Non sapeva nemmeno perchè lo stesse facendo.
I mostri non organizzano cene romantiche.
Eppure si trovava lì, ad apparecchiare un tavolo per due dopo aver passato l'intera giornata a tentare di cucinare. 
Il risultato della sessione culinaria era stato una pentola di salsa carbonizzata e una grande incazzatura. Per fortuna poi era intervenuto Lito, che aveva preparato per lui – o con lui, un'ottima cenetta.
Wolfgang era sicuro che gli altri membri della Cerchia stessero ridendo di lui.
Forse la stessa Kala lo stava osservando divertita mentre cercava di comportarsi da persona normale.
Per tipi come lui, cresciuti sulla strada a pane, pugni e pistole, preparare una cena per una donna era inconcepibile. Ma negli ultimi tempi molte cose a detta degli altri “inconcepibili” erano diventate la sua normalità, come lo svegliarsi con l'odore del ristorante del padre di Kala in cucina, o sentire le sirene dell'autopattuglia di Will. Alcune volte riusciva a sentire Sun cucire prima dell'ora d'aria nel carcere di Seoul.

Ma il più delle volte era la stessa Kala ad apparire al suo fianco, durante le veglie in camera di Felix e le lunghe notti spese vagando per Berlino. Lei rappresentava tutto ciò che lui non era, era il suo opposto e la sua parte mancante.
Quanto avrebbe voluto che lei fosse più vicina, che fosse per una volta davvero con lui, nella stessa stanza, col suo meraviglioso corpo e con il suo profumo.

Se non avesse dovuto badare a Felix, avrebbe potuto prendere un aereo in qualsiasi momento e raggiungerla. Ma entrambi avevano una vita da portare avanti, e delle responsabilità.

“Eppure pensa a quanto siamo fortunati”- disse una voce dall'inconfondibile accento alle sue spalle. Wolfgang si voltò e la vide, bellissima come sempre.

“Se gli Dei non ci avessero mandato questo dono, non ci saremmo mai incontrati”.
Quel suo modo di parlare dolce e musicale, le parole lievemente arrotondate, faceva impazzire Wolfgang. 

“Giusto. Se gli Dei- pronunciò questa parola con enfasi per irritarla- non ti avessero ascoltata non sarei mai arrivato lì in tempo per fermare il matrimonio” - rispose lui con un ghigno.

Kala arrossì fino alla punta delle orecchie e cambiò argomento.
“Dunque c'è...una sorpresa per me?”

“Chiamala sorpresa... è difficile nascondere qualcosa a chi condivide i tuoi stessi pensieri” - rispose Wolfgang, abbassando gli occhi imbarazzato. “Non so nemmeno perché l'ho fatto. Davvero, non...”

“Alt”- lo fermò Kala. “Sarò... felice di cenare con te, Wolfgang.”.
Un sorriso che avrebbe sciolto anche il cuore più duro.

Un battito di ciglia ed erano vicini, stretti in un abbraccio capace di superare le migliaia di chilometri che separavano i loro corpi.

“Dove sei adesso?” - le chiese Wolfgang, senza lasciarla andare.
“In camera mia. É notte. Nessuno ci disturberà”.

Wolfgang sciolse l'abbraccio e invitò Kala a sedersi con un gesto plateale del braccio, che però fatto da lui risultò goffo e impacciato.

«Questa è bella», pensò.« Sono capace di fare una strage con una sola pistola e non riesco a non sembrare un'idiota con Kala.»

Ma in fondo nulla gli importava più quando vedeva quel suo bellissimo sorriso, quando parlava con quella donna che viveva in capo al mondo ma che era capace di amarlo nonostante tutti gli orrori che aveva commesso. 

Forse aveva ragione lei, in fondo.
Il loro incontro era avvenuto per miracolo.
Ma era lei il vero miracolo, per il quale lui non aveva pregato ma che gli era stato concesso lo stesso.
Lei era il suo miracolo.