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Autore: HonoSamurai    04/03/2005    2 recensioni
Kazuya si girò verso il figlio, si inginocchiò davanti a lui affrontando il suo sguardo freddo e pieno d'odio, poi fece una cosa che non aveva mai fatto in vita sua: -Perdonami Jin, se puoi, perdonami per averti rubato la tua infanzia, per averti rubato tua madre…perdonami per averti rubato al tua vita- Il moro continuò a fissarlo con rabbia e disprezzo, avrebbe potuto ucciderlo facilmente in quel momento, avrebbe avuto la sua vendetta, invece no, lo sguardo di Jin si addolcì e la bocca si piego in dolce, leggero sorriso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2- Verità taciute

< Ciao Jin, ciao Hwoakhun! >

Esclamò Xiaoyu salutando i due ragazzi all’uscita dalla Mishima’s school, lei non frequentava più la scuola, da quando era diventata capo-palestra del dojo di suo nonno stava tutta la giornata ad allenare ragazzi e ragazze che volevano imparare il suo stile di lotta, inoltre si era diplomata da ormai sei mesi per via della sua intelligenza e disciplina le avevano fatto saltare due anni.

Hworang le sorrise:


< Ciao Xiaoyu, come va la palestra?>

< Bene, oggi ho dovuto aprire una nuova classe!>

< Wow! Se vuoi ti posso dare una mano>

< No Hwoakhun! Tu devi studiare e ti devi diplomare, devi costruirti un futuro!>

< Dai Xiaochan, non fare la mammina apprensiva, so cosa devo fare!>

Si lamentò il rosso, la ragazza arrossì:

< Io sarei una mammina apprensiva!Come ti permetti!>

Il moro le si avvicinò e le cinse le spalle con un braccio per poi stringerla a se, lei appoggiò la testa sulla sua spalla sorridendo;Jin riusciva a comportarsi solo con lei in quel modo, solo con lei era dolce e simpatico, a lei erano riservati i suoi gesti dolci, i suoi baci e i suoi radi sorridi, a lei era dedicata la sua vita..si, quella era la sua ragazza, ed era solo sua, nessuno poteva toccarla! Ma lei non lo sapeva, lui non aveva ancora avuto il coraggio di confessarsi:

< Jinkhun, oggi mi sembri più affettuoso del solito, tutto bene?>

< Si, tutto bene >

Perché quando penso a Xiaoyu mi viene in mente Phoenix, si..si assomigliano un po’ nella corporatura, ma hanno carattere completamente diverso…lui è freddo e serio…lei è solare e dolce, non potrebbero mai essere la stessa persona…però chi mi dice che Phoenix è un maschio, questa è solo una mia idea…

< Senti Jin, vuoi venire ad allenarti con noi? Mi devi la rivincita!>

Esclamò il rosso sorridendo titubante per la risposta, il moro sospirò:

< Hwoarang ti ho già battuto ieri, oggi evitiamo >

Adesso si arrabbia, ne sono certo al cento per cento, mi sfiderà e Xiaoyu cercherà di dividerci, quanto è carina quando si comporta da mamma…devo dire che con Xiochan e Hworang non mi annoio mai!

< Dannato! Ti sconfiggerò!>

Gridò il rosso lanciandosi addosso al moro che come da previsione fu salvato dall’intervento della ragazza che li divise:

< Ragazzi non oggi!Non è ne il luogo né il momento>

Hworang sbuffò, Jin annuì fingendo di essere arrabbiato, Xiaoyu li ignorò rivolgendo le sue attenzioni all’uomo che gli stava venendo incontro, era Kazuya:

< Ciao Xiaoyu, come va?>

< Tutto bene, se escludi una rissa >

< Jin e Hworang, vero?>

Chiese l’uomo con un lieve sorriso scherzoso dipinto in faccia, gli capitava spesso di sorridere in quel periodo, la cinesina annuì:

< Certo! Chi potrebbe mai picchiarsi nel bel mezzo della lezione di educazione fisica!>

Jin arrossì a quel commento:

< Xiaoyu, non devi raccontare certe cose a mio padre!>

"Poi quando arrivo a casa mi tocca fargli la telecronaca del combattimento!"

< Ops, scusa Jin, scusami!>

Il padre trattenne una risata a quella scena, si rivolse al teppista:

< Avete già deciso dove andare in vacanza?>

< Certo!Volevamo appunto proporre a Jin di venire con noi!>

< Dove andate?>

< In Cina, Xiaoyu vuole tornare in patria per allenarsi nella calma della sua terra>

< è vero Xiaoyu?>

La cinesina annuì con un sorriso stampato in volto; Jin si
sentì felice alla vista di quel sorriso, era diverso dai soliti sorrisi, sembrava venire dal cuore:

< Io vengo volentieri>

Potrò vedere la patria di Xiaoyu, però mi mancherebbe qualcosa..
Disse il moro, poi chiese:

< Può venire anche mio padre?>

Questo sarebbe la prima volta che faccio delle vacanze con mio padre.
Kazuya rimase commosso da quel gesto, Hworang rispose:

< Certo più siamo meglio è!>

Il cellulare della ragazza squillò, rispose quasi subito:

< Pronto?…..ah, sei tu…si, certo…immediatamente>

Chiuse la comunicazione e spiegò:


< Era il commissario, c’è stata una rapina di un certo Braian, ora si trova nella banca con una bambina in ostaggio…sono morti diversi poliziotti….hanno chiesto il mio aiuto…>

< E perché? Come fa a conoscerti il commissario?>

Cosa mi nascondi Xiaoyu, possibile che tu…

Domandò il moro guardandola con uno sguardo indagatore, la cinesina rispose con molta naturalezza:

< Sono capo di un Dojo, è normale che mi conosca!>

Hworang capendo al tensione che si era creata intervenne:

< Beh, andiamo! C’è una bambina in pericolo!>

Tutti e quattro si avviarono verso la banca.
Quando giunsero alla piazza dove si trovava la banca notarono numerosi cadaveri di poliziotti nella zona vicino all’edificio; Xiaoyu si avvicinò, una raffica di proiettili la manco di pochi centimetri:

< Brian fatti vedere! Non sono armata!>

Disse alzando le mani verso il cielo, un uomo fece capolino sull’uscio della porta: in una mano stringeva un mitra, con l’altra teneva ferma la bambina in preda ai singhiozzi:

< Chi sei? Un poliziotto?>

< No>

Rispose serenamente la ragazza, Jin troppo impegnato a guardare la cinesina non si accorse che Hworang era sparito, nella mente del moro si sovrapposero le immagini dei due soldati con quelle dei suoi amici.
No, non è possibile.
Il sangue gli si gelò nelle vene mentre Xiaoyu si avvicinava a Brian:

< Lascia andare la bambina, in cambio ti aiuterò a scappare>

< No!Mai>

Il rapitore puntò il mitra al petto della ragazza che lo schermì:

< Vuoi uccidermi?Bene, fallo se ne sei capace!>

L’uomo caricò il fucile , si preparò a sparare, ma il rosso gli sferrò un calcio alla testa atterrandolo, la bambina corse tra le braccia di Hworang che la prese in braccio avviandosi verso i due compagni:

< La bambina è salva >

Disse posandola accanto a Kazuya, Jin corse incontro alla ragazza:

< Brava X..>

Ma ebbe un’amara sorpresa, Brian si rialzò sparando verso di lui, al moro sembrò di vedere la scena a rallentatore: i proiettili che avanzavano verso di lui, la fine che giungeva con essi, ma qualcosa impedì ai proiettili di raggiungerlo , Xiaoyu l’aveva protetto facendogli scudo con il proprio corpo, cadde indietro tra le sue braccia:

< No..no..>

Sussurrò all’inizio, poi urlò stringendola a se:

< Noooo!Xiaoyu..no…non…è possibile>

Non aveva mai pianto, nemmeno per sua madre, ora però, il dolore che gli pervadeva il corpo era troppo grande da trattenere, aveva iniziato a tremare e a piangere, le sue lacrime bagnarono il viso della cinesina che gli sorrise dolcemente:

< Jin, non piangere>

Gli sussurrò accarezzandogli debolmente la guancia; era la prima volta che vedeva piangere Jin e desiderava di non vederlo più: le lacrime gli percorreva le guance mentre continuava a implorarla di non morire, di non lasciarlo, che lui aveva bisogno di lei:

< …..Xiao..non…non morire io..io..ti amo, non lasciarmi..ti prego..>

La ragazza sospirò facendo appello a tutto il suo coraggio, dimenticandosi momentaneamente del dolore:

< Wo ai ni…Jin>

Sussurrò prima di chiudere gli occhi, Hworang e Kazuya erano accanto a loro sentiva le loro voci:

< Sta arrivando l’ambulanza, i poliziotti hanno portato via la bambina>

Informò l’uomo, il moro scosse la testa mentre stringeva a se la cinesina sempre più pallida:

< E tardi, lei….>

Il rosso intervenne:

< Non morirà, i portatori di demoni non muoiono facilmente..>

Raccolse qualcosa dalla pozza di sangue ai piedi di Jin:

< Come vedete ha già espulso i proiettili>

Osservò con un leggero sorriso, Kazuya fissò meravigliato il coreano che spiegò:

< Heiachi ha iniettato a Xiaoyu il Devil Gene quando ha partecipato al “Tekken Touranement 4”, non ha mai manifestato la sua presenza, solo il tatuaggio sul braccio destro e il che riesce curare velocemente le ferite superficiali dimostrano che dentro di se custodisce un demone>

Il suono dell’ambulanza interruppe la conversazione, gli infermieri caricarono Xiaoyu nel veicolo, poi fecero salire i tre ragazzi; l’ambulanza ripartì a sirene spiegate.
Kazuya guardò il figlio che stringeva la mano della cinesina mentre cercava di non piangere trattenendo a
stento i singhiozzi:

< Tu sei Leon, vero? Xiaoyu è Phoenix…per questo conoscevi la sua natura demoniaca….vero?>

Domandò Jin tenendo lo sguardo basso e nascondendo gli occhi rossi e gonfi sotto alla frangia, il rosso sospirò passandosi una mano nei capelli:

< Si, lo vista rimarginarsi una ferita in pochi secondi, mi ha raccontato tutto facendomi promettere di mantenere il segreto…sapete, Xiaoyu vi stava cercando, quando ha saputo che Heiachi vi aveva catturato si è arrabbiata tantissimo, si è quasi trasformata in un demone dalla rabbia!>

Il moro si ricordò il momento in cui aveva perso la madre: aveva provato rabbia e un odio immenso verso il padre, poi si era trasformato; si chiese il motivo per cui, quando Xiaoyu era stata ferita, al posto di provare rabbia si era sentito vuoto, sconfitto e debole:

“Quando ho stretto a me il suo corpo esanime e debole, mi sono sentito inutile e impotente, per me..per me Xiaoyu è vita solo con lei riesco a sentirmi umano e a sorridere anche nelle avversità, solo con lei riesco a vedere il lato positivo delle cose”

< Xiaoyu, se muori..io..io cosa faccio?>

Kazuya notando l’angoscia del figlio stava aumentando sempre di più gli si avvicinò e, sedendosi accanto a lui, lo abbracciò posandogli leggere e rassicuranti carezze sul capo appoggiato alla sua spalla, sentì Jin stringere il tessuto della sua maglia mentre il pianto, che sembrava essersi quietato, si riaccese più forte e doloroso; l’uomo lo cullò leggermente, gli baciò la fronte e con il dorso della mano gli asciugò le lacrime che scorrevano sulle guance.
Parlare era la cosa più inopportuna, doveva lasciar parlare i gesti; notò con piacere che il figlio accettava i suoi gesti d’affetto e che non lo respingeva in nessun modo, anzi, sembrava essersi calmato da quando lui l’aveva abbracciato, sentì il respirò caldo e regolare di Jin solleticargli il petto e guardandolo si accorse che di era addormentato.
   
 
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