Fandom: Glee
Titolo:It's not easy to be green, o Blaine e i problemi di san Patrizio
Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Pam Anderson, Andrew Anderson ( OMC ), nominati Artie Abrams, Sam Evans, Cooper Anderson
Pairing: Blaine/Kurt
Rating: NC15
Note: E' passato del tempo ma non me la sento ancora di abbandonare questo fandom che mi ha dato così tanto, inoltre questa la pensavo da mesi
Note2: Tra la 5x13 e la 5x14, siccome non si sa in che periodo comincia la 5x14 potrebbe andare bene qualsiasi data
Note3: Pam Anderson appare nella 6x08, e da sola, e siccome io dopo tanti anni volevo vedere anche mr Anderson ... voilà
Note4: Anderw Anderson ha il volto di Denis O'Hare, da quando due estati fa ho scoperto True Blood ho desiderato che Ryan lo scegliesse per intepretare il padre di Blaine, invano. Non so da dove mi derivi questo mio headcanon ossia che Blaine abbia origini irlandesi ma sono anni che volevo scriverci sopra, lo si può considerare un missing moment
Note5: Tutto questo è venuto fuori di getto, sembra strano ma è così
Note6: è una Klaine un po' anomala dato che isi concentra di più sulla famiglia Anderson che sulal Klaine in sè, ma è anche una Klaine
Blaine
Anderson amava tutte le feste,
tranne una: San Patrizio.
Era singolare a pensarci bene
perché era vissuto in una casa dove san Patrizio veniva
preso sul serio fin da quando era bambino. Primo perché i
suoi genitori erano di origine irlandese e dunque san Patrizio aveva un
posto speciale in casa Anderson, un po’ perché
Andrew Anderson suo padre fedele al cliché tipico
dell’irlandese era un poliziotto e non disdegnava di bere e
quindi durante quella festività si sentiva in diritto di
smettere l’uniforme e darsi alla pazza gioia insieme alla sua
dolce metà.
E finché aveva cinque anni a
Blaine Anderson andava bene vedere i propri genitori che canticchiavano
e ballavano o alla festa della polizia o in casa, quando ne aveva
quindici era semplicemente imbarazzante, sua madre aveva il suo lato
… il suo lato, e suo padre poteva bere galloni di alcool
senza ubriacarsi.
Per
quello era stato felice di trasferirsi a New York, primo
perché così lui e Kurt sarebbero stati insieme,
secondo perché avrebbe evitato il deprimente spettacolo dei
coniugi Anderson a san Patrizio. Certo, a New York san Patrizio era una
questione seria ma lui aveva fatto capire a Kurt e soprattutto a Sam
che non voleva averci nulla a che fare, che loro uscissero pure a bere,
erano liberissimi di farlo ma lui non li avrebbe seguiti.
A quello stava pensando quella mattina mentre
si dirigeva assonnato verso la porta, dovevano fare qualcosa per la
privacy in quel loft fu il suo ultimo pensiero prima di aprire la porta.
<<
Sorpresa!!! >> urlarono due voci che conosceva fin troppo
bene e mentre bruscamente passava dal dormiveglia alla veglia completa
con la certezza che avrebbe riportato seri danni all’udito
vide chiaramente Andrew e Pam Anderson entrare rumorosamente nel loft.
Andrew Anderson e Pam Anderson. I suoi genitori, i più
grandi fan di san Patrizio che avesse mai conosciuto … la
sua vita era appena finita.
Sua madre Pamela indossava un miniabito verde
e aveva tirato fuori dal suo portagioie la collana con il quadrifoglio
che lui e Cooper le avevano regalato per i venticinque anni di
matrimonio e che da allora aveva un unico significato: “
voglio ubriacarmi ma tieni a posto le mani perché sono
sposata e mio marito è un poliziotto “ . Suo padre
Andrew invece indossava il suo cappello verde portafortuna che lui e
Cooper non avevano mai avuto il permesso di toccare, una camicia verde
con i quadrifogli che avrebbe fatto venire a Kurt un infarto solo a
vederla e entrambi i coniugi Anderson avevano tra le mani una cassa di
birra.
<< Cosa … cosa ci
fate qui?>> chiese mentre li osservava spaventato, e
perché non siete da Cooper a rovinare la giornata a lui
pensò per un istante, non era un pensiero carino ma i suoi
genitori quel giorno diventavano ingestibili per chiunque, lui compreso.
<< Ma honey, non ci chiami mai,
non scrivi mai e usare SKYPE due volte a settimana non vale,
così io e tuo padre abbiamo pensato di venire a trovarti,
pensa che tuo padre ha chiesto le ferie al dipartimento per stare con
te, è dal tuo diploma che non stiamo tutti insieme e
… >> tipico di sua madre pensò
Blaine rassegnato, complici gli anni passati come venditrice di
cosmetici porta a porta sua madre aveva una parlantina invidiabile e la
capacità di convincere un esquimese a comprare ghiaccio.
<< Ti ricordo cosa è successo alla mia festa
del diploma >> replicò approfittando di un
secondi di pausa di sua madre, soltanto Andrew Anderson era capace di
organizzare una festa del diploma alla centrale di polizia di
Westerville, lo aveva fatto anche per Cooper, e … ogni
occasione per i suoi genitori era buona per alzare il gomito.
<< Bere un po’ non ha mai ucciso nessuno
figliolo, noi Anderson abbiamo lo stomaco forte, tua nonna Shannon,
pace all’anima sua, era
capace di bere undici bottiglie di whiskey di fila senza sembrare
ubriaca >> intervenne suo padre.
Andrew Anderson credeva nelle cose semplici:
il football in televisione, legalità e illegalità
ma soprattutto che gli uomini dovessero andare con le donne e le donne
con gli uomini, e quello per Blaine era sempre stato un problema, fin
dal momento in cui aveva fatto coming out in famiglia. Suo padre era
ormai rassegnato ma era evidente che se fosse stato per lui le cose
sarebbero andate diversamente, non avevano mai avuto chiacchierate
sull’argomento specialmente perché Andrew Anderson
niente voleva sapere e niente voleva vedere.
<< La nonna è morta
dieci anni fa di cirrosi, non è un buona argomentazione
>> rispose Blaine ormai rassegnato alla presenza molesta
e ingombrante dei suoi genitori, sapeva per esperienza diretta che era
impossibile liberarsi di loro.
<< Può essere, ora
vestiti che usciamo … o forse anche da qui si vede la
parata? >> chiese suo padre prima di dirigersi verso la
finestra mentre Blaine provava l’impellente desiderio di
sbattere la testa contro il muro fino a perdere conoscenza.
<<
Blaine, si può sapere cosa … signori Anderson
buongiorno >> e nel sentire quella voce che pure
solitamente amava Blaine si sentì in trappola, il suo piano
di invitare i suoi genitori in qualche bar e tenerli lontani dal loft
era appena fallito, non doveva prendersela con Kurt si disse, Kurt non
poteva sapere inoltre avendo passato pochissimo tempo assieme ai suoi
genitori non sapeva quanto suo padre sapesse essere irlandese a comando
e come sua madre riuscisse a convincere la quasi totalità
della popolazione grazie alla sua parlantina.
<< Kurt! È bello
rivederti mio caro ragazzo, chissà perché Blaine
non ti mai invitato, per una cena, un pranzo della domenica o
qualcos’altro … ci vediamo solo in occasioni
formali. E comunque fermi tutti, preparo io la colazione, faccio il
miglior irish coffee del vicinato, vedrai che ti piacerà
>> e con un sorriso a trentadue denti Pam Anderson si
mise tranquillamente a rovistare nella loro cucina come se vivesse da
sempre lì.
Blaine alzò le braccia sconfitto
prima di fare cenno a Kurt di limitare le effusioni, non viveva
più con i suoi ma era suo padre che pagava la NYADA e
conosceva la politica di Andrew Anderson: finché io
controllo i soldi tu fai quello che dico io. Quando Cooper aveva
annunciato di voler intraprendere la carriera di attore si era visto
tagliare i fondi ma per fortuna le pubblicità e il resto
pagavano bene si era detto Blaine, e quello che era peggio suo padre
raramente cambiava opinione e mai di prima mattina.
<<
Come mai … come mai siete a New York? >>
chiese Kurt mentre Sam appariva in intimo, si dava
un’occhiata attorno e veloce tornava verso il divano a
cercare indumenti più coprenti.
<< Ma per san Patrizio ragazzo
mio, quest’anno ero stato assegnato alle scartoffie al
dipartimento così ho chiesto due settimane di ferie e dopo
New York io e Pam ce ne voliamo a Dublino … grazie tesoro
>> rispose Andrew con fare distaccato osservando deluso
il suo caffè mentre Pam con fare esperto serviva lui, Kurt e
Rachel che era apparsa in quel momento ancora semi addormentata, Blaine
dimenticava che i suoi genitori si erano conosciuti quando suo padre
era alla scuola di polizia e sua madre lavorava in un pub irlandese.
<< Whiskey irlandese, appena
poco zucchero, panna, cannella, e di nuovo whiskey, dove la tieni la
melassa honey? >> chiese Pam prima di rivolgere un gran
saluto a Rachel che ricambiò ancora assonnata mentre anche
Sam e Artie si facevano vivi.
<< Non abbiamo melassa mamma, e
mi sembra ci sia troppo alcool >> le rispose Blaine
mentre Kurt gli mostrava con una faccia a metà tra
l’orripilato e il rassegnato una tazza praticamente
trasparente a causa del troppo whiskey.
<< Sciocchezze Blaine, e ora
bevete adagio, un sorso alla volta e quando avrete finito il mondo
cambierà prospettiva >> disse Andrew Anderson
che aveva appena finito il suo caffè, caffè
corretto al whiskey o meglio whiskey corretto col caffè
pensò Blaine sconsolato.
<<
Si, ne vedremo due >> fu la replica di Blaine mentre sua
madre lo ignorava e rivolgeva sorrisi a tutti, Blaine era sicuro che
stesse osservando Rachel e che di lì a poco le avrebbe
proposto i suoi prodotti, persino al funerale della nonna sua madre era
riuscita a fare ottimi affari.
<<
Non comprotati come al solito, allora, da qui si vede la parata?
>> chiese sua madre con il sorriso da san Patrizio che
lui consoceva fin troppo bene.
Sarebbe
stato un giorno lungo, molto lungo si disse.
***
Ne aveva avuto il sentore quando i suoi
avevano osservato la parata con una bottiglia di birra ciascuno, con
Artie e Sam che li guardavano ammirati, Artie gli aveva detto che suo
padre sembrava uscito da un film anni’60 e Blaine sapeva che
era fin troppo vero.
Per questo ora era lì, in quel pub
a cercare di ignorare sua madre che ballava semi ubriaca su uno dei
tavoli mentre suo padre dietro di
lei si comportava come se avesse vent’anni; e lui voleva solo
morire per la vergogna, Kurt prima gli era stato vicino poi si era
lentamente allontanato e Blaine non riusciva a fargliene una colpa, se
lui avesse visto Burt e Carole comportarsi così avrebbe
avuto la stessa reazione dell’altro. Rachel era tornata a
casa perché il giorno dopo aveva le prove insieme ad Artie
che aveva un seminario importante, oltre a loro era rimasto solo Sam
che osservava il tutto con aria disincantata e ubriaca.
<<
Non era così che volevi passare la giornata vero?
>> gli chiese una voce, quando suo padre era sceso dal
tavolo si chiese, sua madre, si era persino tolta le scarpe e si stava
esibendo in una versione scoordinata della giga.
<< Cosa te lo fa
credere?>> chiese, lui e suo padre non avevano mai avuto
un buon rapporto, era Cooper il preferito di Andrew, era sempre stato
così e lui con gli anni l’aveva accettato.
<<
Figliolo, sono ubriaco e quindi sincero e domani
dimenticherò tutto. Non sono stupido come credi, solo
… a me da bambino sono state insegnate poche cose
perché il nonno era di poche parole: sii rispettoso, non
parlare troppo, non bere dalla bottiglia, gli uomini vanno con le donne
e le donne con gli uomini, il resto è una
fase>> rispose suo padre, ecco dove voleva arrivare si
disse Blaine, a onor del vero avevano evitato quella conversazione per
oltre quattro anni, solo che avrebbe preferito che suo padre fosse
sobrio.
<< Ammetto di aver pensato che
la tua fosse una fase … prova qualche ragazzo e poi ci porta
a casa una ragazza mi sono detto, capita a tutti, Souza …
hai presente quel latino che rispondeva alle chiamate e che hanno
trasferito a Columbus? Beh una volta ci siamo ubriacati e mi ha
raccontato che da ragazzo ha avuto diverse … storie con
uomini ma poi si è sposato ha tre figli e sappiamo tutti che
si sbatteva Christine dell’amministrazione >> e
Blaine cominciava ad intuire cosa volesse dirgli suo padre.
<< Hai pensato che fosse una
fase? >> chiese.
<< Ammetto di si, ma poi non
sei cambiato. Non accetto tutto questo ma rispetto che tu abbia
proseguito infischiandotene di tutto e tutti, non ti darò la
mia benedizione ma sono felice che tu sia felice anche se non comprendo
la tua felicità. Inoltre sei troppo giovane per sposarti, io
e tua madre ci siamo sposati presto ma perché lei rimase
incinta di Cooper altrimenti avremmo aspettato almeno tre
anni>> ammise suo padre.
<< Quindi mi stai dicendo che
mi accetti ma che non mi capisci? >> era già
qualcosa rispetto all’iniziò pensò
Blaine, era qualcosa.
<< Più o meno si. E
ci ho provato, come quando abbiamo aggiustato la macchina del nonno
… prima e dopo che il nonno ci si schiantasse contro
l’albero. Ti sei mai chiesto chi abbia ricevuto la chiamata
dalla tua vecchia scuola? Quella che frequentavi prima di quel posto
pieno di fighetti in blazer? Ero di servizio e non sai
com’è brutto sentire da una voce impersonale di
una receptionist stanca che tuo figlio è finito
all’ospedale perché l’hanno picchiato? E
tu ti fai delle domande, ti chiedi che se le cose fossero state
diverse, se fossi stato più presente, se avessi portato
anche te a pesca invece di andarci solo con tuo fratello, se ti avessi
aiutato con i compiti invece di chiedere gli straordinari, se ne
avessimo parlato forse … forse ora non dovresti ascoltare
deposizioni di qualche coglione convinto che tuo figlio se la sia
cercata, e ricorda che io te l’avevo detto di non andarci con
quel ragazzo … andate pure insieme ma non entrate insieme ti
ho detto ma tu … sei sempre stato testardo, anche da
bambino>> , il punto era pensò Blaine, il
punto era … francamente non lo sapeva ma sentiva che suo
padre era sincero, a modo suo, solo che … non si era mai
aspettato sostegno assoluto da suo padre, da sua madre e da Cooper si
ma suo padre … quello era un altro discorso.
<<
Come quando da bambino ho insistito che potevo mettere le dita sul
fornello? >> chiese, ricordava ancora come si erano
svolti gli eventi, sua madre che tentava di dissuaderlo con
ragionamenti sensati e suo padre che alla sua ennesima richiesta aveva
acceso il fornello e gli ci aveva praticamente sbattuto la mano
ignorando le urla di sua madre e Cooper che era appena rientrato a casa
da scuola e aveva creduto di trovarsi in manicomio.
<< Esatto, e ricordi cosa ti
dissi? “ Per capire qualcosa devi sbatterci la testa
“, poi però non hai più fatto quella
domanda, la testardaggine ti fa onore figliolo ma …sei anche
timido, sfacciatamente timido, il ragazzo si accorgerà che
tutto quello che chiedi è che qualcuno ti dica quanto sei
stato bravo, o di ispirazione e quella è tutta colpa di tua
madre >>, bene, il momento serietà era appena
finito pensò Blaine, e da quel ricordava quella era la
conversazione padre – figlio più lunga che avesse
mai avuto.
<< Inoltre dovevo farmi
perdonare per averti messo il nome che hai …mai scommettere
con tua madre>> aggiunse suo padre prima di fare cenno
che gli fosse servita dell’altra birra, e Blaine fece cenno a
Kurt di avvicinarsi a Sam sperando che l’altro capisse.
<<
Quale scommessa? >> chiese sorpreso.
<< Io e tua madre quella settimana eravamo
andati al cinema dove proiettavano “ L’Esorcista
“ dopo aver messo a letto Cooper. Facemmo una scommessa e
… il resto è storia >> ammise suo
padre ridacchiando divertito.
<< E … mi chiamo
come Linda Blair? >> chiese mentre si appuntava
mentalmente di eliminare “ L’Esorcista “
dai film da vedere, per sempre, sta a vedere che ora era stato
concepito sui sedili posteriori della macchina.
<< Più o meno si,
eravamo indecisi se chiamarti Blaine o Lankaster , tua madre ha detto
che il secondo era assurdo e abbiamo deciso il primo, poi ci ho
infilato Devon, il tuo secondo nome doveva essere Damien, sai quanto io
e tua madre amiamo i film horror. E no, sei stato concepito nel bagno
del cinema tra il primo e il secondo tempo, non sul sedile posteriore
>> e quelle furono le ultime parole di Andrew Anderson
prima di addormentarsi.
<<
Tutto bene, sembrava una discussione interessante >> gli
disse Kurt mentre lui si apprestava a pagare il conto.
<< In parte, credo che mio
padre sia stato sincero anche se ubriaco >> rispose
sfiorandogli la mano in un gesto tenero e distratto allo stesso tempo.
<< In vino veritas, per lo meno
ti ha detto la verità, domani lo dimenticherà ma
almeno tu lo ricorderai>> replicò Kurt con un
sorriso mentre nell’aria alleggiava musica tradizionale e
tutto era così verde e peggio ancora si sentiva sua madre
che ancora ballava sul tavolo.
<< Quello è sicuro,
se non ti ho mai invitato a casa per cena è
perché i miei ti avrebbero messo a disagio>>
ammise, doveva riprendere la conversazione con suo padre da sobrio il
prima possibile.
<<
Lo sospettavo, hanno bisogno di tempo, ognuno ha i suoi tempi per
queste cose Blaine, un passo alla volta, ora cosa facciamo?
>> gli chiese Kurt all’orecchio, se non fosse
stato per l’alcool Blaine aveva in mente una o due cose che
potevano fare insieme ma era semi ubriaco e soprattutto
c’erano i suoi genitori.
<< Ora tu prendi Sam, poi io
prendo mio padre, faccio scendere mia madre dal tavolo prima che lo
rompa e a casa li sistemiamo sul divano. Poi … per allora
dovrei aver smaltito abbastanza la sbornia >>
rispose malizioso e Kurt gli diede un bacio
sull’angolo della bocca, tenero e malizioso come solo Kurt
sapeva essere pensò prima di fare cenno a suo padre di
svegliarsi.
Blaine
Anderson amava tutte le feste, tranne una: San Patrizio ma ci stava
lavorando, lentamente e con pazienza, e stranamente la presenza dei
suoi genitori era stata d’aiuto.
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