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Autore: ElisBettis    05/09/2015    0 recensioni
Due anime gemelle che si incontrano per caso e si innamorano a prima vista verranno separate dal destino.
-------------------dal capitolo--------------------------
Aprii il cuore e rilessi la scritta: “Lo senti? Batte per te!”.
Strinsi il ciondolo in un pugno.
Sì, lo sentivo. E anche il mio non avrebbe mai smesso di battere solo che per lui.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Lo senti? Batte per te

 

Correvo con le cuffie nelle orecchie, come facevo ogni mattina da tempo, per il parco di Doncaster, l’unico con una pista ciclabile.
Mi fermai un attimo per allacciarmi la scarpa destra, le note di Payphone dei Maroon 5 mi invadevano la mente.
Una frazione di secondo e un ragazzo in bicicletta, distratto da chissà cosa, mi venne addosso.
«Scusami, non ti avevo visto, mi dispiace moltissimo. Stavo andando troppo veloce e..» cercò di giustificarsi il ragazzo raccogliendomi da terra.
Wow, che occhi azzurri magnifici che aveva!
«Non fa niente, sono ancora intera!» risposi massaggiandomi la testa che aveva preso un brutto colpo.
«Io sono Louis Tomlinson!» esclamò il ragazzo porgendomi la mano.
«Piacere, Jessie Sparks» risposi stringendogli quest’ultima.

È così che nacque la nostra storia d’amore. Una storia d’amore stupenda, destinata a finire per decisione del destino.

«Ti va di andare a prendere un gelato insieme?» mi chiese raccogliendo la sua bici.
«Con molto piacere!» risposi mettendo in tasca il mio i-pod.
Arrivammo nella gelateria della signora Lisa, la migliore di tutta Doncaster. Ci mettemmo a parlare del più e del meno. Era davvero un ragazzo fantastico, mi piaceva stare con lui, mi faceva stare bene.

*Sei mesi dopo.*


«Dai Louis, ridammi il telecomando, stavo ascoltando Payphone!» dissi ridendo mentre mi buttavo addosso a lui mentre cercavo di cambiare canale.
«Non se ne parla mia cara!» rispose prendendomi e mettendomi sul tappeto di fronte la TV «e adesso per aver sfidato il signore dei piccioni, subirai la tua pena!» e iniziò a farmi il solletico. Sapeva quanto lo soffrissi e non perdeva occasione per farmelo.
Lo supplicai di fermarsi, e dopo innumerevoli tentativi, finalmente fece come gli avevo chiesto.
Ci guardammo negli occhi fino a perderci uno in quelli dell’altro. Ero innamorata di quel ragazzo, ma non avevo mai avuto il coraggio di dirglielo, fino a quel momento.
«Ti amo Jessie!» disse ancora sopra di me.
«C-cosa?» chiesi balbettando. Ero incredula.
«Ti amo, venirti addosso con quella bicicletta è stata la migliore cosa che potessi fare!» rispose incollando le sue labbra alle mie. Quasi immediatamente schiusi le labbra per approfondire il bacio. Dire che quel momento fu perfetto sarebbe un’offesa, perché fu molto di più.
Quella sera facemmo l’amore, la nostra prima volta, e fu meraviglioso.

*Due anni dopo.*


«Auguri amore, buoni 19 anni!» mi svegliò Louis porgendomi un pacchettino con carta da regalo rosso e un fiocchetto dorato.
«Buongiorno Tomlinson!» dissi lasciandogli un dolce bacio sulle labbra. Vivevamo insieme da soli cinque mesi, avevamo deciso di fare le cose con calma, e non potevano andare meglio.
Scartai la carta e aprii la scatoletta in velluto blu prendendo la collanina che si trovava all'interno. Come ciondolo vi era un cuore che si apriva, nel quale si trovava un incisione che recitava: “Lo senti? Batte solo per te!”.
Piansi, dalla gioia, lo abbracciai e mi fiondai violentemente sulle sue labbra, mettendo le mani nei suoi capelli.
Nessuno aveva mai fatto così tanto per me!
La sera festeggiammo con i suoi amici: Niall, Harry, Liam e Zayn. Una serata indimenticabile.

*Sette anni dopo.*


Erano nove anni che ormai io e Louis stavamo insieme, e lo amavo ogni giorno di più, non c’era giorno in cui dubitassi del nostro amore o della nostra relazione.
Lui mi faceva stare bene, mi aveva stravolto la vita, l’aveva completamente capovolta e cambiata, in meglio però!
Quel giorno era il nostro nono anniversario, non riuscivo a crederci. Avevo passato così tanto tempo con una persona meravigliosa come lui, eppure pareva fosse passato un giorno.
«Dove mi stai portando?» chiesi curiosa, mentre con gli occhi bendati, Louis mi teneva per mano e mi portava chissà dove.
«Non posso dirtelo, altrimenti che sorpresa sarebbe?» domandò a sua volta retoricamente.
«Ehi, ti hanno mai detto che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?»
«Non per dirti niente, amore, ma l’hai appena fatto!» rispose facendosi scappare una risata.
Cavolo, aveva ragione.
Dopo un quarto d’ora circa sentii una brezza fresca colpirmi il viso. Louis mi levò la benda e mi accorsi di essere sulla cima di una torre che dava su una specie di prato illuminato da delle luci, candele forse.
Socchiusi un po’ gli occhi per capire di cosa si trattasse. Era una scritta.
Solo dopo ne capii il contenuto. C’era scritto: “Jessie, sposami!”.
Delle lacrime invasero il mio viso e mi girai nella direzione di Louis ormai inginocchiato di fronte a me.
Tirò fuori un anello con un diamantino argentato delicato, ma perfetto.
«Allora…» mi prese la mano «Jessie Linda Sparks, vuoi sposarmi?» continuò guardandomi negli occhi.
Infilò l’anello nell'anulare della mano sinistra e si alzò in piedi di fronte a me.
«Si!» gridai «sì sì sì, mille volte sì!» lo abbracciai.
«Voglio passare la mia vita con te. E se così non sarà, quando sentirai la stessa brezza fresca che hai sentito salendo qua sopra, beh, quello sarò io va bene?» non gli diedi retta, ma lo baciai, perché sapevo che non ci saremmo mai separati.

*Due settimane dopo.*


Erano le tre di notte, e Louis ancora non si era fatto vivo. Avevamo litigato di brutto e lui aveva finito col sbattere la porta di casa e uscire fuori con la moto.
Iniziavo a preoccuparmi, lo avevo chiamato ma non rispondeva. Molto probabilmente era buttato in qualche bar, o magari era a casa dei genitori, visto che neanche i ragazzi l’avevano visto né sentito.

Squillò il telefono. Non feci in tempo a dire “pronto” che la voce di Niall mi rimbombò nel cervello.
«Jessie vieni subito in ospedale!» disse preoccupato.
«Che è successo?» dissi sbiancando. La pressione si abbassò in un batter d'occhio e mi sentii sbiancare, speravo non c'entrasse niente Louis.
«Vieni è basta!» urlò.
«Maledizione Niall, vuoi dirmi che è successo?» risposi isterica adesso.
«Louis ha avuto un incidente!» disse sussurrando.
Louis ha avuto un incidente.
Louis ha avuto un incidente.

Erano le uniche cose a cui riuscivo a pensare.
Mi precipitai verso la macchina e con le lacrime agli occhi, con cui era difficile vedere la strada, corsi all'ospedale, dove i ragazzi mi aspettavano in sala d’attesa.
Li raggiunsi e subito Zayn venne ad abbracciarmi.
«Un camion gli è andato addosso mentre guidava. Il guidatore era ubriaco e non ha visto Louis e…» iniziò a singhiozzare «non si è fermato!»
«Lui sta bene?» chiesi con la voce strozzata.
«A breve arriverà il dottore» disse portandomi dai ragazzi.

Le due ore più lunghe della mia vita. Finalmente il medico si decise ad arrivare.
«Allora, come sta?» chiese Harry, ormai disperato. Comprensibile, era il suo migliore amico ad aver subito quell'incidente.
«Forse sarebbe meglio se vi metteste seduti!» disse osservando la cartellina che aveva in mano. Tutti gli diedero ascolto, tranne me che rimasi in piedi. «il signor Tomlinson, purtroppo, ha subito dei brutti colpi, ed è entrato in coma. Stiamo facendo il possibile affinché si svegli!» concluse.
I ragazzi si ammutolirono, non dicevano niente, rimanevano a fissare il dottore senza spiccicare parola.
«No, no, no , no! » urlai mettendomi le mani nei capelli «non può dire così. Lei non può lasciarlo morire, dovete curarlo, dovete riuscirci!» dissi dando dei colpi al petto del dottore.
«Faremo il possibile, questo è sicuro, ma non posso darle certezze al momento» disse senza emozioni il dottore.
Non provava un minimo di pena?
«No, non è possibile, non è vero. Non a Louis, non lui!» risposi rassegandomi mentre le braccia di Harry, che si trovava nelle mie stesse condizioni, mi avvolsero.

Era passato un mese, e Louis non dava alcun segno.
Entrai nella sua stanza, ormai facevo solo quello. Tornavo a casa per lavarmi e poi mi dirigevo in ospedale con i ragazzi. Mi sedetti nella sedia vicino al suo letto.
«Ciao Louis» dissi con voce tremante mentre gli prendevo la mano «come va?» chiesi senza ricevere risposta. «Io sto uno schifo, bello scherzo quello che mi hai fatto eh? Però vedi di tornare l’allegro Louis che ama i piccioni e le carote!» cercai di essere allegra, ma poi scoppiai in un pianto liberatorio «sai, stiamo tutti molto male. Io provo a essere forte, per entrambi, per aiutarti a uscire da questo problema. Perché proprio a te? Perché quel fottutissimo camion doveva prendere proprio te. Giuro su me stessa che se mai troverò l’uomo che ti ha fatto questo, lo ammazzerò con le mie mani! Ma tu ce la farai, tu devi farcela! Io non ce la faccio senza di te. Tu sei la mia vita, sei l’aria che respiro, sei il sangue nelle mie vene, sei i battiti del mio cuore. Tu sei Louis Tomlinson, diamine! Tu non ti fai abbattere da nessuno! Io senza di te non vivo.» rimasi zitta qualche istante ad ascoltare il rumore dell’elettrocardiogramma e delle macchine che lo tenevano in vita. «Ricordo perfettamente il giorno in cui ci siamo incontrati. Ero rimasta affascinata dalla tua bellezza, e poi quando ti ho conosciuto? Pensavo fossi un pazzo, e in parte è così. Da subito mi sei piaciuto, sei il mio grande amore. Forse innamorarmi di te sarà stata la cazzata più grande che abbia mai fatto. Ma se sbagliare mi ha portato ad avere te, allora voglio sbagliare all’infinito. Non doveva esserci quella discussione. È tutta colpa mia, mi sento così maledettamente in colpa! Tra due mesi dobbiamo sposarci, sarà bello sentirti dire “lo voglio”. Non sai da quanto aspetto che tu lo dica!» i ragazzi entrarono in stanza in quel momento.
«Ehi Lou, ciao, sono io. Harry!» lo salutò il riccio «cosa aspetti a tornare? Mi manca essere la “tua amante”, sai? Sei il mio migliore amico, non puoi farmi questo, non puoi abbandonarmi, non ora.. »
«Ti ricordi come ci siamo conosciuti?» domandò Niall «eravamo piccoli, tu mi avevi buttato il mio frappè al cioccolato in testa solo perché volevi conoscermi,  e da subito siamo stati come fratelli! Voglio tornare a un mese fa, e fare in modo che tutto questo non sia successo!» concluse asciugandosi una lacrima.
«Ci manca il solito BooBear giocherellone e pazzo che per un amico farebbe di tutto, anche finire in galera! Ci manca il solito Tommo che quando qualcosa non andava ci cercava e ci aiutava ad uscire fuori da ogni problema! Ci manchi tu!» aggiunse Liam.
Zayn che fino a quel momento non aveva mai fatto scendere una lacrima, sbottò tutto insieme: «Porca miseria Louis, sei un bastardo! Come puoi farci stare così? Io provo ad essere forte, ma tu devi esserlo ancora di più, devi darci la certezza che tornerai a fare il solito esaurito, capisci?...e pensare che io nemmeno ti sopportavo! Il primo giorno che abbiamo fatto conoscenza ci siamo presi a pugni e poi abbiamo passato tutta la serata a ridere su quello che era successo. Ed eccomi qua adesso a deprimermi, e a piangere come una femminuccia per il mio migliore amico. Ti voglio bene Lou!» concluse scoppiando in un pianto isterico.
«Ti amo Louis, ti ho sempre amato, e sempre sarà così!» finii lasciandogli un bacio sulla fronte.
Tiiiii”! L’elettrocardiogramma segnava un linea piatta. Louis ci aveva abbandonato. Il mio pianto isterico si fece largo per la stanza, e quando medici arrivarono per staccare la spina e svuotare la stanza dovettero trascinarmi fuori, lasciando lì dentro solo il ricordo delle ultime parole dette a quello che sarebbe dovuto diventare mio marito.

*2035. Un anno dopo, il 12 agosto.*


È passato un anno preciso dalla morte di Louis e con i ragazzi decidiamo di andare nel prato dove andavamo sempre tutti insieme a giocare. Un po’ la cosa l’ho superata, non piango più ogni giorno come prima, e anche i ragazzi sembrano affrontare bene la cosa. Ma il vuoto che ci ha lasciato dentro è incolmabile.
Scendiamo dalla macchina, è piena estate e c’è un caldo soffocante, non tira un filo d’aria. I ragazzi tirano fuori dal cofano il set da picnic.
«Su Jessie vieni!» mi dice Liam, mentre insieme a Zayn e Niall sistema le cose da mangiare.
«Arrivo!» rispondo chiudendo lo sportello della macchina.
Mi fermo su quella collinetta per qualche secondo, e mi guardo attorno, quanti ricordi contiene quel posto.
Chiudo gli occhi nel tentativo di ricacciare indietro quelle gocce salate.
«Lo so, manca tanto anche a me!» dice Harry mettendosi in piedi vicino a me, e osservando anche lui la scena degli altri tre che si inseguono e cercano di sistemare le coperte in maniera goffa.
«Ti lascio sola un po’!» conclude dandomi una pacca sul gomito e allontanandosi.
Mi alzo in piedi e un’arietta fresca mi scompiglia i capelli.
«Voglio passare la mia vita con te. E se così non sarà, quando sentirai la stessa brezza fresca che hai sentito salendo qua sopra, beh, quello sarò io va bene?»” mi aveva detto quando mi fece la proposta di matrimonio.
Sorrido inconsciamente e una lacrima solca il mio viso.
«Ciao Louis!» dico sussurrando tra un misto di felicità e disperazione.
La brezza si fa risentire, come a ricambiare il saluto e poi se ne va.
«Ti amo!» dico flebile ma sicura, infine.

Lui era con me, e lo sarebbe sempre stato. In fondo lui era pur sempre Louis Tomlinson, e non abbandonava mai nessuno, per alcuna ragione al mondo.
Guardai la collanina che mi aveva regalato qualche anno prima, la portavo sempre.
Aprii il cuore e rilessi la scritta: “Lo senti? Batte per te!”.
Strinsi il ciondolo in un pugno.
Sì, lo sentivo. E anche il mio non avrebbe mai smesso di battere solo che per lui.


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Ciao Efp :3
Eccomi tornata con una one-shoot 
su Louis che pubblicai molto tempo fa :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, 
e se volete lasciarmi una recensione ne sarei davvero felice.
Un bacio, e alla prossima :3

mi potete trovare su tumblr: https://www.tumblr.com/blog/stufadiesserelaragazzainvisibile

 
   
 
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