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Autore: Applepagly    07/09/2015    1 recensioni
Sulle tracce di un misterioso contrabbandiere, Cloud si ritroverà alle prese con un fascicolo da consultare, un mercante da interrogare, e una ragazza dolce quanto curiosa da tenere a freno.
E chissà che non decida di darsi alla carriera di Turk, un giorno!
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aeris Gainsborough, Altro Personaggio, Cloud Strife
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Roba da Turk...!
Prima parte
 
 
  - E così, ti trasferisci a Fleurs, eh? Bel paesino, bel paesino... un posto proprio tranquillo!- iniziò l'autista del taxi. - Come mai?
- Affari miei. - mugugnò il ragazzo, intento a fissare il diluvio dal finestrino. Gli piaceva, la pioggia. - Siamo un po' scontrosetti, eh? Di' un po', come ti chiami?
Quello esitò nel rispondere. - ... Igor.- mentì poi. Non poteva certo rischiare che la sua identità venisse scoperta. - E dimmi, ti piace, il nome Igor?
- Sì.- chiuse la conversazione. Odiava le persone logorroiche e petulanti come quel tassista. Era abituato al silenzio, alla quiete o, almeno, a quella apparente che caratterizzava l'attesa di uno scontro; era abituato al buio e al freddo, alla solitudine; non certo a quel misto di sensazioni e calore che un qualsiasi civile era in grado di provare, nella sua vita del tutto monotona. Meno male che siamo arrivati..., pensò, quando l'uomo fermò il veicolo e lo fece scendere. Non aveva neppure un ombrello. - Sono trentacinque stelline. - gli ricordò, stendendo la mano scheletrica. - Vale a dire trenta Guil. Li hai?
Il ragazzo prese tutte le monete che aveva in tasca e gliele consegnò, senza nemmeno guardare quante fossero. Diamine, era sotto l'acqua da meno di un minuto e già fradicio!
Chiuse la portiera in malo modo e, valigia al petto, corse alla ricerca del municipio e, quindi, del sindaco.
  - Posso aiutarla...?- domandò una donna, appena mise piede là dentro. Non poteva avere meno di trent'anni, eppure pareva scialba e sfatta. Beh, anche lui doveva avere un aspetto terribile, per essere fissato così male. - Tortimer. - si affrettò a dire, tremando. - Ho bisogno di Tortimer.
Poco convinta, quella annuì e lo andò a chiamare.
  Il sindaco Tortimer era un uomo sull'ottantina; piccolo, ricurvo e appassito, pareva una vecchia tartaruga di terra e aveva quel sorriso un po' infantile stranamente peculiare di molti anziani. Doveva essere stato un tipo alquanto energico, in gioventù. - Ci conosciamo, giovanotto?- chiese, guardandolo accigliato. - Sì. Sono Igor. Quello che viene da Nibel.
Prestò molta attenzione a sottolineare le parole "Igor" e "Nibel", cosicché il vecchio comprendesse a cos'alludeva quel giovane venuto dalla tempesta. - Oh...- esalò infatti. - Bene, bene; sei arrivato, finalmente. Vieni, vieni. - sorrise, conducendolo in quello che doveva essere il suo ufficio. - Polly, - chiamò la segretaria di prima. - metti su un po' di cioccolata per il nostro amico, grazie. Allora, - lo fece accomodare su una sedia. - Igor. Cosa mi racconti?
- Signore...- balbettò, cercando di riscaldarsi. - preferirei andare subito al dunque. Lei sa perché sono qui.
- Certo che lo so; - sorrise - sono gli altri, che non devono saperlo. Ma di questo parleremo domani. Ora, dai un'occhiata qui; - gli porse una piantina - questa è la cartina di Fleurs e qui - gli indicò un puntino in mezzo al verde - è dove abiterai tu. Sarai ospite di Aerith. E' una persona veramente fantastica.
  Poco importava; a lui bastava poter avere un riparo per quando pioveva come quel giorno; per il resto, avrebbe potuto benissimo dormire su un albero. - Non sarà un problema?
- Oh, no. - smentì Tortimer. In quel momento, Polly entrò seccata con in mano una tazza di cioccolata fumante. - Ci ho già parlato ed è più che disponibile ad accoglierti. Solo... è una persona molto curiosa, perciò soppesa bene le tue parole.- Questa ci mancava... - In ogni caso, da domani avrai la possibilità di consultare l'archivio cittadino, per la tua indagine. Ti aspetto qui alle nove.
- Bene. - disse, bevendo tutto d'un sorso. Si scottò la lingua. - Ora devo andare.
S'alzò e si diresse verso l'uscita. Un po' lo infastidiva, tutta quella faccenda. Lui non era un Turk, non era a lui che competeva quel genere di ricerca. - Ah, avrebbe un ombrello da prestarmi?
- Scegli pure tra quelli che sono lì, nel portaombrelli. - continuò a sorridere. Poi, si fece serio. - Fa' attenzione a chi incontri sulla via, Cloud.
 
  Quella dannata pioggia stava distruggendo il suo giardino.
Era da qualche settimana, che non faceva altro che diluviare e le sue piante non potevano prendere neppure un respiro. Di questo passo, sarebbero annegate.
- Hey, tu!- urlò a un nuovo venuto, che stava martoriando le sue aiuole, senza neppure accorgersene. - Quelli sono i miei fiori!
Lui si spostò subito, come mortificato; le si avvicinò. - Scusa, - gridò per cercare di farsi sentire. - sto cercando un certo Aerith; sai se sia in casa?
- Sono io, Aerith!- ridacchiò la ragazza. - Vieni dentro.- lo invitò.
  Già da fuori, non gli era parsa una dimora particolarmente grande; entrando, ebbe l'impressione che si trattasse di un vero e proprio sgabuzzino. In pochi metri quadrati stavano un frigorifero, un tavolo malconcio e una grande quantità di piante. - Eccoci qui.
Prese anche il suo ombrello e lo appoggiò al muro. - Ma guardati; sei completamente fradicio!- scoppiò a ridere.
Cloud pensò che avesse una risata davvero fragorosa e forse anche piacevole. Un pensiero insolito, per lui. - Comunque, io sono Aerith, Aerith Gainsborough. - gli tese la mano, sorridendogli. - E tu immagino sia il ragazzo che il sindaco mi ha gentilmente chiesto di ospitare. Come ti chiami?
- Igor. - cercò di distogliere lo sguardo dal suo, luminoso. - Solo Igor.
- Mmh... non sei un tipo di molte parole, eh? - constatò. - Bene; qui a sinistra trovi le scale, se sali ci sono un piccolo bagno e una stanza... il tuo letto è un po' improvvisato, ma se vuoi puoi dormire nel mio! Immagino tu sia affamato, dopo il viaggio, perciò puoi rifocillarti quanto vuoi. - iniziò a spiegare.
 - Ora ti cerco qualche abito pulito, ma non credo di avere qualcosa della tua misura...- la ragazza era piuttosto minuta. - e mi spiace che la casa sia piccina ma mi sono trasferita qui solo sei mesi fa da Midgar e non ho ancora finito di pagare il mutuo, perciò, almeno per un po', non si potrà ingrandire e...
- Va bene così, grazie. - tagliò corto lui. - Mi basta avere un tetto sotto cui stare quando piove. - ribadì. - Potrei usare il bagno?- chiese, fingendo una certa urgenza. Ottenne un'occhiata perplessa. - Ma... certo. Fai pure.
  Cloud sparì sulle scale, lasciando la ragazza alle sue cose.
Non era una sistemazione particolarmente comoda, ma non poteva nemmeno lamentarsi; e poi, riflettendoci bene, doveva essere grato alla ragazza, per l'ospitalità.
Decise che le avrebbe parlato, l'indomani; avrebbe lasciato che lei lo tempestasse di domande e avrebbe inventato delle risposte. In fin dei conti, era proprio questo, ciò che doveva fare per mantenere la sua copertura.
Ma quando rinvenne, aveva smesso di piovere e lei non era più in casa. Pazienza..., scrollò le spalle, munendosi di cartina. Ora la priorità era tornare in municipio, consultare ogni singolo documento e scoprire dove diavolo si nascondesse.
  - Salve! - esordì una voce, dietro di lui. Perfetto. Altro tempo prezioso buttato per parlare con... - Non ti ho mai visto, qui!
Una donna, con un bambino piccolo per mano e nell'altra un innaffiatoio, lo guardava in attesa di risposta.
- Ehm... salve... Mi sono trasferito ieri. Sono Igor. - farfugliò, pregando che non fosse in vena di far domande e si sbrigasse; ma, purtroppo per lui, la donna, che scoprì chiamarsi Kitt, non era della stessa opinione e lo trattenne per molto tempo ancora. D'altra parte, smise quando notò che lui si limitasse a rispondere con monosillabi e che paresse quasi scocciato.
- Di' un po'... - disse, in conclusione. Oh, cielo... perfino il figlio di quella donna strepitava! - Tu e la signorina Aerith state insieme, non è così?
Ma che genere di problema aveva, quella? - No, no! Ma come le viene in mente?- sbraitò, esasperato. Cloud aveva pazienza, ma se c'era proprio qualcuno che la portava al limite, era chi non si sapeva fare i fatti suoi.
- Oh, perdonami!- si affrettò a smentire lei. - Non lo faccio in malafede; è solo che qui siamo abituati a parlare del più e del meno e dimentico sempre che ad uno che viene dalla città può dar fastidio! Pensavo che, siccome aveva accettato di ospitare qualcuno, avesse un legame con questa persona e... beh, tu sei giovane, lei è giovane e...
- Signora, - la interruppe. - io non la conosco nemmeno, Aerith. Ci ho scambiato due parole ieri sera appena arrivato, e poi basta. - chiarì, dandole le spalle e riprendendo il suo percorso.
Sospirò, stremato, rendendosi conto che fosse solo l'inizio.
  Intanto aveva finalmente smesso di diluviare, ed Aerith colse al volo l'occasione per sistemare i suoi poveri fiori. Era uscita di casa molto presto, un po' perché non vedeva l'ora di uscire e un po' perché non voleva disturbare il suo nuovo coinquilino. Era un tipo piuttosto strano e non sembrava apprezzasse molto la compagnia.
Ma, d'altra parte, non aveva la faccia di uno che era lì per una vacanza, né tanto meno per stabilirsi; altrimenti, perché sembrava così seccato dall'idea di trovarsi là? Doveva trattarsi di qualcosa di serio; o, forse, era la sua aria cupa ed accigliata, ad amplificare la questione?
  Sospirò, carezzando amorevolmente un fiorellino che pareva appassito, cercando di rianimarlo con un getto d'acqua fresca. Tutto sommato, era felice.
- Signorina Aerith!- esclamò una delle abitanti. - Buongiorno!
- Oh, buongiorno anche a te, Chichi!- sorrise di rimando, sollevando lo sguardo luminoso dalla sua preziosa aiuola. - Come va?- domandò, sapendo che non aspettasse altro che quello. Pareva un po' affaticata; che fosse per la radura? La sua piccola abitazione era molto distante, rispetto alle altre; era in mezzo agli alberi!
Quando era appena arrivata lì, non c'erano molte piante, ma in poco tempo ci aveva pensato lei, ad aggiungere un po' di verde e a rianimare il piccolo paesino. Dopotutto, se Aerith era riuscita a far crescere fiori nei bassifondi di una metropoli come Midgar, non sarebbe stato impossibile fare altrettanto in una cittadina incontaminata. - Bene, bene...! Ero passata giusto per salutarti e per vedere come sta andando il tuo progetto!- rise.
- Progetto? Di che stai parlando?
- Ma sì, riempire la città di fiori! A proposito... - disse, avvicinandosi ad un melo. - ... tutti in città si domandano come tu faccia. Pianti i semi e dopo tre, quattro giorni... - sfiorò la robusta corteccia. - ... sono già diventati querce! Com'è possibile?
- Oh, beh... - si strinse nelle spalle. - Credo sia merito del terreno, sai? In questa zona è particolarmente favorevole, e poi, questo territorio è molto fertile. - cercò di apparire convincente. In realtà, Aerith sapeva bene che fosse merito suo, ma non lo avrebbe mai ammesso. - Tutto qui! - anche perché, nemmeno lei sapeva come fosse possibile.
  - E' incredibile! E... senti... non è che potrei... ecco, rubarti qualche mela? - domandò, speranzosa. - Ma certo!- sorrise radiosa. - Tutte quelle che vuoi!
- Grazie, Aerith. - disse. - A proposito; mi sembra che anche le signorine Pelly e Polly volessero qualche mela... forse tra un po' di tempo potrò regalargliene e...
Come sentì queste cose, la ragazza si rianimò. - Oh, ma posso provvedere io! Sono in servizio al municipio, adesso? - chiese, sistemando qualche pomo nel suo bel cestino.
- Sì, ultimamente lavorano quasi tutto il giorno.
  Aerith ringraziò dell'informazione, incamminandosi per quella radura che pareva fatata.
 
  Davanti a sé aveva il più grande archivio che avesse mai visto. Scaffali stracolmi di cartelle ed ogni genere d'informazione su svariati criminali.
- Non riesco a spiegarmi perché la Shinra abbia voluto spostare tutto questo in un posto desolato come Feurs. - ammise Cloud, accigliato.
- Oh, è molto semplice. - sorrise Tortimer. - Essendo un paesino quasi sconosciuto, nessuna spia riuscirebbe a mettere le mani su questi fascicoli così... riservati. Nessun criminale né infiltrato potrebbe mai sospettarlo. - In effetti, aveva senso. - Ho capito.
  Era alla ricerca di un uomo che aveva precedenti per traffico illegale, un certo Zoro Citanul. L'intelligence della Shinra aveva perso le sue tracce, ma consultando quelle informazioni, forse sarebbe riuscito ad intuire la sua prossima mossa.
  Iniziò a cercare il suo fascicolo, e dopo un'oretta trovò proprio quel che faceva al caso suo. Salì sulla scaletta che poggiava allo scaffale incriminato ed afferrò una cartella in pelle blu. Sfogliò le poche pagine in cui erano raccolti dettagli sulla vita di questo Citanul.
Capelli rossi, tratti volpini ed uno sguardo incredibilmente furbo. Pareva che fosse nato nei bassifondi di Midgar e che sin da piccolo avesse avuto a che fare con il mercato nero. Precisamente, con il traffico di organi. Quasi rabbrividì.
  - Trovato niente? - la voce del sindaco lo fece sobbalzare; non pensava che fosse stato lì tutto il tempo!
- Sì... - affermò il biondo, scendendo dalla scaletta. - Per caso le è noto, questo volto?
Gli mostrò l'unica fotografia di Citanul presente. - Certo. Ora che mi ci fai pensare, ogni martedì viene qui uno che gli somiglia. - rispose, placido. A Cloud per poco non caddero gli occhi dalle orbite. - Come sarebbe a dire "ogni martedì"?
- Sì. Vedi, spesso il nostro paesino ospita spettacoli ed eventi, e tra questi c'è anche la tenda di Volpolo il Pazzo. Ma tutto ciò cos'ha a che fare, con Zoro Citanul?
  Cloud scosse la testa; possibile che davvero non ci arrivasse? Eppure, si diceva che Armaldo Tortimer fosse stato uno dei Turk più brillanti della storia. Nella sede della Shinra giravano voci sul fato che fosse perfino riuscito ad intercettare i loschi affari del suo collega Vincent Valentine. - Potrebbe essere una delle sue false identità!
- Oh, non credo... - sospirò il vecchietto. - E' un ragazzo tranquillo, vende merce sicura... ma potresti comunque provare ad interrogarlo. E' un commerciante, gli sarà pur capitato di sentirne parlare.
Lui sbuffò. Ci vedeva poco chiaro, in tutta quella situazione. - Ad ogni modo, ci penserai domani. Hai ancora un pomeriggio intero. - sorrise, sorseggiando qualcosa che doveva essere un tè. - Dovresti ritenerti fortunato: dopo nemmeno ventiquattr'ore hai già una mezza pista da seguire... Ai miei tempi, invece, capitava di aspettare tre o quattro mesi, prima di scoprire che gli indizi ottenuti fossero fittizi...
Cloud annuì, sospirando. Perché era stato incaricato lui di una cosa del genere? Quello era un lavoro da Turk; e lui non lo era. Solo perché il presidente era a corto di personale, non era certo un buon motivo per costringere un Soldier come lui!
O forse sì...? Forse, era davvero più portato per una carriera nelle squadre di investigazione. Il lavoro sporco della Shinra... - Capisco... - disse, prendendo con sé il fascicolo. - Ora è meglio che vada.
  Fece per svoltare all'angolo del corridoio, quando qualcuno gli andò a sbattere contro, correndo. Era Aerith...!
- Stai... stai bene? - le chiese, aiutandola a rialzarsi.
- Uff... sì... - sospirò di sollievo, raccogliendo il suo cestello. - Scusami, Igor. Ero venuta qui per consegnare una cosa e... beh... mi ha inseguita di nuovo.
Inseguita...? - Che intendi, Aerith? Chi ti sta inseguendo? - chiese, perplesso.
- Oh, scusami...! Dimenticavo che sei appena arrivato. - sorrise. - Si tratta di Frodolo. E' un tipo... un po' strano. E' capace di inseguirti ovunque tu vada.
Frodolo... Doveva ammettere che il nome lo insospettisse parecchio. - Che cosa vuole da te?- domandò allora. Era già pronto a schiaffare un bel paio di manette ai polsi di quell'individuo.
- Da me nulla. Cioè, non da me in particolare... è che... è piuttosto insistente. Cerca sempre di convincermi a fare un'assicurazione, e quando attacca a parlare non la smette più. Comunque, - sistemò il suo cestino. - non è niente. Penso che ormai se ne sia andato.
Si ripromise che avrebbe investigato anche sui conti di quel... Frodolo. C'era davvero parecchia gente sospetta, in quel posto.
  - Dai, vieni! Non hai nemmeno visitato Fleurs! - gli fece notare. Lo prese per un braccio e si avviò verso l'uscita del municipio. - Andiamo a conoscere i nostri compaesani. E sappi che non te la caverai molto facilmente, se non mandi loro delle lettere.
Lettere...? - Scusa, ma perché dovrei farlo, se abitano a due metri da me...? - chiese, dubbioso. Si accorse che ora lei lo teneva per mano.
- Non chiedermelo! Penso sia una loro tradizione. - ridacchiò, trascinandolo fuori, a fargli subire l'ennesimo interrogatorio da gente impicciona. Sospirò. Almeno non piove più...
  Mi aspettano tempi bui...
 
 
 
La resa dei conti...
 
Salve, cari, vecchi amici! Sono tornata con una long ( che a dire il vero è piuttosto short, dato che dura la bellezza di tre capitoli)!
Mi congratulo con voi, se avete avuto il coraggio di aprire questa storia e di arrivare fin qui. So che alcuni di voi potranno essere scettici, di fronte ad un crossover del genere, ma una notte, giocando ad Animal Crossing: Wild World ( sì, precisiamolo. E' il gioco che un giorno mi farà venire un esaurimento nervoso.), mi balenò in mente l'idea di una storia che vedesse Cloud come protagonista di una storia in quel mondo, alle prese con un lavoro che si addicesse più ad un Turk, che a lui.
E' stato così male, da mandar giù?
Ora, ci sono tante cose, da dire.
Il dialogo tra Cloud e l'autista ( per chi non avesse mai giocato, l'artista si chiama Remo) è preso quasi direttamente dal gioco; il nostro bel biondo assume il nome di Igor perché... o, cielo... non mi ricordo perché lo avessi scelto!
Vabbe', se mi torna in mente lo scrivo nelle note successive. Il nome del paese, Fleurs, è dovuto al fatto che grazie alla presenza di Aerith, la città è piena di piante e fiori ( fleurs, per l'apunto); le mele sono peculiarità di Animal Crossing, così come i cittadini che non si fanno mai i fatti loro particolarmente loquaci.
Il nome di quell'adorabile nonnetto di Tortimer ( sì, i personaggi avranno un aspetto umano che però ricorderà molto l'animale che sarebbero nel gioco) l'ho palesemente inventato e... per chi ricordasse Frodolo, non vogliatemene, ma è davvero inquietante il modo in cui è capace di seguirti ovunque!
Le stelline sono il denaro adottato nel mondo di Animàl Croissant, nel caso non lo sapeste.
E, sì, la storia sarà Clerith, contro la mia volontà. Cioè, all'inizio avrei voluto metterci Tifa, ma... Aerith era molto più adatta. E poi, volevo vedere di scrivere qualcosa su loro due, almeno, in universo parallelo.
Comunque, chi sarà, questo misterioso Citanul? E' davvero lui, il soggetto di cui Cloud è alla ricerca? Riuscirò mai a finire di pagare il mutuo per quel maledetto Tom Nook?
Lo scopriremo nella prossima puntata, giovedì prossimo ( risparmiatevi la risposta per la terza domanda. Non finirò mai di pagare quel dannato procione)!
TheSeventhHeaven
  
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