Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: garakame    06/02/2009    2 recensioni
Maya scrive una lettera a Masumi perchè non ha il coraggio di affrontarlo. Come reagirà il presidente della Daito? Leggete e lo scoprirete. Avviso: a breve aggiornerò gli altri capitoli. Non è una storia lunga.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
Tutti i personaggi di Garasu no Kamen, il grande sono di Maya sono di proprietà di Suzue Miuchi e degli aventi diritto. Non li uso a fini di lucro ma soltanto a scopo ludico.

Buona lettura


La Lettera




Al mio ammiratore segreto,
Ti mando questa che sarà la mia ultima lettera, la pagina bianca non mi ha mai spaventato.
Su di essa posso scrivere tutto quello che mi passa per la mente, esprimere i miei sentimenti, le emozioni.
Questa sarà la lettera più difficile di tutta la mia vita, perché dovrò essere molto sincera con te, amore mio.
Ti prego, permettimi almeno su queste pagine bianche di darti del tu e di chiamarti amore.
Per me sarà molto più facile sopportare tutto il resto.
Tu sei convinto che io non conosca il tuo nome.
Sei veramente sicuro che in tutti questi anni io non abbia mai avuto nemmeno un sospetto su di te? Uomo o donna, giovane o anziano?
Devo essere sincera, all’inizio pensavo che tu fossi un anziano, distinto, signore, con bastone e qualche acciacco in più, come per Judi Abbot, tu eri il mio papà gambalunga.
Non puoi sapere l’affetto e la gratitudine che provo per te da quando ti conosco.
Tu sei stato il mio tutore, mi hai sempre aiutato, nei momenti più bui della mia vita, come in quelli sereni; mi hai sempre mandato le tue meravigliose rose, per farmi coraggio o per consolarmi.
Sei stato come il padre che non ho mai avuto.
Il mio purtroppo è morto quando ero molto piccola, se non fosse per le foto, non lo ricorderei nemmeno.
Mamma, non me ne parlava tanto, forse per lei era troppo penoso ricordare i bei momenti passati insieme a lui.
Ho visto mia madre sempre triste, non ha mai avuto un’altra relazione con nessun altro uomo, per lei esisteva solo lui. Non me l’aveva mai detto, ma doveva amarlo molto, mio padre.
Anche per me è così, per me esisti solo tu, mio ammiratore.
Vorrei farti capire la forza del mio amore, ti prego non deridere i miei sentimenti.
Io ti amo, Masumi.
Si, ho scoperto la tua identità da tanto tempo ormai. Da Lande Dimenticate.
Ricordi quando venisti a vedere lo spettacolo con quel terribile tifone?
Ci fosti solo tu nel teatro.
Ricordi il foulard azzurro che usai per asciugarti i capelli zuppi di pioggia?
Quel foulard fu usato soltanto in quell’occasione; dovemmo usarne un altro rosso poiché Kuronuma vi aveva per sbaglio buttato un mozzicone di sigaretta sopra e l’aveva bruciato.
In uno dei tuoi splendidi mazzi di rose, nel biglietto che mi mandasti, mi scrissi che eri rimasto favorevolmente colpito dalla mia rappresentazione, di quando Jane teneva in mano il foulard azzurro di Stewart, nel rendersi conto di essere un’ umana.
Il foulard era rosso, amore mio, non azzurro.
Non riuscivo a credere che il mio adorato ammiratore fossi tu.
Mi avevi sempre mostrato il lato cinico del tuo carattere, con te non riuscivo a fare altro che litigare, ti piaceva punzecchiarmi e deridermi.
Poi, finalmente capì il tuo vero carattere.
Amore mio, facevi tutto questo per aiutarmi, non è vero?
Quando mia madre morì facesti di tutto per spronarmi a non arrendermi e a recitare.
Ti prego, perdonami, ti dissi che ti odiavo, ma non è assolutamente vero.
Ora lo sai.
Non ho il coraggio di venirtelo a dire personalmente, che ti amo con tutta me stessa, che farei qualsiasi cosa pur di averti per sempre con me.
Ma questi sono solo i desideri e le parole di una ragazzina, come mi hai sempre chiamato.
Dovevo avere un’ulteriore certezza che fossi tu.
Così un giorno mi recai al cimitero sulla tomba di mia madre e vidi i fiori freschi, le rose scarlatte, ed una penna vicino alla tomba, immaginai che tu fossi venuto a trovare mia madre, infatti corsi verso l’uscita e vidi la tua macchina.
Venni alla Daito, ti dovevo ridare la penna, ma non avevo il coraggio di restituirtela di persona, tremavo come una foglia.
Chiesi ad un segretario di darti la penna, dicendogli che forse ti era caduta.
Lui si avvicinò a te, tu senza battere ciglio, lo ringrazia e la misi via nel taschino interno della giacca. Ebbi così la certezza che eri tu.
Passarono i giorni, i mesi, sembrava che tutto cospirasse contro di me.
Quando provavo ad avvicinarmi, tu mi accoglievi con freddezza, scherno, ed io non ero capace di dirti nulla, solo di piangere, perchè questo amore è così intenso da farmi venire un groppo alla gola, da impedirmi di parlare quando ti vedo.
Nella valle dei Susini ti incontrai con quella donna bellissima, ne fui gelosa, ma tu non lo capisti. Quella notte nel tempio avrei voluto dirti che ti amavo, ma non ne ebbi il coraggio, avrei voluto fare l’amore con te, ma per pudore riuscì solo a dirti di abbracciarmi perché avevo freddo.
Se solo avessi avuto più coraggio, ti avrei avuto solo per una notte, ma saresti stato mio, solo mio.
Non di un’altra.
Mi rimane il dolce ricordo del tuo caldo abbraccio, della tua stretta forte ma gentile e la sensazione di un bacio sulle mie labbra, che forse ho solo sognato.
Per me è troppo penoso vederti con un'altra donna.
Si vede che non è destino che io sia felice.
Tornai a Tokyo per rivelarti i miei sentimenti.
Arrivai alla Daito e la signorina Mitsuki mi fece entrare nella sala del ricevimento del tuo fidanzamento.
Mi sentì morire.
Sarei voluta sprofondare, volevo gridarti che ti amavo e che avevo scoperto la tua identità, ma tutte le mie speranze si erano dissolte come neve al sole.
Presi una coppa di spumante, tremando, il bicchiere mi cadde di mano e tu ti voltasti.
Ti feci gli auguri e scappai via.
Per me fu troppo saperti legato per sempre ad un’ altra.
Infine la notizia, ovvia, terribile per me, del tuo matrimonio, a breve.
Penso che se non avessi il teatro sarei già morta dentro, di disperazione.
Devo rinunciare a te amore mio, ormai sei di un’altra donna.
Passerai con lei la tua vita, condividerai con lei ogni cosa.
Ti auguro di essere felice.
Io cercherò di esserlo per te, anche se mi costa scrivere queste parole, non sai quanto.
Ti prego Masumi, non mandarmi più rose scarlatte, non seguirmi più come ammiratore.
La nostra vita si deve dividere.
Non ho più bisogno di te.
Ormai sono grande, anche se non lo sembro.
Posso camminare con le mie gambe, contare sulle mie sole forze.
Sono una codarda, non ho il coraggio di dirti tutto questo di persona, di combattere per questo mio amore sfortunato, non ho le forze per andare avanti contro una battaglia persa già in partenza.
Ti amo e ti amerò sempre, non ci sarà nessun altro all’infuori di te.
Vivrò con la dolce illusione di averti amato, spero che almeno questo possa riscaldare il freddo e il vuoto che sento dentro.
Amore mio, ti posso chiamare così solo nella mia testa e nei miei sogni.
Sii felice, almeno tu anche per me.






Maya


   
 
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