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Autore: fandani03    31/08/2015    3 recensioni
Andò nella stanza di Oliver e gli chiese, senza giri di parole: - “Sei innamorato di Jamie??” -
- “Cosa? Marin ma che dici?” -
- “Rispondi, devo saperlo!!” -
Oliver abbassò lo sguardo, si scansò per farlo entrare e richiuse la porta.
- “Ascolta Marin, il punto non è se io sia o meno innamorato di Jamie.. il punto fondamentale è che lei.. Lei è per certo innamorata di te! Non di me, Marin. E questo, scusami, ma rende la tua domanda del tutto inutile!” –
Mi sono trovata per sbaglio a scrivere su questa storia, su un anime a mio avviso davvero bello, struggente e complesso. Per niente banale e tutt'altro che facile da comprendere ad una prima visione e in giovane età, come successe a me all'epoca.
Non mi è mai del tutto andata giù l'idea che l'eroe della storia debba per forza innamorarsi della "cattiva". Pur avendo ben chiaro il conflitto negli animi dei protagonnisti e la ragioni indiscutibili dell'attrazione tra Marin e Aphrodia, non volevo mollare la povera Jamie, bella, leale, innamorata e tifare, stavolta, per che rispecchia i canoni classici.
Ecco quindi lo svolgimento di una storia che, nell'anime forse, non è mai neppure iniziata!
Genere: Guerra, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fuori dalla base, da poco terminata l’incessante pioggia, Jamie osserva il cielo che si sta lentamente riaprendo. Pensa a suo padre, a quell’ultimo messaggio, alle parole di addio e rimpiange il tempo che non è riuscita a trascorrere con lui. Le scorrono lacrime sul viso e dentro di sé cerca di trovare la rassegnazione necessaria in questo momento, in un momento in cui il mondo sta andando incontro alla sua tremenda sorte.
Alle sue spalle sente dei passi, non si volta. Non serve. E’ Marin.
Il ragazzo osserva la sua dolce amica, ben consapevole di cosa lei ora stia attraversando, e non riesce a non provare un'enorme pena, ma anche una grande empatia.
- “Jamie..” - lei si volta, i due si guardano.
Qualche secondo di silenzio, poi le parole le escono senza che ne abbia piena coscienza: - “..mio padre è morto…” - 
- “Lo so.. Jamie, mi dispiace tanto.” - lei lo guarda, le lacrime continuano a scendere.
- “Sono morte così tante persone, Marin... non è giusto...” - il petto della ragazza emette un sussulto, sebbene lei cerchi di trattenersi. Lo guarda fisso negli occhi, forse a cercare un appiglio per non crollare. Ma questo non fa che aumentare la pena nel cuore di Marin che, senza aggiungere altro, le si avvicina e la abbraccia. La stringe forte a sé, come non aveva mai fatto, per darle quel calore di cui lei ora ha bisogno e per dimostrarle l’affetto che nutre per lei, che fino a quel momento, forse, non era riuscito a manifestare davvero.
Di fronte a loro, in quell’attimo dolce e penoso, la natura sta manifestando uno dei suoi spettacoli più belli, a far da contrasto al dolore in cui molte persone si trovano.
Un cielo plumbeo squarciato dai raggi del sole, emersi dopo infiniti giorni di pioggia, si staglia davanti ai loro occhi.
La Terra è al suo declino, lo sanno Marin e Jamie, lo sanno tutti. Ora possono solo godere di questi piccoli attimi di pace.

Nel momento in cui la ragazza aveva assistito all’ultimo messaggio da parte di suo padre, Marin  non era presente, non era con lei, stava combattendo con il Baldios, e solo ora poteva starle vicino.
E quando era rientrato alla base, non appena appresa la notizia, non aveva resistito all'istinto di correre da lei. Se ne stava rendendo conto solo in quell’istante, che una forza più grande di lui aveva guidato le sue azioni. E ora era lì, con Jamie tra le sue braccia.
Era sempre stato attratto da Jamie, senza dubbio. Così come, certamente, sapeva che la ragazza provava dei sentimenti per lui, ma fino ad ora era sempre stato totalmente assorbito dalla guerra contro Aldebaran, dall’idea di vendicare suo padre, dalla sua missione nel guidare il Baldios. Niente distrazioni, niente sentimentalismi.. si era ripetuto sempre. Ma Jamie era lì, era lì ogni giorno e aveva continuato ad essere lì anche nei momenti in cui lui l'aveva ignorata, accantonata, risultando persino insofferente alle sue attenzioni e ad ogni contatto tra loro. Oppure, peggio ancora, lei era stata lì anche nei momenti in cui lui era stato irrimediabilmente “attratto” da Afrodia, quella donna così affascinante e crudele da aver in qualche modo lasciato un segno dentro di lui. Ma della quale lui vedeva nitidamente la natura, una donna che forse in un tempo diverso avrebbe potuto amare, ma la quale, seppure era stata capace di manifestare gesti di pietà e buon senso, era pur sempre  inaridita dalla guerra e dal senso di sudditanza verso Gattler ed era diventata comunque spietata e senza scrupoli.

Ma da un po’ di tempo,  forse dal giorno del concerto, dal giorno in cui Jamie aveva rischiato la vita insieme a tutti quei bambini, Marin aveva realmente sentito qualcosa cambiare in lui, o più probabilmente aveva solo compreso che lei era entrata già da tempo nel suo cuore. Non voleva perdere anche lei, lei che solo ora aveva capito essere così importante. Lei che Afrodia avrebbe ucciso senza pietà se lui non fosse arrivato in tempo, e non avrebbe mai potuto perdonarselo. Lei che quella sera era così bella e che, a sentire i suoi compagni, si era fatta "bella" solo per lui. Bella nel suo vestito da sera. Bella con i capelli raccolti, bella con quel delicato trucco con cui non l'aveva mai vista. E nonostante la palese bellezza accecante della ragazza quella sera, mai come in quel momento Marin era stato certo che per lui Jamie era bella sempre, nella sua tuta spaziale, nei suoi sorrisi semplici e aperti. E aveva capito, in quell'attimo, che quello che lui vedeva in lei andava molto oltre l'aspetto esteriore, e che le sensazioni che provava dentro quando stava con lei stavano assumendo, a questo punto, un connotato molto più chiaro. Dannazione se era bella! Ma quella piccola ondata calda dentro al petto, e quella strana sensazione lungo le mani, da quel giorno non era più svanita. Da quel giorno era sembrato tutto più evidente.
L’aveva capito certo, aveva capito tutte queste cose, ma non era in alcun modo riuscito a manifestarle.
E quella sera, la sera del concerto, Jamie se ne era tornata piangente nella sua stanza, e lui si era morso mani e labbra, rendendosi conto della sua idiozia, ma assolutamente incapace di porvi rimedio. Non ce la faceva, Marin. Non era abituato ad amare, non era abituato ad essere amato. E forse non ancora conscio di cosa lei suscitasse in lui.
Nonostante ciò, in quella fase di confusione e di chiarezza che si accavallavano continuamente, una delle sere seguenti decise di seguire un impulso.
Andò nella stanza di Oliver e gli chiese, senza giri di parole: - “Sei innamorato di Jamie??” -
- “Cosa? Marin, ma che dici?” -
- “Rispondi, devo saperlo!!” -
Oliver abbassò lo sguardo, si scansò per farlo entrare e richiuse la porta.
Prima di rispondere non riuscì a trattenere un lieve sorriso amaro.
- “Ascolta Marin, il punto non è se io sia o meno innamorato di Jamie.. il punto fondamentale è che lei.. Lei è per certo innamorata di te! Non di me, Marin. E  questo, scusami, ma rende la tua domanda del tutto inutile!” –
Marin in quel momento spalancò gli occhi, sentiva che quelle parole gli erano entrate dentro e stavano scavando, scavando nel profondo dove lui cercava di non accedere mai. Oliver comprese che quel ragazzo era davvero spaesato, e per la prima volta capì che forse realmente non era consapevole dei suoi sentimenti, nè di averli alimentati in lei. Capì che molto probabilmente Marin non sapeva minimamente quanto grande fosse l'amore di Jamie per lui e che, probabilmente, non era voluta la sua indifferenza, la sua apparente arroganza. Per un attimo sentì del dispiacere per quel ragazzo che, per la prima volta, gli parve indifeso.
- “Vuoi forse farmi credere che non lo sapevi??” - Marin non rispose e fuggì via.
Oliver rimase da solo nella sua stanza e vi rimase per tutta la sera senza mai uscire. Quella sera aveva compreso che le sue possibilità con Jamie erano ormai realmente andate in fumo. Finalmente anche Marin aveva preso coscienza di amarla e, diavolo se ne era certo, non sarebbe passato molto tempo prima che i due finalmente si dichiarassero l'un l'altro. Gli serviva solo una giusta spinta. E si ritrovò a sorridere tra sé quando si rese conto che, forse, era stato proprio lui a dargliela un attimo prima..

Nei giorni a seguire, dopo il concerto, dopo la sera nella cabina di Oliver, dopo quei momenti di assoluta normalità, erano successe tante cose. La vita dei Blu Fixer era stata del tutto assorbita da eventi terribili che avevano destabilizzato definitivamente l'equilibrio mondiale.
La Terra era stata devastata dalle inondazioni e dalle piogge incessanti, i Blu Fixer furono impegnati nei combattimenti e in molto altro, non c’era tempo per i sentimenti, per le dichiarazioni, per il cuore.. ma la morte del padre di Jamie, quel giorno, aveva riportato tutti, per fortuna o purtroppo, su un piano di umanità che per molti giorni e settimane avevano accantonato. Il dolore della ragazza e il modo tragico in cui suo padre aveva perso la vita non poteva lasciare indifferenti. Ma erano tutti impotenti, tutti incapaci di dire le parole giuste.
Marin era lontano quando era accaduto il tragico incidente. Quando arrivò alla base istantaneamente chiese di lei. Tutti gli consigliarono di lasciarla da sola, perché probabilmente aveva bisogno di elaborare la sua perdita.
Ma Marin sentiva che c'era una sola cosa giusta per lei in quel momento, e forse giusta anche per se stesso, perché ne sentiva il bisogno. Non poteva e non voleva lasciarla sola.
E mentre tutti discutevano su quale fosse il modo migliore di aiutare Jamie, Marin esordì semplicemente: - “Io devo andare da lei!” -  si allontanò correndo.
- “Dove vai, Marin!!” - Oliver e Raita fecero solo un passo, ma la voce della Professoressa Quinstein li bloccò.
- “Lasciatelo andare...” -
- “Coosa?” -
La Dottoressa si voltò verso la grande vetrata della sala comando.
- “Siete degli sciocchi ingenui se pensate che lei non abbia bisogno di lui..... io credo anzi che lui sia la sola persona in grado di darle conforto in questo momento..” -
Calò il silenzio. Tutti compresero le parole della Dottoressa e si resero conto che era assolutamente nel giusto. Il rapporto tra Marin e Jamie andava oltre ogni volontà, oltre ogni buonsenso, ogni decisione che chiunque avesse potuto prendere. Fosse stato anche un ordine del Comandante.
La morte del padre di Jamie aveva scosso molto anche Marin, che rivedeva in questa tragedia parte della sua.  E forse per questo motivo la Quinstein comprese che pochi altri potevano sapere cosa le servisse in questo momento.

Tornando con la mente al presente, con Jamie che si stringeva forte a lui, Marin si disse che comunque non era opportuno azzardare ulteriori gesti o parole. Ma cercò di trasmetterle, nell’abbracciarla forte a sé, ogni sentimento che provava. E quell’abbraccio fu tale che anche Jamie se ne accorse, tanto che lo ricambiò con vigore, appoggiandosi a lui per sfogare il suo dolore.
Furono purtroppo interrotti da un nuovo allarme, l’abbraccio si ruppe, si guardarono. Erano molto vicini, come non lo erano mai stati, nel corpo e nell’anima, se ne resero conto entrambi. E non serviva spiegarlo a parole.
- “Jamie, dobbiamo andare… ma ricordati che io…” - le accarezzava il viso.
- “Cosa?” -
- “Che io sono qui, sono qui per te… mia dolce Jamie, e ci sarò sempre!” - parole uscite dal cuore, senza che nemmeno lui se lo aspettasse.
- “Oh Marin….” - Jamie abbassò lo sguardo - “Grazie Marin.." -
-  “Adesso andiamo, più tardi magari… ci sarà tempo…” - Marin le sorrise. Lei ricambiò, si presero per mano e si diressero rapidamente verso la sala comando.

Non chiedetemi perchè pubblico questo capitolo, questo fluire di pensieri che si è trasformato in una "storia" che necessita di essere portata a termine!
E' sucesso!;-)
Adoravo da ragazzina questo Anime, mi è capitato di rivederlo più di recente in un periodo di vita in cui sono stata a casa forzatamente, e sapete com'è....per ingannare il tempo si fa di tutto!
E allora ho ritrovato la passione per l'affascinante Marin e ho ricordaato quanto, da adolescente, mi immedesimassi certamente nella innocente e ingenua Jamie! E quanto facessi il tifo per lei, ma l'aspetto romantico non viene mai molto trattato nei cartoni animati "robotici", così ce l'ho infilato io!! ;))
Vediamo se c'è qualcuno/a che faceva le mie stesse riflessioni...
Perdonate la storia non è curata come l'altra che ho pubblicato nella sezione Georgie, l'ho scritta in modo più frettoloso forse, ma avevo voglia d sperimentare il riscontro!
Un abbraccio e a presto!
  
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