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Autore: Conodioeamore    01/09/2015    1 recensioni
[-Altro - anime/manga vari]
[-Altro - anime/manga vari]Ecco a voi la storia di un ragazzo, di una ragazza e di un pennarello!
Seraphine è una liceale appena trasferita nella scuola del suo vecchio amico d'infanzia Evan. Cercandolo tra gli studenti, scopre che è cambiato totalmente da come lo ricordava! Prima era un ragazzo dolce che quando sorrideva sembrava una bambina, tanto che lei stessa lo proteggeva dai bulli. Ora, invece, Evan è un gran bel figo che ha tanto successo con le ragazze e per di più è anche il presidente del consiglio studentesco. Per non parlare delle sue tendenze maniache e possessive. Potrà tra loro rinascere una semplice amicizia?
(tratto liberamente dal manga pubblicato da "Scanduzioni". Io riprendo solo in parte la storia iniziale, dato che ci sono solo 3 volumi del manga. Proseguirò di mia fantasia. Dato che i nomi dei personaggi non li ricordo tutti, li inventerò)
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sdraiata sul letto della mia stanza, ancora in pigiama. Non posso credere a quello che è successo in questi giorni. Chi lo avrebbe mai detto che la mia vita avrebbe preso una piega del genere? Sono finalmente con il ragazzo che amo di più al mondo, non potrei essere più felice. Fuori ormai è buio eppure ho una voglia matta di uscire. So che domani c'è scuola, ma non riesco proprio a dormire. Qualcuno bussa alla porta. «Seraphine» mi chiama la voce della mamma. Apre la porta ed entra dentro. In mano ha un telefono. «È per te» mi dice porgendomelo. Prendo il telefono e me lo porto all'orecchio. «Grazie.» Mia madre accenna un sorriso, poi esce accostando la porta alle spalle. «Pronto?» «Perché non mi rispondi al cellulare?» mi urla una voce maschile, ahimè troppo familiare. Evan. «Ha il silenzioso. Mi stavo per addormentare, cosa vuoi?» «Mi ha chiamato il professore di recitazione.» E perché mai il prof di recitazione ha il suo numero? «Mi ha detto che abbiamo vinto un soggiorno di tre giorni in un resort fuori città.» «Wow. Non potevi aspettare domani per dirmelo?» gli dico, sbadigliando. «Sei la mia ragazza, ti faccio sapere le cose immediatamente. Non sei contenta?» Il suo tono di voce sembra deluso. «Sarei più felice di dormire in questo momento. Quando partiamo?» gli domando, iniziando a giocherellare con una ciocca dei miei capelli. «Lunedì.» «Grazie.» Non so perché, ma provo un po' di imbarazzo a parlargli per telefono. Ho paura che una mia frase male interpretata possa farlo uscire fuori di testa. «Hai da fare questo fine settimana?» mi domanda d'un tratto. «No, perché?» Questa sua domanda mi lascia un tantino perplessa. «Perfetto, allora passo a prenderti domenica alle quattro a casa, così avremmo l'occasione di restare un po' da soli senza essere disturbati. Ora scusami, ma devo andare. Ci vediamo domani. Ti amo.» Non appena finisce la frase si sente il "bi-bip" della chiamata terminata. Non mi ha dato nemmeno l'occasione di dirgli di sì o di no. Ma perché deve sempre prendere le decisioni lui? Poggio il telefono sul comodino e spengo la luce dell'abat-jour. Non mi prendo nemmeno la briga di mettermi sotto le coperte. Non m'importa di nulla. Il mattino successivo, a scuola mi è praticamente impossibile incontrare Evan. Vorrei tanto parlargli, ma non lo riesco a trovare praticamente da nessuna parte. Al termine delle lezioni, mi precipito immediatamente nella sala del consiglio studentesco, dove trovo Ivan intento a sistemare dei fogli sul tavolo. «Ciao, Ivan.» Il ragazzo si gira a guardarmi, con un sorriso a trentadue denti. «Ser, sei arrivata finalmente.» Entro nella stanza e poso la borsa sul divano. «Ivan, hai per caso visto Evan in giro?» gli domando. «Ora che mi ci fai pensare, non è venuto a scuola.» Strano, che cosa starà facendo? Sbuffo, e mi lascio sprofondare nel comodo schienale del divano. Ivan sembra notare il mio stato emotivo, quindi poggia sul tavolo le scartoffie e viene a sedersi vicino a me. «Problemi in paradiso?» mi domanda ironico, poggiandomi una mano sulla spalla. Mi lascio fuggire un sospiro. «Non lo so. Secondo te è normale che in una relazione sia solo una delle due parti a decidere?» Ivan mi guarda allibito. «Conoscendo Evan, e lo conosco molto bene, vuole che le cose funzionino a tutti i costi.» «Domenica usciamo insieme.» Non so perché gliel'ho detto, mi è semplicemente uscito senza che io glielo potessi impedire. «E non sei felice? Perché il tuo tono di voce mi fa pensare il contrario.» «Il problema è che mi ha detto che domenica usciremo senza chiedermi che cosa ne pensassi.» Non appena termino la frase, Ivan scoppia a ridere. «Tipico di Evan. Ha il vizio di monopolizzare ogni piccolezza. Non dovresti prendertela tanto; in fondo, sei la prima ragazza seria che abbia avuto negli ultimi tre anni.» Lo guardo allibita. Non riesco a credere a quello che le mie orecchie hanno appena sentito. «Che tipo era prima di diventare presidente?» Ivan poggia le mani dietro la nuca. «Beh, non è mai stato un ragazzaccio, se è questo che vuoi sapere. Almeno non il tipo che si va ad ubriacare il sabato sera. Diciamo che era più il genere di ragazzo che amava le conquiste facili, ecco.» Sembra che stia provando un po' di imbarazzo a parlarmi del vecchio Evan. «Comunque, non c'è stato giorno che non mi raccontava della sua amica d'infanzia. Di sicuro tralasciava qualche dettaglio, ma ogni volta mi ripeteva sempre che un giorno sarebbe venuto a cercarti. Invece...» «L'ho trovato io» concludo al posto suo. «Già.» Mi fa strano sentire i punti di vista di un'altra persona su chi era Evan durante questi anni, senza di me. Ormai il bambino che conoscevo non c'è più, al suo posto c'è un ragazzo al quale piace avere il controllo su ogni minima cosa. Gli accenno un sorriso. «Sai per caso dove ha intenzione di portarmi?» Ivan mi sorride complice. «Ovvio che lo so. Però non aspettarti che te lo dica. È una sorpresa.» Appena finisce la frase mi fa un occhiolino. Sbuffo e, dopo averlo salutato, esco dalla stanza per avviarmi verso l'uscita. Cavolo, sono proprio curiosa di scoprire dove ha intenzione di portarmi.
   
 
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