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Autore: Persephone Grey    01/09/2015    0 recensioni
avevo già pubblicato un paio di storie un paio d'anni fa. poi altri progetti, altri impegni, un blog tutto mio, mi hanno tenuta lontana da questo sito.
ora ritorno con un nuovo progetto, che non so ben dove mi condurrà ...
una storia originale ambientata nella Randland creata da Jordan.
spero che i fan di WoT non mi lancino troppi pomodori!!!
La Luce vi illumini!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alys si chiuse alle spalle la porta della bottega del fabbro, per non bagnarsi abbassò ancora di più il cappuccio dell’ampio mantello e si allontanò, rapida e silenziosa sotto la pioggia battente. Oltrepassò la locanda e svoltò nel vicolo successivo. Lì ad attenderla c’era una carrozza scura e anonima, raggiuntala aprì lo sportello ed entrò.
“È andato tutto come previsto?” le domandò una voce maschile.
Alys rivolse all’uomo che la osservava un sorriso sollevato e si sedette di fronte a lui:
“Tutto come avevamo sperato, anzi” mostrò all’uomo il laccio di cuoio con i tre anelli “abbiamo recuperato anche l’anello”
L’uomo le sorrise “non potevamo sperare in niente di meglio, hai fatto davvero un ottimo lavoro”
“Grazie, Gaebril”
L’uomo di nome Gaebril diede un ordine al cocchiere e la carrozza partì.
“Sospetta qualcosa?”
“Non penso. Ha creduto a tutto ciò che gli ho detto e non ha fatto domande, nemmeno alla vista del Gran Serpente”
“Per quanto tempo ancora dovrò fingere di essere tuo marito?” la voce di Gaebril tradiva una certa insofferenza.
Alys si sporse verso di lui e, posandogli una mano sulla gamba, lo guardò intensamente. “Ti dispiace così tanto?”
Gaebril scosse la testa, “Non è questo, e lo sai …” il suo tono era allo stesso tempo dolce e fermo. Alys ritrasse la mano e si appoggiò nuovamente al sedile.
“Lo so, Gaebril, lo so …”, nella voce una nota di amarezza.
Proseguirono il viaggio in silenzio.

Viaggiarono tutta la notte e tutto il giorno successivo, fermandosi solamente in tarda mattinata in un villaggio per mangiare qualcosa e sostituire i cavalli, ormai sfiniti.
Al tramonto avevano raggiunto il ponte che portava all’ingresso dell’antica città di Far Madding. Lì Alys ritenne di essere abbastanza al sicuro da potersi fermare per la notte.
La città sorgeva sulle colline di Kintara, ed occupava un’isola in mezzo ad un lago, collegata alla terraferma tramite tre ponti dai quali partivano le strade per Tear, Caemlyn e Illian. Le porte di accesso venivano chiuse durante la notte e la città diventava praticamente inaccessibile. A nessuno era consentito girare armato entro le mura della città. Inoltre era completamente schermata dall’Unico Potere grazie ad un potente ter’angreal, il Guardiano, che impediva di incanalare sia Saidar che Saidin in un raggio di un miglio attorno alla città.
“Far Madding …” sussurrò Gaebril sbirciando fuori dal finestrino della carrozza “Non mi piace questa città”
“Non c’è posto più sicuro di Far Madding, Gaebril, e lo sai”
“Un luogo dove non è permesso portare armi è un luogo sicuro solo per chi le introduce di nascosto”
“Devo parlare con una persona, Gaebril, anche se Far Madding pululasse di Amici delle Tenebre. E sai anche tu che non è così. Perciò rilassati, domattina saremo di nuovo in viaggio verso Caemlyn”.
Gaebril non sembrava convinto, ma non aggiunse altro; il tono di Alys, del resto non ammetteva repliche.
Raggiunsero il ponte poco prima che le porte si chiudessero e si registrarono con nomi falsi. Anche se l’impossibilità di utilizzare l’Unico Potere, e quindi anche di accedere al Tel’Aran’Rhiod, abbassava notevolmente le probabilità di venire rintracciati dagli Amici delle Tenebre, era meglio non correre rischi.
Trovarono la locanda di cui Alys conosceva la proprietaria, una donna nata e cresciuta a Caemlyn.
Lydia, questo il nome della locandiera, era una donna minuta, con i capelli ormai color dell’argento tagliati corti e vivaci occhi azzurri, ma, nonostante l’età avanzata, manteneva ancora una freschezza nel viso che ne rivelavano i trascorsi di giovane che aveva fatto perdere la testa a più di un uomo, e l’abitudine all’uso del Potere.
Li accolse con tutti i riguardi, e diede ad Alys e Gaebril le migliori stanze e una sala da pranzo privata, di quelle riservate alle donne. A Far Madding erano le donne a governare, e le donne erano ricevute e trattate con maggiore rispetto degli uomini.
Quando Alys si fu sistemata e lavata, la mandò a chiamare, ricevendola nella sala da pranzo.
“Mia signora” iniziò Lydia chiudendo la porta
“Lydia, per favore, qui non ci sente nessuno”
“Alys … immagino vorrai sapere le novità” Lydia perse ogni finta reverenza “Le notizie non sono buone, amica mia. Tear è nelle mani degli Amici delle Tenebre, completamente. Tutti i Sommi Signori sono stati uccisi o costretti ad allontanarsi. I nuovi, mi ci giocherei la locanda, sono tutti servi del Tenebroso. E pare ci siano infiltrazioni anche a Illian”
“Non posso occuparmi anche di Illian” rispose Alys in un sospiro
“Lo so, per questo ho mandato Marym”
“Una azzurra … ottima decisione”
“Ex azzurra … nemmeno lei fa più parte della Torre”
Alys sgranò gli occhi “Un’altra Sorella che abbandona la Torre, Luce santa, che fine faranno le Aes Sedai?”
“La fine che abbiamo fatto noi, amica mia, continueranno a combattere l’Ombra. Non possiamo permettere che conquistino ogni nazione. Alys, fai quel che devi per salvare Caemlyn e l’Andor. Ricorda, la Torre non ci aiuterà”.
“È già tanto che non ci mette i bastoni tra le ruote” commentò Alys sarcastica.
“L’Amyrlin pensa soltanto a proteggere Tar Valon e niente altro. Le interessa solo la Torre, il resto del mondo non conta. Non avevamo un’Amyrlin così ottusa da … probabilmente da prima dell’ultimo Drago al’Thor, vale a dire da più di mille anni”.
Un improvviso silenzio cadde fra le due donne, al pensiero della Torre Bianca ridotta al fantasma di se stessa; la potente Torre Bianca che per secoli si era opposta all’Ombra con ogni mezzo, ora giaceva ripiegata su se stessa, come uno struzzo con la testa infilata nella sabbia.
“Cosa mi dici, Alys …”.
Alys alzò lo sguardo verso la donna, quella donna che era stata molto importante nella gerarchia delle Sorelle, quando ancora era Aes Sedai, che era stata sua insegnante e mentore quando studiava alla Torre, e l’aveva convinta a scegliere l’Ajah Verde, l’Ajah da battaglia, le Sorelle sempre pronte a scendere in campo contro l’Ombra, anche a fianco degli eserciti quando necessario. Quella donna che ora, seppur nascosta in un posto dove non poteva incanalare, comandava la resistenza in tutto il mondo.
Avrebbe voluto avere metà della tempra di Lydia.
“Ho recuperato il ter’angreal rubato, ho eliminato una minaccia per Caemlyn e forse ho trovato un’arma”
Lydia la guardò con approvazione “Raccontami”
Alys le raccontò di come aveva scoperto che quella donna, che si faceva chiamare Pauline tra i servitori del palazzo reale di Caemlyn, era in realtà un’Amica delle Tenebre inviata da Tear. L’aveva osservata e pedinata a lungo, soprattutto nel Mondo dei Sogni, aveva capito i suoi legami con Tear ma non era riuscita a stabilire chi l’avesse mandata né perché. Avrebbe voluto rimanere in osservazione ancora un po’, ma la donna era entrata in possesso, non sapeva bene come, del potente ter’angreal a forma di anello smaltato in verde, ter’angreal che permetteva a chiunque lo usasse di creare una tessitura di spirito in grado di imprigionare per sempre un’altra persona nel Tel’Aran’Rhiod, fino alla morte del suo corpo nel mondo reale. Questo l’aveva resa troppo pericolosa. Raccontò a Lydia di come aveva tentato di sottrarre l’anello alla donna, ma aveva rischiato di farsi scoprire; Pauline aveva sospettato qualcosa ed era scappata verso Tear. Alys l’aveva immediatamente inseguita e l’aveva fatta uccidere, prima che potesse consegnare il ter’angreal a qualcuno.
Quando tacque, Lydia rimase in silenzio, pensierosa, per un po’.
“Hai fatto quello che andava fatto” disse dopo qualche minuto “è troppo importante che Caemlyn non cada nelle mani dell’Ombra”
Alys annuì, sollevata. Non che avesse mai pensato di avere alternative, ma l’approvazione di Lydia le tolse il peso di quanto aveva fatto.
“Mi parlavi di un’arma …”
“Si tratta di un uomo. Si fa chiamare il Topo e uccide dietro compenso”
“Un assassino …”
“Sì”
“Appartiene a qualche setta, a qualche gilda?”
“No, agisce da solo, in completa autonomia. È molto bravo in quello che fa, ma soprattutto è un Sognatore potente, più abile di me”
Lydia si fece improvvisamente molto interessata, “E come intendi servirtene?”
“Cercherò di portarlo a Caemlyn. Un assassino che può manipolare il Tel’Aran’Rhiod è un’arma troppo potente per lasciarlo andare”
“Concordo” annuì Lydia “Ma come intendi fare?”
“Farò in modo di portarlo a Caemlyn, ancora come non lo so. Seguirò il girare della Ruota e quando si presenterà l’occasione giusta sfrutterò il momento”
“E se l’occasione non si presentasse?”
“Farò in modo che si presenti”
Lydia scoppiò in una improvvisa risata “A volte penso che, viste le trame che intessi, saresti stata un’ Azzurra perfetta! Ma adesso dimmi, tu come stai?”
Alys abbassò il viso “Sono stanca Lydia. Ogni volta che credo di fare un passo avanti, poi ne faccio due indietro”.
“Ti riferisci alla guerra contro l’Ombra … o a Gaebril?” lo sguardo di Lydia era acuto come sempre.
Alys non rispose, ma si alzò e si avvicinò alla finestra, guardò fuori e vide la sagoma di un uomo che avrebbe potuto essere Gaebril.
“È sempre più insofferente. Non capisco perché stia ancora con me. Non sono più una Sorella, non ho più necessità di avere un Custode. L’ho sciolto dal legame molti mesi fa”
“Forse non se ne vuole andare. Forse non ha un altro posto dove andare”
“Temo il momento in cui lo troverà”
Lydia si avvicinò ad Alys e le cinse le spalle con un braccio “Non puoi trattenere chi non vuol restare, e non puoi costringere nessuno a ricambiare un sentimento”.
Alys non disse nulla, ma continuò a fissare la figura fuori dalla finestra.

Alys camminava lungo il corridoio che portava alla sala del Trono di Rose, nel palazzo reale di Caemlyn. Il corridoio era deserto e non udiva altro che i suoi passi. Le torce erano spente, ma una permanete e innaturale luminosità si diffondeva ovunque. Questa luce perenne, sia di giorno che di notte, che non aveva una fonte ma permeava tutta l’atmosfera, era una delle principali caratteristiche del Mondo dei Sogni. Ad un tratto vide comparire una figura alla sua destra, che camminava verso di lei. Alys non fece in tempo a capire chi fosse che già era sparita. Si rilassò, si trattava di una persona normale che durante il sonno aveva varcato il confine del Tel’Aran’Rhiod, inconsapevolmente. Succedeva spesso che le persone, durante i sogni, attraversassero per qualche attimo il confine, ma solo i Camminatori erano in grado di rimanervi stabilmente e consapevolmente. O chi possedeva un ter’angreal adatto allo scopo. Tutti gli altri come comparivano, altrettanto velocemente scomparivano.
Alys raggiunse la grande porta istoriata che si apriva sulla sala del Trono. Era chiusa. La donna mutò il suo semplice abito scuro in un abito in seta colore della notte, impreziosito da ricami d’argento attorno allo scollo e sull’orlo. Il mantello sparì e i capelli, sciolti sulle spalle, vennero trattenuti da un cerchietto d’argento incrostato di piccoli zaffiri. Stava per incontrare la Regina di Andor, doveva darsi un contegno.
Non le servì nemmeno aprire la porta: le bastò pensare di essere dall’altra parte e nel tempo di un battito di ciglia fu ai piedi del trono. Questo era posto su un rialzo di cinque alti scalini fatti di marmo rosa.
Sorrise e si inchinò alla donna seduta sul trono.
“Maestà …”
“Alzati, Lady Gray, e avvicinati”
Alys alzò lo sguardo verso la sua regina, nonché cugina per parte di madre. Si somigliavano infatti: stessi capelli biondi ricci, stessi occhi color del cielo. Ma Maeve Trakand aveva almeno vent’anni più di Alys, e possedeva una fierezza nel portamento che incuteva timore e rispetto anche senza che proferisse parola. Era la sedicesima sovrana di casa Trakand, cresciuta ed educata per essere regina. E regina era.
Alys salì fino al penultimo scalino e lì rispettosamente si fermò.
Maeve Trakand si portò le mani giunte davanti alla bocca e chiuse gli occhi, quasi non sapesse da dove cominciare.
“Lady Alys Gray, mi sono giunte voci che intrattieni rapporti con una ex Aes Sedai in esilio” il tono della regina era piuttosto seccato.
“Altezza, io …”
“Non interrompermi, Alys” La voce della sovrana si fece ancora più dura “tu sai quanto sono importanti i rapporti tra Caemlyn e Tar Valon, tu sai che non posso permettermi di inimicarmi la Torre e l’Amyrlin”
“Lo so, Altezza, ma l’Ombra ci assedia, e la Torre Bianca non fa nulla a riguardo” Alys cercò di non avere un tono duro, ma non le riuscì particolarmente bene “Maestà, siamo in guerra, dopo mille anni l’Ombra si muove. Hanno già Tear, si estendono a Illian e …” si fermò e alzò lo sguardo, fissando negli occhi di Maeve “… sono arrivati anche a Caemlyn”
La regina la guardò pensierosa, si riportò le mani alla bocca.
“Perché non me ne hai parlato?”
“Non avevo prove certe. Ora le ho, Altezza”
“Parla ora, dunque”
“Si trattava di una donna, Pauline, una dei domestici, l’ho scoperta una sera parlare con un nobile Tarenese giunto in visita, ho udito qualcosa, parlavano di prendere Caemlyn. L’ho pedinata a lungo e ho fatto ricerche. Aveva dei legami a Tear. Una notte l’ho seguita qui, nel Tel’Aran’Rhiod, l’ho vista parlare con un uomo incappucciato. Parlavano di prendere il controllo del Trono di Rose”.
“E che fine ha fatto questa donna?”
“È morta, maestà”. La regina alzò un sopracciglio, ma non disse nulla. Alys si aspettò domande, che però Maeve non fece, così si sentì autorizzata a proseguire. “Sono convinta che il pericolo non sia cessato. Voi, Altezza, siete in pericolo. A Tear la maggior parte dei Sommi Signori sono stati uccisi … o peggio. Gli Amici delle Tenebre controllano la città, e voglia la Luce che siano solo Amici delle Tenebre. Maestà, sto cercando di proteggere voi e la nostra nazione”
Alys pronunciò quest’ultima frase con voce accorata, ma evitò di raccontare come e per mano di chi era morta Pauline, e non accennò all’anello ter’angreal.
Maeve Trakand sembrò scossa. Rimase in silenzio alcuni lunghi attimi, poi parlò.
“Va bene, Lady Gray. Ti credo. Ma non posso permettere che una delle persone a me vicine, una mia parente, una delle nobili più potenti di Caemlyn, nonché ex Aes Sedai, possa destare sospetti a Tar Valon”
“Ma … Maestà …”
“Silenzio!” tuonò Maeve, Alys abbassò il capo, ma dovette trattenersi a stento.
“Non so quali siano i tuoi rapporti con questa Lydia, ma so che lei è stata tua mentore quando studiavi alla Torre Bianca”
Alys la guardò stupita
“Credi che non abbia anche io i miei informatori? Comunque, ti lascerò lavorare, ma ti chiedo di farlo con maggiore discrezione. E soprattutto mi terrai periodicamente informata di ogni tua mossa. Se lavori per proteggere Caemlyn, lavori per me. Io devo sapere, soprattutto se devo coprirti con l’Amyrlin, non voglio sorprese. Hai capito, Lady Gray?”
“Sì, maestà, ho capito”
“Molto bene, ora vai. Cerca di tornare a Caemlyn in fretta e sana e salva”
Alys aprì gli occhi nella stanza della locanda a Far Madding. Era quasi l’alba. Ripensò al dialogo appena avuto con la Regina e si sentì fremere di rabbia. Con tutti i rischi che stava correndo per proteggere Maeve e il trono, doveva prendersi anche una lavata di capo per questioni politiche. Ebbe una voglia irrefrenabile di aprirsi alla Vera Fonte e incanalare. Ma avrebbe solo attirato su di sé l’attenzione, ed era proprio quello che voleva evitare. Se non altro era riuscita a tenerle segreto il ter’angreal recuperato e soprattutto il Topo.
Decise che doveva farlo arrivare a lei al più presto.

   
 
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