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Autore: Ronnie92    26/08/2015    1 recensioni
Si può vivere per amore, o lasciarsi trascinare, in balia delle sostanze materiali, senza preoccuparsi di ciò che è stato e ciò che sarà.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vi è mai capitato di sentirvi al di fuori del mondo a cui appartenete?
Quel piccolo mondo perfetto, con le regole perfette inculcate sin da piccoli, da seguire ciecamente, senza avere alcuna possibilità di ribellione?
Se vi ritrovate in queste parole, seguirete le mie riflessioni sulla vita, ritrovandone, forse, qualcosa di vero.

Come ogni buona storia, di dolore e ricordo, la mia parte dal distacco e dalla lontananza.
La lontananza dell’amore, della felicità e di tutti gli annessi legati a questi due concetti.
Avevo creduto così biecamente di aver trovato il pilastro della vita, tanto da aver affidato tutto a quell’unico “elemento”. E dopo la sua perdita mi sono ritrovato inutile, come se fossi stato prosciugato dell’intera vitalità alla quale ogni essere umano si appella in questa vita.
Quando alla prima scossa è tutto caduto, mi sono ritrovato senza appoggi.
Le fondamenta che avevo sempre creduto solide, in realtà erano costruite su sogni infondati, i miei.
La mia Sally è vissuta solo nella mia fantasia adolescenziale, senza mai aver avuto qualche parvenza di realtà.
Quella strana architettura mentale di una perfezione inesistente, che avevo creato per essere soddisfatto di una vita insoddisfacente.

Avrei voluto, e tuttora vorrei, tornare ad un tempo, quando la fantasia e la menzogna regnavano sovrane nella mia esistenza. Quando le voci erano solo “motivanti” e non nichilistiche.
Dove, nel mio piccolo mondo, tutto seguiva le sue regole, seguendo una routine programmata alla perfezione, fin nei minimi dettagli.
Ma quel lato di me, quello legato allo spirito d’avventura, alla curiosità e all’immane volontà di scoperta, si ribellavano costantemente, e ancora dentro me fremono ogni volta che la mia mente progetta una prigione perfetta.
Dentro di me ho il danno e la cura, la sommatoria di un perfetto Big Bang.

Cosa potremmo mai cercare da un amore perduto?
Dalla lontananza di un appiglio sicuro, quando di sicuro non vi è niente?
La mia storia è piena di domande, è molto scevra di risposte.
Tutto si ricollega all’inconsistenza e all’intangibilità del  personaggio quale sono.

Potrei essere benissimo un personaggio inventato, da happy ending, eppure mi ritrovo a sanguinare, ma non da un corpo fatto di carne e ossa. Ma da una struttura fatta di pazienza, orgoglio, presunzione e amore. Cioè la vera verità di un corpo senza ossa, ma reale tanto quanto un cuore che batte.

Una vita, in fondo, non è fatta solo di bisogni fisici, ed io ne sono la dimostrazione.
Come ogni Jack che si rispetti, sono Signore di un mondo perfetto in cui mi sento dannatamente inopportuno, e tuttora mi chiedo dove sia la mia Sally.
Se ella esiste da qualche parte, forse in un altro mondo, lontano dal mio.
Non sono una vittima
Non lo sono mai stato. Ho pianto e sofferto, perso e amato.
Ho lasciato andare i miei bisogni, il mio egoismo e la mia dottrina per una parvenza di libertà. Ma non rimpiango nulla.

Da ogni bruciatura, mi sono auto-rigenerato, caduta dopo caduta, grazie all’intensità della mia voglia di cercare e alla forza di non smettere mai di farlo.
Quasi come se la promessa fatta al mio inconscio, valesse più di ogni dolore addotto e ricevuto.
La mia Sally  manca.
Come se a uno corpo fatto di sole ossa mancassero i muscoli per muoversi.
Come se ad un occhio mancasse la retina per vedere.
Come se tutto ciò che fosse di vitale mancasse alla vita stessa.

Non è allegra come storia, ma è la mia storia.
E’ un intreccio di sentimentalismi beceri, legati all’intrinseca voglia di evadere da una realtà troppo reale e poco matura, per un immaturo che vuole crescere.
Negarmi la possibilità di esprimere ciò che provo è la peggior tortura che mai  proverò.
Più del dolore fisico, è il dolore psicologico che mi fa male, che mi ferisce senza cure.

Ho provato a danzare in mondi diversi dal mio.
Ho conosciuto, provato l’amore, danneggiandomi , ascoltando l’eco di una voce nel mio cuore e nella mia testa. Ma era l’eco sbagliato.
Ha sussurrato il mio nome, annegandomi nella disperazione della perdita, nel degrado del pianto, nella disgustosa e melensa voglia di continuare ad amare.
L’amore ti impone di scegliere in quale lato stare.
In quale lato vivere.
E da questo dipende tutta un’esistenza. E spesso, più di una esistenza.
Si può vivere per amore, o lasciarsi trascinare, in balia delle sostanze materiali, senza preoccuparsi di ciò che è stato e ciò che sarà.
Ogni vita ha il suo lato oscuro, ma ora ho capito che il mio lato oscuro è stato l’amore.
Non c’è  luce senza ombra, e non c’è verità senza menzogna.
Le bugie sono nate per ingannare coloro che si fanno ingannare.
E la colpa, per quanto me ne potrete avere, è di chi si lascia ingannare.
Il gioco non è sempre onesto, questo lo devo ammettere.
Ma siamo sempre Noi a scegliervi di parteciparvi? Non credo. E’ una cosa più grande delle regole perfette dei nostri mondi perfetti.

E allora butto giù la collera, e lo sostituisco con la mia voglia di scoprire.
Pur non potendo coprire le voci dell’anima, ciò che ho dentro urla più forte, e questo mi spinge oltre e oltre ancora.
E quando ritroverò la mia pace, io e lei desidereremo che ciò non abbia mai fine.

Questa è una musica dolce amara, che cade dal cuore, fin nelle profondità dell’anima.
Cosa posso nascondere ad essa? Nulla. E chi ascolta con attenzione avrà solo la verità.
I miei incubi mi salvano da una realtà ancora più spaventosa.
Molto spesso ho toccato il fondo della mia esistenza e della mia consapevolezza.
Ma è grazie a questo che sono l’uomo che sono.
Perché quando necessitavo di un aiuto, l’ho trovato in me.
Sono dispiaciuto, il sonno ormai è passato.
Mi sono svegliato.
Nonostante mi avesse intrappolato in una intricata ragnatela fatta di inganno e falsi miti.
Cosa rimane? Nulla.
Ancora questo nulla che torna e ritorna come un cerchio che non si concluderà mai.
Mi manca, ma come ogni Rosa aveva le sue spine. E io non ho mai portato i guanti con me.
Ora è rimasta solo la sua voce nella mia testa.
Una voce, un dolce ricordo, un dolore incessante, lenito dal tempo e dalle nuove scoperte.

E poi eccomi qui, con carta e penna a scrivere di un Angelo che è diventato il peggior demone.
Gli incubi torneranno, prima o poi. Ma non importa.
Continuerò a sognarla.
Perché almeno li, la sua voce non è vaga e confusa.
La sua mancanza è offuscata dalla presenza vana ed eterea, che la mia mente ha sempre proiettato  di lei.
L’oscurità sarà la mia culla, la mia nuova possibilità di redenzione.
Certi dolori sono così forti che sembrano violare la verginità dell’anima.
Qualcosa che, dopo averne abusato, non tornerà mai più indietro.
E non ho paura di essere violento e iracondo.
La mia rabbia è il frutto della mancanza di sonno e di amore.
Vorrei solo più leggerezza, un nuovo inizio, un nuovo Angelo da amare.

 
   
 
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