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Autore: PitonTake    30/08/2015    0 recensioni
Storia semi fantasy e con molti tratti epici riguardante una storia interpretata in un luogo fantasy con caratteristiche culturali, storiche, architettoniche Giapponesi. La storia si svolge prima nel nostro mondo e in seguito nell'ambientazione fantasy.
l'ambientazione viene divisa in due, una parte del mondo, conosciuta, giapponese e una parte del mongo non conosciuta mongola con tratti cinesi.
Genere: Fantasy, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
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Erano ormai passati innumerevoli primavere, estate autunni e inverni ed io ero ancora lì, anche se il mio addestramento era finito andavo ad allenarmi ora dopo ora, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, epoca dopo epoca.

Dopo la conclusione del mio addestramento non mi era stata data la possibilità di indossare la mia armatura, non la potevo indossare da solo, era troppo complicato per una sola persona e inoltre non sapevo come fare.

Durante un giorno che mi stavo allenando vicino allo Shinto Torii un uomo a cavallo, sembrava come un discendente Mongolo sorpasso il ponte, rinfoderai la spada prima che potesse prenderla come minaccia e quindi come guerra, e prima di scendere prese da sotto la sella un pezzo di carne e lo mangio, era stato una scena orribile, vedere quell’uomo cercare sotto la sella un pezzo di carne e poi prenderla, era palesemente cruda ma esso la mangiò con molto gusto e dopo aver mangiato si rivolse a me –Chi sei?- mi guardò con aria sospetta –Il nuovo Bushi del villaggio- gli risposi tranquillo mentre mesi la mano destra sopra l’impugnatura della katana –Bene- disse con una faccia troppo sorridente –Preparati, tra qualche giorno ci sarà la sfida- ora il suo sguardo diventò di sfida –Prima dimmi il tuo nome- dissi prima che potesse andarsene –Bat- disse con un tono spregevole –Nella tua lingua vuol dire forte, ora che sai il mio nome tu devi darmi il tuo- Non mi era stato dato un nome dentro la comunità –Non ho un nome, come non ho più un anima- appena dissi questo il suo cavallo si spaventò e scapparono assieme molto veloci e spaventati.

Mi era venuto in mente che sarei dovuto andare al villaggio per parlare con i tre grandi anziani, con i ventiquattro  consigliari tra cui c’era O Bushi. Ma nello stesso momento che stavo per andare quattro figure apparvero dal cielo, con sopra di loro le Dodici Teste Nere, vedendole mi avvicinai, loro si voltarono tutte verso di me, e io feci un inchino da inginocchiato –Bene- dissero assieme come era usanza tra di loro –Sei diventato un Bushi, ma privo di nome e con grande onore- dissero –Ma non siamo qui per te! Guarda questi quattro, prendili e portali al O Bushi e dopo vai dagli anziani a farti dare un nome- appena finirono di parlare svanirono e io mi alzai e aiutai ad alzare anche i quattro che con mio stupore erano tutte ragazze tra gli otto e i sedici anni, -Benvenute nell’Isola del Fuoco Dolce- dissi –Seguitemi vi porterò a chi vi inizierà in questa nuova vita, ricordatevi che da oggi ora voi non avete un nome, non siete più nulla, dovete solo ascoltare stando zitte- Fui severo con loro, più di quanto fosse stato necessario.

Mentre ci dirigevamo verso il villaggio mi venne in mente come passai la mia prima settima, il tempo di costruire la mia nuova dimora, quella mia nuova piccola casetta in legno scuro e con i divisori in carta di riso, mentre ricordo ancora l’immensa casa di Dai Bushi, ma non ho malincuore, la mia dimora è sufficiente per me e per le mie abitudini.

Arrivammo alla dimora del vecchio e bussai –Avanti!- mi dissero, ma non era la sua voce –Entrate dopo di me- dissi dopo aprii il divisore in legno di pino e acero e rimase aperto fin quando l’ultima ad entrare non lo chiuse –Grande anziano!- esclamai dopo e mi inchinai profondamente e le ragazze fecero lo stesso –E’ successo qualcosa?- chiesi –No stavamo parlando di te Bushi e del fatto che sei da molto qui e non hai ancora un nome- si arrestò per qualche attimo –Chi sono loro?- chiese –Nuove arrivate- dissi mi capii al volo –Bene, a te ti spetta venire al consiglio, Bushi, diciamo tra due ore in piazza- lo ascoltai –Come desidera mio Signore!- gli risposi –Resta a parlare con O Bushi- Dicendo questo lui se ne andò e dopo qualche istante comparse O Bushi –Buon giorno- e gli presentai le ragazze –Gradisci del Matcha?- -Si molto volentieri- Quindi dopo ci siamo messi a parlare e mi disse che le ragazze saranno educate da altre donne e non da lui ma lui le avrebbe prese in seguito come domestiche –Si è fatto tardi O Bushi, devo andare al consiglio degli anziani per farmi dare il nome- dichiarai –Va, e ricorda, tu ora verrai chiamato con quel nome e tutto ciò che è stato in queste terre- Le ragazze stesero in disparte, poi mi alzai e andai in piazza.

In piazza si era creata molta confusione, tutti nel villaggio sapevano ora che mi sarebbe stato assegnato un altro nome. Appena mi videro crearono un passaggio per farmi passare, ovviamente avevo la katana alla cintura ed ancora non avevo parlato del mongolo a nessuno, quindi percorsi il corridoio di gente e mi inchinai profondamente e poi mi inginocchia al Consiglio degli Anziani con i consiglieri -Ormai è passato molto tempo da quanto sei arrivato, abbastanza per farci osservare la tue indole e i tuoi elementi, abbastanza da farci vedere cosa tu sei e cosa sei per noi, prima non ti chiamavamo, ti avevano dato l’appellativo di Burai to Bushi, il servo del guerriero, poi ti abbiamo dato il nome appellativo di Bushi, ma non potrai rimanere nella storia di questo villaggio con un simili appellativo. Quindi il Consiglio degli Anziani dell’Isola del Fuoco Dolce ti ha assegnato un nome, tu da oggi sei Seikan Hideki, questo perché tu sei una splendida opportunità per il casato del fuoco, non conosciamo le tue origini, come infondo nessuno riconosce le proprie, quindi questo Consiglio  ti ha dato Seikan come tuo nuovo cognome e questo Casato di Fuoco sarà il tuo casato, sarà il Casato dove tu sei il Capo Genite- per un attimo si arresto, io ero ancora in ginocchio –Buona fortuna- quindi tutto il consiglio, io e tutta la popolazione facemmo il saluto  in ginocchio –C’è qualcosa che non va Hideki san- mi chiese –Un mongolo oggi ha passato lo Shinto Torii- appena pronuncia queste parole la gente fece un passo indietro e il consiglio fu sbalordito –Si chiama Bat, il forte, mi ha detto che fra qualche giorno ci sarà la sfida...- prima che potessi finire di parlare –E quindi devi prepararti!- esclamò –Si!- risposi –Bene allora, uno dei nuovi arrivi durante e dopo il loro insegnamento sarà tua e ti aiuterà nell’indossare l’armatura così che durante la sfida potrai indossarla e uccidere il mongolo per fare onore a te, al tuo casato e a questo villaggio. Il consiglio vieni chiuso!- Disse e così la folla che era prima in piazza sparì e io tornai alla mia dimora, mi sfamai scrissi la poesia della morte, come mi era stato consigliato dai saggi, e andai a letto presto.

Ci furono quattro giornate intense per me, le passai tutto il tempo a pregare al Tempio Shinto e allo Shinto Torri e ad allenarmi con la katana, ma il quinto giorno il Dai Bushi venne nel luogo dove mi allenavo e mi chiese di fermarmi per parlare con lui a casa sua, quindi ci avviammo alla sua residenza per parlare –Non hai scelto ancora il nuovo arrivo, devi dircelo, l’educatrice ha bisogno di saperlo per insegnarli come farti indossare l’armatura, è compito di una donna- mi disse, e mentre bevevo il matcha e pensavo quale delle ragazze sarebbe stata la migliore per ricoprire questo ruolo –O Bushi, può riferire all’educatrice che la più grande dei nuovi arrivi sarà la mia domestica- dissi sicuro, nelle mie parole non c’era incertezza e questo il vecchio l’ho capì –Bene, scusa se ti ho rubato del tempo, gradisci alto matcha o del sakè?- sorrisi –Nessun tempo rubato, del sakè Domo Arigato- risposi.

Anche il quinto giorno finì e l’indomani la ragazza, con l’educatrice, venne di buon ora nella mia  machiya e mi io le feci accomodare –Voglio che vi dimostri cosa sa fare Seikan Hideki!- esclamò la donna –Bene- allora dissi serio, era la prova decisiva per la ragazza –Fai la cerimonia del Matcha- gli dissi –Troverai tutto nella stanza alle mie spalle- quindi la ragazza, in modo svelto, andò in cucina e iniziò a preparare tutto –Vi assicuro che gli ho insegnato tutto ciò che sarà  necessario per la battaglia e per la casa..- la interruppi con un gesto della mano –Signora Atsuko so come voi educate le ragazze- dissi in un primo momento –Se rimarrò vivo dopo la battaglia la ragazza comunque continuerà a venire nella vostra machiya per imparare il seguito, a me per ora importa che mi sappia mettere l’armatura- la donna stese in silenzio mentre la ragazza venne per iniziare la cerimonia del tè verde giapponese e così fu, fece tutto con ottima mano e me lo servì, e io lo bevvi –Ottimo- dissi mentre in un attimo la porta si apri –Hideki san, Hideki san- qualcuno ripete –Entrate pure- era la figlia maggiore del capo degli anziani –Il mongolo è arrivato- riflettei –Bene andrò a fargli visita immediatamente-

Andai quindi dove si trovava –Benvenuti Mongoli nelle Terre del Fuoco Dolce- e feci un inchino, appena lo feci il capo del mongoli con lo sfidante e tutti i mongoli scesero dal cavallo e si inchinarono anch’essi, mi  sembrò strano dato che non fa parte della loro cultura –Potete montare le vostre case qui, domani mattina, se per voi va bene, verrò e vi poterò in piazza dove il combattimento si svolgerà –Preferiamo che si svolga qui- sorrisi –Bene allora farò venire qualcuno qui..- e solo ad allora vidi che c’era già tutto il consiglio pronto a sentire le mie parole -.. per fare montare il mio spogliatoio- affermai –Bene- mi disse –Bene- io risposi, quindi tornai a casa e dormii molto.

Il giorno si avventò su di me e la ragazza mi sveglio –Hideki san si svegli- mi sveglia nell’immediato –Bene, la colazione è pronta?- domandai –Si mio signore- quindi la feci andare sotto ma prima che usci dalla stanza –Prepara il mio Kimono da battaglia e l’armatura- gli ordinai, ma con aria gentile –Hai!- mi rispose solamente, quindi andai a fare colazione –Il kimono, l’armatura la indosseremo la- quindi con eleganza, pazienza e delicatezza la ragazza mi mise il kimono da battaglia e il daito lo indossai da solo dato che, come la tradizione comanda, esso stava accanto alla mia trapunta. Quindi appena uscito dalla mia dimora c’era tutto il villaggio che mi aspettava e senza dire una parola due uomini presero le parti dell’armatura, il capo villaggio stava vicino a me ma mezzo passo indietro, la ragazza due passi dietro di me, mentre Dai Bushi alla mia sinistra ma un passo dietro, gli Uomini con l’armatura  erano assieme un passo corto dietro me e un passo avanti la ragazza, quindi tutti ci incamminammo ai mongoli.

I nostri musicisti suonavano, ma anche i loro, quindi decidemmo di fare l’incontro senza musica, quindi dopo aver fatto i saluti e i doni andammo andai a mettere l’armatura, e lui la sua, alla ragazza tremavano le gambe e le mani, aveva i piedi nelle calze dentro i sandali, mentre aveva decido di indossare un kimono modesto per quel giorno.
 
 
 
 
 
   
 
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