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Autore: DianYronwood    25/08/2015    0 recensioni
Un passo mi separa dal raggiungere il sole, dal bagnarmici dentro, dall'accettare la realtà che non sono io la creatura con più fuoco da dare di questo cielo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I am The Morrigan.'
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Alba dopo tramonto, per me non c'è giorno. C'è il calore del più grande fuoco. Lo vedo scomparire per poi spegnersi. Ritornerà, ma se fino all'altra sponda del Fiume, spengo la luce e lascio crescere. Tutto prende fuoco, tutto è ora parte di me. Io sono quel fuoco che illumina a giorno tutto quello che vedo. Il fuoco deve crescere, nutrirsi, devo nutrirmi. Tutto ciò che presto diventerà cenere è parte di me, io sono quell'incendio che divora intere valli.
Devo credere in qualcosa e credo in me stessa, nel cielo e nel calore che porto ovunque vada, ci sono io a portare la luce, la fiamma. Sono schiava del mio essere. Devo credere in qualcosa che si possa chiamare miracolo.
Tradita dalla notte, ho imparato ad amare l'Ombra. Essere il fuoco primordiale della vita non significa essere la luce, ma la rabbia, e dietro quegli immensi boschi vige un'ombra che cresce anche dentro di me .
Ed è per questo che ho bisogno di essere dall'altra parte, io voglio vivere in mezzo a questo pozzo di verde e blu, di cielo e terra.

Di corsa, come se nemmeno toccassi il muschio con i miei piedi di porcellana, danzavo tra le fronde degli alberi da cui cadevano cascate di luce, nulla di meno che un fiume di capelli colore del sangue che volavano come fossero ali di veloci falchi dalle penne dorate, messaggeri di coloro che vedono e guidano dall'alto tutto ciò che accadeva. Uno, due, tre passi di qua, altrettanti di là. Giravolte su me stessa fino a rimanere intricata nella mia chioma. Uno schiocco e sono in terra, a guardare quel dipinto meraviglioso che sono le foglie degli alberi cadute sulle nuvole.
Per la prima volta percepisco la sensazione di non essere sola, sento altre piccole fiaccole, deboli e spezzettate in migliaia di parti, piccoli fuocherelli che in confronto al mio non sono nulla, ma sono pur sempre qualcosa in questa foresta di eterne fiamme.
In punta di piedi, in silenzio e delicatamente , avanzo fino a dove la luce diventa tutt'una con quello che ho contro, sono ancora entro il fino d'ombra e i miei capelli volteggiano unendosi alle fiamme che ho attorno. Un passo mi separa dal raggiungere il sole, dal bagnarmici dentro, dall'accettare la realtà che non sono io la creatura con più fuoco da dare di questo cielo.

Ma due occhi grigi, saggi, da dietro una collina mi accolgono nella radura, sono incorniciati da eleganti rughe e capelli argentei, un individuo alto e coperto da una tunica candida, con un bastone al cui seguito si prestavano decine e decine di altri come lui, dal fuoco fragile, ma deciso a sopravvivere. Come me.
   
 
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