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Autore: Lumos and Nox    28/08/2015    9 recensioni
Cinque capitoli, cinque coppie diverse, ognuna con cinque diversi prompt. Pronti a tornare nella follia dei nostri Villains?
#1: Chans [Charlotte/Hans]
#2: Yzier [Yzma/Facilier]
#3: Aderis [Ade/Eris]
#4: Jalefica [Jafar/Malefica]
#5: Medelia [Medusa/Crudelia]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Cross-over, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Charlotte/Hans



1. Oro
Per quanto potesse essere strano per un principe, Hans non era mai stato abituato all'indossare dell'oro. Non che la sua famiglia ne fosse priva: il tesoro reale era composto da un enorme corona in oro e rubini, per non parlare dello scettro e degli ornamenti ufficiali.
Peccato che lui non avesse mai potuto nemmeno sfiorarli. L'aveva soltanto visto di sfuggita mentre lo indossavano i suoi genitori, quell'oro... figurarsi se lo avrebbe mai portato lui.
Non avrebbe avuto nemmeno quello di Arendelle, né qualsiasi altro oro di qualsiasi altra corona dopo quelli avvenimenti...
Ma a New Orleans era diverso. C'era un altro tipo di oro ad aspettarlo, un oro ancora più brillante di quello della corona. Quello dei capelli di Charlotte.

2. Pianoforte
Hans suonava il pianoforte da anni, quasi da quando aveva memoria. Era alquanto obbligatorio nell'educazione della famiglia reale, anche se di certo non aveva mai compreso per quale patetico motivo dovesse spendere del suo tempo con uno strumento del genere, anziché cercare di farsi notare dai propri genitori come futuro erede al trono...
Osservò distrattamente i tasti del grande piano a corda che troneggiava nel salone di casa La Bouff e li sfiorò appena con le dita, improvvisando a fatica quello che doveva essere l'inizio di "Per Elouise" di Beethoven. Una nota distanziava un po' troppo da un'altra, di certo si era arrugginito, con il tempo...
«Oooooh, sei fantastico!» cinguettò Charlotte. Hans ebbe appena il tempo di rendersi conto del fatto che fosse entrata nella stanza, prima che lei balzasse su di lui, spingendolo sulla seggiola davanti al pianoforte e sedendoglisi accanto. «Insegnami! Ho sempre voluto suonarlo!»
Hans, in bilico a causa della gonna enorme della ragazza, abbozzò un sorriso un poco impacciato- sebbene dentro di sé si sentisse come... lusingato per essere tanto apprezzato. «Bè, non so se sia proprio il caso, non mi esercito seriamente da un sacco di...»
«Oh, ti prego, ti prego, ti prego!» esclamò Charlotte, prendendo poi le mani di Hans tra le sue. «Ti prego, Hans».
Il principe si perse per un attimo negli occhi azzurrissimi e traboccanti d'entusiasmo della ragazza, prima di annuire sconfitto, con un sorrisetto. «E va bene».
«Siiiiii!» strillò Charlotte, stritolandolo in un abbraccio mortale. «Oh, ho sempre adorato il pianoforte!»
Strano a dirsi, in quel momento lo stava apprezzando anche lui.

3. Brezza
La brezza del mare delle isole era molto forte quella mattina. Charlotte si stringeva nel suo cappottino fatto su misura e intanto occheggiava verso Hans, splendido anche con quei capelli rossi tutti spettinati. La ragazza sorrise, con uno sbuffo divertito e Hans si voltò verso di lei con un sorriso educato, porgendole una mano per invitarla a salire sulla barca.
Charlotte fremette d'entusiasmo e con un gridolino raggiunse il suo principe.
Proprio in quel momento, la brezza si fece ancora più forte e Charlotte rischiò di scivolare giusto nel buco tra la barca e l'acqua. Hans le afferrò una mano all'ultimo minuto, tirandola su. La ragazza, scomparso il momentaneo spavento, ne approfittò per acoccolarsi su di lui e sentì dalla sua voce che aveva un accenno di sorriso sulle labbra. «Ti prego di scusarmi, Charlotte, la brezza stamattina è un po' più forte del solito».
«Oh, non pensare nemmeno che mi dispiaccia, bel fusto!» Solo dopo quel commento, la ragazza si rese effettivamente conto di ciò che aveva detto. Si staccò bruscamente, osservando imbarazzata il viso del Principe, che però, si accorse con sollievo, aveva un bel sorriso sincero sulle labbra. «Sei sempre così... schietta, Charlotte» ridacchiò Hans, vento del mattino che, ancora una volta, gli spettinava tutti i capelli, rendendolo simile, più che ad un semplice principe, ad un principe pirata.
La risata fragorosa della ragazza si perse nella brezza.

4. Lavanda
Il profumo di Charlotte era sempre un infuso molto intenso a cui Hans non era mai riuscito a dare un nome. Solo un qualcosa riusciva vagamente a scorgere, la lavanda. Una volta ne aveva fatto recapitare un intero mazzo al suo indirizzo.
C'era qualcosa, in quei fiori, che sapeva di Charlotte.
Quando Hans aveva scoperto, nella biblioteca del palazzo, i significati della lavanda, quel suo pensiero un poco infantile e decisamente poco adatto a lui si era fatto più sensato.
Lavanda significava "diffidenza" e in un certo senso Charlotte lo era, dopo certi avvenimenti di New Orleans. Non accettava più di conoscere nessuno che non potesse dimostrare di essere effettivamente la persona di cui aveva sentito parlare- dopo il loro secondo incontro, aveva persino preteso di controllare che Hans non indossasse alcuna collanina voodoo.
Ma il secondo significato della lavanda era quello che lo aveva colpito maggiormente. Ricordava ancora i caratteri elaborati sulla pagina ingiallita: il tuo ricordo è la mia unica felicità.
Ci aveva pensato a lungo, Hans. Aveva pensato ai lunghi anni trascorsi nel palazzo reale della sua "famiglia", alla morte di sua madre a causa della sua nascita, ai tre fratelli che lo ignoravano, che fingevano che fosse un fantasma, ad una vita senza sogni, troppo piena di fratelli maggiori ed incombenze per esserlo. Aveva pensato al suo piano per conquistare Arendelle, ad Anna, così facile da plagiare, così... disgustosamente bisognosa d'affetto; aveva pensato ad Elsa, glaciale, ma non abbastanza da rinchiuderlo lì ad Arendelle, aveva pensato al suo ritorno tra gli Westergård alle Isole del Sud, con quel disprezzo negli occhi di tutti, un disprezzo nemmeno così velato, a cui perfino suo padre dava corda.
Ci aveva pensato a lungo, Hans, e alla fine di quella catena di umiliazioni e dolore e rabbia aveva sentito qualcos'altro.
Incredibilmente esisteva anche qualcos'altro.
Ed era Charlotte, un qualcosa di rosa e di capelli color più brillante dell'oro, un qualcosa di sincero ed entusiasta, di energico. E alla fine si, era giunto alla conclusione Hans, Charlotte era la lavanda.
Era diffidenza, a volte, nemmeno così spesso, ma era anche felicità, vera felicità. Unica felicità.

5. Mele
«Uh!» Charlotte staccò miracolosamente la presa dal braccio di Hans per arrancare fino ad una bancarella in apparenza qualunque alla loro sinistra. «Charlotte?» Il principe osservò perplesso la figura della ragazza che, nella sua gonna mongolfiera rosa, si intrufolava malamente tra la folla, senza quasi nessun riguardo. La raggiunse facendosi largo tra i brontolii vari dei passanti.
«Tutto bene? Che cos'hai visto di tanto entusiasmante?» si informò, un pizzico di irritazione nella voce dovuto al fatto che l'addetto della bancarella sembrasse troppo scocciato di avere un principe- quel principe- al suo cospetto e troppo, troppo interessato ad una certa mongolfiera rosa e a ciò che nascondeva la sua stoffa.
Charlotte cancellò quei pensieri, strattonandolo per la manica. «Guarda!» Gli piazzò a pochi centimetri dal naso quella che pareva una succosa mela rossa. «Non è splendida?»
Hans degnò il frutto di un altro sguardo, un poco più annoiato, prima di alzare gli le sopracciglia in direzione della ragazza. «È una mela».
«No!» Charlotte aprì le braccia come a voler abbracciare la moltitudine di frutti che li circondavano nelle casse della bancarella. «Sono un'infinità di mele!» chiarì, afferrandone altre due o tre e tirando al contempo una sonora sberla al venditore che si era sporso in avanti al momento sbagliato. «Ops, scusami, villico. Me ne daresti circa... tante?»
Il principe aggrottò le soppraciglia- che diamine stava facendo? - mentre Charlotte continuava ad accumulare mele, scaricandogliele sulle mani. «Mi raccomando, devono essere assolutamente rosse!»
«Charl-» Hans venne interrotto bruscamente da un'altra ondata di mele, che per poco non lo seppellì vivo. Al secondo tentativo, appena prima di un terzo attentato, riuscì nel suo intento. «Charlotte, aspetta» appoggiò malamente le mele che teneva e le bloccò le mani stracolme afferrandola per un polso. «Si può sapere che stai facendo? Cosa... cosa pensi di fare di tutte queste mele?»
La ragazza sorrise in modo quasi furbo. «Ho sempre adorato la storia di Biancaneve, Hans... e visto che ho trovato un principe, volevo provare a mangiare una mela e a farmi risvegliare in un letto di cristallo!»
Il venditore spalancò con poca grazia la bocca ma, massaggiandosi la guancia con ancora ben impressa la sagoma della mano della ragazza, pensò bene di tornare fischiettando ai propri affari, venerando la regola del dare sempre ragione al cliente. «Ve le incarto queste?» domandò, indicando quelle che parevano tutte le mele restanti sulla bancarella.
«Oh, si! Assolutamente!»
Hans si riprese appena in tempo. «Charlotte» mormorò cercando di soffocare un ringhio. «Credo sia meglio lasciare perdere. Insomma, sai, la mela di Biancaneve era un tantino avvelenata e non sconsiglierei un assaggio del genere. E poi, credo che comprare tutte queste mele non servirebbe a granché, giusto?»
«Avvelenata?» Charlotte afferrò il sacco che il venditore le stava offrendo con un sorriso falso come i suoi denti d'oro. «Seriamente? Non avevo considerato questa parte della storia».
«Perché non consideri di non comprare tutte queste mele?». Il tono di Hans stava cominciando a diventare decisamente meno principesco e molto, molto più urgente. Non teneva davvero a ritrovarsi sbancato, con il castello pieno di mele e... bè, con una Charlotte che provava ad avvelenarsi per puro gioco. Anche perché senza di lei...
«Oh, andiamo, Hans! È solo una piccola verifica per controllare se mi sveglio dopo il tuo bacio... in mancanza di mele avvelenate, potrei mangiare tutte queste. Dici che funzionerebbe?»
Prima che Charlotte avesse la possibilità di elencare altre pazzie, Hans la afferrò e la trascinò lontana dalla bancarella, ma, soprattutto, da tutte quelle mele.
«Mi hai fatto cadere perfino i sacchetti! Haaaaaans!»
«Ti prego» disse lui, ignorando le sue lamentele. «Ti prego, Charlotte, dimmi che non avevi sul serio intenzione di fare una pazzia del genere. Con tutta la follia che...» si interruppe bruscamente, notando come un piccolo sorrisetto malizioso aveva fatto capolino sul visetto incipriato della ragazza.
Gli strinse ridacchiando le mani dietro al collo. «Diciamo che era una prova suggerita da Tia per... vedere se avresti salvato la principessa dalle mele o da se stessa».
Hans sbattè le palpebre, una, due volte. Inarcò le sopracciglia e una smorfia stupefatta prese il sopravvento su di lui. «Non ti credevo capace di una cosa del genere». Possibile che fosse davvero così imprevedibile?
Charlotte rise fragorosa. «Sono una dalle mille risorse! E tu hai superato la prova...»
«Davvero?» Hans avvicinò il viso a quello della ragazza, tanto da sfiorarle quasi le labbra.
«Oh, si. Anche perché a me neanche piacciono tanto le mele».



N.d.A.
Salve-salvino, popolo Disney.
Ok, so di essere imperdonabile a presentarmi qui, come tempo fa, senza il capitolo di Promessi Rivali- che è ancora nella fase"lavori in corso". Il fatto è che, oltre ad essere complesso da scrivere, è anche l'ultimo capitolo e ciò significa dare il termine ad una parte della storia di Helios e Nerissa, che ormai sono quasi... una parte di me, ecco. Non mi sento ancora totalmente pronta per abbandonarli, anche se mi aspettano ancora i due sequel, rispettivamente Soffio d'Argento e Nuova Vita...
Comunque, tornando a noi, sono qui con un'altra minilong di tre capitoli con cinque prompt per ognuno dettatemi dalla mia amica lena21. Saranno probabilmente cinque capitoli, ognuno dei quali dedicato ad una differente coppia, ed ognuno dei quali contenente cinque diversi prompt. È simile in alcuni aspetti al nostro vecchio Vita di Coppia: Come sopravvivere, ecco.
Presto aggiornerò anche Il Segreto del Cielo d'Acqua!
Sperando che abbiate pazienza,
Baci e a presto,
Nox

  
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