Videogiochi > Jak 3
Ricorda la storia  |      
Autore: Iraklion    04/09/2015    2 recensioni
[Jak 3]
Rivedeva se stesso lanciarsi contro Jak, a bordo della sua navicella da corsa, con l’intenzione di ucciderlo. Quasi all’ultimo secondo, come da copione, Jak si spostava con una capriola ed Erol andava a schiantarsi contro i barili di eco oscuro.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ogni volta che Erol chiudeva gli occhi vedeva sprazzi di eco oscuro vorticargli attorno.

Rivedeva se stesso lanciarsi contro Jak, a bordo della sua navicella da corsa, con l’intenzione di ucciderlo. Quasi all’ultimo secondo, come da copione, Jak si spostava con una capriola ed Erol andava a schiantarsi contro i barili di eco oscuro. L'ultima cosa che aveva visto prima dell’impatto era stato il volto del Barone Praxis. Si era pentito del suo folle e stupido gesto quando era ormai troppo tardi. In quell’ultimo istante aveva chiuso gli occhi e forse per la prima volta nella sua breve vita aveva davvero avuto paura.
Adesso ricordava quei momenti come se il tutto si fosse svolto nell’arco di ore. Invece la tragedia si era consumata in pochi, pochissimi secondi.
‘Voglio la tua testa’. Queste erano le parole che Erol aveva pronunciato rivolgendosi a Jak prima che la gara avesse inizio. Si era calato la mascherina dalle lenti rosse sul volto ed aveva gareggiato contro gli altri, contro Jak. Ed aveva perso.
Ricordava ancora adesso la furia che lo aveva pervaso. ‘Mi ha portato via tutto’ aveva pensato digrignando i denti. Ed aveva deciso che quello sarebbe stato il momento giusto per sbarazzarsi di Jak, e perché no, anche del suo stupido topo arancione, una volta per tutte.
Ma niente era andato come previsto.
Erol si era posizionato ad una decina di metri di distanza da Jak, lo aveva osservato mentre discuteva animatamente con il  Barone Praxis, il quale avrebbe dovuto consegnargli  - oltre il lascia passare per una visita al suo palazzo - un’importante quantità di eco oscuro – dentro alcuni barili – in quanto vincitore. Il Barone per primo era rimasto sorpreso nello scoprirne l’identità.
Erol aveva approfittato del fatto che Jak fosse distratto ed era partito con il turbo puntando dritto verso di lui. Ma aveva sottovalutato quello stupido biondino e il mondo intorno a lui aveva assunto i contorni di un viola scuro e un profondo nero.  Aveva sentito il corpo scosso da continue scariche.
Di lui era rimasta solo la maschera, salvatasi chissà come dall’esplosione di eco oscuro, a giacere sulla pista ormai distrutta.
‘Prendeteli’ urlava il Barone ma a lui sembrava tutto un sogno. Le guardie si erano messe all’inseguimento, il pubblico, spaventato, si era dato alla fuga . Alcuni piloti erano rimasti feriti ma non erano in condizioni gravi e gli abitanti che avevano seguito la gara dagli spalti riportavano qualche graffio in fronte o alle braccia.
Delle braccia forti lo avevano sollevato e trascinato da qualche parte. Erol non capiva. Come poteva ancora essere – seppur non del tutto cosciente – vivo? L’eco oscuro era mortale. Una tale esplosione……. Ma nella sua mente confusa iniziò a capire. L’eco oscuro era si mortale, ma non sempre. Daxter era caduto nell’eco oscuro e si era trasformato in un animale arancione a quattro zampe, Jak era stato sottoposto a quantitativi di eco oscuro che alla fine lo avevano trasformato in Dark Jak, senza ucciderlo. ‘Lo stesso è accaduto a me adesso’, pensò Erol ringraziando la sua buona sorte. Essere trasformato dall’eco non poteva essere peggiore della morte. ‘Sarò più forte o sarò un animale, andrà bene comunque’.
Ma Erol si sarebbe reso conto molto presto che sarebbe stato meglio morire piuttosto che risvegliarsi in quel corpo martoriato, la cui bellezza era sparita per lasciar spazio ad un essere mostruoso: metà volto interamente bruciato,  e solo per miracolo non aveva perso l’occhio, la schiena era spezzata, l’altra metà del volto riportava una serie infinita di graffi e la pelle della guancia sembrava corrosa dall’acido. I capelli non c’erano quasi più, restavano solo pochi ciuffi arancioni.
Erol si risvegliò sentendo una voce sconosciuta. Provò a mettersi seduto ma non riusciva a muoversi. Era paralizzato. Quel pensiero lo sconvolse. Una lacrima solitaria rigò la sua guancia scivolando dentro il solco che si era formato sul suo viso e ad Erol parve di aver preso fuoco.

‘Ti consiglio di non provare a muoverti. Non potresti comunque. Sei totalmente paralizzato. A malapena puoi muovere le braccia’ lo sconosciuto fece una pausa ‘Erol. Vuoi vedere cosa ne resta di te?’
Erol annuì tristemente. Prese con grande fatica lo specchio che gli diede lo sconosciuto ed osservò se stesso. ‘Un mostro, sono diventato un mostro!’ urlò e si diede dello stupido colpendosi la fronte. La mano dello sconosciuto gli impedì di colpirsi ancora, prima che non restasse più niente di buono in lui.
‘Fermo, Io posso aiutarti’.
Erol aveva accettato, seppur con riluttanza, l’aiuto dello sconosciuto. L’uomo era riuscito a salvarlo ma restava ben poco di umano in Erol. Aveva creato per lui una maschera di ferro che gli copriva solo la metà del volto bruciato con un foro da cui l’occhio color ambra scrutava il mondo. Aveva medicato il solco sulla guancia di cui adesso restava solo una cicatrice. I graffi erano scomparsi. I capelli erano ricresciuti ma solo nella metà della testa che non era rimasta bruciata. Tutti e quattro gli arti erano stati amputati e sostituiti da parti robotiche e così anche la colonna vertebrale.
‘Come posso essere ancora vivo? Non ho più niente di umano.’ Aveva chiesto Erol un giorno allo sconosciuto.
‘Sei ancora vivo perché l’eco oscuro è potente ed esso ti tiene in vita ma i tuoi arti erano ormai inutili. Ho creato per te questo corpo robotico ed attraverso i fili che ho collegato al tuo cervello sarai in grado di comandare questo nuovo corpo e muoverti. Paradossalmente sei più forte di prima. L’eco oscuro ti ha privato delle tue spoglie umane ma ti ha donato dei poteri che con il tempo imparerai ad usare e a controllare. Io sono qui per insegnarti’.
Ad Erol quelle parole non piacquero particolarmente. ‘Io non voglio controllare i miei poteri’ esordì ‘ io voglio utilizzarli per devastare ogni cosa. Per vendicarmi di Jak e di tutti i suoi amici dei bassifondi’. Un lieve sorriso comparve sulle sue labbra ‘Li ucciderò tutti quanti, puoi starne certo’.
‘No, Erol, non ucciderai nessuno. Devi imparare a convivere con questa tua nuova situazione e devi stare attento. L’eco oscuro è molto pericoloso. E adesso non devi lasciarti distrarre da altro, nemmeno dalla vendetta. Per cosa poi? Sei stato sconfitto correttamente. Non sei più il campione di un tempo’.
Erol si mise in piedi, per la prima volta, e afferrò l'uomo per la gola. ‘Tu non mi dirai cosa devo fare. E nemmeno cosa sono. Io sono il campione. Io conquisterò questo mondo, lo distruggerò se necessario. Otterrò la mia vendetta e nessuno riuscirà a fermarmi. Sono stato chiaro?’
Lo sconosciuto, con il volto che stava per diventargli viola, annuì debolmente. Erol lasciò la presa e l’uomo si accasciò contro il muro sino a scivolare sul pavimento, spaventato. Non credeva che Erol fosse così forte, non ancora. Pensava che ci sarebbe voluto molto tempo prima che potesse acquisire forza e poi imparare a controllarla. Erano in corso degli esperimenti. Quel corpo devastato era stato per lui come una manna dal cielo. Finalmente il mondo avrebbe conosciuto il suo talento in quanto scienziato. Ma in quel momento aveva compreso che Erol era troppo forte per acconsentire ad un tale utilizzo del suo corpo e non poteva essere fermato. E soprattutto si era reso conto di aver commesso un grave errore a salvare quel pazzoide.

‘Non mi hai ancora detto il tuo nome! Come ti chiami?’ gli chiese Erol.
‘T…Tom’ riuscì a balbettare l’uomo.
‘Addio Tom’ disse Erol assestandogli un calcio in testa con il suo piede robotico, ma non troppo forte. Non voleva uccidere il suo salvatore. Sarebbe stato clemente con lui. Forse.  
Gli era stata concessa una seconda possibilità. Non l’avrebbe sprecata e soprattutto non sarebbe rimasto a guardare Jak diventare l’eroe di tutti i tempi. Avrebbe ottenuto la sua vendetta.

Gli ci volle un anno prima di mettere a punto il suo piano ed agire e nel mentre pregustava il momento in cui Jak e i suoi amici avrebbero scoperto che in realtà lui era vivo, che non era morto come tutti pensavano e speravano. Anzi, era più forte di prima. Più forte che mai. Erol, con il tempo, aveva acquisito un potere tale da essere devastante. Per molto tempo aveva odiato il suo aspetto ma in seguito si era reso conto del suo potenziale. Imparò ad accettare quel suo nuovo corpo e farne il miglior uso possibile.
Aspettare tutto quel tempo ne era valsa la pena. Il terrore negli occhi dei suoi nemici una volta scoperto che la sua era solo una presunta morte era stato impagabile ma Erol si era nuovamente trovato a fronteggiare Jak, ed era stato nuovamente sconfitto. Jak, comunque, non aveva ancora vinto la guerra. Erol era stato colpito e i suoi circuiti si erano scaricati. Gli serviva tempo prima di poter tornare alla carica e dare la caccia a Jak. Protetto dietro uno spesso vetro osservava Jak aggiustare le armi e medicarsi le ferite.
Erol e Jak rimasero per molti minuti ad osservarsi, occhi blu contro occhi color ambra.  Un tempo sarebbe stato uno scontro tra due bellissimi ragazzi. Un tempo Erol poteva vantare persino di essere più bello di Jak. Ma adesso Erol era solo un mostro, invece Jak manteneva intatta la sua bellezza, con i suoi capelli biondo-verde e gli occhi grandi ed incredibilmente blu.
Erol avrebbe messo in conto a Jak anche la sua ormai perduta bellezza.

‘Erol, arrenditi adesso e potrai vivere’ gli disse ad un certo punto Jak interrompendo lo scambio di sguardi agguerriti.
Erol chiuse gli occhi e per un momento sprazzi di eco oscuro iniziarono a vorticargli attorno.
Ripercorse con la mente il momento in cui il suo mondo era andato in pezzi per poi ricrearsi sotto una nuova luce di immensa potenza.
‘Non mi arrenderò mai Jak, non ora che ho acquisito questi nuovi poteri. Hai vinto questa battaglia  ma non la guerra. Non è ancora finita ed io trionferò’
‘Come credi, Erol, come credi’ disse Jak “Andiamo Dax” e il topo arancione gli saltò in spalla allontanandosi insieme al suo amico. Nel silenzio della sala Erol udì dei passi e pensò che Jak fosse tornato invece si ritrovò davanti a sé i bellissimi occhi verdi di Keira.

‘Keira’ riuscì ad esclamare stupefatto. ‘Non dovresti essere qui’.
Keira rimase in silenzio cercando le parole giuste. Guardò Erol e cercò di scorgere il ragazzo che aveva conosciuto quasi tre anni prima. Cercava lo sguardo fiero che aveva sempre portato con sé ma lei vi trovò solo una immensa tristezza. Solo gli occhi erano rimasti intatti e i ricordi di tempi migliori, più sereni, le fecero venire i brividi. Si rese conto che non sarebbero mai più tornati. L’orizzonte era oscuro. E lei in cuor suo sentiva che Erol era spacciato, che per quanto forte potesse essere diventato, Jak avrebbe comunque trovato il modo di farlo fuori. E questa volta sarebbe stato per sempre.
Keira si ritrovò ad asciugarsi silenziose lacrime dagli occhi sperando che Erol non se ne accorgesse.
‘Quando ho visto che…’ iniziò lei con voce tremante ‘quando ho visto che ti eri schiantato contro l’eco oscuro, quando dinanzi a me c’era solo nero e viola, ho urlato. Ed ho pianto. Ho versato lacrime per  te, sai? Per la tua morte. Credevo di averti perso per sempre’
‘Non ti è mai importato nulla di me. Hai avuto occhi sempre e solo per quel….Jak’ disse Erol pieno di risentimento. La sua voce era metallica ma era ancora suadente come Keira la ricordava.
‘Questo non è vero, e lo sai. Quando mi sono ritrovata ad Haven City dopo esserci arrivata attraverso il portale mi sono sentita persa. Ero da sola con mio padre, non conoscevo nessuno ed avevo perso due miei cari amici. Ero terrorizzata, credevo di averli persi per sempre. E poi sei arrivato tu a rallegrare le mie giornate.  Abbiamo passato dei bei momenti insieme. Ricordo ancora la prima volta che ti ho incontrato allo stadio e non dimenticherò mai il giorno in cui ci siamo baciati. Mi sono sentita finalmente libera dal peso del passato, dal peso delle morti che popolavano i miei sogni. La mia mente, in quel magico momento, si è svuotata ed ho sentito che il mio cuore tornava a battere e finalmente tornavo a respirare.  Ma poco dopo Jak è tornato. Io ero incredula ed ero così felice che lui fosse vivo che ho dimenticato tutto, ogni cosa, tutti. Non potevo ignorare i miei sentimenti per lui e di certo non lo avevo dimenticato. Ero solo andata avanti. Lui non c’era e tu si. Ma il suo ritorno ha cambiato tutto ed io non potevo fare a meno di gioire ogni volta che lo vedevo ed ero terrorizzata ogni volta che andava in missione. Ma Erol, io..io ti ho davvero voluto bene. Mi spiace di non poterti dire di più, altrimenti sarebbe solo una bugia. Ma il bene che ti ho voluto era sincero e il momento in cui l’ho davvero dimostrato è stato quando ormai era troppo tardi, quando tu non c’eri più. Non avevo nemmeno il coraggio di guardare se fosse rimasto qualche brandello di te. Ho visto solo la tua maschera, sulla pista, e sono corsa via. Mi ci è voluto un po’ per accettare la tua morte. E quando finalmente ero riuscita ad andare avanti ecco che sei tornato anche tu dal mondo dei morti. Ma tu non sei più l’Erol che ho conosciuto, l’Erol a cui ho voluto bene, l’Erol che ho venerato in quanto campione delle corse. Erol, tu ormai sei solo l’ombra di te stesso. Porti avanti questa tua stupida guerra e pensi che diventerai il padrone del mondo ma sei solo un illuso. Conosco Jak più di quanto tu pensi di poterlo conoscere e ti assicuro che questa volta ti sconfiggerà definitivamente e io dovrò nuovamente dirti addio ma questa volta sarò pronta. Lo so, lo sento. Fallirai. E dal mondo dei morti non tornerai più. Ho pianto la tua morte, te l’ho detto, ma adesso avrei preferito che tu fossi morto li, su quella pista, come era giusto che fosse per quanto doloroso. Poni fine a tutto questo e faremo in modo che tu possa vivere. Jak e gli altri hanno acconsentito. Ti priveremo di qualsiasi tuo potere e diventerai uno di noi. Il lato oscuro non ti ha mai portato fortuna, Erol. Ti prego, accetta!’ concluse lei abbassando lo sguardo.
‘Lui mi ha portato via tutto’ replicò con convinzione Erol ‘Per colpa sua ho perso credibilità come Comandante delle guardie Kremizi, è diventato lui il campione delle corse cittadine prendendo il mio posto, il suo volto sarebbe stato appeso nei manifesti della città e non più il mio, mi ha portato via da te. Mi ha reso folle ed è stato lui a condurmi contro l’eco oscuro, lui!’ tuonò Erol. ‘Perché dovrei lavorare con lui? Lui è stato la mia rovina. Avrei potuto avere tutto. E lui me lo ha portato via. Avrei dovuto ucciderlo subito, non avrei dovuto attendere la sera come concordato con il Barone Praxis. Avrei dovuto farlo subito non appena avevamo capito che non poteva diventare ciò che noi volevamo. E avrei dovuto permettere alle guardie di catturare quel suo dannato amico arancione che lo ha fatto evadere salvandolo da morte certa.  Quella che io voglio è vendetta, non amicizia. Ormai non posso più riavere indietro tutto quello che ho perso, non posso tornare ad essere un Comandante, un campione, non posso camminare nuovamente sulle mie gambe e non posso avere te, Keira. C’è stato un tempo in cui ti ho amata. Credevo che tra me e te ci sarebbe stato qualcosa ma sono stato stupido. Ho atteso per troppo tempo, troppo impegnato a cospirare, per rendermi conto che stavo perdendo la mia unica occasione per conquistare il tuo cuore. Dunque Keira, non è forse più logico per me portare avanti la mia causa? E’ l’unica cosa che adesso da un senso alla mia vita. E tutto ciò che voglio. Adesso non so più nemmeno che cosa significhi provare emozioni. Sono solo pieno di rabbia e voglio realizzare i grandi oscuri progetti che ho in serbo per questo pianeta e niente può fermarmi. Non mi ha fermato nulla neanche quando avevo tutto da perdere e credi che adesso tu possa impedirmi di mettere in atto i miei piani? Adesso che tutto è perduto? E’ troppo tardi, Keira. E’ sempre troppo tardi’.
Per un attimo i due restarono in silenzio. Tra loro non c’era più nulla da dire.
Keira stava per andare via. Erol a quel punto, le pose un’ultima domanda.

‘Lo ami?’

Keira si limitò a guardarlo e ad Erol quello sguardo bastò per comprendere quale fosse la risposta.
‘Addio, Erol’ disse infine lei. Keira lo guardò un’ultima volta, si voltò e lo lasciò solo.
Quando lei se ne fu andata una singola lacrima solcò la sua guancia di ferro.

‘Vendetta’ sussurrò.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Jak 3 / Vai alla pagina dell'autore: Iraklion