L’ho saputo da sempre…
Arras, un tiepido pomeriggio dorato.
Ci stavamo riposando sulla riva di un fiume dopo una lunga corsa a cavallo in cui alla fine, come quasi sempre, mi avevi battuto.
Ricordo l’aria ancora piacevolmente calda e fragrante, benché fosse ormai la fine di agosto, ricordo il cielo limpido, adorno di piccole nuvole bianche, quelle soffici perle che adornano sempre con grazia il nostro cielo, completandolo.
Ricordo il placido scorrere dell’acqua ed il ronzio di qualche insetto.
Ricordo il profumo di erba e menta.
Ricordo il tepore del sole sul viso e sulle palpebre chiuse, mentre me ne stavo disteso accanto a te, con un filo d’erba dorata fra le labbra.
Nessuna parola fra noi, come spesso accade, ma soltanto quel perfetto senso di condivisione dello stesso istante di vita: io e te, semplicemente.
Poi, la coscienza che si offusca, velata da un sonno leggero e ancora pervaso di percezioni, e nella fragranza dell’aria l’insinuarsi del tuo profumo, familiare, avvolgente, rassicurante, dolce.
E il tuo calore, vicino, vicinissimo al mio volto, troppo vicino…il sonno che svanisce in un istante, mentre il cuore inizia a galoppare inquieto, quasi volesse fuggire da lì…il tuo viso accostato al mio, le tue labbra, morbide e calde, che all’improvviso sfiorano, leggere, le mie per afferrare con delicata audacia quel filo d’erba.
Disorientato io…e non fui più in grado di comprendere chi fossi io e chi fossi tu.
Attesi, immobile e muto, che quel senso di confusione in cui il tuo impensabile gesto mi aveva gettato passasse, per trovare il coraggio e la lucidità di comprendere cosa fosse successo e perché.
Fu dopo vari lunghi minuti che riaprii gli occhi, fingendo di risvegliarmi dal sonno, e ti vidi sdraiata accanto a me, il volto girato nella mia direzione, lo sguardo fisso sul mio volto, il filo d’erba fra le tue labbra.
Un lieve sorriso ti incurvava bocca.
“Sarà meglio rientrare Oscar, si sta alzando il vento”.
“Bene..” fu la tua unica, pacata risposta.
Ci incamminammo verso i cavalli con calma, pochi passi, in silenzio.
“André..”
“Sì?”
“Buon compleanno.”
Mi fermai e mi voltai a guardarti: te n’eri ricordata.
Mi donasti un sorriso, fugace e abbagliante come il lampo; ricambiai tuffandomi nell’azzurro dei tuoi occhi di diamante, ti sorrisi a mia volta.
“Grazie Oscar”
Montammo in sella in silenzio, che parole non ce n’erano.
Sì, grazie Oscar, ho compreso.
Ed è per questo che ora ti dico, amore mio…l’ho saputo da sempre…
Buon compleanno di André a tutte!!!!!
Musetta