Anime & Manga > Card Captor Sakura
Ricorda la storia  |       
Autore: Fabiola19    07/09/2015    0 recensioni
"La battaglia per il Fosso di Helm č finita, la battaglia per la Terra di Mezzo sta per cominciare" cosě Kerochan, sorto dalle miniere di Moria, presagiva l' inizio del conflitto con le forze di Mordor. Saruman č stato sconfitto con la perdita di tutti i suoi orchi e Uruk-hai, grazie all' alleanza con Toy e i suoi amici al regno di Rohan, e grazie ad un particolare aiuto di Meiling e Tomoyo alla presa di Isengard con i loro amici Ent. La battaglia diretta e decisiva per la Terra di Mezzo č iniziata. Sakura e Li, accompagnati da Gollum, proseguono nella pericolosa missione verso i fuochi del Monte Fato per distruggere l' Anello. Toy, intanto, continua a combattere per portare a compimento il suo destino, conducendo le poche truppe a disposizione allo scontro con il sempre piů forte potere di Sauron e permettere a sua sorella Sakura di portare a termine la sua missione.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era un bel mattino. Un giorno in cui si poteva uscire a pesca serenamente. Un giorno lontano da piogge e da brutti imprevisti. Un giovane teneva tra le dita il suo vermiciattolo che a poco a poco sarebbe finito nella lenza. Gli occhi azzurri del ragazzo erano sereni con la vita che appena gli si era spalancata in faccia, mentre agganciava la sua esca per pesci al ferro dell' uncino. In seguito il ragazzo buttň in acqua la sua canna da pesca. Stava in una barca, ed era in compagnia di un' altra persona che aspettava serenamente l' abboccare di un pesce. Forse era suo amico, e aveva in testa un berretto per pescatori. I due ragazzi erano al centro del lago beati, ma la lenza del primo ragazzo che la immerse, affondň di scatto e il giovane fu preso dalla felicitŕ e dall' emozione a quell' evento che richiamň l' amico affianco: << Smčagol! Ne ho preso uno! >> disse tenendosi dalla presa di quello che sembrava un grosso pesce: << Ho preso un pesce, Smčagol! Smčagol! >>, << Tiralo fuori! Dai, dai, dai! Tiralo fuori! >> disse Smčagol contento della preda acchiappata dal suo amico che non resse la lenza e venne trascinato giů nell' acqua dal pesce. L' altro suo amico, Smčagol, cadde all' indietro nella barca e non si ritrovň piů il corpo del suo amico, notando solo il suo cappello galleggiante nell' acqua: << Dčagol! >> lo richiamň Smčagol.

Il suo amico Dčagol non mollava la canna da pesca che veniva tirata dal pesce con tutta la forza della sua bocca. Dčagol era nel fondale di quel lago e mollň la presa della canna quando non riuscě piů a trattenere il fiato. Improvvisamente, Dčagol sgranň gli occhi mirando a una cosa che rispecchiava nelle sue pupille. Vide un anello semisotterrato dalla sabbia che lo attraeva. Dčagol si ricordň che non aveva le branchie e afferrň a mano piena la parte di sabbia in cui era depositato l' anello, e risalě in superficie. Dčagol buttň giů tutto il fiato che aveva trattenuto dall' apnea che fece, aggrappandosi ad una costa erbosa del lago piů avanti. Smčagol lo notň che si salvava in quella costa, decidendo di andargli incontro con la barca. Dčagol si rimise in piedi, tossendo acqua che aveva ingoiato nel momento in cui risaliva su. L' ometto era a piedi scalzi sull' erba ed era fradicio dalla testa ai piedi. Osservava il cielo coperto dalle foglie degli alberi in alto e il suo sguardo ricadde sull' oggetto che raccolse nel lago. Dčagol guardava a bocca aperta l' anello ricoperto dalla terra bagnata nella sua mano e sfiorandolo con le dita; il ragazzo sorrise, ipnotizzato dal materiale cui circondava l' anello: << Dčagol! Dčagol! >> alle spalle gli giunse Smčagol, affaticato dalla corsa per vedere come stava il suo amico.

Smčagol si poggiň scon una mano alla spalla di Dčagol e curiosando cosa stesse guardando il suo amico. Anche Smčagol sgranň gli occhi dall' oggetto nel palmo di Dčagol, e anche lui ne fu attratto, assumendo un' espressione maligna al continuo sfiorare in modo concentrico l' anello da parte di Dčagol: << Dallo a noi, Dčagol, mio caro >> gli disse Smčagol bisbigliando all' orecchio. Dčagol al sentire della sua voce, richiuse la mano, coprendo l' anello. Questi si girň verso Smčagol: << Perchč? >> chiese con un sorrisino beffardo. Smčagol gli mise la sua mano intorno alla spalla: << Perchč č il mio compleanno e lo voglio >> rispose Smčagol tenendo la sua testa poggiata a quella di Dčagol e sorridendo allo strano anello. Con uno scatto Smčagol tirň in avanti la sua mano per prendere l' anello, ma questo venne ritirato dallo stesso Dčagol che voleva impedire al suo amico di prendersi l' oggetto. I due si misero faccia a faccia con Smčagol che tentava di allungare sempre le mani per recuperare l' oggetto prezioso. Entrambi si sorrisero malignamente posseduti dall' anello. Quell' armonia che vi era stata tra i due amici, ora si trasformava in un litigio serio. Smčagol girava su Dčagol non staccandosi gli occhi di dosso, e infine Smčagol allungň di nuovo la mano, afferrando quella del suo amico e cercava di aprirgliela. I due rimasero nella lotta con uno che tentava a tutti i costi di non permettere all' altro di prendersi l' anello.

Dčagol mise le mani in faccia a Smčagol per respingerlo da lui, ma reagě morsicandogli la mano che usň per coprirgli la faccia. Dčagol cercň di scappare ma venne atterrato dal suo amico e l' anello cadde distante dai due combattenti che strisciavano su di loro per avvicinarsi il piů possibile all' oggetto d' oro. Ebbe la meglio Dčagol che si levň di dosso di Smčagol e riafferrň a terra l' anello, prima di impartire un altro scontro con Smčagol. I due si guardarono con aria di sfida e Dčagol afferrň brutalmente Smčagol al collo, stringendo la presa. Smčagol si liberň delle mani di Dčagol e afferrň quest' ultimo al collo, buttandolo a terra con tutto il suo peso. Ora era Dčagol a lottare per la sua vita, ma le braccia di Smčagol erano troppo lunghe perchč lui raggiungesse la faccia per cavargli gli occhi. Dčagol non riusciva a liberarsi, sentendo sempre di piů la pressione sulla gola delle mani dell' amico e si accorse che le forze gli mancavano quando si dimenava sempre di meno. Dčagol spalancň gli occhi, diventando sempre di piů bianco e guardando in faccia colui che lo stava per uccidere, tentando un ultimo slancio delle mani verso la faccia di Smčagol. Dčagol smise di muovere le gambe, e le braccia gli caddero vicino al viso pallido. Smčagol smise di agitarsi nel strozzare il suo amico e lentamente allentň le sue mani sul suo collo.

Smčagol si accorse che il suo amico non respirava piů: Dčagol era morto. I capelli di Smčagol caddero negli occhi dello stesso dalla troppa foga nel duello, e ora guardava la carcassa immobile del suo piů caro amico, Dčagol. Ma non versň lacrime per lui perchč era troppo attratto dall' anello trovato nel lago. Smčagol aprě la mano di Dčagol che racchiudeva l' anello, e che il sudore su di essa aveva fatto asciugare la terra bagnata che avvolgeva l' artefatto. Smčagol lo prese, tremando con le mani di un assassino; ma fu felice di essersi ripreso il suo oro: << Il mio... Tessoro! >> disse infilandoselo al dito e sparendo dalla circolazione. Dopo un po' di tempo, Smčagol divenne pallido in volto e nella pelle. Si accasciň nella fredda roccia, emettendo lamenti di pianto insistito e di dolore. I denti divennero color carbone e ne perdeva in continuazione, cosě come i capelli, forse per una vecchiaia accelerata? Le sue unghie divennero nere e incarnite sia nei piedi che nelle mani. Una voce gli risuonava in testa: << Ci hanno maledetti! Assassino! >>, << “Assassino”... >> ripetč Smčagol dondolandosi avanti e indietro accovacciato all' interno di una grotta. Di nuovo la voce riprese: << ...ci hanno chiamati. Ci hanno maledetti e cacciati via >> Smčagol smise di mordersi un dito e riguardň all' anello. D' un tratto Smčagol emetteva conati di vomito dalla possessione dell' anello, dicendo: << Gollum! Gollum! Gollum! >> si tenne la gola. Gli raschiava terribilmente da quello che stava per diventare.

Passň dell' altro tempo e i suoi capelli si fecero grigi fino a che non li perse, lasciandone alcuni sottili nella sua zucca pelata. Si addentrň sempre piů nella grotta in cui era, mettendosi le mani in testa e vedendosi consumata la carne, lasciando la pelle che dava le forme delle ossa del corpo: << E abbiamo pianto, Tessoro... Perchč eravamo tanto soli >> la voce risuonava ancora piů fastidiosa e perfida. Lo scheletrico Smčagol avvistň nelle acque della grotta un pesce che teneva in mira con una mano aperta. Ora si cacciava i pesci a mani nude: stava diventando a poco a poco un cavernicolo. I vestiti erano ormai a brandelli. Egli afferrň il pesce, era un pesce gatto che si apprestava a mangiare ancora vivo, senza averlo affettato. La saliva dalla bocca di Smčagol schizzava quando la aprě per addentare quel pesce che boccheggiava in assenza di acqua. Adesso cantava pure le canzoni prima di ingoiarsi le sue prede: << Che freddo stagno per fare un bagno, polposo, sě! Se mi riesce io cerco un pesce. Polposo, sě! >> si mangiň lentamente quel pesce pescato vivo e masticň, assaporandoselo, il pezzo strappato via con i pochi denti che gli erano rimasti. Passarono altri giorni e il volto di Smčagol si gonfiň in quelli che sembravano grandi bruffoli rossi che gli schiacciavano le sagome della sua faccia.

Smčagol passň cosě ad andare da una caverna all' altra, disabilitandosi nel camminare in piedi e iniziando a gattonare come i bambini appena nati, a tal punto di assomigliare molto a loro. La pelle assunse un colore verdignolo, mentre la voce di Gollum diceva sempre a ogni passo che faceva Smčagol per nascondersi nella grotta: << E abbiamo dimenticato il sapore del pane... Il rumore degli alberi... La delicatezza del vento... Abbiamo dimenticato il nostro nome >> Smčagol ebbe le orbite degli occhi fuori dalla loro posizione normale, e i vestiti si ridussero a una specie di mutandina usata dagli uomini primitivi. L' azzurro immenso dei suoi occhioni si posava sull' unica cosa preziosa che gli era rimasta: << Il mio Tessoro! >> esclamň circondato dall' ombra del suo nuovo habitat, rendendolo la creatura che č ora.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Card Captor Sakura / Vai alla pagina dell'autore: Fabiola19