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Autore: cremomoni    28/08/2015    0 recensioni
"Era seduta sul letto che fino a pochi minuti fa occupavano entrambi. E guardava fuori dalla ampia finestra, scrutando i nuvoloni che si stavano addensando all’orizzonte. A quanto pare anche il tempo era dalla sua parte. Si sdraiò e tocco il lato del letto che quella notte aveva ospitato il suo corpo. E si sentì improvvisamente sola. "
Sono passati 9 anni dall'ultima volta che si sono visti, Veronica ha nuovamente scagionato Logan per qualcosa che non ha commesso. Anche questa volta dovranno separarsi. Ma Veronica sa bene perchè questa volta è diversa da tutte le altre...
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Casablanca, Eli Weevil Navarros, Keith Mars, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 9
 
Qualcuno bussò alla porta dell’ufficio del professor Williams. Non aspettava alcuno studente per quel pomeriggio.
«Avanti!!» rispose.
Una ragazza bionda, che non aveva mai visto, entrò titubante nel suo ufficio. Non gli sembrava una delle sue studentesse. Da un primo, sommario, giudizio poteva affermare che fosse molto carina.
«Mi scusi professore, mi chiamo Veronica Mars. Non frequento le sue lezioni, ma una mia amica, alla quale ho spiegato i miei dubbi riguardo alcuni corsi che sto seguendo, mi ha detto che forse le sue lezioni potrebbero essermi utili per capire se la strada da me intrapresa possa essere quella più giusta. Sa, non vorrei perdere tempo inutilmente e vorrei laurearmi nei tempi. I miei genitori si aspettano grandi cose da me e io non vorrei proprio deluderli» disse Veronica, assumendo l’espressione più timida che le era possibile.
La ragazza, mentre esponeva il suo discorso, si era seduta su una delle sedie poste di fronte alla scrivania ed aveva accavallato le gambe che, grazie alla studiata gonna indossata quel giorno, lasciava intravedere qualche centimetro di pelle nuda.
Il professore non potè non notarlo e si appoggiò allo schienale della sedia, ascoltando con aria attenta il suo discorso. “Bene! Ho la sua attenzione!” pensò Veronica. «Mi dica… Veronica giusto? Lei ha mai seguito un corso di biologia?»
«Veramente sì, qualcosa, al liceo… Ma l’insegnante che lo teneva non era molto appassionata e sicuramente non più tanto giovane. La signorina Devenport era praticamente già mentalmente in pensione e tutto faceva, fuorché spiegarci la biologia» rispose Veronica.
Il professor Williams si sporse in avanti sulla scrivania e fissò i suoi occhi chiari in quelli di Veronica. «Vede, Veronica, la biologia non è un argomento semplice. E non lo è soprattutto quella che studiamo nel mio corso. Ci vogliono nozioni fondamentali, quali chimica, fisica, matematica. Dovrebbe seguire un corso base, e poi credo che avrà tutti gli strumenti per decidere se il mio corso è quello che fa per lei».
«Ooooh, davvero?» disse Veronica con una punta di delusione nella voce. «Il fatto è che un corso base dura un anno e questo significherebbe perdere un anno del suo corso e io non posso proprio permettermelo. La mia amica mi ha detto che lei è un docente molto disponibile, che da delle… ripetizioni, ecco. Mi chiedevo se non fosse possibile fare un po’ di corso base con lei, prima di iniziare il corso vero e proprio…» Veronica aveva accavallato ancora di più le gambe e aveva assunto l’aria più innocente possibile, una sua specialità.
«In realtà non si potrebbe» rispose il professore senza staccare i suoi occhi da quelli di Veronica «ma se chiediamo al Preside, credo che si possa fare. Attenda un attimo» e, preso il telefono, compose il numero della segretaria del Preside, le spiegò – non senza infilare nel discorso qualche battuta – quale fosse il problema e concluse la telefonata con aria molto soddisfatta. «Che ne dice, Veronica, di iniziare la prossima settimana?».
 
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«La prossima settimana, allo stesso bar dove vi incontravate voi» Veronica stava raccontando a Jordan della sua chiacchierata con il professor Williams. «Questa volta ha usato la scusa del luogo più consono all’apprendimento, perché ricco di stimoli».
Jordan la guardava con riconoscenza. «Spero che tu non ti stia cacciando in qualche guaio solo per aiutare me…».
«Tranquilla, se è lui che ti ha fatto e spedito quelle foto, lo scoprirò presto» la rassicurò Veronica.
Si trovavano in mensa ed in quell’istante dalla porta entrarono loro, Wallace e Piz. Da quando erano ricominciate le lezioni Veronica e Piz non si erano ancora incontrati. Non era di lui che sentiva la mancanza. Non era sua la voce che le mancava. Non erano suoi gli occhi che cercava intorno a sé. Ne era consapevole.
«Scusami, Jordan, appena avrò qualche aggiornamento ti chiamo, d’accordo?» disse Veronica alzandosi dalla sedia e, prendendo il suo vassoio, si diresse al tavolo di Wallace e Piz.
«Eeeehi ragazzi!! Posso sedermi a mangiare con voi?» chiese Veronica, sperando che la presenza di Wallace inducesse Piz a non dire di no.
Wallace guardò Piz con aria preoccupata ed interrogativa. Non voleva che né Veronica né Piz soffrissero più di quanto non fosse già accaduto quell’estate. L’amico gli aveva raccontato di cosa era successo in quei mesi di vacanza. Aveva sperato che Logan non c’entrasse niente, che la loro fosse una rottura passeggera e che la sua migliore amica non avesse fatto l’errore di mollare un gran bravo ragazzo, solo perché ancora legata ad uno arrogante ed impulsivo.
Piz fece segno con la testa che per lui la presenza o meno della ragazza al loro tavolo era indifferente e così Veronica si sedette. «Allora, come è stato questo inizio delle lezioni? Siete ancora in camera insieme?» Veronica sperava che per combinazioni di costellazioni e di lune nei segni sbagliati, i due ragazzi non fossero più nella stessa stanza, così da potersi rifugiare da Wallace ogni volta che ne avesse avuto bisogno, senza doversi scontrare con la presenza di Piz.
«Stessa stanza, stesso compagno!! Coppia vincente non si cambia!!» Rispose Wallace con un sorriso rivolto verso Piz.
«Già» gli rispose con un debole sorriso l’amico, che stava ostinatamente evitando lo sguardo di Veronica.
«Piz…» esordì la ragazza e Wallace, che non voleva farlo, ma sapeva che quella poteva essere l’occasione migliore che i due potessero sfruttare per parlare di quanto era loro accaduto, si alzò di corsa, prese il suo vassoio e disse «Compagni della squadra di basket… eee Joanna al tavolo a ore 2. Scusatemi!» e si allontanò baldanzoso verso il tavolo a cui sedevano i suoi compagni di squadra e un gruppo di ragazze tra le quali, a quanto pare, c’era anche questa Joanna.
«Ma, Wallace…» le parole di Piz si spensero lì, capendo cosa aveva cercato di fare il suo amico, ma senza essergli riconoscente.
«Piz…» esordì di nuovo Veronica «Mi dispiace. Tantissimo».
«Di cosa Veronica?» la voce di Piz era leggermente più alta del solito e la sua espressione manifestava tutto il dolore che il tempo trascorso dopo la loro rottura aveva portato con sé. Veronica se lo aspettava. Durante la telefonata con la quale il ragazzo aveva posto fine alla loro relazione era stata particolarmente cruda. Erano volate parole come “bugiarda”, “inganno”, “amore”, “cattivi ragazzi”, e poi “Logan”, ancora “Logan” e di nuovo “Logan”.
«Mi dispiace per come sono andate le cose, mi dispiace non aver fatto niente per salvare la nostra storia, mi dispiace che ci sia Logan di mezzo anche ora che non è più in questa scuola. Mi dispiace per come è andata. Ma soprattutto mi dispiace di aver ferito un ragazzo come te. E di aver ferito te».
Piz la guardava in cagnesco. Non aveva voglia di sorbirsi le sue scuse. Era stato troppo male per quella ragazza alla quale aveva consegnato un pezzo del suo cuore.
«Piz…» continuò Veronica «frequentiamo la stessa scuola e gli stessi amici. Per favore…».
Lo sguardò di Piz si addolcì leggermente. Veronica gli stava chiedendo di non scegliere e di non costringere lei a scegliere tra i suoi amici e loro.
«Senti, Veronica. Io ci tengo all’amicizia di Wallace, di Meg e di Mac. So che sono molto importanti anche per te. E non voglio essere di certo io a costringerti con la mia presenza a non frequentare più i tuoi amici». Le rivolse un sorriso rassicurante, che fece sciogliere tutta la tensione che quella conversazione aveva portato con sé.
In quel momento, una mano si posò sulla spalla di Veronica. «Devo parlarti. È importante. Riguarda tu sai chi».
 
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«Giusto, devo essermi perso qualche passaggio. All’inizio del secondo anno tu e Piz non stavate più insieme. Ma stavate insieme alla festa dei 10 anni di diploma». Interrupe Logan, guardando la ragazza seduta al suo fianco con un sorrisino malizioso sul viso.
Veronica sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi «Non vuoi sapere chi osò posare la sua mano sulla mia spalla?».
«No, credo che mi interessi di più sapere come sia stato possibile questo riavvicinamento tra di voi» le rispose Logan senza staccarle gli occhi di dosso.
«Perfetto!! » Li interruppe Dick alzandosi dal divano. Non aspettava altro. «Credo che questo sia un siparietto al quale non ho alcuna voglia di assistere!! A domani» e veloce come un fulmine si chiuse nella propria stanza, lieto di lasciare a Veronica il compito di parlare di quanto accadde dopo.
«Io non credo che abbia molta importanza, Logan» disse Veronica una volta che Dick chiuse la porta.
Logan non rispose. Non staccava gli occhi da lei. Poi, con un gesto rapidissimo, si alzò dal divano, la prese in braccio e la portò in camera sua dove, dopo aver chiuso la porta, la mise sul letto e le disse «Hai ragione, non ha alcuna importanza, perché tu sei qui e sei con me».
 
  
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