Anime & Manga > La leggenda di Arslan
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Autore: Eris_Kawa    26/08/2015    2 recensioni
[Arslan Senki]
[Narsus Centric]
Narsus era li, e non poteva far nulla, tranne che salvare Elam dai liberti.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il giovane non riusciva a dormire dalla morte del padre. Non era sua ambizione prendere il suo posto. Anzi, senza alcun dubbio avrebbe preferito morire prima del padre, solo per non succedergli. E invece quell'uomo era morto così, in un istante, pochi giorni prima della riunione nella capitale. E ora lui, suo figlio, era convocato al suo posto davanti al re. Era costretto a fare l'erede ad un uomo troppo occupato a servire il suo re per notare l'esistenza del figlio. Narsus sapeva che anche se quell'uomo era il suo vero padre, l'unica sua vera famiglia era formata dagli schiavi che lo avevano istruito. Quelle persone che nonostante fossero colte, erano solo dei bottini di guerra di suo padre. La coppia che più lo aveva aiutato avevano da qualche anno avuto un bambino, e per il giovane il piccolo era come un fratello. Non poteva farci nulla: parì per la capitale a malincuore. Ma prima, per la gente che lo aveva amato per davvero, decise di abolire la schiavitù nella sua terra. Era solo un piccolo gesto, rispetto a quello che quei ormai liberti avevano fatto per lui. Si, era la scelta giusta. Non aveva sbagliato. 
Era l'unica possibilità.

A Paras, il giovane di Dairam non era ben visto. Già aver liberato gli schiavi non lo metteva in buona luce davanti ai nobili, se poi si aggiungeva la richiesta assurda fatta al re Andragoras... Quando han visto che non tornava, già si spartivano le zone della terra senza padrone. Il giorno in cui tornò vittorioso, fu quasi maledetto dai grandi generali. Solo Daryuun fu suo amico. Era abituato, ormai solo il cavaliere nero conosceva il vero Narsus, e solo lui notava la grande astuzia del coetaneo. Lo aveva definito lui per primo come "stratega". Fin da quando erano piccoli, mentre Daryuun si allenava, Narsus passava il tempo a leggere. Se il cavliere fosse definito come "Braccio", allora l'amico era la "Mente"
Erano soli, contro tutti. 

Narsus, felice per la ricompensa ricevuta, ritornò dal suo popolo, pronto per vedere gli effetti della sua scelta. Non si aspettava di trovare distruzione, liberti aggressivi che lo attaccarono e il castello della proprietà in fiamme. Bloccati gli aggressori, lo stratega corse alla tenuta. Aveva sbagliato. Avrebbe dovuto emanare l'editto dopo il suo ritorno. Era stata questa la causa di tanto dolore. La fretta aveva distrutto tutto. Come la fretta avevano reso la capitale un rovo marcio, essa aveva distrutto Dairam. 
-Madre!- Gridò. -Padre!-
Cercava quelle persone che considerava la sua famiglia, Narsus. 
 -Elam!- Urlò. Almeno lui avrebbe salvato. Il loro figlio non aveva nessuna colpa. Il bimbo non aveva colpa. 
Narsus lo trovò, svenuto. Accanto a lui, i corpi carbonizzati di quelle persone che tanto amava. Erano solo loro due. 
Scappò. Se poteva salvare solo una persona da quella rivolta, allora sarebbe stato Elam, senza alcun dubbio. Si fece largo tra la folla di liberti e padroni , tenendo in una mano la spada, nell'altra il bambino. Lo lasciò andare solo quando, dopo aver trovato rifugio nella foresta, si addormentò.
- Mio signore Narsus!- Fu Elam stesso a svegliarlo, la mattina seguente. 
- Elam, stai bene?- Chiese tentando di mantenere la calma. Non avrebbe arrecato altro che paura al bambino. Ora doveva comportarsi come un padre.
-Si! Dove siamo? Mamma e papà dove sono?
- Ti hanno lasciato qui.- Mentì. Non poteva dirgli la verità. Sembrava non ricordare la rivolta degli schiavi liberati, e di certo lui non voleva ricordarglielo.-Per ricompersarmi per avergli dato la libertà, mi han dato te.
- Quindi sono uno schiavo?
- No, Elam. Tu sei libero. Sei libero di seguirmi o di andartene per la tua strada.
- Ma se me ne andassi sarei solo.- Elam era piccolo, ma non stupido. Sapeva che se se ne fosse andato,  sarebbe morto. E poi a lui Narsus piaceva come padrone. Aveva sempre trattato lui e la sua famiglia con rispetto, anche se erano schiavi.
Salirono sullla montagna assieme, senza un cavallo perchè Narsus, nella fuga, non ebbe tempo di prenderne uno. 
Trovarono una vecchia casa abbandonata, la sistemarono e poi il giovane andò nella città più vicina per comprare un paio di cavalli e scorte di cibo, grazie alla ricompensa ricevuta dal re, che aveva con se in un borsone. Erano si un peso, si disse nel viaggio per il ritorno a Dairam,  ma erano un buon allenamento, se tenute in spalla. Non pensava di certo che sarebbe stato utile averle per poter vivere da eremita.

Su quella montagna, Narsus decise di passare il tempo a immortalare gli splendidi paesaggi, mentre Elam si occupava della casa. Ormai quello era il loro destino.
 
Finalmente torno a scrivere! Ok, nessuno sentiva la mia mancanza.
Arslan senki, uno degli anime di guerra che mi piace di più. Non solo per la differenza tra i personaggi, che hanno tutti un carattere proprio e distinto. Ma anche i misteri e i segreti all'interno.
Di sicuro scriverò anche una storia su Narsus e Daryuun e una su Gieve. Perchè si, son tutti bimbi. Oh, anche su Falangina e una su Arslan, magari. E su Etoile. E.. E BASTA ERISU

Spero piaccia
Erisu
   
 
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