Il coniglietto

Appena il ragazzo entrò dopo tanto tempo nella camera dell’amica d’infanzia, pensò con sollievo che certe abitudini non sarebbero mai cambiate: le pareti dipinte di rosa e decorate a fiori bianchi erano sempre rimaste le stesse, il letto ordinato era come sempre immerso nei peluches e sulla scrivania sostavano fiori freschi, un pallone da volley e... una certa gabbietta per conigli. Fu quella soprattutto ad attirare la sua attenzione.
Il coniglietto di Yui era molto diverso da come se lo ricordava anni prima, quando, in terza media, era stato il suo regalo per il compleanno della ragazza: aveva sempre quel colorito chiaro a metà tra il grigio perla e il bianco latte e gli occhi color cioccolato, ma qualcosa decisamente era cambiato. Bisognava anche dire che non aveva avuto così tanta confidenza da chiederle come stava l’animaletto, ma... dannazione, era ridicolmente ingrassato.
“Yui, sei sicura di dargli da mangiare solo insalata?” provò a farle notare gentilmente, osservando corrucciato la pigra bestiolina. 
Il capitano della squadra femminile sussultò, arrossendo visibilmente. “S-sì, ovvio che sì! Cosa vorresti insinuare?” balbettò intimorita, guardando la gabbietta nella quale era rinchiusa la piccola Kyoko. 
Daichi si grattò la nuca, portando lo sguardo dal coniglietto alla ragazza. “In realtà, nulla. Solo... me lo ricordavo diverso da quando te lo regalai.”
Yui inizialmente volle far cadere la questione, troppo innervosita dal pensiero di aver appena concesso alla sua eterna cotta di entrare nella sua camera (ommiodio, perché doveva essere tutto così rosa e femminile?) , poi si decise a replicare. “Innanzitutto è una lei, e si chiama Kyoko. E sì, le do solo insalata e qualche croccantino. È solo molto golosa. E ora per favore potresti smetterla di guardarla a quel modo? La disturbi...”
Daichi non obbedì immediatamente e osservò ancora per qualche istante la placida creatura, non particolarmente turbata e anzi propensa a fissarlo a sua volta tutto il giorno se fosse stato necessario. Il capitano della squadra maschile scoppiò in una risata intenerita, allungando la mano sopra la gabbietta per accarezzarla dolcemente. “Sei una coniglietta davvero fortunata ad avere Yui, mh?” mormorò, soprappensiero.
Yui d’altro canto arrossì violentemente a quelle parole, trovando la situazione infinitamente imbarazzante. “N-non dovevamo studiare schemi di gioco, n-noi?”
Si chiese più tardi come avesse fatto a non liquefarsi sul posto allo sguardo del ragazzo.