Prologo: Stein e le sue
intuizioni?
intuizioni?
L’uomo osservava in lontananza quei piccoli bambini giocare, nel campo da basket, li vedeva ridere, strillare, saltare. Erano ancora in quella sottile bolla chiamata felicità, circondati da tanta ingenuità, ignari del proprio futuro, assai prossimo.
Inspirò il fumo, guardando la sigaretta accorciarsi sempre di più, la cenere danzare con il vento, trattenne a stento un ghigno.
Una delle quattro bambine aveva iniziato a tirare pugni a destra e manca, furiosa, isterica, probabilmente qualcuno non le aveva passato il pallone. Il fratello la stringeva da dietro, nel vano tentativo di placarla. Era così piccola, ma già assai folle, già conscia della cruda realtà.
Poco lontano due gemelle si erano messe in disparte, una piangeva disperata, l’altra la consolava passandole una mano sulla schiena, ma nel suo sguardo vi si leggeva il nulla, solo ed unicamente apatia. Il fratello delle due si avvicinò preoccupato, iniziando a porre domande ansiose, Paranoico.
C’era un’ultima coppia di fratelli, una bambina dai lunghi capelli azzurri che osservava tristemente quella iraconda, in parte la invidiava, avrebbe tanto voluto essere come lei, le strinse le mani, sorridendole gentile e un bambino moro, poco lontano dal canestro era intento a elogiare la sua bravura nel basket.
Stein sospirò, sentendosi insolitamente empatico nei confronti di quel piccolo gruppetto, soffiò il fumo lasciando che una sottospecie di illuminazione s’insediasse nella sua testa. Ghignò.
Una borderline, un sadico, una bipolare, una dipendente di personalità, un paranoico, una depressa e un istrionico: quei bambini, così giovani, così folli, sarebbero stati la salvezza dalla pazzia stessa.
Buttò a terra il mozzicone di sigaretta allontanandosi dal piccolo campetto, dirigendosi verso il crepuscolo.
Inspirò il fumo, guardando la sigaretta accorciarsi sempre di più, la cenere danzare con il vento, trattenne a stento un ghigno.
Una delle quattro bambine aveva iniziato a tirare pugni a destra e manca, furiosa, isterica, probabilmente qualcuno non le aveva passato il pallone. Il fratello la stringeva da dietro, nel vano tentativo di placarla. Era così piccola, ma già assai folle, già conscia della cruda realtà.
Poco lontano due gemelle si erano messe in disparte, una piangeva disperata, l’altra la consolava passandole una mano sulla schiena, ma nel suo sguardo vi si leggeva il nulla, solo ed unicamente apatia. Il fratello delle due si avvicinò preoccupato, iniziando a porre domande ansiose, Paranoico.
C’era un’ultima coppia di fratelli, una bambina dai lunghi capelli azzurri che osservava tristemente quella iraconda, in parte la invidiava, avrebbe tanto voluto essere come lei, le strinse le mani, sorridendole gentile e un bambino moro, poco lontano dal canestro era intento a elogiare la sua bravura nel basket.
Stein sospirò, sentendosi insolitamente empatico nei confronti di quel piccolo gruppetto, soffiò il fumo lasciando che una sottospecie di illuminazione s’insediasse nella sua testa. Ghignò.
Una borderline, un sadico, una bipolare, una dipendente di personalità, un paranoico, una depressa e un istrionico: quei bambini, così giovani, così folli, sarebbero stati la salvezza dalla pazzia stessa.
Buttò a terra il mozzicone di sigaretta allontanandosi dal piccolo campetto, dirigendosi verso il crepuscolo.
*Angolo Autrice*
Buonsalve! Come ho già detto nell’introduzione questa
È la mia prima fan fiction su Soul Eater ed ero scettica
Nel pubblicarla, fatemi sapere se questo microprologo
Vi ispira!:3
Alla prossima
Gwoww
Buonsalve! Come ho già detto nell’introduzione questa
È la mia prima fan fiction su Soul Eater ed ero scettica
Nel pubblicarla, fatemi sapere se questo microprologo
Vi ispira!:3
Alla prossima
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