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Autore: MaryMatrix    28/08/2015    2 recensioni
C'è l'Isola Evanescente, che può essere ovunque, ma può anche non essere da nessuna parte.
C'è la magia che pregna ogni cosa.
C'è un killer misterioso che sta compiendo una strage e che va fermato.
C'è Gray alle prese con la sua prima missione di classe S.
E con lui, naturalmente, c'è Erza.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erza Scarlet, Gray Fullbuster
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 1 – Prima Missione

L’Isola Evanescente

Gray Fullbuster dopo duri allenamenti e un esame passato egregiamente era finalmente diventato un mago di classe S.

Per due giorni la Gilda Fairy Tail aveva festeggiato questo importante avvenimento e lui non si ricordava di aver mai provato una gioia così profonda: lo sentiva come un riscatto personale, come la dimostrazione di valere veramente qualcosa, come la prova che il sacrificio di Ur non era stato inutile, perché la donna aveva fatto bene a credere in lui (lo sapeva che l’avrebbe delusa se non fosse diventato forte abbastanza). Tuttavia, lui personalmente non aveva preso molto parte ai festeggiamenti: non si era messo a danzare sui tavoli, né a bere, né a fare altro. La sua era stata una gioia contenuta, controllata, fredda, come ci si aspetta da un mago del ghiaccio. Aveva esultato solamente una volta, lasciandosi andare ad uno di quei bei sorrisi che concedeva raramente agli altri.

Quella mattina, però, i festeggiamenti erano terminati. Quella mattina Gray doveva iniziare a dimostrare che quel titolo lo meritava davvero.
Appena arrivato alla Gilda si diresse con passo sicuro verso la bacheca delle missioni di classe S: grande, bella, finalmente a portata di mano. Ancora non ci credeva. La sua prima missione di classe S! Rimase impalato davanti alla bacheca, fingendo di leggere qualche missione mentre in realtà si stava solamente godendo il momento.

Quel momento fu però rovinato quando sentì qualcosa scorrere dietro di sé e poi una colonna d’acqua si materializzò accanto a lui.

Juvia.

Infatti un istante dopo la colonna d’acqua prese la forma di una giovane ragazza dai capelli azzurri e gli occhi blu, estremamente bella.

- Buongiorno, Gray-kun. – lo salutò la ragazza, non scomponendosi.

- Buongiorno, Juvia. -.

Da un po’ di tempo a quella parte Gray si sentiva a disagio accanto a Juvia, ma si trattava di un disagio diverso dal solito: prima lei diceva di amarlo e lo seguiva ovunque ed era davvero appiccicosa e Gray non ne poteva più, finendo così per evitarla; poi Juvia Loxar era diventata una maga di classe S e allora era cambiata: niente più Gray-sama qui, Gray-sama là, niente più improbabili – e inquietanti – pupazzi con le sue sembianze, niente più stalking. Era diventata più forte, più seria, le sue priorità erano cambiate e Gray si era reso conto che ormai non aveva più bisogno di lui per far splendere il sole. Juvia era in grado di bastarsi da sola.

Ora si sentiva a disagio perché le continue e assillanti attenzione della giovane gli mancavano. Non se n’era reso conto subito. Ma con l’andare avanti del tempo si era accorto che Juvia faceva parte della sua quotidianità e il non averla più gli rendeva i giorni diversi e non in senso positivo.
Ne aveva parlato con Gajeel, ma la risposta del Drago di Ferro era stato un duro e schietto “Che cosa ti aspettavi, ghiacciolo? Che fosse disposta a farsi calpestare dai tuoi rifiuti per tutta la vita? Tu sei stato importante per Juvia, ma non sei stato l’unico: ha avuto ragazzi prima di te e ne avrà dopo di te. Ha trovato la sua strada: lasciala in pace”.
Lasciarla in pace.

Lui!

Sentirsi rivolgere quelle parole era stato il colmo, dal momento che normalmente era lei che non lo mollava per un istante! E poi, in quello stesso istante, tutto era cambiato.

- Juvia augura a Gray-kun buona fortuna per la sua prima missione di classe S. – la maga lo distolse dai suoi pensieri parlando con una voce atona.

Lo fissò con quel suo sguardo privo della felicità e dell’adorazione con cui lo guardava prima. Tutti sostenevano che Juvia fosse più felice, ma Gray non la pensava così: dov’era finita la genuinità negli occhi di Juvia? Era come se fossero più duri e più annebbiati. Difficilmente lei lasciava intravedere l’allegria che la contraddistingueva una volta.

- Grazie. – replicò Gray.

- Chi sarà il compagno di Gray-sama? – domandò Juvia a bruciapelo.

- Compagno? – Gray cadde dalle nuvole.

- La prima missione di classe S di un mago la si fa in compagnia di un altro mago più esperto. – spiegò la ragazza.

- Ah. Già, è vero. -.

Gray si era dimenticato quel particolare. All’improvviso gli venne in mente un modo per riuscire a chiarire le proprie idee e la propria situazione con Juvia.

- Mi accompagneresti? – le chiese.

- No. – rispose la maga dell’acqua senza fare una piega.

Un paio di anni prima non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e, anzi, probabilmente sarebbe anche svenuta. Invece, ora, solo un gentile rifiuto privo di qualsiasi inflessione emozionale.

- Juvia è venuta qui per prendere un’altra missione per sé e Laxus-sama. – spiegò lei.

- Già… - commentò Gray.

Laxus-sama. Era stato Laxus a portargliela via, in un certo senso. Era stato durante la prima missione di classe S di Juvia: Laxus si era proposto di accompagnarla e le aveva mostrato quanto acqua e fulmini potessero essere potenti insieme. E a Juvia era piaciuto molto. Così aveva iniziato a far squadra con il nipote del Master e a rispettarlo così tanto da chiamarlo “-sama”, mentre Gray aveva perso questa prerogativa e veniva messo sullo stesso piano di Gajeel. Anzi, meno. Almeno Gajeel aveva un rapporto stabile di profonda amicizia con la maga.
Laxus e Juvia non stavano insieme, ma che fosse diventato lui il “-sama” a Gray proprio non andava giù.

- Chiederò a Cana. – concluse Gray.

- Cana è in vacanza con Bacchus. – gli ricordò Juvia.

La ragazza strappò una richiesta dalla bacheca.

- Però Erza dovrebbe essere disponibile. – suggerì poi. – Ora Juvia deve andare. Buona missione, di nuovo. -.

Juvia tornò ad essere acqua e scivolò via, verso Laxus.

Gray si lasciò andare ad un lungo sospiro e rammentò a se stesso che in fondo era stato lui a mettersi in questa situazione. Accantonò il problema Juvia in un angolo della sua mente e si sforzò di tornare concentrato su una missione: alla fine ne prese una, non avendo un serio metro di giudizio per valutare quale fosse più pericolosa e quale più alla sua portata. Forse avrebbe dovuto chiedere consiglio a Juvia… no, doveva dimenticare quella strana situazione per qualche giorno, giusto il tempo di portare a termine la sua prima missione.

Senza ulteriori indugi si diresse a grandi falcate verso il bancone dove Erza si stava gustando una nuova variante della torta alle fragole che Mirajane aveva preparato per lei.

- Ehm… Erza? – Gray tentò un approccio con calma.

Da quando avevano diagnosticato ad Erza un’intolleranza alla crema era diventata particolarmente suscettibile.

- Ciao Gray. – lo salutò Mirajane con un gran sorriso.

- Humpf. – fu il solo commento di Erza.

- Pronto per la tua prima missione, Gray? – domandò Mira.

Gray sorrise di rimando alla bella barista.

- Quasi, Mira. A questo proposito, Erza, mi chiedevo se tu volessi partire con me ed assistermi… per favore. – aggiunse.

Solo a quel punto la rossa, maga del Requip, alzò il suo sguardo sul moro e muscoloso mago del ghiaccio. Si conoscevano da tantissimo tempo ed Erza era stata davvero felice di vederlo tra i loro ranghi: non lo avrebbe mai detto a voce alta perché non poteva fare favoritismi, ma Erza aveva sempre fatto il tifo per lui, fin dal primo esame che aveva sostenuto.

Per questo non si fece pregare troppo e si pulì la bocca con un tovagliolo, per poi sorridere.

- Ma certo, Gray. -.

Il ragazzo non pensava che sarebbe stato così semplice.

- Fammi vedere la missione. – lo incoraggiò Erza.

Gray le passò il foglio e lei lo prese, per poi leggerlo attentamente.

- Che missione è? – si informò Mirajane, curiosa.

- È una missione sull’Isola Evanescente. – iniziò a spiegare Erza. – Da tre settimane a questa parte pare che uno spietato killer si aggiri per l’isola mietendo vittime durante la notte. I cadaveri non sono mai stati ritrovati. -.

- Agghiacciante. – commentò Mirajane, spalancando gli occhi.

- La richiesta è di trovare il killer e di consegnarlo alla giustizia. – alzò gli occhi, serissima, su Gray. – Sei sicuro di volere questa come prima missione? - si preoccupò.

- Sì. – confermò Gray. – A maggior ragione, se la gente viene assassinata è mio dovere intervenire. -.

Non si sarebbe tirato indietro davanti ad un killer misterioso, né davanti a morti che sparivano nel nulla. La missione sembrava interessante.

- Bene. – Erza sorrise. – Questa è la grinta giusta, Gray. Mira, dì pure al Master che di questa missione ce ne occuperemo io e Gray. -.

- Va bene, Erza. – Mirajane le sorrise. – Buona fortuna. -.

- Grazie, Mira. Gray, con me. -.

Erza lo prese per un braccio senza tanti complimenti e lo trascinò fuori dalla Gilda, riempiendolo di parole e di indicazioni su quello che doveva fare.

- Partiremo questa sera, Gray. -.

- Va bene. –.

- Porta con te qualche bagaglio e soprattutto concentrazione. Ci vedremo alla stazione di Magnolia alla partenza del treno notte. -.

- Va bene. – acconsentì nuovamente il giovane uomo. – Ah, e Erza… grazie. -.

La rossa si voltò verso di lui e gli regalò un sorriso.

- Questo e altro per te, Gray, lo sai. -.

- Lo so. -.

- Adesso vai a riposare. Sarà una missione impegnativa. -.

Gray annuì e si allontanò, facendo quello che la sua temporanea tutrice gli aveva suggerito.

-------

Erza aveva avuto ragione sul riposarsi, il treno notte non era per niente comodo: erano sdraiati sui sedili, rannicchiati, cercando di prendere sonno.
Gray aveva dormito buona parte di quel pomeriggio e non riusciva a prendere sonno. Erza invece guardava fuori dal finestrino, nel suo pigiama rosa, persa nei suoi pensieri. I capelli erano legati e Gray dovette ammettere che l’amica fosse davvero bellissima.

- A cosa stai pensando? – domandò lui, per distrarsi.

Erza si voltò verso di lui e Gray osservò che era leggermente arrossita.

- Ecco… io… - balbettò.

C’era un solo argomento che riduceva la grande Titania in quelle condizioni.

- A Jellal, non è vero? – domandò Gray.

Titania arrossì ancora di più e si voltò definitivamente dall’altra parte.

- A Jellal. – concluse Gray. – Non lo senti da un po’, giusto? -.

Silenzio. Gray scosse la testa.

- Davvero ti vergogni a parlare di queste cose con me, Erza? -.

La rossa si girò di scatto e per un momento lui temette di essersi preso troppa confidenza. Rimasero qualche secondo a fissarsi negli occhi. Gray ed Erza tenevano molto l’uno all’altra e lo sapevano entrambi. Li univa la loro infanzia insieme a Fairy Tail e un mucchio di avventure successive. Persino nell’anno in cui la Gilda si era sciolta Erza e Gray avevano collaborato per una missione.

Erano già partiti per una missione da soli insieme ed in alcuni momenti si erano davvero sentiti in imbarazzo. Ma ora erano entrambi più grandi e maturi. E, soprattutto, più uniti.

Questo era quello che stava pensando Gray ed Erza evidentemente dovette leggerglielo negli occhi, perché alla fine decise di aprirsi con lui.

- Viene e va. Va e viene. Non si degna nemmeno di scrivermi due righe. – si lamentò.

- Avrà i suoi motivi. – lo giustificò istintivamente Gray.

Evidentemente la risposta non dovette piacere alla donna con lui, perché lo fissò malissimo.

- Non difenderlo! -.

- Sì, signora. -.

Non importava quanto Erza Scarlet ti volesse bene, quando voleva sapeva sempre come essere terrificante.

Erza si calmò e sospirò.

- Vedrai che appena potrà ti scriverà o tornerà da te. – le assicurò Gray.

Lei annuì.

- Forse. -.

Poi la rossa decise che quella strana conversazione era andata avanti fin troppo e cambiò repentinamente argomento.

- E tu come ti senti? -.

Gray la guardò stranito.

- In che senso? -.

- La tua prima missione di classe S in qualità di mago di classe S… sei nervoso? -.

- No. – rispose Gray, sinceramente. – Non ero mai stato un mago di classe S, ma sostieni che alcune delle avventure in cui ci siamo cimentati non fossero a quel livello? So più o meno a cosa vado incontro. -.

La donna sorrise.

- Attento a non ostentare troppa sicurezza, Gray. Ricorda che le aspettative che gli altri nutrono nei nostri confronti sono alte e i nostri nemici temibili. -.

- Temibili come tutti quelli che abbiamo affrontato. -.

Erza inarcò le sopracciglia, scettica.

- Hai riflettuto sulla missione? -.

- Sì. – rispose Gray.

- Ti sei fatto un’idea di come agire? -.

- La prima cosa che farò sarà chiedere in che circostanze sono avvenute le sparizioni. -.

- Le morti. – lo corresse Erza.

- Le sparizioni. I cadaveri non sono mai stati trovati. – insistette il mago del ghiaccio. – Per quanto ne sappiamo possono aver fatto tutti una bella fuga a date differite. -.

- Non ti pare un po’ improbabile come cosa? -.

Lui fece spallucce. Un’opzione simile era praticamente impossibile ma aveva scelto volutamente un’esagerazione per sottolineare che lui non escludeva alcuna ipotesi.

- E nel caso questa tua supposizione fosse errata, come agirai per catturare il nemico? – continuò ad incalzarlo Erza.

- Prima dovrei conoscerlo . Cercherei informazioni su di lui, prima di uno scontro diretto. -.

La rossa annuì, ma pareva voler continuare quel suo interrogatorio.

- Che cosa c’è, Erza? -.

- Cosa sai dell’Isola Evanescente? -.

Silenzio.

- Non hai fatto ricerche prima di partire? -.

Altro silenzio. Gray distolse lo sguardo, colto in fallo, in evidente imbarazzo.

- Prima regola, Gray: prima di partire all’avventura bisogna sempre raccogliere informazioni sui nemici, sugli alleati, sul campo. Su tutto. -.

- Sì, hai ragione. – concordò lui, non potendo obiettare nulla.

Aveva fatto la figura dello stupido, non c’erano giustificazioni.

- In questo tipo di missione le informazioni possono fare la differenza tra la vita e la morte! – proseguì Erza, rimproverandolo. – Va bene essere forti, va bene improvvisare, ma senza un minimo di preparazione combinerai ben poco e ti farai male. -.

- Sì, Erza… - cercò di sembrare il più convincente possibile.

Convincente o no, la maga non infierì oltre e di questo Gray gliene fu grato.

- Sarà una strana missione. Dormiamo! – esclamò lei all’improvviso.

Si voltò dall’altra parte e, nonostante la scomodità dei sedili, cadde in un sonno profondo.

Gray sospirò e si voltò anche lui dall’altra parte. Fece uno sbadiglio, chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi.

-------

Il sole del giorno dopo sorprese un Gray completamente spaparanzato sui sedili e una Erza in pigiama rosa intenta a fare ginnastica, o meglio, un qualcosa che pareva una via di mezzo tra aerobica e stretching. Quando Gray aprì gli occhi, infastidito dai raggi solari, credette di stare ancora sognando.

- Erza… - mugugnò, ancora mezzo addormentato.

- Buongiorno, Gray! – rispose la maga, piena di energia, intenta a saltellare.

- Erza, che cosa stai facendo? – Gray si voltò dall’altro lato, verso lo schienale, cercando di riparare gli occhi dal sole.

- Allenamento mattutino! Seconda regola: un mago di classe S deve essere agile, scattante, pronto a tutto. -.

- E lo devi fare nel treno l’allenamento mattutino? – si lamentò Gray.

Silenzio.
Gray si voltò di nuovo per capire perché tutto quel saltellare fosse stato interrotto e si ritrovò con il volto di Erza a pochi centimetri dal suo, con un’espressione davvero davvero poco raccomandabile.

- Che cosa hai detto? – sillabò la maga minacciosa.

Il mago del ghiaccio sbiancò e fece per allontanarsi, di istinto, col solo risultato di sbattere la schiena e la testa contro lo schienale dello scompartimento.

- Subito in piedi, Gray! – ordinò.

Il diretto interessato non se lo fece ripetere due volte, non osando sfidare la pazienza della maga, e scattò in piedi, pronto a seguirla in qualunque esercizio fisico ella volesse fare. Fortunatamente fu salvato dalla voce registrata del treno che annunciò l’arrivo nella stazione dove dovevano scendere. Tirò un sospiro di sollievo senza farsi sentire da Erza e prese i suoi pochi bagagli.
Una volta fuori dalla stazione Gray si guardò intorno cercando di capire dove dovessero andare, ma non c’era poi molto da vedere: davanti a loro c’era solo un molo di legno, all’inizio del quale c’era una specie di stazione. Questa era una costruzione con una piccola cabina bianca, che doveva essere adibita al contatto con il pubblico, e poi con un piccolo palazzo in cui forse c’erano delle camere.

Dentro la piccola cabina della stazione era seduto un signore moro con un cappello blu che teneva la testa appoggiata sulla mano e che sembrava fissare con aria piuttosto annoiata il mare davanti a sé. L’uomo non aveva una bella cera.

Gray parve perplesso ma si sbrigò a seguire Erza, che invece aveva iniziato a dirigersi a passo deciso verso la piccola stazione.

- Buongiorno! – salutò Erza.

L’uomo sembrò destarsi da quel suo stato di semi incoscienza e osservò attraverso il vetro la donna davanti a sé, poi guardò il ragazzo mezzo spogliato che la stava seguendo.

- Siamo maghi di Fairy Tail e veniamo per la missione dell’Isola Evanescente. Gray, il foglio della missione. -.

A Gray non sfuggì che gli occhi dell’uomo ebbero un guizzo a quelle parole ma comunque porse il foglio all’uomo da sotto il vetro. Lui lo afferrò e lesse l’annuncio, annuendo di tanto in tanto.

- L’Isola Evanescente! Sì, venite giusto in tempo, non dovrete nemmeno soggiornare nel nostro resort. Per fortuna qualcuno è disposto ad aiutarci! -.

Gray capì che il “resort” doveva essere la piccola palazzina che si ergeva dietro la cabina. Quel posto era visibilmente solo un posto di passaggio.

- Tra quanto potremo salire sull’isola? – domandò Erza, con praticità.

- Potrete attendere sul molo. Tra trenta minuti dovrebbero arrivare. -.

Erza annuì e senza aggiungere altro passò oltre, sempre seguita da un Gray che non aveva osato fiatare, fino ad arrivare all’estremità del molo.

- Erza, che cos’è questo posto? – domandò Gray, mantenendo un tono di voce basso. – E’ strano. -.

- È un porto di passaggio. – rispose la rossa. – Solo per chi va e viene dall’Isola Evanescente. -.

- E anche quel signore è strano. – aggiunse Gray.

- È un Evanescente, un abitante dell’isola. – spiegò Erza. – Deve essere qui da troppo tempo. Agli abitanti dell’isola non fa mai bene restare per troppo tempo nello stesso posto… deve essere successo qualcosa di davvero grave se non riescono più ad organizzare dei turni. -.

Gray capiva solamente a metà quello che l’amica gli stava dicendo.

- Insomma, qui non c’è nulla oltre a questo? -.

- Tra poco comparirà l’isola, Gray. – rispose Erza. – La costruzione che vedi serve per far passare la notte chi vuole salire sull’isola in attesa che questa compaia. -.

- Compaia? – ripeté Gray.

Erza annuì, ma non aggiunse altro. Si lasciò solo sfuggire un sorrisetto saccente.

- Oh, non ti preoccupare Gray, capirai presto. - .

L’altro annuì e restò in attesa, al fianco di Erza. Avrebbe voluto riempire la maga di domande, ma si costrinse ad aspettare. Poi, dopo più o meno il tempo che era stato loro annunciato, Gray iniziò ad osservare che le onde del mare stavano iniziando ad incresparsi.

- Le onde! Erza, che cosa…? -.

Erza mise un braccio davanti al suo torace come a volerlo fermare e lo spinse un po’ indietro.

- È meglio se ci allontaniamo di qualche passo. – suggerì.

Gray fece come lei aveva detto e, appena si fu allontanato di qualche passo, ecco che le onde divennero sempre più alte e più forti e in lontananza poté vedere chiaramente un vortice che si fermava dal nulla, in mezzo al mare. Spalancò gli occhi. Di certo non si aspettava una cosa del genere.

Dal fondo del mare parve emergere qualcosa.

Palazzi.

Poteva mai essere possibile?

Eppure erano proprio lì, davanti ai suoi occhi. Palazzi e case, un’intera città, un’intera isola stava letteralmente emergendo dalle acque. Era più grande di quanto si fosse immaginato e per quello che poteva osservare lo stile architettonico sembrava ricalcare una comune cittadina del Regno di Fiore. Era decisamente un’isola magica ma poteva essere scambiata per una comunissima.

La costa dell’isola era pianeggiante, in lontananza non c’erano montagne, ma una torre scura e a punta che doveva far parte di qualche imponente palazzo e che svettava di poco sulle altre costruzioni.

Ma come diavolo potevano respirare sott’acqua? E perché riemergeva solamente dopo un determinato lasso di tempo? Ma soprattutto, come avrebbe fatto lui a respirare sott’acqua?
Erza aveva ragione, avrebbe dovuto informarsi, avrebbe dovuto prendere delle precauzioni in quel senso. O forse durante la missione sarebbero semplicemente rimasti in superficie.

- Sei colpito, eh? – lo provocò Erza.

- Mmm… no, io… è davvero incredibile. -.

L’isola aveva iniziato ad avanzare verso di loro.

- E non hai visto nulla, Gray. Quest’isola può fare molto di più. -.

- Come faremo a portare a termine la missione sott’acqua? – non poté trattenersi dal chiedere lui.

Erza si voltò a guardarlo.

- L’Isola Evanescente non è un’isola sommersa e lo sapresti se avessi studiato. -.

Gray sapeva già che lo avrebbe fatto sentire in colpa per tutta la durata della missione per questo fatto.

- E allora che cos’è? Come l’affrontiamo? -.

- Questo devi dirmelo tu, Gray. -.

L’isola si fermò vicino al molo ed Erza mise piede sul suo suolo senza alcuna esitazione, per poi voltandosi verso di lui sorridendogli incoraggiante.

- La tua prima missione di classe S inizia adesso. Buona fortuna. -.

______

L’angolo della Matrix

Ciao a tutti!!

Allora, eccomi qui con questa mini-saga creata in occasione della Grayza Week. Sì, so benissimo che la Grayza Week è finita (18-25 agosto) ma purtroppo non ho potuto scrivere nulla prima. Comunque, appunto, si tratta di un’avventura che ho l’intenzione (il buon proposito) di rendere abbastanza misteriosa perché adesso che so chi è –A la mia vita ha bisogno di altro mistero perché mi voglio cimentare in questo esperimento. Anche se magari poi cambierò idea all’ultimo, chissà.

Poi ci sono delle cose importanti che ci tengo a sottolineare:

· Non aggiornerò spesso, ho altri impegni che me lo impediscono. Mi dispiace molto, ma davvero non potrò essere per nulla costante.

· In questo caso non si tratta di una ship ma di una brOTP, quindi mi dispiace, ma niente romanticherie.

Spero che questo capitolo introduttivo vi sia piaciuto e, beh, al prossimo aggiornamento.

Buonanotte,

Matrix

  
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