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Autore: TBI    03/03/2005    0 recensioni
God Fury vs Dungeoneers per il dominio di Swanhild... Chi uscirà vincitore dallo scontro? [Tratto da Ragnarok Online]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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TBI presenta

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GOD FURY: SWANHILD CHRONICLES

 

 

 

 

 

 

 

 

::::CAPITOLO 2 – DISCRIMINAZIONI E PREGIUDIZI::::

 

 

Un leggero venticello spirava tra le fronde verdeggianti degli alberi. Il sole illuminava qua e là porzioni silenziose di bosco. Qualche sporadico aggregato nuvoloso copriva la luce e creava suggestivi coni d’ombra.

In un altro frangente, Dinze avrebbe apprezzato notevolmente questo scenario. Andava matta per quegli scorci immacolati di luce pallida come quello… Ma decise che non era affatto il caso di rimanere lì imbambolata. Eh già… Perché in fondo non era un paesaggio tranquillo, quello. Il Warp li aveva condotti nel primo posto uscito dalla mente di Dinze. Un florido boschetto appena fuori da Payon.

Si stupì mentalmente di non avere tremore alle gambe. Meno male… Non era il momento di avere paura. Aveva un compito importante da portare a termine, e, il cielo le era testimone, lo avrebbe fatto.

Una figura scura comparve davanti a lei. La ragazza lo squadrò dal basso all’alto. Al diavolo… Quello Zeo sembrava non avere punti deboli… Ma avrà dovuto pur averne uno, no? Rimase per un attimo incantata da quel magnifico arco nero che contrastava con il biondo aureo dei suoi capelli. Gli intagli conferivano sia all’arma che al suo padrone un aspetto minaccioso.

“Allora, che si fa?”

La sua voce calma lasciò perfettamente sottintendere la vera natura di quelle parole. Il corpo aggraziato di Dinze venne violentemente scosso da un’ondata di rabbia… La stava sottovalutando?

Faceva male…

Dinze ripose con tranquillità l’arco posizionandolo sulla schiena, suscitando un’espressione soddisfatta sul volto del suo avversario.

“Meglio così… Non mi va di combattere contro una ragazz…”

Ma la frase fu bruscamente interrotta dallo slancio di Dinze in avanti. Stava correndo a tutta velocità verso di lui e brandiva un coltello in mano. L’effetto sorpresa stava facendo il suo dovere.

Mancavano due o tre metri all’obbiettivo. Con la coda dell’occhio riuscì a vedere lo sguardo attonito di Zeo…

Il pugnale si conficcò in religioso silenzio nello stomaco dell’Hunter. Dinze sorrise soddisfatta nel vedere gocce di sangue cadere a terra, ma rimase stupita nello scoprire che il sangue in questione proveniva dalla mano e non dallo stomaco, come pensava.

“Non male, davvero…” commentò sarcastico Zeo, mentre con la mano sanguinante disarmava Dinze

Come ci era riuscito? D’accordo che lo standard dei riflessi di un hunter era mediamente elevato, ma l’attacco sferrato da Dinze era veramente veloce… E non si era limitato a schivarlo, aveva persino bloccato la lama e rubato il coltello.

“Non credevo riuscissi a bloccarlo…” ammise Dinze

E io non credevo tu fossi capace di tanta violenza… Avanti, cominciamo sul serio…”

“Ok...” riprese in mano l’arco, mentre Zeo faceva altrettanto.

La ragazza fu un fulmine. Prese un paio di frecce dalla faretra alla sua destra e le scoccò con rapidità incredibile. Zeo le evitò entrambe con un poderoso salto.

Atterrò proprio alle spalle della Hunter, facendola sussultare, e le immobilizzò con la mano un’estremità dell’arco.

“Guarda…” le disse Zeo “Che nessuno ti obbliga a combattere… E’ meglio che la finiamo qui…”

“NO!” gridò Dinze, che si girò su se stessa e tirò un pugno nel punto in cui Zeo si trovava fino ad un attimo prima.

L’Hunter in questione era comparso su un ramo di un albero.

“Davvero vuoi continuare a combattere, signorina? Le vesti della guerriera indomita non ti si addicono affatto…”

“Cosa?” sbraitò lei, incapace di credere alle sue orecchie

“Tu che ne sai di me?”

Zeo scese dall’albero con un salto. Prese una freccia in mano, la incoccò… E senza che lei se ne rendesse conto, la freccia si conficcò nella sua spalla sinistra.

“Aaah!” Dinze si portò la mano destra sulla spalla, guidata dall’istinto.

Ma quell’azione, quasi casuale, faceva parte del piano di Zeo. Nell’esatto istante in cui Dinze compì quel leggero giro per toccarsi la ferita, Zeo partì all’attacco per colpire la ragazza con un potente pugno all’altezza dello stomaco.

L’esile figura si accasciò al suolo senza fiato.

“Devo dire che attaccare una donna mi disgusta, va contro la mia etica… Ma devo farlo, se vogliamo vincere…”

“Urgh…”

Zeo alzò la mano ed indicò un punto alle sue spalle.

“Da quella parte c’è il warp di uscita. Lascia il castello, non voglio farti del male…”

Ma perché… Perché lo fai?”

Zeo sorrise leggermente. I loro sguardi si incrociarono.

“Tu sei una donna… E le donne non sono fatte per combattere…”

Le ultime parole furono tremendamente incisive per Dinze.  Nella sua mente ricomparvero memorie sopite da tantissimo tempo…

 

“Mi chiamo Dinze, e voglio diventare un’Archer!”

Le parole uscirono dalla bocca di una Dinze che avrà avuto dieci-undici anni.

All’Archer Field, il luogo dove nascevano i migliori Archer della storia, il maestro si avvicinò a lei…

“Bambina…” disse l’uomo con voce melliflua “Perché non torni a casa?”

“No! Voglio diventare anche io un’Archer!”

“Ascolta, sei una femmina… E l’Archer è una classe per soli uomini… Perciò tornatene a casa, mocciosa!”

“Diventerò un’Archer! Costi quel che costi!!!

 

“Secondo te, una donna…” ansimò Dinze, mentre si estraeva la freccia dalla spalla “Non può combattere?”

Zeo rimase fermo nelle sue convinzioni: “Esattamente!”

Dinze prese una delle sue frecce e tese l’arco.

“Io… Non mi arrenderò… Mai!”

Le dita scivolarono dalla corda con grazia infinita. La freccia partì all’assalto…

“Ti ho già detto di ritirarti!” esclamò Zeo evitando la freccia allo stesso modo della precedente.

Ma una punta di metallo si conficcò nel coprispalla di pelle, dilaniando la carne.

“Argh!!! Ma cos’è stato?” Ha lanciato due frecce?!?

“Double Strafe…” sibilò Dinze “E’ la tecnica che ho imparato durante l’addestramento…”

“E’ pazzesco…” si trovò a pensare Zeo “Ha finto di lanciare una freccia, per lanciarne un’altra in una frazione di secondo… Ho fatto male a sottovalutarla…”

Zeo estrasse la freccia e la spezzò bruscamente.

“Molto bene… Allora vediamo che ne dici…”

Solo allora Dinze notò che Zeo teneva un bastone appeso alla schiena. Un bastone nero, abbastanza lungo, poteva avere un diametro di circa quindici centimetri. E rimase sorpresa quando lo posizionò sull’arco.

“Ora proverai…” sorrise Zeo “Il terrore dell’Arrow Storm…”

“Arrow Storm?” “Non mi spaventi! Avanti!”

Zeo lanciò il bastone verso l’avversaria.

“Se lo colpisco e gli faccio deviare traiettoria, lo attaccherò con un Double Strafe alla massima potenza…” considerò Dinze a bassa voce, mentre la distanza tra lei e il bastone si accorciava sempre più.

“DOUBLE STRAFE!!!

Le due frecce saettarono verso l’obbiettivo, ma al primo contatto il bastone esplose          rivelando al suo interno centinaia di frecce volare verso di lei.

 

 

“Allora?” chiese ironicamente Zeo

Dinze era appoggiata al tronco di un albero. Il suo corpo era costellato qua e là da numerose ferite che sanguinavano copiosamente. Sulle gambe e sulle braccia erano rimaste conficcate alcune frecce della Arrow Storm.

“Te lo ripeto, Dinze… Vattene… Non voglio battermi con una donna…”

Gli occhi verdi della ragazza si riaprirono. La vista si stava annebbiando. Le molteplici ferite sembravano esplodere dal bruciore.

“Ancora…” balbettò Dinze a fatica “Ancora con questa storia? Io continuerò… Continuerò a combattere…”

Zeo mosse un passo verso di lei.

Ma chi te lo fa fare? Non ti obbliga nessuno a batterti fino alla morte… Cosa ti spinge ad andare avanti sino allo stremo?”

“Cosa mi spinge?” rispose lei, ansando “Non so dirti… So solo che non cederò il passo a nessuno… Tantomeno a uno come te…”

Perché stava piangendo? Le lacrime stavano uscendo senza alcuna resistenza. Zeo la fissava in silenzio.

“Quando ho detto che sarei entrata nella gilda… Mio fratello mi ha riso in faccia… Mia madre e mio padre si infuriarono… Galaad ha cercato in mille modi di farmi cambiare idea… Sob…” le sue labbra si curvarono in un flebile sorriso “Sob voleva addirittura mandarmi via… Diceva di non volere un peso inutile con sé… Me lo ricordo come fosse ora…”

Dinze strinse l’arco a sé.

Ma con il passare del tempo…” riprese “Sono cambiate tante cose… I ragazzi hanno cambiato opinione… Mi hanno fatta sentire una di loro… E questo… E’ stato il periodo migliore della mia vita… Però… Per continuare a viverlo… Devo vincere, qui, adesso… Devo dimostrare loro che posso cavarmela da sola… Mi hanno lasciato qui, contro un avversario forte come te, perché loro credono in me… Io so che vinceremo, perché ho fiducia in loro… Così come loro hanno fiducia in me… Perché… Perché io…”

Alzò la testa, guardando finalmente in faccia Zeo attraverso gli occhi verdi lacrimanti.

“…Perché io sono la Hunter dei God Fury!!!”

Zeo saltò all’indietro, prendendo le misure...

“Molto bene, Dinze…”

La mano uscì dalla faretra con una freccia nera in mano. La forma era molto curiosa. La punta era intagliata, a croce, mentre il gambo era lavorato a spirale.

“Questa non è una freccia normale, come avrai capito…” disse, montandola sull’arco “Una freccia di ossidiana donatami dal mio maestro… Devi esserne onorata…”

Puntò l’arco verso la ragazza immobile.

“Il tuo discorso mi ha colpito molto… Sappi che, di solito, io uso questa freccia per gli avversari più validi… La struttura aerodinamica consente alla freccia di ottenere un’aumento di velocità e di penetrazione esponenziali… E’ stata una bella battaglia, certo… Ma alla fine, la vittoria è l’unica cosa che conta… E HO VINTO IO!!!”

La freccia partì dalla corda dell’arco. L’aria fu squarciata dal suo passaggio.

E questa…” rise Zeo, mentre la freccia stava per colpire “E’ la prima vittoria dei Dungeoneers…”

Ma Dinze non si era ancora arresa…

“DOUBLE STRAFE!!!

La prima freccia volò verso di lui, ma venne evitata con un leggero movimento della testa.

“Rassegnati alla morte, Dinz…”

*ZACK*

La seconda freccia lo aveva trapassato in pieno petto. Un rivolo di sangue uscì da un lato della bocca.

Ma che…”

Con le ultime energie, Zeo guardò Dinze, l’arco ancora teso verso di lui. Non riportava danni gravi.

Lo sguardo cadde sulla freccia che lo stava uccidendo: la stessa che qualche secondo prima aveva lanciato lui stesso contro la ragazza. E chissà perché gli tornò alla mente l’immagine di lui che le sottraeva il coltello.

Ma… Cough… E’ la mia… La mia fre…”

Cadde a terra esangue, lo sguardo fisso al cielo.

Dinze gli fu accanto, trascinandosi con l’ultimo barlume di energia.

“Non sei l’unico…” sorrise Dinze, chinandosi su di lui “Che può rubare le armi all’ultimo secondo…”

Zeo ricambiò il sorriso.

“Non morirai, Zeo…”

“Lo so…” rispose lui “Mi sveglierò fuori da Swanhild… Non succederà niente… Però fa un male bestia…”

Il suo corpo ebbe un sussulto.

“D…Dinze, ascolta… Ho fatto male a sottovalutarti… E avevi… Avevi ragione… Non so come finirà questa WoE… Ma… Vorrei che tu… Mi concedessi… Una rivincita…”

Dinze gli prese la mano con la sua sinistra.

Ma certo…”

Il corpo di Zeo scomparve nel nulla, lasciando la freccia nera in una pozza di sangue. Dinze si tolse da addosso tutte le frecce rimaste e si diresse verso il Warp.

“Ce… Ce l’ho fatta… Max, Shari, Sob, Aco… Galaad… Avete visto? Faccio parte anche io della gilda…”

Introdusse la mano destra squarciata all’interno del Warp. La mano che aveva dovuto sacrificare per parare la freccia di Zeo e rispedirla al mittente.

C’era riuscita. Aveva battuto un avversario temibile. Aveva dimostrato a tutti che anche una donna può combattere. Ma, ancora più importante… Aveva dimostrato a sé stessa… Che al di là di tutte le discriminazioni e dei pregiudizi che aveva sempre dovuto sopportare… Lei era, è e per sempre sarà… La Hunter della gilda God Fury…

Una volta tornata nel Dungeon di Swanhild, si lasciò cadere al suolo svenuta per le troppe ferite e la perdita eccessiva di sangue. Ma il sorriso sulle labbra era una testimonianza più che eloquente della prima vittoria dei God Fury…

 

 

-Fine Capitolo 2-

 

 

 

 

 

Mh… Non è che mi convinca poi tanto, come scontro… Ma alla fine Dinze ci è riuscita… APPLAUSI!!!!!

Nel prossimo capitolo, “La danza della Luna”, vedremo uno scontro all’ultimo sangue tra le sabbie di Morroc…

Because… Finally, TBI has come back to EFP!!!

 

L’autore (incombente più di una cartella delle tasse)

TBI

  
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