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Autore: Ormhaxan    26/08/2015    7 recensioni
"Voglio Willas, voglio Alto Giardino e i cagnolini e il vascello fluviale, e figli di nome Eddard, Bran e Rickon." [Cit. Sansa, Tempesta di Spade.]
Cosa sarebbe successo se, realizzati i piani dei Tyrell, Sansa avesse sposato l'erede di Alto Giardino?
Una AU! che narra l'incontro tra i due giovani, i primi timori, i demoni che entrambi si portano dentro il proprio animo, la gentilezza ritrovata nei compagni di vita più improbabili, l'amore che sboccia come una rosa selvaggia alla fine dell'Inverno.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Margaery Tyrell, Oberyn Martell, Sansa Stark, Willas Tyrell
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Marito. Sansa alzò lo sguardo verso la figura della Vecchia, simbolo di saggezza, i suoi occhi arrossati e gonfi splendettero alla luce della lanterna d’oro stretta nella sua mano rugosa.
Erano passati tre giorni dalla notizia delle Nozze Rosse, com’erano state ribattezzate nei Sette Regni, dal massacro che le aveva strappato l’ultimo fratello che le era rimasto e sua madre, Lady Catelyn: il primo lo aveva passato interamente a letto, senza mangiare e senza parlare con nessuno, il secondo si era costretta ad alzarsi e mangiare qualche boccone della zuppa che le sue dame le avevano portato, e il terzo lo aveva trascorso chiusa nel piccolo tempio di Alto Giardino a pregare La Madre piena di misericordia, la Vecchia simbolo di saggezza e il Padre simbolo di giustizia.
Giustizia…
Se ci fosse stata una giustizia nei Sette Regni e nel mondo suo fratello Robb le avrebbe portato la testa di Joffrey, vinto la guerra, e la sua famiglia sarebbe stata ancora viva. Invece erano tutti morti, lei era l’unica sopravvissuta, l’unica della sua stirpe.
Loro vogliono Grande Inverno, vogliono la mia dote, il mio diritto come erede di mio fratello. Ecco perché mi hanno data in sposa a Willas: loro sapevano, conoscevano i piani di Tywin Lannister, quello che sarebbe successo alle Torri Gemelle.
Sansa non poteva fidarsi di nessuno, non della gentile Elinor, non del cordiale Raymond, delle parole dei fratelli di Willas, di Willas stesso.
Era stata tutta una commedia da guitti, una farsa, il suo unico scopo era illuderla per sposarla con maggior facilità e poi metterla da parte, dimenticata dal mondo.
Per un attimo, mentre l’ombra dell’albero secolare accarezzava i loro corpi e Willas la baciava con dolcezza, aveva creduto di poter essere davvero felice ad Alto Giardino; aveva creduto alle sue belle parole, al suo volerla proteggere, aveva persino creduto che lui potesse amarla per quello che era e non per il suo nome.
“Sciocca ragazzina, sei solo una stupida, proprio come ripeteva sempre Joffrey!”

Eppure che altra scelta avrebbe avuto se non sposare Willas? Non poteva tornare ad Approdo del Re, Grande Inverno e tutta le sua famiglia non esistevano più, e l’unica scelta era rimanere e diventare la lady dell’Altopiano.
Con un po’ di fortuna Willas non l’avrebbe picchiata o umiliata, l’avrebbe trattata in modo decoroso, mostrata ai suoi sudditi come una di quelle belle bambole che suo padre le regalava quando era piccola.
Devo essere forte come la lady mia madre.
Guardò verso la porta del piccolo tempio, notando per la prima volta che la luce del sole aveva ceduto il posto a quella delle torce, realizzando che era tempo di tornare nei suoi appartamenti e prepararsi per la notte.


 
**



Willas osservava il pezzo di cervo nel suo piatto, distrattamente stava facendo rotolare con una forchetta una patata arrosto, e il suo sguardo fissava con aria assente un punto della sala grande mezza vuota.
Erano tre giorni che mangiava a fatica, dormiva con grandi difficoltà, e non faceva altro che pensare a Sansa: avrebbe potuto fare qualcosa per lei? Si sarebbe mai ripresa dalla morte degli ultimi cari che le erano rimasti? E, soprattutto, sarebbe stata ancora disposta a sposarlo?
Avevi promesso di proteggerla e hai fallito miseramente…
Sua nonna, Lady Olenna, aveva mandato un corvo ad Alto Giardino per informarlo dell’estraneità dei Tyrell nelle vicende riguardanti le Nozze Rosse, incitato ad anticipare quanto prima il matrimonio per paura di un ripensamento dei Lannister.
Con la morte di Robb Stark, Sansa era diventata l’erede di Grande Inverno, avrebbe avuto il nord in pugno, e l’avidità dei Lannister era troppa per farsi sfuggire dalle mani un’occasione così ghiotta; non sorprendevano, dunque, i loro piani falliti per farla sposare con Tyrion Lannister, il Folletto.
“No…” sentì sussurrare se stesso, la voce piena di rabbia, la mano stretta al bracciolo ligneo del suo scranno.
Con un movimento brusco spinse la sedia all’indietro, alzandosi con l’aiuto del bastone, e sceso barcollando dall’alta pedana si diresse verso l’uscita della sala: non sarebbe rimasto con le mani in mano, spettatore impotente degli avvenimenti, non sarebbe stato ancora una volta debole e inetto.
Dalla sala si spostò verso le scale che conducevano alle stanze private di Sansa, situate nella parte più alta del castello, molto più in alto di quelle di Willas: la vista delle ripide scale gli fece dolere anticipatamente la gamba malconcia, fu un anticipo dei dolori notturni che gli avrebbero fatto visita, eppure neanche quello lo avrebbe dissuaso dal salirle e andare a parlare faccia  a faccia con la sua futura sposa.

“Cugino, non credo sia un buon momento.” Disse con voce bassa Elinor, alle sue spalle la porta di legno dai cardini di ferro semichiusa oltre la quale si trovava la camera di Sansa.
“Le ho dato tre giorni, Elinor, tre giorni per stare da sola, pregare e riflettere. – ricordò piccato Willas – Ora è tempo per me di parlare con la mia futura sposa, e se lei si rifiuta di prendere parte ai pranzi e alle cene e starsene chiusa nelle sue stanza non ho altra scelta che questa.”
Elinor respirò pesantemente dal naso, ben conscia della delicata situazione, e suo malgrado annuì: “Lascia almeno che ti annunci, che Lady Sansa indossi qualcosa di più consono, che si metta a sua agio.”
Toccò a Willas annuire in risposta e stretta la presa attorno al manico argentato del bastone intarsiato di rose osservò sua cugina scomparire dietro la porta e attese.


La trovò seduta sul davanzale della sua finestra, gli dava le spalle, stava guardando – o semplicemente stava facendo finta di guardare? – il paesaggio esterno avvolto da un manto di semioscurità.
Indossava una leggera tunica lilla con ampie maniche, chiusa da lacci chiari sulla schiena, e i suoi lunghi capelli erano sciolti.
“Sansa…”
Girò il viso, mostrandogli gli occhi gonfi e arrossati, le guance rigare da calde lacrime e le labbra screpolate: il suo volto era una maschera di disperazione e immensa tristezza, così diverso da quello della ragazzina dalle gote arrossate che aveva baciato all’ombra di un albero secolare, e gli spezzava il cuore.
Non aveva alcun diritto di essere là, si disse, alcun diritto per starle davanti e avanzare qualsiasi tipo di pretesa; non aveva alcun diritto di compatirla, di pensare anche solo lontanamente di conoscere il dolore che stava provando, lui che non aveva mai perso un suo caro e aveva genitori e fratelli in perfetta salute.
“Perdonatemi, non sarei dovuto venire…”
“Sapete cosa hanno fatto a mia madre? – disse cogliendolo di sorpresa – E a mio fratello? Sapete quello che è successo, quello…” chiuse gli occhi e si coprì la bocca con le labbra per reprimere un singhiozzo.
Aye, lo so. – rispose con amarezza. Tutti conoscevano gli orrori delle Nozze Rosse, la testa di lupo che era stata cucita sul corpo del Giovane Lupo, il suo corpo e quello di sua madre gettati nel Tridente come quelli dei peggiori assassini – Sono stato informato e voglio che sappiate che nessun componente della casa Tyrell ha preso parte in questa barbara strage o sapeva delle intenzioni di Lord Fray, del tradimento di Roose Bolton, o della partecipazione di Tywin Lannister.”
“E perché mai dovrei credervi? – chiese in tono velenoso – Fareste di tutto pur di conquistare la mia fiducia e di conseguenza il nord: io ne sono la chiave, attraverso di me avrete Grande Inverno, avete bisogno di questa unione.”
“Io… - cosa avrebbe potuto dirle? Aveva ragione, ogni sua parola era veritiera, non poteva essere smentita. – Non so darvi un motivo, a ruoli invertiti neanche io crederei alle mie parole, ed è per questo che capirò e accetterò se vorrete annullare il matrimonio.”
Sansa sgranò gli occhi: “Come se questo fosse possibile! – esclamò – La vostra famiglia non lo permetterebbe mai, è tutto stabilito, il nostro futuro scritto.”
Aye, la mia famiglia non lo permetterebbe, ma non lascerò che la mia famiglia decida della mia vita. – disse in tono serio – Preferirei una vita di solitudine a una di miseria accanto ad una donna che proverà per sempre disprezzo per me. Preferirei mettervi su di una lettiga e spedirvi nella Valle da vostra zia, Lady Lysa, alle prime luci dell’alba piuttosto che mettervi di forza un anello al dito e legarvi in un unione che porterà solo miseria ad entrambi.”
“Ma la mia dote, Grande Inverno…”
“Ai Sette Inferi il nord e Grande Inverno! – esclamò furente, sbattendo con forza il bastone contro il pavimento di marmo, senza smettere di guardarla – Non ci sono neanche mai stato al nord, conosco la vostra terra solo grazie ai libri, e potrò fare a meno di boschi infestati da lupi e lord ostili che si prenderanno gioco di me.”

Sansa rimase in silenzio, contemplando le destabilizzanti parole che Willas le aveva appena detto, alle strade che si diramavano davanti a lei.
Non aveva mai conosciuto sua zia Lysa, molti sostenevano che fosse pazza, una donna di cui non ci si poteva fidare.
Aveva un solo figlio, il malaticcio Robert, un figlio a cui probabilmente sarebbe andata in sposa se avesse deciso di lasciare Alto Giardino e recarsi a Nido dell’Aquila, e se non fosse stato lui sarebbe stato qualche lord in cerca di potere, un alfiere dall’aspetto duro e anziano, un uomo molto più grande di lei che le avrebbe dato un paio di mocciosi ma non l’avrebbe mai resa felice.
“Non voglio andare a Nido dell’Aquila, - udì rispondere la sua voce -  non voglio che mi mandiate da mia zia, in un territorio a me sconosciuto e infestato da clan delle montagne e pantere ombra.”
“Vuol dire che resterete?”
Aye, resterò. – affermò scendendo dal davanzale – Forse me ne pentirò, forse questa decisione si rivelerà uno sbaglio, ma in questo momento mi sembra la cosa più saggia da fare.
Sono stata bene in questi dieci giorni, - proseguì – tutti sono molto gentili, mi trattano con rispetto e non mi maltrattano e voi siete migliore di tutti quei pomposi, arroganti e crudeli lord che ho conosciuto in questi anni.”
“Sono contento di udire queste parole, e per quello che possa valere voglio che sappiate che ho ancora intenzione di mantenere le promesse che vi ho fatto all’ombra dell’albero secolare, rendervi felice.”
“Willas…” i suoi occhi si riempirono nuovamente di lacrime.
“Sansa… - la prese tra le sue braccia, facendo persino cadere il bastone in terra, stringendola come meglio poteva nonostante il precario equilibrio – Presto sarete la signora dell’Altopiano, governerete il nord per diritto di nascita, e quando quel giorno arriverà raduneremo i vessilli, raccoglieremo ciò che è rimasto dell’esercito di vostro fratello, e schiacceremo i Lannister.”
“Ma la vostra famiglia, vostro padre…”
“Mio padre non sarà per sempre Lord di Alto Giardino, un giorno sarò io a rivestire quel titolo, e quando quel giorno arriverà vi porterò la testa di Joffrey e di ogni Lannister, Frey o Bolton che vi ha fatto soffrire.”
“Lo giurate?” chiese chiudendo una mano attorno al lembo del suo farsetto.
“Sugli dei antichi e nuovi.” Rispose un istante prima di baciarla.

 
 
**



Resta. Non lasciatemi sola.
Sansa aveva afferrato la manica del suo farsetto e, con capo chino, l’aveva pregato di restare con lei.
Agli occhi di Willas era sembrata una bambina, gli aveva ricordato sua sorella minore Margaery, la bambina terrorizzata dal buio e dai temporali che era solita sgusciare di soppiatto in camera sua e infilarsi sotto le coperte del suo letto.
Era così fragile, sembrava sul punto di rompersi in mille pezzi di vetro, e non aveva avuto il cuore di negare la sua supplica.
Rimasto sveglio tutta la notte, steso sopra le calde lenzuola del letto a baldacchino, l’aveva osservata dormire accoccolata a lui; l’aveva tenuta stretta tutta la notte, asciugando le lacrime che in sogno avevano rigato il suo viso, accarezzandole i lunghi capelli ramati sparsi sui cuscini per calmarla.
Era stato strano dormire con una donna tanto giovane, una ragazza diversa da sua sorella, era passato così tanto tempo da quando era stato intimo con una di loro che aveva dimenticato la sensazione e il calore di un corpo morbido e sinuoso schiacciato contro il suo.
Prima della caduta da cavallo, prima della gamba spezzata, era stato un partito molto ambito ma poi tutto era cambiato: ogni donna lo guadava con pietà, altre con disgusto e pietà, e lui non poteva sopportarlo.
Lui non sarebbe mai stato Garlan, non sarebbe mai stato Loras, l’aitante Ser Loras che aveva la capacità di far innamorare qualsiasi donna; lui era Willas lo storpio, sarebbe stato per sempre Willas lo storpio, non importava quanto i suoi occhi e i suoi tratti somatici fossero simili a quelli dei suoi fratelli minori.
E quando arriverà il momento anche lei ti compatirà e sarà disgustata alla vista del tuo ginocchio distrutto e della tua gamba piena di cicatrici.

Willas provò ad alzarsi dal letto senza svegliare la giovane, posò una sua mano sulla sua piccola spalla per liberarsi dalla sua presa, ma anche quel tentativo si rivelò inutile: Sansa si mosse, mugugnò infastidita, e con aria confusa aprì piano gli occhi e fissò perplessa Willas.
“L’alba è passata da ore, - le disse con calma – i miei servitori mi staranno cercando, ho delle questioni da sbrigare questa mattina.”
“Oh! – esclamò allontanandosi da lui e mettendosi a sedere – Perdonatemi, non avrei mai voluto farvi perdere tempo, rubarvi del tempo prezioso.”
“Non c’è nulla da perdonare, dolce Sansa, passare la notte insieme a voi è stato… - cercò l’aggettivo più adatto a quella situazione – speciale.
“Ma sono certa che avete passato notti più speciali di questa insieme a donne più attraenti e vivaci di me.”
Aye, ho passato notti movimentate insieme ad alcune, come posso dire?, dame molto più spregiudicate di voi ma questo è accaduto in un’altra vita. – sorrise tristemente – All’epoca ero diverso, ero orgoglioso e arrogante, ma non credo sia questo il tempo e il luogo adatto per parlarne. Un giorno, forse, ma non oggi.”
Le diede un veloce bacio sul capo prima di mettersi seduto sul bordo del letto e iniziare ad allacciare i suoi calzari: “Spero di rivedervi per il pranzo, insisto per avervi a cena nella sala grande, in modo da farvi conoscere il Principe Oberyn.”
“Arriverà oggi?”
Willas annuì, allacciando l’ultimo calzare e mettendosi in piedi con l’aiuto del suo bastone: “Il suo seguito è stato avvistato a mezza giornata da qui, arriverà ad Alto Giardino poco dopo l’ora di pranzo, e se lo conosco abbastanza bene prima di presentarsi a corte farà un giro al bordello fuori le mura con la sua amante, Ellaria Sand.”
“Allora presenzierò al vostro fianco durante il banchetto in suo onore, sarò più che lieta di conoscere un uomo che odia i Lannister tanto quanto me, ascoltare le sue avvincenti storie.”
Willas sorrise sghembo: “Farò immediatamente chiamare le vostre dame, così potranno vestirvi e acconciare i vostri capelli, rendervi ancora più bella.”
Sansa arrossì e trattenne un sorriso – il primo che si concedeva dalla notizia della morte di suo fratello e sua madre – scostò le coperte e si alzò a piedi scalzi.
“Willas! – lo chiamò prima che lasciasse la sua stanza da letto – Grazie.”
Il giovane Tyrell la guardò con occhi dolci, accennò un inchino con il capo, e spalancata la porta lasciò le sue stanze permettendo alle ancelle di fare il loro ingresso con secchi di acqua calda e nastri di seta per acconciare i suoi lunghi capelli.



 

*




Angolo Autrice: Bentrovati! Questo capitolo ha preso una svolta inaspettata, inizialmente lo avevo pensato diverso, ma poi mi sono fatta prendere la mano e addio!
Nel prossimo avremo l'ingresso trionfante e tanto atteso di Oberyn e anche il matrimonio dei due pasticcini! :3
E, niente, spero che nonostante sia stato di passaggio il capitolo vi sia piaciuto. Ringrazio tutti voi che leggete in silenzio, seguite la storia, e recensite. Siete davvero tantisssssimi e appena avrò un secondo di tempo risponderò a tutti quanti! :D
Ultimo ma non ultimo, vi segnalo una OS da me postata giusto ieri con protagonista Willas e l'amatissimo Oberyn dal titolo "Dear Oberyn" e che trovate nella home poco più sotto rispetto a questa. E' abbastanza triste, vi avviso, ma mi farebbe piacere avere un vostro sincero parere.

Alla prossima,
V.
  
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