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Autore: 9Pepe4    06/02/2009    7 recensioni
La luna era piena. Una sfera perfetta, di un luminoso bianco latteo, che illuminava le rare nubi nel cielo e le ammorbidiva di un tenue blu chiaro in quella notte scura. Andromaca fissava davanti a sé, in piedi sul terrazzo, stringendo la ringhiera. L’aria fredda della notte le muoveva leggermente i capelli scuri, giocando con le sue ciocche. Che Omero mi perdoni!!! Piccolo brano su Ettore e Andromaca >///>
Ad Abigail94
(a Selhin: grazie per il commento, ho cercato di ridurre i numerosi "Lei" ^_-)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Luna di perla

La luna era piena. Una sfera perfetta, di un luminoso bianco latteo, che illuminava le rare nubi nel cielo e le ammorbidiva di un tenue blu chiaro in quella notte scura.
Andromaca fissava davanti a sé, in piedi sul terrazzo, stringendo la ringhiera. L’aria fredda della notte le muoveva leggermente i capelli scuri, giocando con le sue ciocche.
Di colpo la donna sentì il rumore di alcuni passi. Non distolse lo sguardo dall’orizzonte, ma deglutì appena. Il momento dopo avvertì un po’ di calore vicino a sé, percepì un leggero spostamento d’aria. «Nottata limpida» osservò una voce al suo fianco.
Lei volse lo sguardo, incontrando gli occhi scuri del suo sposo. Ettore le sorrise lievemente, poi socchiuse gli occhi e avvicinò il viso a quello della donna. Andromaca si tese a propria volta verso di lui, schiudendo le labbra morbide.
Le loro bocche si unirono in un bacio tenero, poi Ettore portò avanti le mani a cingere i fianchi della donna con delicatezza, traendola più vicina a sé, e la baciò con più passione.
Lei rispose a quel gioco di lingue, assaporando le labbra del marito, alzando le mani per affondarle nei capelli di lui.
Interruppero il bacio dividendo lentamente le labbra. Ettore la fissò negli occhi. Ansimava appena. «Andromaca...» sussurrò, pronunciando il nome con attenzione, modulando ogni sillaba con dolcezza, con amore.
«Ettore» ricambiò lei, lasciando che quel nome le indugiasse con delicatezza sulle labbra, in una risposta che valeva più di un qualsiasi “Ti amo”.
Allora l’uomo la circondò con le braccia, stringendola in un abbraccio. Lei posò il mento sulla sua spalla, poi lui voltò il viso in modo da poterla guardare in volto. La donna respirò il fiato tiepido di Ettore, trovando nel soffio del troiano un calore che le ricordò la vita stessa.
E fu come non mai consapevole del battito del proprio cuore, della pelle improvvisamente infiammata delle proprie guance. Delle mani di Ettore sui suoi fianchi. Allora appoggiò il viso sul petto dell’uomo, ascoltando rapita il battito del suo cuore. Lui sospirò, poi le passò le braccia attorno al corpo, prendendo a cullarla dolcemente, coccolandola come una bambina.
Il vento le soffiò sul volto, agitando per un momento alcuni ciuffi della sua chioma. Andromaca batté le palpebre, alzando gli occhi a scrutare il volto di Ettore. Lui guardava lontano, ma pareva totalmente assorto nei propri gesti.
La donna respirò quell’aria perfetta, sentendo il calore del corpo del guerriero tranquillizzarla come null’altro aveva mai potuto. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal battito del cuore di Ettore e dal lieve movimento – avanti e indietro – del petto dell’uomo.
La luna illuminava la notte limpida, di una luce tanto pura da non poter essere superata in nitidezza dal più sfolgorante sole d’estate.
  
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