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Autore: Julietds    08/09/2015    1 recensioni
Altra Oneshot sugli inizi dei Metallica: Lars Ulrich e Dave Mustaine al loro primo incontro, episodio tratto dall'autobiografia del rosso di capelli, tutte cose vere insomma.

Ormai ero convinto che Lars vivesse in un bell'appartamento che, sicuramente, gli avevano pagato i suoi mentre io me ne stavo in casa mia, da solo da quando mia madre se n'era andata, a spacciare per mettere qualcosa sotto i denti. A volte non arrivavo nemmeno a riempire il frigo, dico davvero. La gente non se lo immagina che vitaccia si faccia da disoccupati e io… beh, io non ero propriamente disoccupato, come ho già detto. Ma torniamo a me che vado ad incontrare quel figlio di papà del mio futuro batterista in casa sua.
Pardon, casa dei suoi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avvertimenti:   alto tasso di riviste porno danesi   tra i personaggi ci sono due gnocchi che   insomma, leggete a vostro rischio e pericolo.
La voglio dedicare a BLACKINK79 per tutte le cose carine che mi ha scritto nei mp e per la recensione adorabbbile che mi ha lasciato a Metal up your ass. Purtroppo questa volta ho dovuto lasciare fuori James ma giurin giurello che alla prossima sarà coinvolto anche lui!






Newport Beach era un quartiere residenziale, lasciatemelo dire, da ricconi.
Mentre ci passavo in macchina per andare verso casa di questo Lars, che poi si sarebbe scoperta essere casa dei suoi genitori, continuavo a pensare a quanto somigliasse al posto in cui aveva lavorato mia madre da domestica. A volte ero andato ad aiutarla ma, dato il mio carattere irascibile e la mia propensione a lavoretti non proprio legali, un bel giorno lasciai perdere il catering e buttai via il mio farfallino.

Tempo addietro, come già detto, mia madre puliva i cessi in un quartiere vicino a Newport Beach, Linda Isle, e quando lasciai la Pacific Highways iniziò il mio viaggio nei ricordi. Non è difficile quindi comprendere come mai, non appena entrai nel suo vialetto con la mia vecchia Mazda, la prima cosa che pensai di Lars fu “quello stronzo figlio di ricchi”.

Ebbene sì. Ormai ero convinto che Lars vivesse in un bell'appartamento che, sicuramente, gli avevano pagato i suoi mentre io me ne stavo in casa mia, da solo da quando mia madre se n'era andata, a spacciare per mettere qualcosa sotto i denti. A volte non arrivavo nemmeno a riempire il frigo, dico davvero. La gente non se lo immagina che vitaccia si faccia da disoccupati e io… beh, io non ero propriamente disoccupato, come ho già detto. Ma torniamo a me che vado ad incontrare quel figlio di papà del mio futuro batterista in casa sua.
Pardon, casa dei suoi.

Fatto sta che scesi comunque dalla macchina, alla fine.
Suonai senza troppe aspettative… anche se nella mia testa potevo già vedere la domestica tutta infiocchettata che veniva ad aprirmi e, con le cerimonie del caso, mi scortava fino alla camera del signorino Ulrich.

Non successe nulla di tutto ciò.
Venne ad aprirmi Lars stesso.


La prima cosa che mi colpì di lui fu la giovane età, senza contare il nanismo. Mentre io avevo vent'anni, lui ne aveva a malapena diciotto e sembrava provenire da un altro mondo.

“Ciao” disse solare. Ci stringemmo la mano poi entrai in casa e salimmo le scale fino alla sua tana che, neanche a dirlo, non sembrava per niente la mia. La prima cosa che notai fu la gran quantità di poster e copertine di riviste alle pareti; su una, in particolare, campeggiava un poster di Philty Animal, batterista dei Motörhead, evidentemente suo idolo. Se avevi una band trash sicuramente ti piacevano i Motörhead, c'era da scommetterci. Loro e gli Iron Maiden. Miracolosamente, a Lars piacevano anche i Budgie – o forse dovrei dire “miracolosamente, a me piacevano i Budgie”, dato che fu questo piccolo aneddoto confessato al telefono a garantirmi l'entrata nei Metallica.
Nessuno conosceva i Budgie, figuriamoci amarli, ma Lars era tutto strano e nel fottuto annuncio ci aveva buttato dentro anche quello. Nessuno si sarebbe filato il figlio di un tennista famoso a cui piacevano i dannati Budgie. Nessuno… tranne me.


Tra le cose fantastiche e strane presenti nella camera del nano, a parte il poster enorme di Philty Animal, notai una pila di riviste per nulla da ragazzini. Mi avvicinai e, quasi stupefatto, notai che si trattava di pornografia danese. Non che fossi un puritano, a quel punto. Avevo già testato la mia fantasia con le pagine più scottanti di Penthouse, ma questo era diverso. Lars era solo un ragazzino!
Un ragazzino appassionato di pornografia danese, d'accordo, ma non era questo il punto. Erano cose spinte, strane, hardcore europeo, tipe penetrate da mazze da baseball e bottiglie di latte.

Guardai il faccino angelico di Lars e i suoi occhioni chiari da ragazzino cercando di trovare quel lato di lui rispecchiato nelle sue iridi.
Niente. Niente di niente. Niente tipe penetrate da bottiglie di latte nei suoi occhi. Solo il mio riflesso.
E dire che, entrando e vedendolo, avevo quasi pensato di tenermi l'erba che avevo in tasca tutta per me, dato che forse era troppo giovane e innocente per rovinarsi come me. Niente da fare. Sarebbe potuto benissimo passare per un tredicenne o un quattordicenne ma Lars Ulrich aveva un futuro da pappone e io lo scoprii lì, su due piedi, tra lui, la sua pila di riviste e il suo bong in bambù.


“Amico” dissi infine guardandolo un po' storto. “Tutto questo è un po' bizzarro, eh?”


Non più bizzarro di quanto lo fosse – poco dopo mi raccontò – fumare hashish a modo suo. Provai ad immaginarmelo, quel ragazzino che, a faccia in giù nella terra, aspirava hashish a pieni polmoni da una griglia. Istintivamente, quando me lo disse, mi domandai che beneficio potesse mai portare quel suo modo di farlo rispetto ai metodi tradizionali, per poi arrivare alla conclusione che la risposta, con tutte le probabilità del caso, era: un cazzo di nessuno.

Quello stronzo figli di ricchi del mio futuro batterista era così svalvolato che mi domandai se, per caso, non avessi trovato qualcuno che potesse tenermi testa, ma devo ammetterlo, dopotutto mostrava inventiva e fu così che mi convinse ad aggregarmi al gruppo di svalvolati composto da lui e James.


Fatto sta che, quella notte, non riuscii a togliermi dalla mente l'immagine di Lars che si dava da fare su una di quelle riviste danesi.
Dio, che schifo.





















 


 
E rieccomi qui con un'altra OS!
Avevo già pianificato di scriverla, dovevo solo trovarne la voglia e, questa mattina, sono riuscita nella mia impresa.
E lo so, mi sono fatta scappare una gran bella occasione perché questo episodio poteva trasformarsi uno slash unico dall'inizio alla fine e, sicuramente, prossimamente scriverò una OS slash su questi due perché le interviste di Lars che dice di aver perso la verginità con (una delle ragazze di) Mustaine mi sanno tanto di slash.
Che dire, sto amando l'autobio di Mustaine e gli aneddoti sui primi tempi con quel pervertito di un batterista e i Metallica mi hanno fatta tornare qui a scrivere una slice of life senza slash, per una volta. (Ok, per la seconda.)
Ma insomma, voi ce lo vedete il piccolo Lars con la sua pila di riviste porno? Io sono scoppiata a ridere leggendolo ma posso benissimo crederci, avendo presente quel piccolo maniaco di un Ulrich.
Detto ciò spero abbiate gradito e, sia che sia stato così sia che no, come sempre, recensite, recensite, recensite.

Alla prossima, Juliet

 
   
 
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