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Autore: unsynchronized    01/09/2015    1 recensioni
“Non hai ordinato la pizza?”
“No. Oggi voglio fare qualcosa di diverso.”
“Ma non…”
Pete lo interruppe, sapendo già cosa voleva dire.
“Non ti preoccupare,” gli disse, poggiando un orecchio e una mano alla porta, “e fidati di me.”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Patrick Stump, Peter Wentz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era il loro decimo anniversario, e anche l’unico giorno di quella settimana che riuscirono a tenersi libero da ogni impegno lavorativo. Non che avessero in programma grandi cose, se non stare insieme e bearsi della presenza dell’altro. Passarono a casa l’intera giornata tra attività… interessanti. Avevano già fatto l’amore diverse volte, Pete non ricordava quante, ma sentiva le endorfine che ancora gli circolavano nel sangue. Ora era sera, e Pete udiva la voce di Patrick dalla doccia: lo distraeva e gli faceva sbagliare il numero della pizzeria che stava cercando di chiamare per ordinare a domicilio. Al terzo sfortunato tentativo  – Patrick aveva appena raggiunto una nota alta che gli fece premere il 6 invece del  5 sulla tastiera del cellulare – Pete decise che non aveva voglia di pizza a domicilio per il decimo anno consecutivo.
Si alzò in piedi e si diresse verso la porta chiusa del bagno; quando bussò, Patrick smise di cantare (e a Pete un po’ dispiacque).
“Che c’è, Pete?”
Pete sorrise, eccitato riguardo a ciò che stava per proporre.
“Vestiti quando hai finito, che usciamo.”
Uscire? Patrick restò in silenzio per qualche istante, l’unico suono quello dell’acqua che scendeva sul suo corpo. Pete era sicuro che fosse confuso: non uscivano mai insieme da soli.
Essere famosi e avere segreti del genere era difficile. Pete non era in grado di tenere le sue mani lontane da Patrick, non riusciva a tenere gli occhi su di lui mentre parlava senza indugiare un po’ sulla sua bocca. Nonostante Patrick sembrava avere più autocontrollo, era evidente, molto evidente per chiunque che la loro amicizia non era più solo amicizia.
Volevano evitare di fare scena, consumando il loro amore nella maniera più discreta possibile.
Si erano abituati a questa segretezza; di solito restavano nella casa che condividevano, o se uscivano, si facevano sempre vedere in compagnia. Spesso approfittavano della disponibilità dei loro amici e parenti, sempre pronti a coprirli.
Tutto ciò richiedeva una certa organizzazione e nessuna uscita era mai spontanea.
“Non hai ordinato la pizza?”
“No. Oggi voglio fare qualcosa di diverso.”
“Ma non…”
Pete lo interruppe, sapendo già cosa voleva dire.
“Non ti preoccupare,” gli disse, poggiando un orecchio e una mano alla porta, “e fidati di me.”
Il consenso di Patrick arrivò alcuni secondi più tardi, dopodiché subentrò il silenzio.
“Patrick… canteresti ancora, per favore?” Pete arrossì quando fece questa richiesta; non poteva vedere il volto di Patrick, ma era sicuro che stesse sorridendo. Ricominciò a cantare il motivetto di prima, e Pete andò a cambiarsi, felice, assicurandosi di restare abbastanza vicino al bagno da poter ascoltare il suo ragazzo.
***
Presero l’auto di Pete, nera e coi vetri oscurati. Prima di mettere in moto, il bassista posò gli occhi su Patrick, seduto accanto a lui, intento ad allacciarsi la cintura di sicurezza. Non era vestito in modo troppo diverso dal solito: indossava jeans neri e stretti, una maglietta semplice, anch’essa nera, i suoi occhiali – Pete aveva insistito affinché se li portasse – e il suo fedora grigio. La sua frangetta ramata era pettinata di lato, i capelli lisci e morbidissimi; i suoi occhi azzurro-verdi mantenevano la loro brillantezza anche nell’oscurità di una notte estiva come quella. Era sempre lui, il suo Patrick, ma gli sembrava sempre più bello e adorabile. Il cuore gli si riempì tutto insieme quando Patrick si accorse che lo stava fissando e lo guardò negli occhi, labbra piegate in un sorriso quasi timido. Nonostante fossero ormai una coppia da dieci anni (più quattro di amore inconfessato da parte del bassista), Pete si innamorava sempre di più.
“Dunque…” Patrick ruppe quel silenzio tutt’altro che imbarazzante, “dove stiamo andando?”
Pete si risvegliò dalla sua trance e avviò il motore, “E’ una sorpresa.”
Partirono nel buio della notte; la strada era isolata, l’unica fonte di luce i lampioni. Pete non prese la strada per il centro abitato, e vide con la coda dell’occhio Patrick rilassarsi sul sedile del passeggero.
Percorsero una strada dissestata, tutta in salita. I lampioni si facevano sempre più radi e meno luminosi, man mano che si addentravano nella natura incontaminata, fin quando l’asfalto divenne ghiaia.
Pete si fermò su una piana in cima al colle; era completamente buio. Poi scese dall’auto e Patrick lo seguì, raggiungendolo di corsa, e si presero per mano. Patrick non fece domande, e camminò accanto a Pete fin quando non si fermò. Davanti a loro si aprì un orizzonte infinito: le luci di Chicago brillavano nella notte. Le macchine che sfrecciavano per le strade erano visibili solamente per i loro fari, i grattacieli e le insegne luminose dei locali dominavano l’intera scena. Patrick restò a guardare la sua città dall’alto, rapito dalla vita notturna che la animava. Pete invece non riusciva – e non aveva la minima intenzione – di distogliere gli occhi da Patrick nella penombra.
“Wow, Pete… che panorama. E’ così…” Pete sentì dentro di sé che il cuore di Patrick era leggero per la bellezza del momento e il suo si sciolse.
“Non è neanche la parte migliore…” Pete sorrise. Patrick si rivolse finalmente verso di lui e si morse le labbra appena, restituendogli il sorriso quando Pete gli afferrò il braccio e gli fece cenno di seguirlo.
Da dove si trovavano ora Chicago non era visibile. Non c’erano luci se non quelle del cielo.
Pete scelse un posto e si sedette per terra, sull’erba umida, e trascinò giù con lui anche Patrick. Quando furono abbastanza vicini, Pete poggiò le labbra su quelle del suo ragazzo e lo baciò intensamente, lingue unite in una carezza, prima di poggiare la fronte sulla sua e di ascoltare i propri respiri sincronizzati.
“Guarda su,” sussurrò al cantante.
Patrick alzò gli occhi e il suo volto si illuminò. La luce argentea delle stelle si rifletteva sul suo viso, nei suoi occhi chiari, sulla sua bocca di rosa. La sua pelle sembrava marmorea in quel gioco di chiaroscuri, poi le sue labbra di aprirono appena. La sua attenzione era tutta rivolta al cielo, i suoi occhi spalancati, e Pete era sicuro che Patrick non avesse mai visto così tante stelle.
Pete sorrise tra sé, contento di aver avuto la bellissima di portare Patrick lì, quella sera. La sua espressione in quel momento, la sua figura eterea valevano il mondo per Pete.
Il bassista si sdraiò, viso rivolto a quell’enorme soffitto stellato, l’unico limite per loro due. Patrick gli prese la mano, la strinse forte, Pete la sentì calda; si abbassò poi sul suo volto, lasciando un casto bacio sulle sue labbra.
“Non ho mai visto uno spettacolo simile,” disse Patrick mentre si sdraiava accanto al suo ragazzo, le loro mani ancora congiunte. La sua voce sembrava era fievole, sottile. Timida, come il giorno in cui confessarono di amarsi, esattamente dieci anni prima.
“Già,” disse Pete, mentre cingeva un braccio intorno alla vita dell’altro, “Guarda. Quella è la via lattea.”
“Dove?”
Pete gli indicò la galassia, “Lassù. Poi non so indicarti le varie costellazioni o pianeti, ce ne sono troppe.”
Patrick rise; Pete si rannicchiò e nascose il proprio volto nel suo petto, lasciando che Patrick lo stringesse forte. Pete si sentiva al sicuro come non mai, come se il bacio che Patrick aveva appena lasciato sulla sua fronte potesse proteggerlo da ogni male. Doveva essere il momento più bello della sua vita.
“E’ meraviglioso, Pete. Sono senza parole.”
“Tu mi lasci senza parole,” le labbra e il fiato di Pete solleticavano il collo del cantante mentre parlava, “tu sei uno spettacolo. Il più bello spettacolo.”
Restarono abbracciati sull’erba fresca per ore, a contare stelle e coccolarsi teneramente.
Poi i tocchi di Patrick si fecero più disperati e i suoi baci più intensi, i respiri più affannati e gli sguardi più affamati; Pete gli accarezzò il petto, facendo scorrere la sua mano sul ventre, fino ad arrivare all’inguine.
Fecero l’amore per la prima volta all’aria aperta, e solo quei miliardi di astri erano testimoni di quella loro piccola immensa felicità. La loro luce tingeva di bianco i loro corpi nudi uniti in una sola entità, e ogni tanto un gemito era rubato, un sospiro si librava nell’aria.
Alla fine, esausti, si sdraiarono di nuovo, incuranti di non avere vestiti addosso, troppo felici e stanchi per smettere di sorridere.
“Buon Anniversario, amore mio,” disse Pete, e poi sbadigliò.
Patrick era convinto che si fosse già addormentato quando gli rispose, “Buon Anniversario a te, amore. Grazie di esistere.”
Pete, invece, si strinse ancora di più contro il suo corpo.
  
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