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Autore: LadyReddyOrange    29/08/2015    3 recensioni
Salve a tutti/e!
Qualcuno di voi avrà già letto "Incontro col mare!" Beh... Questo è il remake, solo con parti diverse.
Spero che vi piaccia.
Dal prologo:
- Il drago blu... Non ricordo di questo libro. - dico, lo prendo e lo tiro fuori, nel farlo cade una fotografia. La prendo e rimango sorpresa nel guardarla. Ci sono mia madre e mio padre, io, dovevo avere circa due tre anni, e una bambina dai capelli biondi e i grandi occhi viola che sorride.
[...]
Lui mi sale addosso e con un sorriso divertito si avvicina al mio collo.
- Paura? - sussurra ad un soffio dal mio orecchio
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. La fuga ~ Il bel Capitano

Sorrido in modo cordiale. 
<< Condoglianze, principessa Amu.>> Mi prende la mano e la porta alle sue labbra. 
<< Grazie.>> dico in modo gentile e calmo, ignorando la sgradevole sensazione che provo a contatto con le labbra di questo uomo
molto importante per il regno. 
<< State bene, principessa?>> mi chiede guardando sorridendomi.
<< Certamente. Piuttosto non deve fare un annuncio?>> dico, cambiando discorso, mi lascia la mano e io la porta a prendere un lembo dell'ampia gonna nera ricamata con un motivo floreale. 
<< Grazie per avermelo fatto ricordare. Mi accompagni, prego.>> dice porgendomi il braccio. Ignorando, nuovamente, quella strana
sensazione, poggiola mano sul suo braccio e camminiamo verso i troni che appartenevano ai miei genitori. 
Lui si posiziona al centro dei
troni, mentre io mi siedo sul trono che prima apparteneva a miei madre. 
<< Un attimo di attenzione, signori e signore.>> esclama il ministro facendo segno ai musicisti di fermarsi. I nobili si voltano verso di noi sorseggiando
e chiacchierando tra di loro. << Vi ringrazio di essere venuti, per onorare il re Tsugumu e la regina Midori. Vedete quest'oggi siamo qui, non solo per
celebrare la loro scomparsa, ma anche perché, io, il primo ministro, Kutaro Yoshikomy, oggi, chiederò la mano alla principessa Amu.>> conclude
inginocchiandosi ai miei piedi. 
Sgrano gli occhi. "Cosa... significa?" lui mi guarda, alzando di poco la testa e mi sorride in modo accattivante. Scuoto la testa in modo impercettibile. 
Mi alzo dal trono, sento le gambe molli, e gli occhi pungere. 
Lo guardo sconvolta. 
<< Risponda, principessa Amu. Mi vuole sposare?>> 
<< Io...>> faccio un piccolo respiro, scuoto la testa eliminando quell'espressione sconvolta, unisco le mani sul grembo e con una voce delicata, ma decisa
<< ... Ho bisogno di tempo, primo ministro.>> sorrido in modo cordiale e poi tendendogli una mano, lo incito ad alzarsi. << Il mio tempo per oggi è
scoccato, quindi rimango tutto nelle vostre mani.>> gli dico, sotto lo sguardo di tutti, gli lancio un'occhiata e lo vedo digrignare i denti. "Non cascherò
nei tuoi trucchetti, imbroglione." Gli mimo con le labbra. Non appena fuori dalla sala respiro come se avessi trattenuto il respiro. Cammino per i corridoi del
palazzo senza una meta. 

...
Senza accorgermene vado a sbattere contro una porta. Cado a terra facendomi male il fondo schiena. Mi rialzo, massaggiandomi il sedere. Guardo la porta 
che è mezza spalancata. 
Entro e guardo all'interno. 
E' una camera degli ospiti. Le pareti color crema, le tende lampone e i mobili cioccolato creano uno strano contrasto. Mi avvicino alla libreria e faccio
scivolare le dita sui titoli in rilievo. 
<< Il drago blu... Non ricordo di questo libro.>> dico, lo prendo e lo tiro fuori, nel farlo cade una fotografia. La prendo e rimango sorpresa nel guardarla.
Ci sono mia madre e mio padre, io, dovevo avere circa due tre anni, e una bambina dai capelli biondi e i grandi occhi viola che sorride. " Chi è?" mi chiedo. 
<< Principessa Amu?>> sussulto, rimetto il libro apposto e nascondo la foto nella scollo a barca del mio abito. 
<< Eccomi, Saikou.>> rispondo uscendo dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle.  
<< Finalmente vi ho trovata. Dov'eravate?>> Mi chiede piegandosi sulle ginocchia e riprendendo fiato. 
<< Saikou non devi spaventarti, potresti farti venire qualcosa.>> le dico avvicinandomi a lei e aiutandola ad alzarsi. << Forza, respira.>> le poggio una
mano sulla schiena e una sullo stomaco. << Respira, inspira.>> le sussurro dopo pochi minuti sembra essersi ripresa. << Stai meglio?>>
<< Si, la ringrazio... Piuttosto, lei come sta? Non deve sposarlo, se non vuole.>> mi dice guardandomi determinata.
<< Saikou... a volte non si può semplicemente dir di no. A volte è destino, a volte il fato non è benevolo, ma tu sai che deve andare così.>> Le dico sorridendole.
Lei abbassa la testa. Saikou ha quasi la mia stessa età, a separarci, oltre il nostro rango, sono solo due mesi. 
<< La smetta di sorridere.>> sussurra. Una lacrime le scende già scoccandole la guance.
<< Saikou... Se non sorrido, non mi resta che mandare tutti al diavolo.>> alza la testa di scatto e mi guarda sorpresa. Rido e lei mi imita.
Con la manica del vestito le asciugo gli occhi. 
<< Principessa Amu, cosa fa?!>> mi rimprovera, allontanando la mia mano. 
<< Saikou... Ho deciso.>> le dico per poi camminare. La sento sorride.
<< Cosa?>> 
<< Prima di sposare quell'uomo, voglio vedere l'Europa.>> 
<< Non è un pò irrealizzabile, principessa?>>
<< ... No, perché?>> 
<< Beh... Sa, lei sta per essere incoronata, tra qualche giorno sarà sommersa di scartoffie a destra e a manca.>> 
<< ... Ho trovato!>> Esclamo. 
<< A cosa sta pensando, Principessa?>> 
<< Domani lo saprai, ora torna al ballo, e non svegliarmi domani. Buonanotte, Saikou.>> le dico dolcemente prima di richiudere le porte della mia stanza. 
Appoggio la fronte alla fredda e dura porta di legno. Sospiro. Mi ricompongo ed esco da quest'abito soffocante. 
Rimanendo in un leggero corsetto nero e la crinolina del medesimo colore. Tolgo anche la crinolina rimanendo solo con il bustino bianco di cotone
e degli slip in tinta con il bustino. Rimango l'abito a terra, dirigendomi verso l'armadio. 
Apro l'armadio e dal fondo, nascosti in un cassetto, recupero un vestito bianco e semplice con delle sottile bretelle, lungo fino sotto il ginocchio.
Lo indosso e prendo dei stivali marroni in pelle. Sciolgo i capelli dalla complicata crocchia e li rimango sciolti sulle spalle. 
<< Bene.>> dico fissando il mio riflesso allo specchio. 
Mi avvicino alla scrivania tirando fuori un pezzo di carta e scrivendo sopra un piccolo messaggio. Poggio il foglio sotto la boccetta di inchiostro e
poi prendo il mantello dal letto. 
Recupero la fotografia da terra e la ripongo nella tasca interna del mantello. Ed esco in corridoio
Affianco alla porta della mia camera c'è un porta candele vuoto, lo tiro verso il basso e accanto ad esso si apre un passaggio, che al mio passaggio,
si richiude. Seguo i vari cunicoli, e dopo mezz'ora di cammino riesco ad uscire dal palazzo, ritrovandomi all'esterno del palazzo. Apro la pesante porta
di ferro. E per un pelo non vengo scoperta da una guardia di pattuglia. 
 
....
<< Ahahahahahah!! Oh sì, vieni con me... ci divertiremo.>> smetto di guardare quella coppia oscena, anche se coppia non la si può chiamare visto che
si vedranno solo questa notte per godersi una notte a luci rosse. 
Entro nella locanda e una donna dall'aria stressata e di mal umore mi accenna un saluto con il capo. Mi avvicino al bancone e mi accomodo su uno 
sgabello. La donna si avvicina e mi chiede se voglio qualcosa da bere.
<< No, grazie. Senta, forse lei non lo sa, ma sa se qualche nave parte stasera?>> Lei ci pensa un po' su, per poi scuotere la testa e riempire il bicchiere
del uomo seduto accanto ame.
<< Ehy, Motoya, stasera quale nave salperà?>> chiede all'uomo accanto a me, lui singhiozza e poi con un tono molto vago.
<< Come sei... Hic... bella Diana... Hic... stasera noi partiamo... Hic... vuoi...spassartela con me... Hic... ?>> lui crolla sul tavolo, e la donna sbuffa.
Gli afferra i capelli e lo spinge all'indietro, lui non fa una mossa e cade a terra. Si alza di getto e si volta verso di me, che lo sto guardando.
<< Sei stata tu?! >> 
<< Cosa? Io non ti ho proprio toccato!>> esclamo alzandomi in piedi. Lui si fa ancora più vicino e sento il suo alito soffocarmi della puzza d'alcool.
Mi porto una mano alla bocca e mi allontano da lui. Mi sento sollevare da terra e mi ritrovo i suoi occhi inferociti puntati nei miei.
<< Dove pensi di scappare?! Pagherai con il tuo corpo, per quello che hai fatto!>> Lancia un sacchetto di monete sul bancone e mi porta al piano
superiore per poi gettarmi a terra vicina ad un letto. Entra e chiude la porta a chiave. Io mi metto inginocchio e mi massaggio il braccio e il fianco.
"Un po' più delicato, no?!" Penso, si avvicina e inizia a leccarsi le labbra. 
 
___
[Cambio di scena]
Un giovane ragazzo entra nel locale, guardando a destra e manca con lo sguardo. Vari uomini vedendolo lì, si alzano salutando i compagni o la buona
compagnia femminile ed escono, pronti a salpare. Si avvicina al bancone. 
<< Ehi, capitano, uno dei suoi uomini è impegnato con una minorenne.>> urla la locandiera da dietro il bancone servendo altro liquore ai marinai.
Il ragazzo con un sonoro sbuffo sale al piano di sopra e inizia ad aprire porte a caso fregandosene di chi ci fosse. Arrivato all'ultima stanza, la apre con
un calcio rimanendo sorpreso di ciò a cui assiste.

___
[Cambio di scena]
La porta si apre di scatto sbattendo con un tonfo contro il muro. Un ragazzo dagli occhi ametista osserva me seduta sul letto e l'omaccio che mi aveva
preso contro la mia volontà a terra con l'orma di uno stivale con tacco sul lato destro della faccia. Guardo il ragazzo e gli sorrido, lui mi guarda in modo 
indecifrabile. I capelli del medesimo colore dei suoi occhi risplendono di una fioca luce  grazie alla luna. I nostri sguardi si incontrano e sento una strana
sensazione di benessere avvolgermi completamente. Lui scuote la testa in modo impercettibile.
<< Chi diavolo sei? E come hai fatto a mettere K.O. Tomoya?>> dice avvicinandosi all'uomo in questione. 
<< Voglio entrare a far parte di ciurma!>> gli dico sorprendendolo. 
<< Ah sì?>> mi dice alzando un sopracciglio. In un battito di ciglia sfila dalla fondina della tasca destra una pistola argentata con l'impugnature in ebano
lucido e una canna estremamente lunga. << Vuoi ancora entrare nella mia ciurma, ragazzina?>> Si avvicina al letto e poggia il ginocchio sul letto.
La fredda canna mi tocca il petto e io mi sdraio sul letto, per non mostrare la paura che sento. Lui mi sale addosso e con un sorriso divertito si avvicina
al mio collo. << Paura?>> sussurra ad un soffio dal mio orecchio, sento le guance ardere per l'imbarazzo. 
<< Per nulla.>> gli dico con voce tutt'altro che convincente. Mi lecca il lobo e poi lo morde con i denti. Emetto un gridolino misto tra la sorpresa e il dolore.
<< Cosa diamine ti dice la tua mente bacata, pervertito?!>> gli grido contro. Lui se la ride e poi si leva da dosso. Mi metto a sedere e poi mi massaggio 
l'orecchio. << Stupido pervertito bacato...>> sussurro, dandogli le spalle.
<< Forza, se per un misero morso all'orecchio ti lamenti così tanto, per un taglio di una sciabola cosa farai?>>
<< Non è colpa mia se ho una soglia del dolore così misera.>> mi giustifico io.
<< Comunque, come hai messo K.O. Tomoya?>> 
<< Un semplice trucchetto.>> dico sorridendo. Alzo un lembo del vestito e da sotto la giarrettiera bianca prendo un sacchetto bianco e gli mostro
la piccola compressa rotonda più  piccola di un polpastrello di un neonato. << Basta che la ingoi e sei K.O. per un bel pò.>> La rimetto nel sacchetto
e rimetto il sacchetto nascosto sotto la giarrettiera. 
<< Bhe... se è così, ti permetterò di unirti alla mia ciurma. Che ne dici, ragazzina?>> A quelle parole lo guardo gioiosa. 
<< Cert->> 
<< Alt, ragazzina! Se entri a far parte della mia ciurma diventerai il mio nuovo giocattolo, ti va bene?>> dice con un sorriso tutt'altro che pacifico,
mentre mi circonda la vita con un suo braccio, stringendomi contro sé. " Cosa?!" 
<< Senti... non è che qualcuno abbia bevuto il tuo cervello?>> gli chiedo alzando un sopracciglio. << Io non diventerò il giocattolo di nessuno!>> dico
spingendolo via da me, e incrociando le braccia sotto al seno. Lui di scatto avvicina le sue labbra alle mie sfiorandole. 
<< Andiamo, ragazzina.>> dice con un tono seducente. Arrossisco e lo sorpasso.  
<< Andiamo!>>  dico alzando la voce, lo precedo uscendo dalla locanda. Aspetto qualche minuto e il ragazzo ancora non si vede. Apro la porta e lo vedo
trascinarsi dietro l'uomo di nome Tomoya. 
<< Mi sono dimenticata di chiederti il tuo nome. Io sono Amu, e tu?>>e gli tendo la mano. 
<< Ikuto, Tsukiyomi, piacere mademoiselle.>> dice portando le sue labbra alla mia mano e facendo il baciamano. 

 
___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___Angolo Autrice: ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___ ___
Salve a tutti quelle che hanno letto, non ho molto da dire.
Spero che vi piaccia questo Remake, ovviamente, non scriverò la stessa storia, se non non lo chiamerei Remake.  
Beh.... Che altro dire?
....
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. 

 
 
 
  
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