Prima
di lasciarvi alla scoperta di questa fanfiction a quattro mani,
includiamo alcuni avvisi:
- Questa
one-shot ha partecipato al contest di Topmanga, basato sulla serie di
Ranma, e ha vinto.
Non c'erano limiti di lunghezza per la one-shot, così ci siamo potuti sbizzarrire: ma, ritenendo la ff abbastanza lunga, abbiamo deciso di facilitarne la lettura frammentandola in più cap, postandola per correttezza e trasparenza tutta in un blocco. L' Amaguriken_Duo (Kuno e Laila) vi augura una Buona Lettura!
QUELLA VOLPE DI NABIKI
I vapori avevano invaso l’ambiente circostante, mentre il caratteristico effluvio delle pietanze fritte non aveva tardato ad intasare ogni poro dell’angusto locale.
Produttiva
come dieci uomini, la vecchia Obaba era affaccendata a bollire degli
spaghettini cinesi in un pentolone all’apparenza
più
massiccio della sua figura minuta.
L’amazzone
non mostrava il minimo segno di fatica e, in ogni caso, sapeva che
non avrebbe avuto tempo per la più breve delle soste:
l’ora
di pranzo era imminente, così come l’arrivo dei
clienti del
ristorante. Non che fosse in difficoltà, precisò
tra
sé, tuttavia… un po’ di aiuto sarebbe
comunque stato
gradito, specie da parte di certi sfaccendati che,
come di
consueto, non alzavano un dito nel momento del bisogno.
- Mousse, si può sapere dove ti sei cacciato? Ti ho chiesto di portarmi quelle spezie almeno cinque minuti fa!
Come in risposta alle proteste della vecchia, il chiamato in causa fece capolino nella stanza. Sarebbe stato impossibile non accorgersene, dato che la figura del mandarino, vestito di tutto punto con tanto di cravattino al collo, stonava in maniera impressionante con ogni singolo elemento della cucina del Nekohanten.
- Prendi, Obaba! E ora vedi di lasciarmi stare! - disse con fare seccato. Poi sfilò dalla tasca due biglietti, questa volta mostrando una compiaciuta soddisfazione.
- Oggi è il mio grande giorno. Quando Shampoo tornerà dal giro di consegne e vedrà questi inviti per la ‘dodicesima mostra internazionale delle statue di cera funeree dal gusto pacchiano’, si renderà finalmente conto della mia innata classe. E così non potrà non cadere ai miei piedi… ah ah ah… AAAH!
Il
disgraziato era appena inciampato contro un ostacolo, crollando
rovinosamente di fianco allo sgabello su cui si poggiava Obaba.
-
E’ questo che combini, invece di lavorare? Comunque faresti
bene a
metterti gli occhiali: per adesso, sembra che sia tu ad essere caduto
ai miei piedi. Ma ci vorranno cent’anni prima che possa
uscire con
una bella donna come la sottoscritta. - commentò
l’amazzone.
- C’è poco da scherzare, vecchia! Nemmeno tu puoi lottare contro il destino, ed io sento che sarà Shampoo, inesorabilmente, a venire da me.
Una
presenza fece il suo ingresso nella sala principale.
- Salve, c’è nessuno? Sono venuto per…
- Shampoo! Lo sapevo che saresti venuta da me! Finalmente hai accettato il mio amore!Mousse accorse dalla cucina, stabilendo il nuovo primato dei cento metri, e si fiondò ad abbracciare il malcapitato.
-
Cosa aspettiamo, ancora? Sposiamoci!
- Mi dispiace, ma ho già moglie e figli! - replicò nauseato il fattorino. - Come stavo dicendo, sono venuto per consegnare questo pacco.
Detto ciò, lasciò cadere l’involucro sui piedi del mandarino, il quale, dolorante, si decise ad allentare la presa. L’uomo non si lasciò sfuggire quell’occasione e scappò in ritirata.
Obaba
si affacciò con aria impaziente.
-
Non gingillarti, Mousse! Cos’è quella roba?
- Uh… credo una consegna per te. Ma non mi sembra una cassa di cibo.
L’anziana
amazzone socchiuse le palpebre. La sua ordinazione speciale
era arrivata, una buona volta. Un lieve ghigno le disegnò il
volto increspato.
- Non impicciarti e porta subito qua! - ordinò drastica al subordinato.
Mousse afferrò il pacco con ambo le mani e si affrettò a consegnarlo alla vecchia, intuendo che non era il caso di spazientirla ulteriormente. Trovandosi ancora privo di occhiali, non poté leggere che l’indicazione del mittente portava scritto ‘Guida di Zhou Chuan Xiang, Cina’. Non fu nemmeno in grado di accorgersi che il pacco, nella caduta, si era bucato, lasciando a terra una gran quantità di polistirolo e qualcos’altro.
-@@@-
Qualche
istante più tardi nella sala, ormai di nuovo deserta, fece
il
proprio ingresso Nabiki Tendo.
- Buongiorno a tutti… oh, vedo che sono la prima cliente: penso di essermi guadagnata il diritto ad un buono sconto, non credete? - Attese una risposta che non arrivò.
Schioccò le dita, frustrata: se fossero arrivate altre persone, lei come avrebbe potuto fare qualche affare con le due cinesi? Spazientita, si guardò attorno fin quando la sua attenzione fu calamitata dalla roba che giaceva ai suoi piedi.
In
particolare, risaltava una minuscola boccetta colma di liquido
trasparente.
- Noto che il servizio lascia alquanto a desiderare… offrire boccette di profumo gratis ai visitatori non vi basterà, per farvi perdonare, ma lo accetterò come un buon inizio. - Lesta, si spruzzò il contenuto sul viso e sulle mani.
*Che cosa… non è profumo, ma semplice acqua! Questo scherzetto costerà molto caro.* rifletté, mentre la sua mente calcolatrice già provvedeva a quantificare i danni materiali e morali.
Nel
frattempo, era entrato Ranma assieme agli inseparabili Hiroshi e
Daisuke.
-
Ho proprio voglia di un bel piatto di ramen caldo…
-
Come sei fortunato, Ranma, con tutte le tue spasimanti! Scommetto che
Shampoo non ti farà pagare niente…
-
A proposito, non vedo né lei né la vecchia
mummia.
Com’è che nessuno serve ai tavoli?
Una bicicletta sbucò alle spalle del trio, colpendo in pieno il ragazzo col codino.
-
Shampoo è tolnata!… Aiya, Lanma! Stale aspettando
Shampoo?
Come sono felice! - Senza dare al disgraziato il tempo di rialzarsi,
gli si gettò sopra, avvinghiandoglisi con forza in una
posizione molto equivoca.
- Sha… Shampoo… buon… giorno anche a te… - biascicò Ranma, con evidenti difficoltà di respirazione.
Hiroshi e Daisuke borbottarono qualche parola d'invidia nei confronti del loro compagno di classe, prima di salutare la senpai Nabiki, la quale dal canto suo aveva riacquistato tutto il suo buon umore gustando la graziosa scenetta.
*E’ un vero peccato non avere la macchina fotografica a portata di mano, per immortalare il momento… chissà la mia sorellina come la prenderebbe!*
Improvvisamente,
Ranma guardò verso di lei, e il volto del ragazzo assunse
un’espressione di terrore puro.
- A… Akane! Aspetta, n-non è come può sembrare!! – gesticolò, come morso da una tarantola.
Nabiki
si voltò, ma dietro di sé non scorse anima viva.
- Akane? Ma dove la vedi? Non sarai diventato orbo come Mousse, spero?!
Il
giovane Saotome riuscì a sottrarsi dalla presa di Shampoo e
si
rizzò in piedi. *Sta farneticando! Stavolta
dev’essere fuori
di sé.* considerò. Mentre lui non era proprio in
vena
di sostenere la furia della fidanzata.
- E poi cos’hai da fissarmi tanto? - sbottò Nabiki, avanzando verso di lui. – Ho il viso sporco?
Ranma
indietreggiò cautamente.
- Vuoi… vuoi combattere? - balbettò, assumendo la posizione di difesa.
Nabiki non comprendeva. *Un momento, crede che io sia Akane! Quelle due cinesi devono averlo drogato per l’ennesima volta… anche se situazioni come questa si verificano, di solito, dopo che ha mangiato qui!*
Si
accinse a farlo tornare in sé, quando si specchiò
casualmente nel vetro adiacente.
L’immagine
riflessa era quella di Akane.
Nabiki strabuzzò gli occhi, guardandosi incredula. *Cavolo, sono diventata mia sorella! Ma come sarà potuto succedere, come…* interruppe il suo pensiero. Prima di ogni altra cosa, doveva risolvere in qualche modo l’equivoco con Ranma.
Così,
ridusse ulteriormente la distanza che la separava
dall’adolescente
con il codino.
-
Adesso ascolta bene ciò che ho da dirti, Ranma! Se proprio
vuoi che non ti picchi…
Lui deglutì nervosamente. Shampoo, Hiroshi, Daisuke e i clienti sopraggiunti attesero in religioso silenzio.
- … dammi tremila yen!
Tutti
caddero gambe all’aria.
Ranma
sborsò, troppo sbigottito per opporsi e con la chiara
impressione di non capirci più niente. Quella serpe di
Nabiki
stava diventando contagiosa?
La
falsa Akane, dal canto suo, era altrettanto incredula. Ranma
l’aveva
pagata senza fiatare, credeva che fosse sua sorella a tal punto da
non insospettirsi nemmeno per via dell’anomalo comportamento
tenuto. Corse via dal locale, aveva bisogno di pensare un poco da
sola.
Si ricordò di avere uno specchietto in tasca. Lo tirò fuori e riflesse, ancora una volta, la propria immagine. Come aveva fatto a trasformarsi? Cos’aveva fatto di particolare negli ultimi minuti?
*Diamine, come faccio ora a tornare me stessa?*
Istantaneamente, Nabiki riacquisì le proprie sembianze.
*Cosa… ora ho capito! Mi è bastato concentrarmi sul pensiero di riavere il mio aspetto. E prima, sono diventata Akane immaginando la faccia che avrebbe fatto la mia sorellina… Davvero un potere molto, molto interessante.*
Accennò
a rimettere lo specchietto in tasca, ma così facendo si
accorse che era già occupata.
*E questa cos’è?* Estrasse una sfera, perfettamente rotonda e con sopra inciso il disegno di una stella. Un altro mistero, dato che era sicura di non averla mai vista prima.
-@@@-
Frattanto, al Nekohanten, Cologne era tutta intenta a frugare, invano, nel pacco.
- Ehi, Mousse! Non hai sentito delle voci? Mi sa che di là è arrivato qualcuno, va’ a vedere!
Il quattrocchi, che in tutto quel tempo aveva ripreso a fantasticare sul suo momento magico con Shampoo, ritornò alla realtà fissando stranito la strana figura della vecchia: questa, data la sua statura, era praticamente sommersa dall’imballaggio, tanto da poter essere presa come parte integrante del contenuto.
-
Uhm? Guarda un po’. Si vede che quelli della mostra mi hanno
spedito un campione omaggio… Però questa bambola
funebre di
cera a forma di scimmia è davvero troppo brutta, perfino per
i
miei gusti!
Detto
ciò, Mousse si diresse senza esitazione alcuna verso Obaba,
la
afferrò e si accinse a buttarla nella pattumiera.
-
Cosa stai facendo, idiota? Sono io! - L’amazzone lo
picchiò
in testa col bastone.
- AAH! Questa bambola mostruosa… parla e si muove! Dev’essere sicuramente maledetta!
- Smettila di dire una fesseria dietro l’altra! - Con una nuova mazzata, Cologne spedì definitivamente il mandarino nel mondo dei sogni. *Non capisco, ma dov’è finita quella dannata boccetta?!*