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Autore: _Carol_    31/08/2015    1 recensioni
[I-Chu!]
[AkiSei]
"[...]«Stavo soltanto ricordando il nostro primo incontro, sai» rispose l'altro, le braccia incrociate sotto il petto. Il ragazzo dalla pelle olivastra si limitò a lanciargli qualche occhiata di sottecchi, con lo sguardo ancora impegnato a sfogliare le pagine dell'ultima esclusiva rivista di moda.
«Intendi il primo giorno di scuola?»
Il biondino annuì, accentuando la sua affermazione con un vivace "mh-hm". «È passato davvero tanto tempo da allora. Kanata sembra stare meglio, e il nostro gruppo diventa sempre più famoso.»
«Ti mancano i vecchi tempi?»
«Non è che mi mancano» tossì. «È che ancora non riesco a credere come tutto sia cambiato così in fretta.»"
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Devo assolutamente lasciare un bacio! Chu~!»
Il suono di quel bacio non tardò a diffondersi nell'aria, giungendo finalmente alle orecchie del ragazzo dai capelli scuri dopo aver compiuto traiettorie circolari attorno ai muri della sala prove: egli si scostò di qualche centimetro dalla sedia, un sopracciglio inarcato in una smorfia di totale disagio. Non era sempre facile tenere testa agli strani comportamenti del più giovane, ma se quel lavoro comportava la presenza dei suoi compagni, allora lo avrebbe svolto con piacere. Qualcuno doveva pur farlo, no?
«Ancora?» disse, sospirando. “Proprio come quella volta” si trovò a pensare, gli angoli della bocca curvati in un impercettibile sorriso a fare capolino sul suo bellissimo volto. «Non ti arrendi mai, eh?»
Seiya scoppiò a ridere, mostrando un sorriso così splendente da illuminare persino i luoghi più bui. Akira pensò fosse l'ideale in una serata come quelle.
«Stavo soltanto ricordando il nostro primo incontro, sai» rispose l'altro, le braccia incrociate sotto il petto. Il ragazzo dalla pelle olivastra si limitò a lanciargli qualche occhiata di sottecchi, con lo sguardo ancora impegnato a sfogliare le pagine dell'ultima esclusiva rivista di moda.
«Intendi il primo giorno di scuola?»
Il biondino annuì, accentuando la sua affermazione con un vivace "mh-hm". «È passato davvero tanto tempo da allora. Kanata sembra stare meglio, e il nostro gruppo diventa sempre più famoso.»
«Ti mancano i vecchi tempi?»
«Non è che mi mancano» tossì. «È che ancora non riesco a credere come tutto sia cambiato così in fretta.»
C'era della nostalgia nelle sue parole, e Akira non riuscì a ignorarla. In un certo senso, non aveva mai prestato molta attenzione alle novità portate dallo scorrere del tempo, troppo preso dal ciclo naturale della vita. Eppure quel ragazzino aveva ragione, eccome se ne aveva: ormai si era lasciato alle spalle il peccaminoso mondo delle passerelle, sbiadito dai più scandalosi piaceri carnali consumati all'ombra di una misera tenda in seta pura, trovandosi davanti ad un cammino illuminato dalla sfavillante luce dei riflettori di un palcoscenico diviso per tre. Non fu facile, nulla poteva davvero definirsi così nel mondo dello spettacolo, eppure fino ad allora ne era sempre, sempre valsa la pena.
Akira si alzò, un passo più deciso del solito. Seiya sembrò notare quella sicurezza nei suoi movimenti, tanto che finì per indietreggiare dalla sorpresa; ma per quanto avesse potuto allontanarsi, i suoi occhi azzurro cielo avrebbero sempre finito per incontrare quelli color cacao che spiccavano in mezzo a tutte le altre colorazioni della stanza.

«Non dovresti pensare troppo al passato» consigliò, mentre una mano si concentrava ad arruffargli alcune ciocche di capelli dorati. «perché oramai non fa più parte del tuo futuro. Non corrucciarti troppo su queste cose.
»
Una nuova sfumatura bordeaux spuntò sulle gote del più giovane, e l’altro non poté far a meno di ridere nel rendersene conto. Era forse quello uno degli effetti del suo "misterioso fascino maturo" che i giornali tanto decantavano? Beh, in quel momento non aveva così tanta importanza, perché quel pozzo d’iperattività che era il suo compagno era già tornato a sorridere come se niente fosse, le mani strette in due più che decisi pugni.
«Roger!» esclamò squillante, lasciando riflettere quella felicità nelle sue stesse iridi. Non era certo casuale il ruolo da leader dell'altro ragazzo, oramai lo aveva compreso. Seiya brillava, brillava di luce propria, e con lui anche quelli che lo circondavano. Si chiese se un giorno sarebbe riuscito ad ereditare quel suo stesso dono, ma lasciò scappare via quel pensiero di passaggio dalla sua mente: tutto sarebbe dovuto rimanere esattamente così com'era.
Gli lasciò un ultimo buffetto perlopiù affettuoso sulla testa, per poi dargli le spalle in direzione della porta d'ingresso.
«Io vado.»
«Eh? Aspetta, Akira!» lo rincorse, afferrandogli frettolosamente la manica della giacca che stava indossando: un simile tessuto doveva risultare alquanto costoso, ma non sembrò soffermarsi su quel tipo di argomento. «Non dovremo provare? Per il prossimo live!»
«Hai idea di-»
«So che è tardi!» si intromise, cercando di non alzare lo sguardo verso il sopracciglio inarcato che l'altro gli stava rivolgendo. «Ma potremo comunque- sì, insomma! Possiamo chiamare Kanata, così saremmo al completo! Non è ancora suonata la mezzanotte, quindi dovremmo allenarci finché possiam-»
"Parli fin troppo."
Erano forse quelle le parole che avrebbe voluto rivolgergli in quel momento? Quelle che pur volendo finivano per annodarsi in gola in un labirinto di sensazioni improbabili? Akira non ne era a conoscenza, non poteva esserlo. E Seiya non poteva rispondergli adeguatamente in quell'istante. Non riuscì ad aprire bocca, ma le sue labbra erano costantemente collegate a quelle di Akira, e andava bene così, doveva andare bene così. Non ci volle molto prima che il giovane idol si rendesse conto di cosa stesse effettivamente accadendo, eppure la sola, unica scelta che poteva seguire era quella che gli suggeriva l'istinto.
Non ci volle molto. No.
Non ci volle molto prima che ricambiasse quel tocco, che si lasciasse andare tra le braccia dell'altro in un gesto che nulla poteva avere di pudico. Non ci volle molto prima che la lingua del più grande iniziasse a vagare disperatamente in cerca della gemella, segnando il loro peccaminoso incontro con un ballo che le intrecciava tra loro. Il respiro iniziava a mancargli. Cercò di staccarsi, accompagnando quella distanza con un profondo gemito, ma l'attimo dopo le danze erano già pronte per essere continuate.
Non ci volle molto. Neanche per sentire i loro battiti quasi in sincronia tra loro.
Avrebbero potuto continuare per sempre. Per tutta la notte, soltanto loro, la flebile luce della luna, il rumore dei loro gemiti e il sapore del loro piacere. Per quanto lo scenario potesse risultare allettante, il più grande si sarebbe comunque allontanato, lasciando un filo impercettibile di saliva come unica prova del loro incontro proibito.
«Buonanotte.»
Si morse il labbro inferiore, segno irrefrenabile del nervosismo che non accennava a svanire. Ma ormai era tardi, fin troppo tardi per poter tornare indietro, e non capiva se fosse un bene o meno. Chiuse la porta alle sue spalle, e Seiya era sicuro avrebbe ricordato a lungo quel singolare cigolio che li aveva separati. Si avvicinò ad essa, riuscendo a percepire ancora il respiro affannato di quello che non poteva considerare più come un amico, e non capì se fosse effettivamente reale o se provenisse dal suo cuore ancora in subbuglio. Si coprì il petto, lasciando scivolare il proprio peso sulle gambe che inconsciamente iniziarono a crollare sfinite sul pavimento. Era gelido, fin troppo gelido se messo a paragone con il fuoco che portava nel petto: ricalcò con una mano tutte le sezioni del suo corpo toccate in precedenza da Akira, e quelle sembravano ancora bruciare sotto i suoi palmi. Perché. Perché. Il solo ricordo faceva male, e le palpitazioni non sembravano cessare. Che fosse...?
Socchiuse gli occhi, scuotendo la testa in modo da lasciar volare via anche quei pensieri sui quali non avrebbe dovuto soffermarsi, ma non era semplice, non poteva esserlo. Gli era stato detto di lasciare indietro il proprio passato, ma cosa poteva fare adesso che quel futuro –quel loro futuro- oscillava pericolosamente dal flebile filo della ragione, quasi sull’orlo di cadere nella fatale bacinella colma di quel sentimento di cui entrambi conoscevano fin troppo bene il nome. E lui non voleva assolutamente farla cadere, no, per nulla- o forse sì? O forse era proprio quello che stava aspettando?
No, no, non era il momento adatto per pensarci, l’ora tarda non gli avrebbe per nulla giovato. Domani sarebbe stato pur sempre un nuovo giorno, una nuova giornata adatta per discutere sul come e perché di quel gesto. Certo, sempre se fosse riuscito a racimolare il coraggio necessario per rivolgergli la parola; d’altronde, non poteva considerarsi, appunto, facile.
Sospirò, lasciando chiudere lentamente le palpebre: domani, sì, si sarebbe chiarito tutto domani. E intanto, le dita del giovane non riuscivano a smettere di ripercorrere lo stesso percorso tracciato dalle labbra dell’altro sulle proprie.

*flips table* everytime i write something i-chu related i think i’m sinning
Okay then allora, ormai I-Chu mi ha decisamente rovinato la vita, e anche se quel gioco mi odia io continuo ad adorarlo e a scriverci sopra. E vbb.
Questa fanfic dovrebbe essere un regalo per una persona speciale (almeno per me ahah i’m so awkward) che compie gli anni oggi. Ci tenevo a farle un regalino in quest’occasione, e dato che mi sentivo ispirata e shippo anche la sua OTP ho pensato bene di prendere due piccioni con una fava. :’
Bruh, spero davvero che le sia piaciuta, nonostante non sia davvero nulla di speciale e probabilmente neanche molto importante come regalo but OH WELL io ci provo comunque. (?)
Grazie per aver letto e, se volete, lasciate pure una recensione! Uwu
Alla prossima!

_Carol_

  
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