da solo con Rea.
- Sei ancora in tempo. Se lo volessi non avresti che da chiederlo, e io ti porterei via con me. - Rea però scosse la testa.
-Caro Matar, vorrei poterti accontentare, ma è questo il mio posto. È qui che c'è il mio cuore. Tu e la tua famiglia sarete sempre i benvenuti, la tua amicizia mi sarà sempre cara. Hai fatto molto per me, e io te ne sarò per sempre riconoscente.
Il cavallo appoggiò la fronte contro quella di Rea, sussurrandole che lei avrebbe avuto per sempre un posto nel suo cuore.
Quando giunse anche Antares, Matar gli fece le sue congratulazioni, scambiando i consueti sguardi d'intesa, quindi si riunì al suo gruppo, mentre i festeggiamenti continuavano.
A un certo punto, fece ritorno nel palazzo anche la Fata della Terra per benedire i novelli sposi.
- Ho un dono per voi. - disse lei sorridendo allegramente.
Rea e Antares si affrettarono a ringraziarla, dicendole anche che non era necessario, dato tutto quello che aveva già fatto per loro, ma la fatina non volle sentire ragioni e porse agli sposi un pacchetto.
Antares lo aprì: era un libro con la copertina rigida in cuoio, sulla quale era stata incisa l'effige di uno scorpione, e il profilo di una fanciulla.
Aprì il libro, ma le pagine erano bianche.
Antares e Rea si guardarono stupiti.
- Questo libro lo dovrete riempire voi. È la vostra storia quella che dovrete andare ad inserire, così che anche le generazioni a venire possano prendere esempio dalla vostra meravigliosa esperienza e dal vostro grande amore. Possiate essere felici e vivere una vita meravigliosa.
Con quelle dolci parole, la fatina se ne andò come sempre, avvolta da una luce meravigliosa, che a Rea parve ancora più meravigliosa di quanto non ricordasse.


- Grazie a tutti voi per essere giunti al castello per festeggiare le nostre nozze. - disse Rea, rivolgendosi ai loro ospiti. La giornata era trascorsa molto bene, animali e umani erano riusciti a passare insieme tutto il tempo e sembrava che nessuno di essi avesse vissuto male quell'esperienza. Antares e Rea ne erano rimasti molto compiaciuti e volevano concludere la serata al meglio dato che presto sarebbero andati a dormire. - Non potete immaginare quanto io sia felice di vedervi tutti qui riuniti per festeggiare assieme a noi il raggiungimento di questo sogno. - gli applausi, i fischi, o i versi degli animali, risposero gioiosi alla nuova regina. Rea non la smetteva più di ringraziare, e Antares prese il suo posto e con esso la parola.
- Grazie anche da parte mia. Io e Rea non potremmo essere più lieti, e dobbiamo ringraziare voi tutti, perché ognuno, nel suo piccolo, ha fatto qualcosa per noi nel corso della nostra vita, rendendoci migliori di giorno in giorno. Oramai tutto conoscono la nostra storia, il nostro non è stato un amore semplice, ma anzi, per poter essere qui oggi ne abbiamo passate tante, e il nostro cammino non è che all'inizio. Oggi il nostro sogno di stare insieme è stato finalmente coronato, e questo è il meraviglioso preludio a un sogno più grande: l'unione tra gli uomini e le creature. Io e Rea vogliamo ancora vedere realizzato il sogno di Sargas, e presto ci rimetteremo in cammino, nella speranza di riunire anche gli altri villaggi della valle. Noi siamo convinti che questo possa realizzarsi, ma dobbiamo impegnarci tutti per la sua riuscita. Non sarà una cosa che si realizzerà da sola, ma richiederà l'impegno di ognuno di noi. Spero che condividiate il nostro pensiero e che vi unirete a noi per la sua riuscita.
Inaspettatamente il primo a dare segni di assenso fu proprio Matar, ben noto fra gli animali per essere sempre stato contrario al quel sogno e a qualunque contatto con gli uomini, eccezione fatta ovviamente per Rea. Il cavallo cominciò a battere rumorosamente gli zoccoli a terra come segno di approvazione, e poco dopo a lui si unirono anche i suoi compagni equini.
Graffias fu il primo umano a dare il proprio assenso e lentamente tutti gli invitati fecero sentire tutto il loro appoggio al re e alla regina con applausi e grida festose.
Di fronte a un tale miracolo, Antares si inchinò davanti a Rea e prese le sue mani fra le sue.
- Grazie, mia dolce regina, per aver reso possibile tutto questo, con il tuo amore e il tuo immancabile sostegno. Ma soprattutto, grazie per essere diventata mia. Prometto che ti renderò felice, e ogni giorno resterò al tuo fianco. Ammetto che spesso sono stati i consigli di mia madre e di Girtab ad aiutarmi, ma di giorno in giorno ho potuto maturare, solo per poterti finalmente raggiungere. Il mio cuore ti appartiene, oggi come ieri e da qui all'eternità! - con le lacrime agli occhi, i due si strinsero.
Antares e Rea avrebbero dato inizio ad un nuovo futuro, pur sapendo che il loro sarebbe stato un cammino pieno di difficoltà. Erano certi che se si fossero fidati l'uno dell'altra avrebbero potuto superare ogni ostacolo.


Pochi giorni dopo, la novella coppia di sposi ripartì con un piccolo seguito di uomini e animali.
Non fu facile, con alcuni abitanti dovettero riprovare più volte, con alcuni impiegarono anni, ricevendo insulti, venendo accusati di stregoneria e altri misfatti.
L'amore però che Rea e Antares provavano l'uno per l'altra, e l'affetto col quale il loro seguito li sosteneva, riuscì a far breccia nel cuore di coloro che ancora dubitavano nel sogno di Sargas, e alla fine anche la valle si riunì sotto lo stendardo dello scorpione.
Tra vittorie, felicità, dolori e fatiche, la vita di quella dolce coppia venne allietata, un bel giorno, dalla nascita di due gemellini: Wei e Dshubba.
Il che diede alla coppia una buona ragione per anticipare la festa ricorrente che veniva data al palazzo di Antares.
Come il buon re aveva promesso, ogni anno venivano date sontuose feste, alle quali venivano invitati tutti i loro amici, vecchi e nuovi.
Antares, Rea e i loro amati figli vissero una vita serena, fatta di viaggi, nuovi amici e del loro incessante amore.
I due sovrani avevano trasmesso agli amati figli il loro sogno, e sapevano che un giorno, anche loro avrebbero continuato a inseguire quel desiderio che il buon Sargas aveva espresso molti anni prima. Espandendolo ben oltre il grande lago salato del Sud, oltre il quale, si diceva, esisteva un nuovo continente inesplorato.
- Non importa come, è solo una questione di quando, giusto mia regina?
- Se non saremo noi, saranno loro a portare avanti questo meraviglioso sogno. - Rea non aveva mai immaginato di poter essere così felice e così piena di speranza per il futuro.
- L'importante, mia adorata, è restare insieme.
- Per sempre, mio re.
I due innamorati fissarono l'orizzonte dal balcone della loro stanza, mentre l'alba di un nuovo giorno stava già per baciare la loro amata terra.

Fine

 
L'angolo di Shera ^o^

E con questo siamo giunti alla fine. Ringrazio calorosamente chi mi ha seguita, qui o sul mio blog ;)
L'ho detto più e più volte, e mi ripeterò ancora una volta, se non volete potete anche non leggermi XD.
Mi sorprendo ogni volta di come questa storia, che voleva essere una piccola e semplice one shot, sia diventata questo racconto di dodici capitoli. Non so come, ma di volta in volta ero tentata dal dare maggiori dettagli, dare determinati spazi a questo o quell'altro personaggio.

Ero stata anche tentata di dare ad Altarf e Tegmine un background familiare molto particolare, per dare una speranza in più ad Antares. Ebbene, una delle mie idee era quella di dare una storia simile a quella di Antares e Rea, ai nonni dei due fratelli, o di aggiungere un terzo fratello che, per amore, aveva scelto di mutare forma e di diventare lupo.
Questa storia mi ha dato davvero un sacco di spunti.
È forse il racconto che ho scritto meglio in assoluto, e sono già sotto con la revisione dell'intero testo.
Non per pubblicarlo qui, ma nella speranza, un giorno, di poter pubblicare una piccola raccolta di racconti.
Non sono una scrittrice eccelsa, ma ho fiducia nelle mie storie, specie in questa.

Adoro Antares e Rea, ma credo che il mio personaggio preferito sia Matar, come del resto lo è Silke in "In bilico fra i mondi", che tra parentesi, anche quello sarebbe da sistemare. Che volete, ho un debole per i personaggi secondari XD


Speravo di completare "l'opera" per fine Maggio, causa anche l'assenza del portatile la cosa è slittata, ma alla fine ce l'ho fatta ^o^.

Spero che questa storia vi sia piaciuta, se volete, commentate ;)
Non mordo di solito XD


 
Alla prossima ♥



Aggiornamento del 25/o8/2015
  
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