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Autore: cremomoni    31/08/2015    2 recensioni
"Era seduta sul letto che fino a pochi minuti fa occupavano entrambi. E guardava fuori dalla ampia finestra, scrutando i nuvoloni che si stavano addensando all’orizzonte. A quanto pare anche il tempo era dalla sua parte. Si sdraiò e tocco il lato del letto che quella notte aveva ospitato il suo corpo. E si sentì improvvisamente sola. "
Sono passati 9 anni dall'ultima volta che si sono visti, Veronica ha nuovamente scagionato Logan per qualcosa che non ha commesso. Anche questa volta dovranno separarsi. Ma Veronica sa bene perchè questa volta è diversa da tutte le altre...
Genere: Introspettivo, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dick Casablanca, Eli Weevil Navarros, Keith Mars, Logan Echolls, Veronica Mars
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 10
 
 
Abbracciati tra le lenzuola, Veronica ascoltava in silenzio il battito del cuore di Logan con la testa appoggiata al suo petto, mentre lui le accarezzava la schiena nuda fissando il soffitto.
«Non siamo tornati subito insieme, Piz ed io» Veronica ruppe il silenzio. «Ci siamo frequentati come amici fino a quando non sono entrata all’FBI. Lì ho conosciuto un collega. Una storia sbagliata. Ed è successo quanto ti ho raccontato prima» la voce di Veronica si incrinò al ricordo della sua collega. Logan le sollevò il mento con l’indice «Non devi raccontarmi niente, se non vuoi».
Veronica si sollevò leggermente per baciarlo. «Ma io desidero che tu sappia». E si riappoggiò al petto di Logan guardando fuori dalla finestra e iniziando il suo racconto.
 
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«Dopo quanto accaduto, decisi che non me la sentivo affatto di continuare quella vita. Lo so, ne ho passate di peggio, non sono mai stata una che molla facilmente, ma ero schiacciata dal senso di colpa. Dovevo dare un nuovo senso alla mia vita. Così mi iscrissi nuovamente all’Università, prima a Stanford e poi alla Columbia. Prima di raggiungerti a Neptune qualche settimana fa, stavo per entrare in un prestigioso studio legale, come ben sai. Ero spinta da un fuoco diverso da quello che mi aveva spronata a risolvere i casi di Lilly, dello scuolabus e dello stupratore della Hearst. Non era solo la voglia di giustizia ad alimentare il mio bisogno di trovare il mio posto nel mondo. Il ricordo di quanto accaduto mi ha tormentata per mesi. Fino a quando non ho realizzato che forse la strada dell’avvocato fosse l’unica percorribile, per acquietare il mio senso di colpa. Mi sono trasferita definitivamente a New York ed una sera di poco più di un anno fa Wallace mi ha chiamata dicendomi che sarebbe venuto a New York a trovare Piz. Così ci siamo visti, Piz e io abbiamo ricominciato ad uscire insieme e da un anno a questa parte facevamo di nuovo coppia fissa. Siamo anche andati a vivere insieme in un appartamentino di New York, lui era stato assunto da una emittente radiofonica della città. Io… Piz è un bravo ragazzo, gentile, generoso, amorevole. Non gli ho mai potuto recriminare di storie passate con persone a me decisamente sgradevoli» Logan sorrise «di essere un istintivo, uno che fa cose matte o sbagliate come partecipare ad una bisca clandestina, dare fuoco alla piscina pubblica, sfidare i PCR’s» Veronica alzò lo sguardo verso Logan che sorrideva per quelle allusioni al suo passato. Sapeva, infatti, di aver fatto molte cose sbagliate nella sua vita di adolescente, era cosciente di aver fatto soffrire la donna che aveva amato più di ogni altra cosa al mondo, pure più di Lilly. Per Veronica aveva sempre provato un amore viscerale, uno di quelli che fanno mancare il fiato. Si sentiva felice quando incrociava il suo sguardo nei corridoi del liceo, quando le baciava la fronte, quando lei tornava da lui. Con Veronica era cresciuto ed era cresciuto il loro amore, era maturato sotto molti aspetti e molto dell’uomo che era diventato sapeva di doverlo a lei.
«Ma io sono corsa da te» continuò Veronica «tu hai chiamato ed io non ho esitato, nonostante tutte le cose che mi hanno tenuta lontana da qui in questi anni. Quando ti ho rivisto ho provato a cercare dentro di me la motivazione a tornare da Piz, a cercare quell’amore che pensavo di provare per lui. Ma poi, appunto, ti ho visto. E non riuscivo a staccarmi da te con la stessa facilità con cui mi sono staccata da lui per raggiungerti. Sai, nella mia mente ho paragonato te ad una buona dose di droga e me ad una tossicodipendente. Nuovamente lui se n’è accorto. Si è accorto che in questi anni non avevo fatto altro che rinnegare quello che per lui già una volta era stato troppo evidente. Ed ora eccomi qua, nuda tra le braccia dell’uomo a cui ho appena salvato il fondoschiena, che tra pochi giorni partirà per una meta pericolosa e dal quale non ho più alcuna voglia di separarmi» Concluse Veronica.
Logan l’aveva ascoltata in silenzio. Si ritrovava in quanto raccontato da Veronica. Anche lui aveva creduto che Carrie avrebbe potuto occupare quel vuoto nel cuore che aveva la forma della donna tra le sue braccia. Ma anche lui non aveva esitato a rivolgersi a lei una volta in difficoltà, l’unica persona nella quale riponeva una cieca fiducia.
Veronica lo baciò riportandolo alla realtà. «Un penny per i tuoi pensieri» gli disse sorridendo guardandolo negli occhi.
«Sto pensando che credo sia il caso di riprendere l’attività da poco conclusa».
 
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Il sole era già alto quando Veronica aprì la porta della camera da letto dove si era svegliata sola e andò in cerca di un po’ di caffè. Indossava una camicia di Logan abbastanza lunga da farle da vestito, così, presa una tazza di caffè, uscì sulla spiaggia su cui dava la casa scrutando l’orizzonte e godendosi quel nuovo giorno. Vide Logan e Dick divertirsi tra le onde, intenti in una delle loro attività preferite, il surf.
Poco dopo Logan stava correndo verso di lei a torso nudo e la muta abbassata fino a fianchi. Le stampò un bacio sulle labbra e la convinse, senza troppo sforzo, a fare una doccia insieme.
«Allora» esordì Logan mentre passeggiavano mano nella mano sulla spiaggia dopo pranzo «ti va di raccontarmi del professor Williams e della mano posata sulla tua spalla?».
Veronica si era completamente dimenticata di aver interrotto la storia sul più bello, ma non voleva dargliela vinta tanto facilmente. «Credo tu lo debba chiedere a Dick» gli rispose.
«Sai, stamattina ci ho provato, ma non ha più voluto raccontarmi nulla. Ha solo farfugliato che nulla di quello che mi racconterai corrisponderà a verità!» affermò Logan ridendo.
«Ah, povero Dick, troppi antidepressivi?» rispose Veronica ridendo.
Era una bella giornata, il sole era alto ma non eccessivamente caldo ed il giorno della partenza di Logan si stava avvicinando. Quelli erano gli ultimi giorni che avrebbero passato insieme. Poi per 6 mesi non si sarebbero più visti, toccati e baciati. Poteva concedergli quella piccola vittoria.
«Va bene, va bene. Ti racconterò l’epilogo di questa vicenda».
 
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La mano che mi si era posata sulla spalla era quella di Dick. La sua presa non ammetteva repliche, voleva parlarmi, subito.
Piz rimase stupito da tutta quella confidenza e dalla naturalezza con la quale mi allontanai con Dick dopo un breve saluto.
«Ho saputo che ti vedrai con il professore» aveva iniziato Dick e senza neanche darmi il tempo di rispondere aveva iniziato ad urlare «SEI MATTA!!!!!!!!! Quello potrebbe essere un pazzo, un criminale, un molestatore!! Cosa credi di fare eh?».
«Il mio lavoro» gli avevo risposto. Le persone nel corridoio si erano allarmate sentendolo urlare così. Una ragazza mi si era pure avvicinata chiedendomi se il mio ragazzo mi stese facendo del male. Pensa che Dick non mi diede neanche il tempo di risponderle che sbraitò «Sì, il suo ragazzo qui presente sta per farle una bella lavata di capo!» e mi trascinò fuori. Ero incredula dalla sua reazione. Temevo fosse impazzito. Il Dick che conoscevo non era un tipo rabbioso. Chi era quello che mi stava di fronte?
«Veronica» aveva iniziato Dick «Ho promesso a Logan, e l’ho promesso su qualcosa che mi è molto caro - ed io ci tengo ai miei capelli - che avrei provato a difenderti dal mondo in cui vivi con tutte le mie forze. Ora, noi non ci tolleriamo a vicenda, questo è un dato di fatto, ma tu non andrai da quel professore senza una copertura adeguata. Quindi, dimmi ora e luogo dell’incontro e dove vuoi che mi metta».
 
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Il martedì dell’incontro, Mac e Dick erano posizionati ad un tavolino nel dehor di un bar vicino a quello dove Veronica avrebbe incontrato il professore. Veronica aveva posizionato una videocamera sugli occhiali da sole di Dick e un mini obiettivo fotografico su quelli di Mac. Se il suo piano avrebbe dato i suoi frutti lo avrebbe scoperto entro qualche ora. Alle 15 Veronica era già seduta ad uno dei tavoli del dehor in attesa del professore. Faceva finta di leggere un libro di chimica che il professore le aveva consigliato di studiare per prepararsi alla lezione di quel giorno. Quando il professore arrivò, Veronica assunse l’aria di una povera studentessa che pendeva dalle labbra del suo insegnante ed iniziò a recitare al meglio la sua parte. Non mancarono, nelle tre ore che seguirono, strusciamenti e toccamenti da parte del professor Williams. Veronica faceva finta di non accorgersene o rispondeva con una risatina sciocca. Intanto Dick riprendeva e Mac scattava foto che immediatamente scaricava sul suo pc.
«Se prova ancora una volta a metterle la mano sulla gamba…» Sbottò Dick «Non poteva mettersi una gonna un po’ più lunga? Ed una camicetta più abbottonata, no?» continuò Dick.
«Smettila, Dick» gli disse Mac. «Veronica sa quello che fa e ci siamo qui noi. Inoltre, nel caso non lo avessi notato, Weevil è seduto ad uno dei tavolini con Wallace, proprio vicino a Veronica».
Solo allora Dick notò il motociclista e quello che, vedendolo solo di spalle, poteva presumere essere Wallace.
 
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«Allora, Veronica» disse il professore al termine di quelle tre ore di lezione «che ne dici? Ti piace la materia?» le chiese calcando particolarmente sui termini materia e piace.
«Devo dire che mi affascina, professor Williams. Lei poi, ha veramente un dono nell’insegnamento! Ho capito più oggi che in tutti gli anni di liceo! Lei è veramente un bravo insegnante!». Gli rispose Veronica, tirando fuori l’espressione della studentessa adorante. Non aveva fatto altro per tutta la durata di quell’incontro, era stata tutto uno sbattimento di ciglia di qua, di risatine di là e, soprattutto, di sopportazione delle lunghe mani del professore sulle sue cosce. Sperava che il professore cadesse nella trappola. Altrimenti, aveva un piano di riserva per ottenere lo stesso risultato.
«Oh, si è fatto tardi, devo tornare a casa, Veronica. Anche tu avrai le tue lezioni da studiare. Che ne dici se ci vediamo venerdì sempre qui alla stessa ora per una seconda lezione?».
«Ma certo, prof!!!» rispose entusiasta Veronica. Si congedarono velocemente, ma già mentre gli stringeva la mano prima di prendere strade diverse, stava riflettendo sulla seconda fase del piano.
Veronica aveva dato al professore il numero della stanza di Dick, come riferimento. Aveva usato la scusa della giovane ragazza che non vuole pesare sul padre per la sua scelta di continuare a studiare dopo il liceo ed era a caccia di una stanza nei dormitori del college. Veronica e Mac si erano fermate a dormire in camera di Dick, con grande entusiasmo di quest’ultimo, che aveva anche perso la possibilità di dormire nel suo letto. La mattina seguente, intorno alle 8, il bussare alla porta della camera svegliò Veronica di soprassalto. «Logan» bisbigliò. Si recò alla porta e rimase delusa quando vide un fattorino con in mano un enorme mazzo di rose rosse per Veronica Mars. Chiuse la porta scuotendo la testa, stava sognando che Logan la stava cercando per tutta Neptune in lungo e in largo ed alla fine era giunto stremato alla porta di Dick. A quel punto avevano bussato alla porta. Andando a mettere i fiori in una bottiglia di acqua, Veronica lesse il biglietto
 
“Mio unico amore,
i tuoi capelli profumano di lavanda,
i tuoi grandi occhi verdi sono un abisso per me.
Bramo guardarti, annusarti, vederti.
Ricordati, io ti osservo.”
 
“Ci siamo”, pensò Veronica con un sorriso. E andò a svegliare gli altri.
 
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Il venerdì seguente, Veronica si presentò all’appuntamento come concordato. Era vestita esattamente come tre giorni prima ed i suoi amici erano tutti in posizione. Il professore arrivò puntuale e seguirono le prevedibili tre ore di lezione. Ciò che non si aspettava fu la richiesta di accompagnarla alla macchina. Veronica accettò, sperando che Dick e gli altri la seguissero. Una volta arrivati alla macchina di Veronica, il professore fece la domanda che la ragazza aspettava da tre ore: «Ti sono piaciute le rose?». Veronica esitò. «Ah, me le ha mandate lei! Molto belle, grazie!» rispose timidamente.
Non troppo inaspettatamente il professor Williams si avvicinò per baciarla. Veronica sperava che non accadesse. Sapeva che Dick li stava osservando e sapeva che doveva rispondere prima che lui potesse saltare al collo di quell’uomo adulto che si divertiva a sfruttare la sua posizione di insegnante per adescare ragazze decisamente più giovani di lui, così si comportò come un’adolescente che accettava ed era lusingata dalle attenzioni di un uomo, ma che era troppo timida per fare già un passo così coinvolgente.
Abbassando lo sguardo con un timido sorriso Veronica disse solo: «Professore, io…» Il professor Williams si fermò. «Scusami Veronica. Non avrei dovuto. Ma sei così bella. Mi dispiace averti messa in imbarazzo. Scusami, mi sento davvero tanto attratto da te, ma forse per te non è lo stesso…».
«Oh no, professore, cosa dice» rispose Veronica prontamente «è solo che io, ecco… non sono ancora pronta per questo… sa esco da una storia importante con un ragazzo particolarmente difficile…»
«Ma certo Veronica», rispose lui in modo comprensivo «ci vediamo martedì prossimo?».
Una volta tornati nella stanza di Dick, trovarono una busta sotto la porta. Era una busta sottile e marrone. Non c’era scritto nulla sopra. Una volta che la aprirono vi trovarono delle fotografie di Veronica che sembravano la copia sputata di quelle di Jordan.
 
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«E così abbiamo risolto il caso, due giorni dopo la moglie del professore venne arrestata. Nella sua abitazione è stata trovata una professionalissima camera oscura con le foto di tutte le ragazze che aveva ricattato fino a quel momento, tutte le ragazze sulle quali il marito aveva posato gli occhi. In qualche modo reperiva gli indirizzi, probabilmente dalle carte del professore e vi spediva dei messaggi contenenti minacce, prestando attenzione a non far ricadere la colpa su se stessa, ma sul marito adultero. Il suo intento era allontanarle da lui. Non tollerava i tradimenti del marito, ma chiedere il divorzio le avrebbe portato via tutti gli agi e lo status sociale che possedeva. Si era davvero spaventata con Jordan, il marito sembrava davvero coinvolto da lei e aveva deciso di spaventarla spedendole anche le fotografie. Inutile che ti dica che il merito è andato interamente a mio padre. Il caso aveva suscitato non poco scalpore nel mondo degli 09 perché erano state colpite ragazze abitanti nel tuo vecchio e amato quartiere. E il nostro caro sceriffo Van Lowe ritornò ben presto alla sua poco remunerativa e poco legale attività precedente!».
Logan sospirò «Non ti nego che il solo pensiero di quel maiale che ti tocca mi fa ribollire il sangue, ma grazie di avermi raccontato tutto» le disse Logan baciandole i capelli per poi trascinarla in una corsa spensierata.
 
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Dick si alzò e vide la porta della camera di Logan aperta. Sapeva che c’era ancora Veronica. Iniziò a prepararsi la colazione e solo dopo un po’ di tempo notò il biglietto sul tavolo della cucina. Era indirizzato a lui. Con la ben nota calligrafia di Logan c’era scritto: “So che hai già adempiuto al meglio questo compito in passato. Te la affido di nuovo. Sei un amico. L.”
Dick sorrise, guardò in direzione della camera di Logan e maledicendosi bonariamente chiuse la porta pensando «Sono solo sei mesi Dick! Cosa vuoi che siano sei mesi?”».
 
 
Ringraziamenti: grazie a chi ha letto e recensito, grazie a chi ha atteso con pazienza e non ha esitato a riprendere la lettura. Grazie.
  
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